lunedì 23 dicembre 2013

flauti magici, Tarkovski e frittatine di bottarga

Non mi potrò abbuffare di panettone e cioccolato così come avevo promesso in caso di fallimento dai miei propositi, perchè fallimento non c'è stato, ma siccome nulla riesce perfetto , dovrò ugualmente abbuffarmi. Di cioccolato dato che il panettone non mi fa impazzire. Già i prenotati non erano tantissimi, il tempo che da previsioni doveva essere nuvoloso senza piogge, era nuvoloso con pioggia e anche nebbia, piacevolmente sufficiente da farci sembrare in un film di Tarkovski. Di questi prenotati, metà esatti non sono arrivati o come è successo altre volte hanno sbagliato strada , orari, posto e colpa mia, anche giornata. Comunque erano dieci, più me, Marco, Emi e Paolo, quattordici. L'ultimo sopralluogo , per la prima volta avevo messo gli stivali di gomma al posto dei miei soliti scarponi, continuavo a scivolare e a lamentarmi per il fatto di avere gli stivali e non gli scarponi. Sono anche finito contro un ramo , così da lasciare un bel segno sul naso per cui per due giorni tutti a chiedermi se fosse stato il cane. Se il mio cane mi dovesse mordere il naso, me lo porterebbe via, altro che graffiarlo . L'acqua del giorno prima era aumentata così ho dovuto eliminare un piccolo passaggio perchè la zona in questione da quasi paludosa era diventata uno stagno senza fondo. Poi la questione Marco che posso anche capirlo che dovermi fare da pilastro ( si legge spalla) per queste mie bizzarrie notturne, non lo vive proprio benissimo. Infatti l'ultima camminata estiva mi aveva scagliato praticamente tutti i tempi e la colpa comunque mia. Mi era venuto in mente una figura un pochino più teatrale, cappotto e stivali di pelle, cappello e occhiali scuri. Il capello non siamo riusciti a trovarlo e gli occhiali facevano un po' buio e in più Marco aveva freddo e questa figura che doveva essere snella ed elegante, riempito di maglioni, sembravo io due anni fa prima della dieta. Pensavo ad Herzog ed avrei voluto una poltrona rossa, ma portare la poltrona rossa, di notte in una zona buissima e zeppa di acqua , problema. Volevo anche della musica , il flauto magico, e quella siamo riusciti a portarla. Che a forza di portare l'impiantino su e giù in giro per il bosco , Marco alla fine era anchilosato. Volevo anche un testo e cosa leggiamo? Prima istinto in un attimo di follia dico “ brani dall'apocalisse”, ma poi la mattina di sabato ho optato per brani meno lugubri e più significativi per il percorso che volevo fare. Io dovrei essere del segno della vergine, ma non ho nulla che mi caratterizzi come questo segno. Sono disordinato materialmente e mentalmente e se in un evento c'è da cambiare qualcosa anche qualche minuto prima si cambia. Questi i malumori fra me e Marco per l'ultimo sopralluogo due ore prima dell'inizio. Arriviamo al castello di Pumenengo per la preparazione iniziale, vogliamo fare il logo del rebirth day con i ceri, quelli rossi. Marco era convinto li avessi portati io, io ero convinto li avesse portati lui, ci siamo ridotti a fare il logo con quelle insignificanti candeline scaldavivande. Arriva il primo prenotato che però voleva fare solo lo spettatore e ci dice “ non me la sento di fare lo spettatore però vi ho portato un panettone” per altro buonissimo. Grazie. E io gli ho fatto bere un bicchiere di grappa,però non ha ceduto. E lui e il suo alter ego ( dato che è dei gemelli) se ne sono andati con un grande sorriso e un po' di malinconia. Poi due, uno , due, tre, due. Dieci appunto, sono arrivati. E siccome in questo periodo sto lavorando con numeri di nicchia, penso mica ci scoraggiamo per questo e poi dieci che hanno sfidato i lupi e le intemperie dobbiamo trattarli al meglio possibile. C'era anche un ragazzo spagnolo e mi piace moltissimo sentire parlare italiano con la pronuncia spagnola. E' molto musicale. Al bicchierino usuale di grappa ho aggiunto un cioccolatino e sette bilie di vetro a testa e siamo partiti. Tutto con molta calma in una atmosfera dicevo da film di Tarkovski, una discesa , dolce, agli inferi e una , dolce, risalita. Alla fine è schiattato il lettore cd e il pezzo finale non è partito, ma tutto esattamente come volevo. E dieci, più me, Marco, Emi e Paolo, che sembravamo pochi, eravamo in realtà il numero giusto per la serata. Dedicata al terzo paradiso di Pistoletto, dedicato alla rinascita. E l'idea che in contemporanea in tutto il mondo, altri pazzi avessero voglia di dedicare una giornata alla rinascita, si , grandioso e struggente. Poi il prossimo anno magari ritorno alla grandi camminate spettacolo con i grandi numeri, ma sabato sera, noi quattordici eravamo perfetti. Io ho anche avuto la possibilità, privata, di sancire in maniera sfrontata un addio. Perchè amori non vissuti e ricordi piacevoli che ti capitano sempre sotto gli occhi fanno male al cuore e ti impediscono quel minimo di rinascita che pur alla mia età spererei ancora di avere. Poi la mattina dopo, recuperato il cane e partenza, neanche troppo traffico. Mi si stanno preannunciando dei giorni pesanti, ma ho la mente sgombra e il sorriso nel cuore. Sgomberare la mente almeno di una parte dei propri fantasmi e riuscire ad avere il sorriso nel cuore, questo è l'augurio che voglio fare. Avevo dimenticato di dire che dopo la camminata , ci siamo ingozzati tutti quanti in maniera mica da ridere. E fra le tante cose deliziose è doveroso citare una frittatina di bottarga prezzemolo e aglio. Grazie e auguri di cuore.

giovedì 19 dicembre 2013

voglia di rinascita e cambiamenti sempre

Voglia di rinascita e di cambiamenti sempre. Continuo a pensare che la vita, pur con tutti i casini e le ferite profonde che a volte si accumulano, val la pena comunque di viverla fino a che ci è dato farlo. Voglia di rinascita e cambiamenti. Ultima camminata in notturna per questo anno, dal prossimo se si faranno ancora, dovranno essere completamente diverse. Ma comincio già da sabato. Posto diverso intrigante, pauroso e affascinante di notte. Ho in mente Herzog e non posso dire di più per non togliere le sorprese. Su e giù in macchina con il mio cane ad inseguire i fantasmi di mia madre, non ho voglia di cosine e ho voglia di stupirmi e di stupire. In questi giorni tanti pensieri mi attanagliano la mente, riguardano il futuro, ma riguardano anche il passato. Alcuni vuoti paurosi , ma anche alcune cose strane che non riesco a districare come per esempio un mio aspetto fisico che non ha riscontri in nessuno dei miei parenti. Vorrei cercare di capire e di sapere, ma poi un attimo di tregua e respira Enzo. Credo che gli attimi di tregua siano fondamentali, ma anche lasciarsi alle spalle. L'altro giorno come due volte all'anno, dico, Enzo butta via un po' di roba. In effetti una stanza usata come sgabuzzino, è ritornata una bella stanzettina, solo che ho messo tutto in un'altra stanza e non ho ancora il coraggio di buttare. Ma , pochi giorni e lo farò. Fossi sindaco di qualche paese proibirei tutti i botti e i fuochi di artificio, affitterei un campo e inviterei le persone a portare tutto quello che vogliono buttare ( solo oggetti e non persone) per un grandissimo immenso falò che possa durare per tutta l'ultima notte dell'anno. E dato che non sono sindaco , il prossimo anno mi organizzo con una qualche amministrazione e mi piacerebbe farlo. Già comunque succede da qualche parte. Ritorno alla mia camminata di sabato 21 dicembre. Il posto che abbiamo scelto, è uno dei posti che ho maggiormente amato del fiume Oglio, non è frequentato da persone e non ci siamo mai stati per il respiro del fiume. C'è anche un fontanile ed è tutto allo stato grezzo selvaggio. Neanche mezzo chilometro, poi iniziano le rive pulite, i campi e l'ordine, ma quel neanche mezzo chilometro è la follia totale della mente e dei fantasmi che prendono corpo. Immergersi nel fango per potere rinascere. Sarò presuntuoso, sarò stupido, sarò tante cose, ma mi piacciono gli entusiasmi e poi mi compiaccio con me . Del genere se le dice e se le ride da solo. Stupirò , spero favorevolmente. Voglio che la voglia di vita che uno si porta dentro, abbia il coraggio di osare e di urlare. Ne approfitto per fare gli auguri di buone feste e si dai ogni tanto via, sgomberare gli armadi. Poi farò il resoconto della serata e se fallirò nei miei intenti mi abbufferò di panettone e cioccolata. Con affetto, un abbraccio

lunedì 9 dicembre 2013

il paraculo e le zavorre

Quando avevo deciso di riaprire il blog, avevo chiaro che avrei mescolato lavoro , vita privata, sentimenti, emozioni, molto a ruota libera . In base anche agli umori del momento, a volte in maniera incantata, a volte disincantata, spesso con ironia, a volte spiazzante anche per me. Esagerando a volte , prendendomi in giro spesso, ma credo in maniera abbastanza sincera. L'abbastanza sta nel fatto che il termine sincero è molto poco obiettivo e viene ampiamente e continuamente riveduto. Spesso Marco il mio socio mi diceva che ero un idiota salvo poi specificare nel senso dostojevskiano del termine. L'ultima volta gli ho detto che l'ultimo idiota che avrei sentito, gli avrei spaccato la faccia. Infatti ora non me lo dice più anche se glielo leggo in faccia che lo sta pensando. Ma non posso spaccare la faccia ad uno per un pensiero non espresso. Forse per via di questa mia professione, credo di più per il mio carattere, pur ponendomi anche io dei paletti, da una vita, praticamente da quando mi ricordo, dico quello che penso. Nella mia maniera sballata e falsamente sognante. Sabato, dopo la serata, Paola la nostra magica cassiera, mi diceva che ero stato coraggioso. Per cosa? Per dire delle parole che molti hanno nel cuore? Per dirlo su di un palco di fronte ad un pubblico? Se io decido di parlare di viaggi reali e di viaggi nel cuore e nei percorsi tortuosi della mente, mica sono incasinati solo gli altri, parto da me. Non per narcisismo, ma per dire lasciati accompagnare in questo viaggio, non avere paura di porgermi la mano. E forse per la mia professione, forse per il mio carattere, ho la fortuna di poterlo fare ( mettere pubblicamente in gioco me e in piazza) o di potermelo permettere. Ho qualcosa da perdere? Per gioco una volta per una festa del teatro, mi sono messo con tanto di pigiama a fare quello che interpreta i sogni. Si, li so abbastanza interpretare, così come mi ha tramandato mia madre e alla maniera dei contadini di Romagna, quelli delle colline e delle montagne, però ho avuto paura. C'era la fila di persone che mi arrivavano con il cuore in mano, anche un signore che di professione era psichiatra, quelli da analisi. Io volevo divertirmi e fare il cretino, ma ancora una volta ho avuto a che fare con i desideri non confessati e con le paure profonde che uno si tiene dentro. Risultato della serata: ho perso un amico che vedendomi così conciato ha iniziato a guardarmi con sospetto e di notte non ho dormito per tutti i mattoni che mi ero caricato addosso. A volte sono terrorizzato dall'idea che questo parateatro parallelo al teatro che pur continuo a fare ( o forse sono la stessa cosa) mi ponga su di un piedistallo sbagliato come quello del santone, del guro o del paraculo. Giù il piedistallo è sbagliato. Perchè comunque amo giocare e perchè comunque l'ottica con cui guardare è sempre quella del teatro. Appunto, un po' di verità, un po' di gioco, un po' di finzione o di esagerazione e dai si , anche un pochino di paraculismo. Ci sono tante cose tragiche nella vita, su questo non ci piove, ma ci sono anche tante cose belline, purtroppo non sempre e non per tutti, molte volte ci si dimentica delle cose belline. I miei viaggi reali e metaforici di cui parlo in “ avevi troppo peso dentro da portare per una persona sola” ( non finirò mai di ringraziare la mia amica , maremma bella, che tempo fa mi ha scritto questa frase e che io ho rubato) sono i viaggi che faccio lungo e dentro i fiumi, un viaggio negli inferi per ritornare fuori, finalmente alla luce e anche con la possibilità di potersi girare indietro. Fra natura, teatro, paraculismo, sociologia, antropologia, psicoterapia, sorrisi e ancora paraculismo. La serata di sabato va ancora perfezionata, dato che ho parlato troppo. Però andata bene, si credo proprio bene. Prima, ma questo era solo per Romanengo il reportage fotografico sull'Armenia di Sergio da quel di Faver, con letture di Marco. Poi la visione di un film che per me è stato più importante di un altro film , fondamentale per la mia professione di attore come dico io e che era la “montagna sacra “ di Jodorowsky, questo era “il colore del melograno” di Paradzanov. Io ho sbagliato che mi sono lasciato il film alle spalle e parlavo e non vedevo le immagini. Letture sempre fatte da Marco. Aggiustamenti si, ma mi è piaciuto. Per una serata del genere sarebbe stato previsto anche il mio cane, che ormai si chiama Peter e però l'italiano Pietro sarebbe stato più azzeccato. Ma mi sono lasciato condizionare e l'ho lasciato in sede per qualche ora. Si bella serata, grazie al film, grazie a me e a Marco e a Sergio che ci ha permesso di mostrare il reportage. Ma soprattutto grazie alle persone. Temevamo non venisse nessuno e Marco era già pronto a rinfacciarmelo, si, non c'erano le folle, ma un po' di uomini e donne un po' alla volta sono arrivati. Più che abbastanza da renderci soddisfatti e sorridenti. Grazie. “avevi troppo peso dentro da portare per una persona sola? “ Si. Dai, allora buttiamo un po' di zavorra

venerdì 6 dicembre 2013

Valle di Cembra. Armenia, Lombardia



Valle di Cembra, Armenia, Lombardia
succede che il mio amico Sergio da Faver, valle di Cembra, Trentino , mi telefona e dice “ vado in Armenia”. Ti trasferisci? “no vado a fare un viaggio e ne approfitterò per visitare i posti di Padzanov” . Invidia. Succede che a fine estate abbiamo dato la nostra solidarietà ad un festivalino del bresciano portando una cosa che avevo chiamato “avevi troppo peso da portare per una persona sola”. Marco voce recitante leggeva dei brani dedicati ai viaggi , quelli reali e quelli altrettanto reali della mente e del cuore. Io raccontavo delle storielline. Serata piacevole, ma poi mi sono pentito di avere partecipato al festivalino, ma questa è un'altra storia. Succede che, ma tanti anni fa che avevo intenzione di fare una trilogia dedicata a tre personaggi che avevo iniziato ad amare tramite Marco. Il primo era dedicato a Mishima. Io l'interprete. Un anno di ricerche e di lavoro. Mi piaceva molto, abbiamo girato, ma poi mi stanco di fare l' attore perchè ho sempre bisogno di fare altro. Un anno e passa di ricerche e un anno di prove ed è nato il nostro Caravaggio. Testo bello, bravo Marco l'attore e in anticipo sul nuovo innamoramento di massa del pittore abbiamo girato una esagerazione. Tutto il mondo e dopo le duecento repliche , non ho più tenuto il conto. Il terzo spettacolo doveva essere dedicato a Paradzanov, regista visionario, molto, ma molto di nicchia, ma tanto ho amato i suoi film, tanto non ne avevo voglia di mettermi a lavorare per una ulteriore ricerca. Anche perchè anni fa libri su di lui li trovavo solo in francese o in inglese. L'inglese non lo conosco e studiare in francese, mannaggia che fatica. E poi non avevo nulla da dire, era già tutto nei suoi film e avrei rischiato di fare una brutta copia delle sue immagini. Succede che Sergio ritorna dall' Armenia con un bel reportage fotografico e soprattutto dei begli appunti di viaggio pubblicati sul suo blog. Succede che Marco dice “mi piacerebbe fare vedere al nostro pubblico “il colore del melograno”, allora io penso, perchè ogni tanto, sempre più raramente, mi succede, di pensare, io penso: reportage fotografico di Sergio comprese le musiche che spaziano dai canti della chiesa armena ai canti di montagna e in sottofondo voce recitante di Marco che racconta gli appunti dedicati a questo viaggio. Parte subito il film, arrivo io ( ancora non so se con cane o senza, dato che comunque lui è ormai parte dei miei viaggi reali e mentali ), il film sarà senza sonoro, solo le bellissime immagini, pur sottotitolate , ed io in un angolino , per scelta e non per punizione, inizio con i miei piccoli racconti, Marco sempre voce recitante e rituale. Cosa c'entrano i miei raccontini ( che sono racconti , dire raccontini fa parte del narcisismo del romagnolo) con Paradzanov e la serata. C'entrano e verrà svelato . In ogni caso , totale 80/85 minuti , ingresso 5 euro. Si può fare? Si può fare

domenica 1 dicembre 2013

ovuli. oi!

Un po' piemontese, un po' ligure, un po' toscana, un pochino francese, Antonella Questa che in un articolo è anche diventata il titolo dello spettacolo : “Antonella Questa sera ovulo”. Generazione dopo rispetto alle Lella Costa o alle signore che si sono formate per esempio con teatro settimo,o a tante altre forse altrettanto brave, ma meno famose; generazione più giovane , ma comunque ottima dato che ha sformato diversi nomi di tutto rispetto. E anche Antonella , spettacolo dopo spettacolo, si è ritagliata o si sta ritagliando un importante spazio nel mondo teatrale italiano. Uno spazio dovuto. E così come altre donne di questa sua generazione, ha imparato il dono della leggerezza e della ironia ed è uscita da quel genere “so tutto io , ti spiego tutto io” delle generazioni precedenti. Non ha bisogno di dimostrare, è. E i suoi racconti/personaggi diventano spaccati quasi sociologici , mai arroganti o presuntuosi, dell'universo femminile. Non verità, piccoli racconti conditi di poesia e tenerezza e un po' di ironica acidità. “questa sera ovulo” ha inaugurato , ieri, sabato sera, la nostra stagione e la gente,il nostro pubblico, era ampiamente soddisfatto. Il pomeriggio non era cominciato bene, per me almeno. I fantasmi che credevo di avere messo a bada, sono riaffiorati prepotenti nella testa di mia madre che ha continuato a massacrarmi di telefonate e di sproloqui e infatti oggi, domenica, che speravo tanto di potermene stare un pochino a casa mia, sono dovuto ritornare giù. Di nuovo arginati i fantasmi fino alla prossima volta , sperando, come purtroppo è successo a tanti, che non riesca a innestarli anche nella mia di testa. Dicevo pomeriggio iniziato malissimo, il cane agitato – mi incazzo io , si agita lui ?- ma poi sono arrivato in teatro, il saluto e il sorriso di Morena la custode, l'abbraccio di Antonella che era arrivata in anticipo, la simpatia e la voglia di vivere della ragazza che le faceva da tecnico, l'abbraccio e il sorriso di Luca, un giovanotto che stimo molto che collabora con noi e arrivato da non tanto da una sua missione di un anno in Israele. Bè tutte queste cose mi hanno rasserenato, tu metti piede in teatro e pensi “casa”. Infatti il mio cane vorrebbe stare sempre e solo in teatro. Casa. Poi in sede e finalmente sera. L'abbraccio di Emi che “dio Peter come sei cresciuto” che a forza di sentirselo dire , Peter ormai si considera un alano. Poi il rituale aperitivo con Marco, poi l'arrivo di Paolo, poi il saluto e l'abbraccio con la nostra bella “ ragazza della cassa” , cinque minuti per raccontarci i rispettivi casini e “vai si parte”. A me in teatro piace fare tutto e tutto vorrei fare, ma tutto era a posto e non c'era nulla da fare per me. Poi mi sono accorto che il piastrellato delle scale era gelato e scivolosissimo, per cui fanculo al freddo, me ne sono stato li per il passaggio delle persone a dire “ fate attenzione, è tutto gelato e molto scivoloso”. Che bello che tanti mi volessero scivolare addosso. L'importante è avere un ruolo nella vita. Poi l'arrivo di alcune persone che amori potevano essere o sarebbero potuti diventare, veramente uno di questi potenziali possibili amori neanche l'avevo riconosciuto, ma che non c'è mai stata la possibilità le opportunità o la voglia. Poi l'arrivo di tante persone amiche. Che bello anche quest'anno siamo riusciti a ripartire. Veramente grazie a Marco che da due anni io sono assente come una campana senza batacchio. Finito lo spettacolo, applausi tanti, vado a riprendermi il cane per l'ultima passerella in teatro, baci e abbracci a tutti, un saluto a Morena, a Marco, a Paolo, a Emi, a Paola, Marina e via agli altri amici rimasti, un abbraccione ad Antonella, alla sua tecnica, a Luca, una pacca sulla spalla ad un grande amico , l'amico delle parole non dette, una pacca sul culo di Peter che di uscire dal teatro proprio non ne aveva voglia e finalmente in macchina per tornarmene a casa. Casa mia. Stamattina piuttosto che partire avrei sbattuto la testa contro il muro, ma il dovere è dovere e fanculo ancora in macchina. Io e il mio cane. Ora sta arrivando la notte, per tutto il pomeriggio ho dovuto guerreggiare con i fetenti fantasmi di mia madre, porca miseria quanta fatica e quanto rancore che si accumula. A guerreggiare con i fantasmi degli altri come se i tuoi non fossero già sufficienti. Finalmente sta arrivando notte, il mio cane che vorrebbe stare con me l''ho messo a dormire con mia madre. E' l'unico che riesce ad acquietarla. peccato non si acquieti lui e infatti il giorno dopo me le fa sempre pagare. Qua nel palazzo dove abita mia madre, una ambulanza ha appena caricato una signora del quarto piano che è caduta e ha sbattuto la testa e il marito sembra preoccupato per il pavimento. Qua nel palazzo dove abita mia madre,sembra che tutti siano già addormentati.  oh porca miseria sta arrivando notte

mercoledì 27 novembre 2013

anche non referenziati

Domani , giovedì, riprende il laboratorio che giovedì scorso non si poteva. Una ragazza mi ha mandato messaggio che mi ha commosso. In pratica mi “accusava” di risvegliare gli entusiasmi. Bello. Sabato inizia la stagione teatrale con Antonella Questa, brava e focosa attrice, splendida persona. Sempre un piacere ospitarla e rivederla. Ieri in autostrada mi fermo a fare benzina, benzinai impazziti per il mio cane, poi mi dicono “vuoi vedere un cane corso?” va bene. L'unico cane corso che avevo visto dal vivo, è una femmina grigio blu della mia amica Lella. Enorme. Questo era un maschio, praticamente il doppio, quasi 80 chili, muso enorme, bello bello. Non oso immaginare un cane così che vuole le coccole e ti si addormenta sulla pancia, che già i 30 chili del mio si fanno sentire. Sempre in autostrada, tutte le volte , dato che mi fermo sempre lì, un ragazzo si avvina appena aperta la portiera e “ ho perso il bancomat e non riesco a fare benzina, mi daresti una mano?” ieri mi sono stancato e gli ho chiesto “ certo che se una volta la settimana perdi il bancomat, avrai delle spese bancarie altissime”. Ritorno ai cani o meglio alle persone. C'è un giovanotto a Cesena, ce ne sono tanti, che gira anche lui con il suo cagnetto e aldilà di qualche saluto non ci siamo mai parlati. Quando scendevo e il mio era cucciolo e lo portavo nel recinto apposito, sentivo un po' di discorsi e questo giovanotto parlava delle malattie dei suoi genitori. Gli avevo un po' parlato di mia madre, niente di particolare, sempre gentilissimo mi dava del lei. Poi ho smesso di frequentare il recinto perchè mi trovavo a disagio. Rivedo questo giovanotto e mi chiede come sta mia madre, io gli chiedo gli sviluppi delle operazioni dei suoi. Poi gli ho chiesto “ e tu come stai?” . Improvvisamente un fiume in piena e questo mi ha fatto molto piacere. Non il dolore o il disagio delle persone, ma i cuori che si aprono. C'è un altro giovanotto, anche lui sui quaranta anni, anche lui con il suo cagnettino da lusso, anche lui pieno di muri, anche lui con alle spalle un vissuto di malattie familiari mica da ridere, non ama parlare di sé, non vuole mostrare le fragilità, però è innamorato del mio cane e quando lo vede impazzisce e quasi si dimentica del suo. E quando mi vede senza cane , va dritto per la sua strada e urla “salutami Peter”. Poi le tante signore con e senza cani che ce n'è una che mi segue sempre e tutte le volte “ il tuo cane fa paura, dovresti mettergli la museruola”. Sono troppo educato, ma prima o poi una brutta risposta gliela do. Sono riuscito finalmente a trovare una signora, l'ennesima, che va da mia madre per qualche ora a darle una mano e a farle compagnia. Non riuscivo a trovare una signora italiana che accettasse di essere messa in regola. Tutte solo nero. E poi possibile che tutte , sembra una fotocopia imparata a memoria, abbiano dei grossi problemi economici , un marito che le ha lasciate , dei figli che se non ammalati gravemente , comunque sono disoccupati? Ora la signora è russa, è tranquilla, piacevole, non piange miseria e ci troviamo bene. Chissà se riuscirò a respirare un pochino pure io. Il mio cane, qua, su di una poltrona mi guarda e non parla e non riesco a capire cosa vuole, davanti a me il mio socio sempre imperterrito sul lavoro e anche lui non riesco a capire cosa vuole. Qualche giorno fa , stanco di tante cose, sono andato a comprarmi bacche di tutti i tipi, piene di vitamine sali minerali e quanto di più per tirarmi un pochino su . Forse ne sto prendendo oltre la misura e mi sembra di avere le molle sotto i piedi. Si avrei proprio bisogno di innamorarmi, accettasi per colloqui solo referenziati. Ma anche non referenziati e anche senza tanti colloqui

lunedì 18 novembre 2013

il corpo erotico del falegname

Che se proprio si deve parlare di corpo erotico, e di stereotipi, uno pensa a tutto fuorchè al corpo del falegname. Nelle zone dove abito, i tanti muratori e cottimisti sono famosi perchè d'estate hanno così caldo che i pantaloncini, già cortissimi, a forza di essere piegati e ripiegati , diventano dei tanga. Poi ci sono i contadini, i camionisti e i boscaioli. Ecco se uno deve pensare corpo erotico, immagino che pensi a loro. Che dire corpo erotico del falegname è quasi dire corpo erotico del medico da scrivania, o di un medico veterinario, di un impiegato di banca. Di un insegnante , di un topo di biblioteca e via all'infinito. Si parla di erotismo e non di bellezza, si parla di corpi esposti alle intemperie e al sole, no ammuffiti in qualche sala. Ritorno ai medici veterinari, ormai ne conosco tantissimi e ho anche amici , ma per esempio l'altro giorno vado nella clinica solita e dove i medici sono amici, uno di questi mi vede e mi abbraccia fortissimo. Solo che in una mano stringeva un siringone pieno di sedativi. Tu pensi oh che bell'abbraccio focoso? No, pensi : “ speriamo non si sbagli e non faccia la puntura a me”. Il primo falegname l'ho conosciuto nel paese in cui ho abitato appena arrivato su. Vecchio, piccolino, testa dura, poche parole. Ma tanto bravo. Aveva costruito per una famiglia milanese un mobile di bellezza unica, solo legni pregiatissimi. Un capolavoro. Poi si è innamorato di questo mobile e ha sparato un prezzo così alto che i milanesi non hanno accettato. Ogni tanto passavo a trovarlo e lui toglieva i teli e mi mostrava questa cosa meravigliosa lunga e alta quattro metri e di ogni pezzetto di legno mi raccontava la storia. E il corpo del falegname così minuto e così stanco della vita emanava di tutto fuorché erotismo. Il secondo falegname ,di Cesena, una volta si è beccato una trave in testa ed è rimasto un po' così per sempre , poi ha chiuso bottega ed è finito a lavorare in una fabbrica di produzione di bare da morto. Ho un amico che abita in un paese vicino al mio, conosco lui e la moglie da una vita. Bravo deve essere bravo e se non fosse così mogio sarebbe anche simpatico. Poi ho scoperto che non è mogio, ma è geloso della moglie. Cioè è geloso di me perchè immagina io voglia fare una tresca con sua moglie. O che la moglie voglia fare una tresca con me. Si poi c'è anche un giovanotto del mio paese che credo faccia pure lui il falegname e comunque non posso dire nulla, un po' perchè lo conosco poco e un po' perchè il giovanotto ogni tanto mi legge. Se poi aggiungiamo il Giuseppe di 2013 anni fa o anche il babbo di un amico del Trentino, l'erotismo nel corpo del falegname proprio non riesco a trovarlo. Il mio amico del Trentino potrebbe replicare : “guarda che anch'io ogni tanto faccio il falegname e sono eroticissimo”, questo lo pensi tu e la tua fidanzata. Si in effetti un po' erotico deve esserlo perchè tante signore , appena lo vedono, si attizzano mica da ridere. In effetti non è del corpo stereotipato del falegname di cui volevo parlare, ce ne sarebbero di mestieri di cui parlare, ma del corpo non necessariamente erotico di suo, ma tale per il mestiere o professione esercitati. Se io dico idraulico, l'immaginario comincia a pensare “Wow”, indipendentemente dall'idraulico. Chiaro poi che l'immaginario è così vasto e misterioso che l'erotismo lo puoi trovare dovunque e pure i feticismi. Secoli fa , quando abitavo a Bologna , avevo diversi amici musicisti. Anche rock, ma principalmente musica classica. Sguinci da paura, non brutti, ma sguinci da latte alle ginocchia. Praticamente trasparenti fuori scena. Ma poi li vedevi su di un palco, diventavano lo strumento che suonavano o le parole che cantavano e improvvisamente il corpo prendeva forma e finalmente iniziavi a sognare. Dei tanti musicisti e cantanti che sono passati anche dal teatro di Romanengo, alcuni erano corpo erotico dentro e fuori scena, di quelli che ti viene da pensare “mmmmm....”, degli altri ne ricordo particolarmente due. Uno cantante rock famosissimo fine decennio del secolo scorso. Giovane rock che vuole scardinare le regole. Passato da molto di sinistra a molto di destra. Sarà che è del mio segno zodiacale, sarà che avevo passato il pomeriggio con lui prima del concerto, si gente tantissima proprio da concerto, gente arrivata da tutta Italia, eppure , pur depresso anche in scena, ma appena si è seduto sulla sedia, l'aura lo ha attorniato. Anche se poi l'aura è qualcosa di mistico che con l'erotismo ha poco a che fare. L'altro invece che mi ha colpito di più, non l'avevo mai visto dal vivo, tutti mi decantavano la sua bellezza , il suo corpo scolpito dalla natura e dalla palestra, il suo magnetismo. Mi arriva sto giovanotto imbacuccato nel suo cappottino nero e cuffietta in testa. Parlava di dolore, di religione, di depressione, poi ad un certo punto ho preso la macchina e “dai facciamo un giro sennò ci spariamo tutti e due”. Ma quando è entrato in scena è cambiato completamente. Le gambe poderose, il corpo perfetto e ha iniziato ad ondeggiare con i suoi vellutati movimenti da felino. Non era una maschera, era la voce che diventava corpo. Se escludiamo i feticismi, specie quelli s/m che mi fanno una paura boia, o le maschere in cui uno si cala per esempio quando si va in qualche localaccio, ci sono indubbiamente dei mestieri che di loro, se non ci fosse in ballo sta crisi micidiale, “fanno sesso”. O farebbero. Che poi aldilà delle tante sciocchezze che ho detto, scritte e spero comunque lette con un pochino di ironia, è del corpo che voglio parlare. Per esempio del corpo dell'attore. Escludiamo i bellocci televisivi o cinematografici, che ci sono, ma l'attore quello da palcoscenico, quello che indipendentemente dal suo aspetto fisico , in scena lo vedi e pensi “che meraviglia”. Molti sono affascinati dal genere televisivo o cinematografico, ma l'attore come tutti i mestieri, aldilà dei carisma o karma personali, deve avere un lavoro alle spalle, un pesante lavoro di formazione che non può essere improvvisato nel giro di qualche mese o anno. Per me un attore è bravo quando lo vedi e non ti deve dimostrare quanto è bravo o quanto ha lavorato, ma perchè pensi che non faccia nessuna fatica, perchè non è solo una voce recitante ( e già non sarebbe poco una bella voce recitante) ma è un corpo che ti affascina, appunto un corpo erotico. E questo erotismo magnetico,nasce non dagli atteggiamenti, ma dal lavoro che hai alle spalle. Il muratore che si spoglia, perchè è tutto sudato e ha caldo e via via tutti gli stereotipi, sono appunto stereotipi da fantasie. Lui sta facendo il suo mestiere. Ecco l'attore per me è come il falegname. Chiuso in una sala a sudare ( perchè il mio attore è vicino alla danza e non sta solo seduto a fare copione) e poi finalmente tira via i teli e il mobile bellissimo viene messo in mostra. Ed è lui i suo mobile bellissimo. In ogni caso per ritornare al corpo del falegname, magari ne prendi uno giovane, belloccio, gli togli i vestiti e la polvere e ti ridiventa erotico. Ho giocato e scherzato un pochino, ma a volte vedi dei ragazzi e delle ragazze che si avvicinano ad un corso o a una scuola di teatro e pensano che sia tutto facile. Magari pensano subito alla fascinazione della scena, che indubbiamente può anche essere e spesso mi sono ritrovato a dire “qua non siamo puttane, l'erotismo scaturisce dal piacere di stare in scena, non nel piacere di mostrarsi”. E il piacere di stare in scena nasce giorno dopo giorno, fatica dopo fatica, nasce dall'intelligenza e non dal narcisismo che pure ha la sua ragione di esistere. E l'erotismo nasce da quello che come spettatore riesci a farmi sognare. E allora non importa cosa o come sei fuori scena perchè quando mi arrivi sul palco e mi fai sognare, sei il corpo erotico del falegname. Porca miseria ho parlato ancora di me.Scherzo
Scherzo

mercoledì 13 novembre 2013

il fratellone internet

In questi giorni alcune cose mi hanno un pochino turbato sull'uso di internet e sul controllo che questo riesce ad avere sulle nostre vite. Con i famosi social ho un rapporto di odio e amore, a volte mi stanco un pochino e sto per un po' di tempo senza frequentarli, poi ci ricasco. In questi giorni una amica, Tiziana, ha fatto notare anche con giusta rabbia, come nessuno o pochissimi in fb abbia parlato o ricordato i morti delle Filippine, io compreso. In effetti poi si linka di tutto e chi va a vedere realmente da dove provengono le fonti? e spesso tante manifestazioni di sdegno , specie politico, sembrano quasi un accontentare la propria coscienza. Poi chi se ne frega e in effetti questa totale dimenticanza sulla tragedia piombata sulle filippine, lascia perplessi. L'altro argomento riguarda il controllo dei propri contenuti. Uno ne è consapevole certo e se scrive delle cose, sa che queste diventano di pubblico dominio, con i pro e con i contro. Quello che mi ha turbato sono cose che non immaginavo. Lasciamo perdere le pubblicità mirate per esempio sui social, però mi succede che vado a vedere qualche sito commerciale e il giorno dopo mi ritrovo questo sito come pagina consigliata su fb. L'altro giorno cercavo i costi di internet di diverse telefonie. Il giorno dopo mi telefona un giovanotto di una di queste telefonie e mi dice “ abbiamo visto che lei è andato sulla nostra pagina internet e vorremmo farle una offerta”. Con google maps quello delle foto ho digitato per scherzo l'indirizzo di casa mia e mi sono ritrovato la bella foto del muro di cinta. Ci mancavo io sul cancello quando esco con il cane, o Marco che non trova le chiavi . Vabbè tutte cose risapute come se vai su you tube e guardi dei video, poi ti consigliano cosa guardare. E se vai sui siti porno, poi ti mandano a casa i modelli? Magari pagando si. Se fai un blog poi ci sono le statistiche e un po' per narcisismo , un po' per curiosità ogni tanto te le vai a guardare. Io sono molto di nicchia, allora i consigli per l'aumento del pubblico, poi vai a vedere l'origine del traffico e trovi nazioni che pensi, possibile che ci sia qualcuno lì che periodicamente va a leggere le sciocchezze che scrivo? Un amico paranoico tempo fa mi diceva “so di essere controllato” e tu pensi “ chi è di tanto cattivo gusto da controllarti?”. In realtà ipercontrollati lo siamo tutti. Lo sappiamo e non è che ci facciamo tanto caso, ma forse non è neanche questo il punto. Quello che mi spaventa, me compreso, è questo crogiolamento di narcisismo e di verità assolute e di solitudine reale che passa con il perdersi in internet ed in specifico sui social. Non sto ad elencare le cose eccezionali belle importanti che conosciamo tutti e di cui non possiamo più fare a meno, ma a me quello della telefonia che mi chiama “lei è entrato nel nostro sito...” mi fa venire la pelle d'oca. Allora, vabbè che il mio blog è abbastanza di nicchia però dico al grande computer: guarda che stasera ho il secondo incontro del laboratorio, c'è abbastanza gente , ma ancora alcuni posti disponibili. E poi gli dico, guarda che sabato 30 novembre inizia la nostra stagione teatrale, fa in modo che venga tanta gente. Grazie fratellone. però la pelle d'oca continuo ad averla

domenica 10 novembre 2013

un omino fortunato

Acqua e dicono anche , forse, qualche frammento di satellite dal cielo e devo portare fuori il cane, ma non ne ha voglia. I viaggi lunghi in macchina stancano anche lui. Si anch'io sono un pochino stanco, ma mi sto riprendendo. Giovedì è iniziato il laboratorio e direi bene, mi sono divertito e spero anche i partecipanti. Età e personalità diversissime. Ma mi piacciono, forse qualcuno non ritornerà, forse altri arriveranno, forse chilossà, ma abbiamo iniziato. Io sono un po' folle, ma va bene così, almeno a me. Anche se ogni tanto mi viene da invidiare la normalità o presunta tale degli altri, mi vado tutto sommato bene così. In questi giorni un pochino di crollo da stanchezza, spesso mi viene da pensare dove sarò e cosa farò da grande, cioè quando invecchierò e non manca molto. Perchè si, vorrei invecchiare e dove e cosa farò, ammesso che, non riesco proprio ad immaginarlo. Ora sto vivendo due vite parallele, non nel senso che ho due amori, magari, ma perchè un po' su a casa mia e un po' giù da mia madre che dovrebbe pur sempre essere casa mia, ma che tale non sento. Fino a due anni fa le vite parallele erano tre. Tre giorni a casa mia, tre giorni in Trentino , tre giorni a Cesena e il settimo per gli spostamenti vari. E poi ogni tanto anche qualche spettacolo in giro, si faticoso qualche volta, ma non mi dispiaceva, meglio che stare tutti i giorni tutte le ore nello stesso posto e nella stessa casa. Poi in realtà le mie amicizie sono legate al lavoro, anche perchè sono un somaro di quelli tosti e mannaggia a me sembra che il lavoro sia l'unica cosa che riesca ad appacificarmi. Del Trentino mi mancano una serie di persone , oltre gli amici stretti cui ho voluto e voglio ancora bene, mi mancano quelle amicizie che non ho potuto vivere appieno, mi mancano le chiacchiere con marito e moglie del negozietto sotto casa, che lei la moglie mi diceva sempre “lo sai che sei proprio un bell'uomo?” non mi sembra comunque ti adoro, mi mancano le chiacchiere con il calzolaio e i vari “salve” con la gente che vedevo per strada, mi mancano le camminate io solo con il mio bastone e magari mi incontravo con qualche amico in bicicletta o con qualcuno dei Moser. Però non potrei vivere, da vecchio, in Trentino, forse neanche ora. Che io dico Trentino, ma intendo val di Cembra. A Cesena , no , non lo so. Non mi vedo girare con il mio cane, perchè lui deve invecchiare con me, ai giardinetti, che tristezza. Infatti quando sono giù e a girare per giardinetti , ci deprimiamo tutti e due. Su da me non lo so, ci abito ora, in fin dei conti la mia casa sono i miei mobili che spostamento dopo spostamento cerco di portarmi sempre dietro. Sono i miei fiori , sono le mie piante. Sono le mie idee e i miei pensieri. Anni fa mi ero innamorato perdutamente di Montreal e di Lisbona, avessi i soldi e nessun legame perchè no. Ma probabilmente dopo un po' dovrei fuggire pure da li. Chilossà e quando si invecchierà, si vedrà. Anni fa facevo spesso lo stesso sogno: c'era un paese in collina, bassa montagna, l'unica stradina ripida e lastricata, la case di sasso o di mattoni, poi dietro la curva una casa e mio nonno che diceva “tu sei nato qua, questa è la tua casa”. Per anni ho fatto lo stesso sogno e per anni, qualunque posto, mi sarebbe piaciuto incontrare questo paese e questa casa . Da piccolo, come tanti figli unici, immaginavo un fratello gemello perso in chissà quali anfratti del mondo e ogni tanto quando mi dicevano che c'era qualcuno che mi somigliava, mi batteva il cuore. Chiaro, o almeno così credo, non ho un fratello gemello, già ne è venuto male uno che sfiga due. Però questo senso di mancanza, continua ad accompagnarmi. E il senso di mancanza e l'inquietudine sono i sentimenti spesso alla base dei miei lavori. Fortuna non mi manca l'ironia, altrimenti suicidi di massa. E come fanno a dire che io so acquietare le persone? Continua a piovere , chissà se qualche frammento di satellite è caduto o cadrà pure da noi, vedo in internet che molti amici stanno facendo delle belle cose e questo mi da gioia. Si, disavventure e inquietudine varie, ma credo proprio di essere un omino fortunato.

mercoledì 6 novembre 2013

boh

Ancora problemi il cane ieri. Correva adrenalinico , poi la cagnetta che ci segue sempre gli si è buttata contro e gli ha morsicato la lingua. Guaito fortissimo e atterraggio disastroso del mio cane sulle zampe posteriori. Poi camminava e cadeva a terra, poi si è ripreso, poi è crollato e ieri sera tardi al pronto soccorso veterinario. Ora sta bene, vorrebbe correre, ma devo tenerlo calmino. 10 mesi che ce l'ho e praticamente due volte al mese sono in qualche clinica veterinaria. Già una settimana fa per caricarlo in macchina, devo metterlo su di peso, mi sono beccato io uno strappo e ieri sera dopo gli antidolorifici , al cane, portarlo in casa è stato un problema. Questa notte seduto di fianco a lui per tranquillizzarlo, facevo i conti con la mia vita. E stamattina mi sono alzato, per la prima volta dopo tanto tempo, realmente demoralizzato. Famiglia problematica, amori problematici, cane problematico, vita problematica. Ho sempre vissuto cose eccezionali nel bene e nel male, stamattina mi sono svegliato e pensavo ma porca miseria, avere una vita tranquilla, mai? Senza troppe irrequietezze e senza troppe fughe e casini? Ma forse la vita tranquilla appagata e appagante appartiene solo alla pubblicità e forse la vita incasinata appartiene a tanti. Si demoralizzato come non mi succedeva da anni , fortuna che le mie demoralizzazioni , anche quelle più devastanti , durano lo spazio di un attimo e fra qualche ora saranno già passate e riderò cretino come sempre. In effetti i problemi della vita sono un pochino peggiori. Domani inizio il laboratorio e ci sono già abbastanza iscritti. Il tema che mi sono dato è L'Idiota di Dostoevskij , mi ci ritrovo negli incasinamenti del cuore e della mente. Una volta , un laboratorio di diversi anni fa, avevo cercato di lavorare su Cechov e non mi sono divertito, troppo poco incasinato per me. Un po' di ansia come quando si inizia qualcosa di nuovo con persone nuove e come in un film mi passano davanti tanti volti e tante vite degli anni passati. Bei ricordi, alcuni fallimenti, tante risate, qualche litigata e tanto lavoro. Non so per quale motivo ho scelto questa vita, o forse è lei che ha scelto me, ma forse nessun'altra mi sarebbe stata possibile. Il cane è arrabbiato con me per il riposo forzato cui lo sto obbligando, Marco al suo computer è serio impegnato nel lavoro, io continuo ad essere cazzone ebete e mi vengono in mente alcuni amori che non ho neanche mai iniziato né cercato. Boh dai, oggi va così, fuori c'è il sole, oggi pomeriggio ancora dal veterinario per un controllo, poi a fare la spesa, poi è già sera e di nuovo notte

martedì 29 ottobre 2013

cani viziati , cani che vogliono essere adottati e cani che fanno politica

Fra poco la bufera del nord dovrebbe trasferirsi da noi, celo grigio , tuoni fulmini e saette e dicono acqua. Il cane, sarà la cura di cortisone, sarà non so cosa ,non è più delicato con il mangiare e da una settimana è diventato una fogna e divorerebbe tutto. Sempre da una settimana ha regressioni incredibili e tutte le notti me lo ritrovo nel letto. Mi sveglio all'una ed è sdraiato in fondo. Alle due di notte sento un peso sulle gambe e cerco di spostarlo. Alle tre si agita si alza in piedi e si butta a peso morto addosso a me. Alle quattro mi arrabbio, ma lui è appiccicato e non riesco a tirarlo su. Alle sei mi alzo e alle sette gli grido “Peter alza il culo, usciamo”. Fuori dalla porta c'è sdraiato un altro cane, una femmina border collie che mi sta facendo avere grossi problemi con il suo proprietario. Si è innamorata di Peter e di me e non ne vuole più sapere di andare a casa, quando la vengono a prendere lei fugge e si nasconde. E io di avere un altro cane, proprio non ci penso, ma sta di fatto che qualunque posto io vada con il cane, lei ci segue. A giocare sono pesanti, lei , quando Peter non la considera cerca di morderlo, e lo morde, lui le va addosso come un giocatore di rugby. L'altro giorno una scena strana, ero in casa , sentivo il mio cane abbaiare cattivissimo e lei lamentarsi come se lui la sbranasse. Sono corso, Peter era piazzato davanti a lei e le abbaiava, lei sdraiata davanti urlava come una ossessa. Neanche si sono toccati. Alcuni amici sono stati a Firenze a seguire i lavori alla Leopolda. Non che siano affascinati dalle idee di Renzi, ma da come riesce a giostrarsi sul palco. Un mattatore, un po' presentatore, un po' giocoliere, un po' di tutto, carisma indubbiamente, però non riesce a piacermi. Neanche mi convincono mister Civati che mi sembra tante belle parole e nemmeno Cuperlo che sa un pochino di stantio. E chiedo scusa ai miei amici schierati per uno o per l'altro. Cosa farò ancora non lo so. Ieri ho telefonato ad un amico trentino che gli è morto il babbo. Gente cattolicissima, lui era sereno. Invidio questa serenità nei confronti della malattia e della morte. Da domani dovrei tornare a Cesena e fra visite mediche, giri per cimiteri, vecchie zie che mi chiamano per essere caricate nel giro per cimiteri, cane che mi voglio portare dietro, non so come fare. Ansia, poi penso fanculo farò quello che posso fare. Poi quando ritorno sono sempre talmente svuotato che i quattro giorni che rimango su non sono sufficienti a rimettere a posto la testa. Riesco a rilassarmi solo stando in giro con il cane. L'altro giorno parlavo con una amica e le dico che avrei tanta voglia di fuggire. Lei mi risponde “anch'io”. Lei mi chiede e dove andresti? Non lo so. Sempre l'altro giorno mi viene a salutare una giovane signora milanese. Avevano, lei il marito e i figli, in affitto un appartamento vicino a me. Milanesi , venivano il sabato e la domenica. Tanti motivi e tante scuse, compreso il fatto che non sopportavano i vicini di sopra con tre cani, due gatti e un bambino, ma poi la verità: “E' un lusso che non ci possiamo più permettere”. Mi ha fatto tenerezza. Giovedì sette novembre dovrei iniziare il laboratorio e lo vivo come un periodo di semina e di forte scossa. Mi turba tantissimo leggere ancora sui giornali di donne continuamente ammazzate e di ragazzini che si tolgono la vita perchè gay. Più che turbarmi, mi carico di rabbia e mi fanno arrabbiare i tanti cani che invece di andare in giro ad abbaiare ( e già lo fanno)  pretendono di stare in parlamento a fare politica. Guardo Peter e mi sembra sempre piccolino e magrolino. La gente dice che è grande grosso e fa paura, i medici che è praticamente perfetto. Questioni di punti di vista. Si forse anche la vita, questioni di punti di vista. Dai riprendo a lavorare e dopo faccio anche un salto al supermercato , magari trovo qualche altro sballato come me con cui fare quattro chiacchiere

martedì 22 ottobre 2013

"Importante è non arrivare alla pianura e diventare placido fiume"

Così Andrea mi aveva commentato un discorso sull'erotismo : erotismo non è fiume ma torrente. A volte rivolo in tempi di magra, a volte impetuoso sporco di terra. Importante è non arrivare alla pianura e diventare placido fiume”. In questi giorni sto pensando molto ( oltre al cane così bello, così forte, così fragile e oltre mia madre che se non ci penso , ci pensa lei a farmici pensare) e oltre il lavoro e le non facili prospettive future vicine, al discorso delle passioni, agli azzardi della vita, all'Idiota di Dostoevskij, e alle mie tante amiche, donne ancora in ottima salute e in età fra i 45 e i quasi 60 anni. Mi piacciono molto le storie di donne, mi affascinano di più che non le storie di uomini, c'è la passione nelle storie di donne, qualunque sia la storia. Età strana quella fra i 45 e i quasi 60 anni. Strana per gli uomini che vedono diminuire il proprio potere di acquisto che anno dopo anno e non solo metaforicamente si affloscia. Strana per le donne, magari educate o “tirate su” ad essere brave figlie,comunque seconde rispetto ai fratelli maschi, bravi mogli, brave madri, brave insomma secondo i canoni più deleteri della pubblicità e della chiesa, del popolo della sinistra e del popolo della destra. Che poi si ritrovano magari in queste età, con i figli grandi o grandini, mariti fuggiti o allontanati o comunque assenti e disinteressati a qualsiasi problema oltre che alla carne. E queste donne, ancora in piena salute , intelligenza, sensibilità, grande cuore , improvvisamente abbandonate o comunque sole, riscoprono che hanno bisogno anche di altro e lo vogliono o lo vorrebbero. A Cesena in una delle tante file in ambulatorio per mia madre, una volta ho captato i discorsi di due signore , ormai praticamente badanti dei loro vecchi. Una diceva piangendo :” ho passato la vita a badare dei vecchi e adesso sono vecchia io, mi trovo che non ho vissuto nulla e non posso neanche parlare al marito o ai figli che mi dicono che sono matta”. Poi un giorno al supermercato su da me, che ormai per me sembra diventato l'evento sociale più importante della giornata, un giorno mi saluta una signora. Bella donna , bionda , occhi chiari un pochino folli, bel sorriso, erotismo con voglia di esplodere. Poco più che cinquantenne. E , come se già non sapessi, mi racconta la sua vita. Io appiccicato alla scansia della pasta, lei sempre più addosso. Lasciata dal marito da più di dieci anni, un figlio universitario che quando arriva a casa va a vivere con il padre, una madre con demenza senile. In passato dopo l'abbandono aveva cercato di farla pagare al marito , poi aveva tentato il suicidio e mi diceva “ lo sai da quanti anni non tocco un uomo?” le volevo rispondere, non dirlo a me, ma non mi sembrava il caso. Poi non so come, si va a parare, intanto io ero finito appiccicato alla scansia dei pomodori in scatola, sul fatto che molte donne si fidanzino con uomini molto più giovani di loro. E quando sono finito nel reparto detersivi ha iniziato a gridare “ lo voglio anch'io un uomo molto più giovane” - “cosa te ne fai?” “cosa me ne faccio? Gli faccio fare il recupero dei miei dieci anni di astinenza” . L'episodio è vero e anche se ci scherzo mi ha messo un pochino di tristezza. Ho molti amici bisessuali che dicono “non ho mai tradito mia moglie, non sono mai andato con un'altra donna” per forza vai con gli uomini. E non vai più neanche con tua moglie. La passione, l'erotismo che scoppia nella pelle a volte in maniera prepotente, a volte in maniera distruttiva. Una amica mi dice che lei quando ha il nervoso va al poligono di tiro e inizia a sparare. Meglio che in un film di Almodovar. Ma queste donne non sono sull'orlo di una crisi di nervi,forse la signora bionda del supermercato , ma una solitudine profondissima , quella si. Glielo leggi negli occhi dietro il velo di allegria e di voglia di vivere. Erotismo, passione, L'Idiota. La prima volta l'ho letto giovanissimo e se alcune pagine non sono mai riuscito a leggerle, il resto vola via come alito di vento o di follia. C'è tutto. Ti sembra di vedere i colori ammalati tenui, a volte fatiscenti di S. Pietroburgo. L'acqua, l'umidità, la bellezza allo stadio primitivo. Ti sembra di sentire gli odori aciduli asprigni un po' stantii. Il torrente in piena impetuoso e sporco di non detto, di terra e di sangue. Questa la letteratura, poi nella vita ti capitano due uomini e una donna così, da spararsi. Sono preoccupato per il mio cane che fatica un pochino a riprendersi, ora è dilà che dorme nel letto con mia madre. Ogni tanto nel sonno si lamenta lui , ogni tanto mia madre e allora vado a vedere e cerco di tranquillizzare. Ho due giornate che si presentano pesanti e non vedo l'ora che finiscano e di notte riprendermi la macchina per tornare a casa mia. Passione, razionalità e sensi di colpa. Comunque l'immagine finale dell'idiota è di una grandiosa folgorante e atroce bellezza. Come se i vari contorcimenti del cuore e della mente avessero finalmente trovato pace. Acqua, umidità, odore di calcinacci ammuffiti, di tende chiuse, odori di corpi ammalati non lavati, odori, per camuffare la morte e i propri fallimenti. La passione, la follia. "importante è non arrivarte alla pianura e diventare placido fiume" o no?

venerdì 18 ottobre 2013

il tempo dei melograni, delle castegne, del vino rosso e della semina

Passata l'uva, tempo di mele e tempo di raccolta dell'ultimo granturco, di melograni e castagne, tempo di semina del frumento. Tempo di pensieri che devono iniziare a concretizzarsi. Fra poco inizieranno le stagioni teatrali, anche la nostra sempre con più fatica, ma ormai siamo abituati a fare miracoli e ancora li faremo. Tempo di produzioni di nuovi spettacoli e ripresa dei vecchi. Marco voleva riprendere “Gerundia felix” che anch'io amo molto, ma qua in zona , nelle due diverse versioni, è stato fatto tanto e la distribuzione un pochino latitante, per cui ho preferito non riprenderlo, anche se facevo finta di danzare e mi beccavo il finalone strappacuori strappalacrime. Però , non da fare da noi, ma Gerundia, ormai come il nostro storico “Caravaggio” rimane in repertorio. Anni fa avevo fatto , dato che amo Dostoevskij alla follia, una trilogia dedicata a tre suoi romanzi. Riprendo “il Sosia” io e Marco . Voglio una versione diversissima da quella di anni fa, ma sempre Marco il protagonista e io l'altro. Mi si addice il ruolo dell'altro. Volgarmente detto il rompicoglioni. Poi faremo una cosina che era nata come gioco. Una sorta di racconto di viaggio, mentale e reale, in cui Marco legge alcune pagine di questo blog – le pagine che riguardano le varie camminate in notturna – e io racconto e faccio anche delle azioni rituali e mi metto anche a ballare e vorrei fare ballare anche il pubblico. Una sorta di happening teatrale fine anni 70. L'ho voluto chiamare “ avevi troppo peso da portare per una persona sola” frase che mi aveva scritto una amica e che mi ha preso il cuore. E cosa di meglio che non una danza collettiva e un po' di sciocchezzine raccontate per alleggerire questo fardello troppo pesante?
Ci sto lavorando e magari mi metto a leggere anche le carte. Scherzo, ma non troppo. Poi il laboratorio che parte il 7 novembre. Sotto il segno dello scorpione, sempre apparentemente freddo e così tanto scombussolato. Scorpione pure Dostoevskij che nei labirinti del cuore e della mente vagando fra muffe e colori pastellati, ci va a nozze. L'idiota che ho letto riletto e studiato non so quante volte e in quante traduzioni. Quando vado a terra, ma proprio terra, mi riprendo questo libro e inizio a leggere. Mi acquieta. Comunque per il laboratorio, il programma orari e costi , da domani sul sito Piccolo Parallelo. Da lunedì anche su Fb. Che un pochino di follia non fa mai male. Ero entrato in una piccola crisettina che si manifestava con febbriciattole fastidiose, ma poi non ho avuto il tempo di crogiolarmi nei miei malanni , la vita ha cose più importanti da affrontare e stamattina mi sento di nuovo guerriero e battagliero. Mi piace il colore rosso sangue del melograno, il vino rosso, anche se sono astemio, da accompagnare alle castagne, mi piace il colore e il profumo delle mele rosse piccoline, mi piace il colore del frumento dopo che la semina ha passato l'inverno ed arriva alla primavera. Mi piace la passione che nella vita non riesco ad esprimere completamente, ma in amicizia e nel lavoro la fa da padrona. E come dico spesso : “si dai la vita a volte è proprio una gran bella cosina”

domenica 13 ottobre 2013

l'erotismo nei tempi di magra

non un crollo , ma un piccolo crollettino, o semplicemente in questi giorni ho girato troppo la mattina presto e la sera con il cane. Che lui sta bene e in una settimana ha fatto un grande cambiamento, cresciuto di qualche centimetro e finalmente sta assumendo la forma adulta. Il muso rimane uguale , lungo e magro e occhi sempre inquietanti, forma che lo fa assomigliare più ad un boxer che non al pitbull. E a questo punto è chiaro che è una via di mezzo fra i due. Piccolo crollo dicevo. Arrivo da mia madre e di nuovo caduta negli stati di confusione in cui credevo di averla ormai tolta, in più gelosissima del cane lo vuole sempre con sé , come i nonni con i nipoti alla faccia dei figli. Questi suoi stati di confusione, ora solo a onde, mi spiazzano mica da ridere e in più sono arrivato con nausea , mal di schiena e febbre. In giro con il cane, che febbre o non febbre, i girettini li deve fare, vediamo un dogo argentino, esagerato e da paura che inizia ad abbaiare a a sbraitare furioso. Porca miseria il mio cane boxer-pittbul, rispondigli, mi è saltato in braccio. Faceva così anche da piccolo, quando qualcuno lo sgridava o quando aveva paura , correva e mi saltava in braccio. Solo che allora era piccolo. Sempre da piccolo , quando gli mettevo il guinzaglio iniziava con le sceneggiate. Colpi di tosse, conati di vomito; da qualche mese si butta a terra, prima mi spaventavo , ora aspetto e allora si rialza come se niente fosse. Fortuna sta arrivando notte, fra poco un'altra tachipirina e domani si ricomincia. In questi giorni di crollettino e dopo lo choc per la morte di Luisa e Franca, tornano in mente diversi fantasmi che hanno a che fare con il lavoro e con il teatro italiano. Dagli anni 70 ad oggi , di porcate ne sono state combinate un casino. Io in anni passati ho fatto delle denunce pubbliche, a viso aperto. E il prezzo che ho pagato è stato altissimo. In questi anni molti , troppi amici sono morti, gente anche giovanissima, per incidenti, per overdose, per malattia, per solitudine, per la febbre che avevano nel cuore. E nessuno si ricorda più di loro. E come dicono nel bergamsco: si è... è il tempo di rimboccarsi di nuovo le maniche e ritornare in trincea. Nella trincea della mente, delle idee, del pensiero e delle cose da fare con la consapevolezza che la vita non può essere sprecata. E a proposito di sprecare, io in questi ultimi anni, un po' il tanto lavoro, un po' le questioni con i miei, un po' i continui viaggi senza un attimo di tregua, ultimamente anche il cane che è mia totale scelta, mi sono un pochino perso. E ho dimenticato quella parte di me che si chiama persona, cioè affetto e sesso, quella parte che quando la sera mi metto a letto è strafelice di avere in casa, almeno un cane che russa sul divano. E in questi giorni di crollettino, anche se conosco e voglio bene ad un casino di persone, la solitudine sta diventando lancinante. Non ho più voglia di follie, di grandi amori da lasciare o da essere lasciati dopo pochi mesi, non ho voglia e non mi interessa il sesso a buon mercato. Come dicono i miei amici è una situazione in cui mi ci sono addentrato io e che probabilmente ho voluto io. Un ragazzo che conoscevo una volta aspettava la donna della sua vita. Mi diceva che l'avrebbe riconosciuta quando lei , vedendolo, sarebbe svenuta. Infatti poi si è sposato con una ragazza che non solo non è svenuta quando lo ha visto, ma si è messa a ridere. Io non pretendo che uno mi capiti davanti e mi svenga, ci rimarrei malissimo. So anche che non è che uno viene alla tua porta , bussa e dice “sono io”, so anche che ho diverse persone che mi vogliono un bene dell'anima. Sono io che continuo ad arrabattarmi nella corazza che mi sono costruito e non so come uscirne. Mi piacerebbe incontrare due occhi e avere il coraggio di dire “ facciamo un pezzo di strada assieme?”- “perchè ti sei perso?” - “si”

mercoledì 9 ottobre 2013

il mio saluto a Luisa Pasello e a Franca Graziano

Sapevo chi erano. Le gemelle Pasello. Molto brave molto belle, molto affascinanti. Poi a Modena Thierry Salmon, giovanissimo regista Belga, di genio e talento morto prematuramente in un incidente stradale, aveva organizzato dei provini per gli interpreti maschili di A come Agatha che aveva già come protagoniste le due sorelle Silvia e Luisa Pasello. Thierry voleva due gemelli, in realtà ci siamo presentati in tanti, nessuno che avesse un gemello. Silvia e Luisa erano con Thierry, mi mettevano soggezzione. Due donne e un uomo, giovanissimi, belli, già affermati. Affascinanti. Superato il primo turno si arriva alle improvvisazioni, io avevo la voce bloccata, proprio non usciva, Luisa sorrideva con gentilezza e ironia, sembrava dirmi “ ma di cosa hai paura”. Dopo qualche giorno gli organizzatori di Modena mi chiamano , mi dicono che Thierry e le ragazze avrebbero voluto scegliere me, avevano delle perplessità sulla voce, quindi il lavoro sarebbe stato un pochino più lungo. Sono entrato in crisi, anche perchè si trattava di mesi e per questi mesi avrei dovuto abbandonare Piccolo Parallelo, poi sono entrato in panico , poi tutte le menate in testa e ho detto no. Thierry per qualche periodo , quando mi vedeva, non mi vedeva proprio. Luisa e Silvia mi guardavano sempre con il loro sorriso divertito. Poi ho seguito i loro spettacoli perchè per me quelle due ragazze sono sempre state un mito. Poi vabbè rapporti interrotti con Bacci, con Pontedera, con Modena. Sono bravissimo nelle distruzioni. E Silvia e Luisa non le ho più viste . L'ultimo incontro nel 2006, qua da noi per Odissea il nostro festival. Silvia e Luisa nel cantico dei cantici. Purtroppo in una chiesa, acustica pessima,. Alla fine loro erano un po' scazzate. Anche Bacci che era venuto su per una sorte di riappacificazione. Gente comunque che ho amato tantissimo e che ho continuato ad amare, nonostante i rapporti interrotti. Silvia poi lo stesso anno e sempre per Odissea era venuta con un altro spettacolo al castello di Padernello. Non riuscivo mai a distinguerle, salvo che magari ci si sedeva vicini qualche volta e con Luisa riuscivo a parlare un pochino di più. Franca Graziano invece l'ho conosciuta che eravamo già grandini, e' venuta lei la prima volta a Romanengo. Mi divertiva, un avvocato molto impegnata che però aveva la fissa del teatro. Donna bella solida, lineamenti duri, occhi azzurri di una dolcezza incredibile. Poi abbiamo continuato a vederci e a sentirci per telefono. Ma dietro il suo vocione, le sue sicurezze e il passo da bersagliera, aveva una solitudine e una fragilità che non voleva che gli altri vedessero. Tanto Luisa amava i colori pastellati e le tante sfumatura , lei, Franca, amava i colori forti , senza mezze misure. Chiaramente con Franca ci siamo visti di più e aldilà del lavoro era nata anche amicizia. Siamo stati anche noi, due o tre volte a Pavia. Franca non era donna di mondo, era radicata nel proprio territorio. Infatti con Marco si prendevano di più , dato che questo legame con il territorio lo sentivano tutti e due fortissimo. 56 anni Luisa, 58 anni Franca, due donne così differenti – non credo che Luisa potesse conoscere Franca, senz'altro Franca conosceva Luisa. Due esperienze diverse, ma in comune avevano la passione e quella cosa che amo negli attori; la dedizione competa al proprio lavoro vissuto quasi come una dannazione e una missione. L'altra sera, guardando i post di Paola Manfredi scopro che erano appena morte tutte e due. Per malattia lunga. Nel teatro le amicizie spesso durano il tempo di uno spettacolo, poi si viaggia, si va. Però alcune persone ti rimangono nel cuore. Di Franca, aldilà del lavoro non sapevo nulla. Io non chiedo mai nulla alle persone. Non è per disinteresse, è una sorta di pudore. Franca mi parlava sempre di lavoro, di sé non mi raccontava nulla, mi guardava e aveva paura che le entrassi nel cuore magari a scoprire delle ferite che lei voleva lasciate li. Queste due morti mi hanno colpito notevolmente e non ho  parole. Semplicemente ciao Luisa, ciao Franca e che il vostro viaggio possa essere sereno e un grande abbraccio

domenica 6 ottobre 2013

sfalsamenti della realtà, benzinai e mezze pugnette

Ascolto la radio in macchina e siccome sono tanto in macchina, ascolto tanto la radio. Radio popolare, radio 24, radio informazioni sul traffico, radio capital, radio tre. Principalmente le notizie o gli aggiornamenti di tutti i generi. Mi piacerebbe ascoltare anche musica, ma ad esclusione di qualche volta radio popolare, le altre propongono cose già ascoltate e riascoltate e praticamente per i miei gusti, niente di eccessivamente interessante. Mi piace la mattina la lettura dei giornali e le diverse angolazione da cui queste letture vengono effettuate. A volte mi sembra di essere "nel corso del tempo" di Wenders e mi piacerebbe andare senza problemi di tragitti e di arrivi. Sarebbe il mio sogno, prendere la macchina e andare, non per arrivare da qualche parte, ma appunto andare. Ma un po' di paure, razionalità e senso del dovere mi hanno sempre bloccato. Quando abitavo a Bologna, ormai più di trent'anni fa, il venerdì o il sabato andavo in stazione e il primo treno che mi ispirava, prendevo il biglietto e partivo. Per città che non avevo mai visto. Poi avevo scoperto che amavo Bologna, ma a Firenze mi divertivo di più, così ho smesso di girare e per un po' il sabato me ne andavo solo a Firenze. Poi ho trovato un amore al nord e ogni quindici giorni scappavo a Milano e durante la settimana non potevo più andare a Firenze dato che avevo anche un amore a Bologna. Ho sempre bisogno di stupirmi e diciamo che finchè non ho iniziato a fare teatro mi sono stupito un pochino. volevo stupirmi maggiormente, e infatti ho iniziato a fare teatro. Poi avevo deciso di fare il bravo ometto tutto training e lavoro e viaggi per il lavoro. O quasi. Dopo uno spettacolo in cui me ne rimanevo diverso tempo in mutande, un amore, questa volta ferrarese, mi aveva aggredito con tutti i tipi di insulti possibili e inimmaginabili. Solo perchè ero andato in scena in mutande. Volevo controbattere e magari anche arrivare alle mani, ma il suo affondo era stato terribile “non sei così bello né così bravo come dicono, non sei neanche intelligente e poi sto già con qualcun altro” Io purtroppo quando ho il nervoso mi viene da ridere. I viaggi, ora che giro molto ma per i miei tragitti fissi, i viaggi mi mancano tantissimo e allora tutto quello che vedo o mi passa accanto me lo annoto nella mente dandogli poi una connotazione straordinaria , anche se non c'è nulla di straordinario. In questo mio, da sempre sfalsamento della realtà – fin da piccolo da quando a scuola, ero il quattrocchi, o il giapponese, o il ciccione o durante le furiose litigate di gelosia dei miei genitori, non dico che vivessi dei mondi paralleli, vivevo la realtà, però leggermente modificata – mi succedono degli episodi strani. Dei miei angeli barboni ho già parlato come pure delle mie visioni sul greto di un fiume o come a volte mi sembra di percepire le cose che uno ha dentro. Questa cosa strana , più che episodi, riguarda l'aspetto fisico delle persone che incontro la prima volta. Possano essere un barista un benzinaio, una parrucchiera o qualsiasi cosa. Spesso non riesco a vederli così come sono. A volte incontro persone che mi stupiscono per la loro bellezza, più che stupito rimango frastornato. Poi rivedendole scopro non dico persone normali, anche peggio. E mi succede anche il contrario. Una volta a fare dei provini, vedo un ragazzetto piccolino, mi sembrava foruncoloso e non proprio bellino. Dopo settimane mi sono accorto che era tutto il contrario, cioè come diceva una mia amica : un figo della madonna e anche alto. Ma la cosa strana non è questa e riguarda in questo periodo i benzinai. Se per i miei angeli barboni mi ritrovo stereotipi simili, suppergiù stessa età e fisico, qua mi ritrovo persone assolutamente uguali. Molto gentili , sorridenti, hanno voglia di parlare e mi trattano come mi conoscessero da una vita. Poi ritorno, magari settimane o mesi dopo e mi ritrovo persone diverse , come improvvisamente invecchiate o imbruttite e ognuno non confondibile con altri. Poi un pomeriggio un mese fa, da me c'era un matrimonio. Io non lo sapevo e giravo con il cane nel parco, e lui ha iniziato ad abbaiare come un ossesso, fortuna l'avevo al guinzaglio. Corre verso di me un giovanotto vestito elegante, appunto da matrimonio, inizia a ridere e dice che ha un cane uguale al mio. Mi fa vedere le foto sul cellulare, sembra il mio cane. E inizia a darmi consigli su come mi dovevo comportare con un cane del genere. Quando se n'è andato si è voltato per salutarmi, era lo stesso giovanotto, lo stesso no , ma uguale uguale, che spesso incontro quando mi fermo a fare benzina. Il cane ha poi ripreso ad abbaiare affascinato dalla sposa che lontana agitava il velo ad uso del fotografo. E poi mi lamento che mia madre ha le visioni. E ritorno sull'aspetto fisico di una persona cui mi sembra si dia troppa importanza. Alla fin fine non è importante come è una persona, ma come la percepiamo noi. Mi da molto fastidio quando si attacca un avversario o un politico giocando sul suo aspetto fisico. O ancora peggio per il colore della sua pelle. O addirittura quando da bravi machi, che destra o sinistra sempre macho rimane, quando non solo si gioca sull'aspetto fisico di una donna, ma la si ingiuria tacciandola di chissà quali prodezze erotiche. In questo ultimo anno troppe cose mi hanno fatto tenere un pochino in stallo e ora sto scalciando. Si , di cose in questi ultimi anni ne ho fatte tante , ma non sono completamente soddisfatto. Marco è meno ciacolone di me e va più al sodo, ma un po' di stanchezza, probabilmente a mio traino, la sto sentendo anche in lui. Vorrei riprendere a lavorare per uno spettacolo, e ne ho troppi in testa , devo fare delle scelte, scardinandogli tutte le regole in cui ultimamente mi sembra si sia adagiato. Sono le sue sicurezze, sono le nostre paure. Voglio che ritorniamo ad essere guerrieri non a riposo, ma combattenti. Abbiamo qualcosa da perdere? Quando ho ripreso dopo anni il mio blog, avevo dei tentennamenti e Marco mi dice: “fai quello che ti senti di fare, tanto lo sai fare e non hai nulla da perdere”. Già. Ho voglia di stupirmi e di stupire ancora tanto. La doppia vita di Veronica e i film sui tre colori di  Kieslowsky, bisogna che me li vada a rivedere.Comunque contrario agli attacchi ad una persona per il suo aspetto fisico, oggi leggendo il fb di un amico cesenate mi sono messo a ridere perchè Brunetta veniva definito , in dialetto romagnolo, " quella mezza pugnetta" e poi altre parole anche peggio. A mia discolpa, non ho riso per l'ingiuria a Brunetta, ma per la frase che da troppo tempo non sentivo

giovedì 3 ottobre 2013

Avevi troppo peso da portare per una persona sola

Due giorni fa a proposiito di una sciocchezzina su fb, Fausta mi risponde:“...avevi solo troppo peso da portare per una persona sola ...meglio dividere..:” Oggi dopo “il respiro del fiume di sabato, Lella mi scrive :“...Sono riuscita a chiedere aiuto per superare quei piccoli ostacoli che mi facevano paura. Io che voglio sempre fare tutto da sola... Le paure, di cadere, di non farcela di sabato durante la camminata sono anche le paure della mia vita, uguali. Basta ancora un po' di follia - quella non mi manca - ho capito che da sola non ce la faccio. A scavalcare un muro, reale quello - o a camminare qualche metro in acqua... ma anche a superare le paure della vita....” In questi giorni sto riflettendo molto sul farcela non farcela da soli e mi fanno tenerezza amici , amiche , più donne in realtà, che dovendosi accollare tutto loro, compresi genitori anziani da accudire ormai come badanti, o figli con problemini da seguire passo per passo, sono allo stremo, ma continuano imperterriti imperterrite ad andare avanti. Non c'è neanche il tempo di chiedere un aiuto o di avere la possibilità di dividere qualcosa. Il mio episodio sciocchezzina era che andato a fare spesa per mia madre, ero così carico che un ragazzo si è fermato per chiedermi se avevo bisogno di una mano. E mi sono sentito vecchio. Poi le paure , fobie, ansie, panico. Il panico ormai riesco a gestirmelo, sento quando sta per arrivare e non gli lascio tregua. Perchè quando diventa pesante non ce la fai proprio e devi andare in pronto soccorso. Dall'ultima volta qualche anno fa, una cosa violentissima da farmi svenire e cadere a terra e la gente si allontanava quasi fossi un appestato. Si è vero c'è bisogno di dividere e di chiedere aiuto, ma cause della vita e di carattere sono sempre stato abituato ad arrangiarmi da solo. In questi giorni poi , causa  cane, vado a sbattere con persone con fobie e intolleranze che neanche immaginavo. La fobia è irrazionale e irrazionali le reazioni . Io ho rispetto per le paure e quando sono in giro con il cane cerco di stare lontano dalle persone. Ma mi succede che gente distante cento duecento metri inizi a gridare “tienilo legato”. Ma è già a guinzaglio cretino. L'altro giorno a Cesena il cane ha fatto uno scatto, non era per aggredire, ma per giocare, comunque ce l'avevo al guinzaglio e comunque ero lontano. Due donne un uomo. Tre rincoglioniti di quelli che alla mattina camminano in circolo immaginando di fare joggin. Hanno iniziato ad insultarmi e una delle donne ha iniziato ad urlare che il cane l'aveva aggredita. Fortuna avevo i testimoni. E mi sono detto, fanculo Enzo te e la tua educazione e ho risposto a dovere. Poi mi sono vergognato. Di essere stato comunque sempre troppo educato. Aldilà dell'episodio, non immaginavo tante fragilità. Anche perchè il problema non è il cane. Anche perchè il problema può essere una solitudine mostruosa che a volte si ricopre di rancori nei confronti della vita. Comunque adesso dico che il cane è una mescolanza fra un boxer e un labrador. Io adilà del lavoro è una vita che vivo totalmente isolato, ma non perchè sono depresso, la depressione non mi appartiene. Si, sarebbe bello potere condividere, ma troppi scontri del cuore non mi sembra vero potermene stare da solo. Poi persone anziane ammalate ti risucchiano l'anima e allora dici ho bisogno di respirare. Ammetto che il mio lavoro mi aiuta molto. Do corpo ai miei fantasmi e alle mie follie. Continuo a pensare che la grande colpa della politica è di non avere dei progetti, ma solo tamponi momentanei. La crisi , le insicurezze, la voglia di trovare sempre dei capri espiatori stanno infradicendo questa società dalle fondamenta. Bisognerebbe ritrovare il coraggio di parlare e di avere fiducia di nuovo negli altri, bisognerebbe tante cose, sto dicendo solo sciocchezze. Dicevo nel precedente post che mi sento deprivato di me, del mio essere sociale, politico, persona. E purtroppo mi sento ancora così. Mi dicono che se guardo negli occhi una persona so capire il suo cuore. Si forse è vero e ultimamente mi ritrovo a girare sempre con la testa bassa, ho paura a guardare il cuore delle persone. "avevi troppo peso d aportare per una persona sola". finita la camminata in notturna regalo alle persone una bilia di vetro. Anni fa una signora che aveva sconfiotto il cancro, aveva detto " mi sembrava che tutti i pianti della mia vita si cristallizzassero e si deponessero nella pancia come piccole gocce di vetro"

domenica 29 settembre 2013

sarò mica un patacca ?

Una volta la si chiamava razza padrona, poi con il tempo i figli e i figli dei figli si sono ingentiliti. Mandati all'estero per studiare, tanto sport, facce mediatiche e improvvisamente si scopre che razza padrona rimangono. Con tutta l'arroganza di sempre. Possano essere i Barilla di turno o i vari amministratori delegati ormai superiori anche a chi li paga. Soldi, contano solo quelli. E a proposito di razza padrona, dato che contano i soldi ed essere razza padrona, c'è chi continua a mantenere in ostaggio una intera nazione con la complicità di tanti e non solo del suo partito.

 Una volta , dietro l'angolo a sinistra, c'era un partito grandioso per intenzioni e per classi dirigenti. Poi sono arrivati i figli e i figli dei figli, con i baffetti o senza e non glienè fregato più delle classi che dovevano difendere, ma solo del loro narcisismo so tutto io pezzi di merda voialtri. Poi hanno inventato le primarie perchè da noi c'è democrazia. Forse sarà l'invidia della razza padrona ma gliene frega a qualcuno che alle ultime primarie abbia vinto una persona più che un'altra? E via gli eterni secondi, e via i giovani rampantini e via i conti da regolare come se il partito fosse loro. Così è nato il governicchio peggio della vecchia democrazia cristiana, ma tanto governa quel tipo che senza una idea e a colpi di slogan fa e disfa a proprio piacimento. 

Ora ho amici che all'interno di quello che era il mio partito tifano per uno o per l'altro. Non riesco più a seguire nulla, non riesco più a capire nulla e anche se voi cari politici continuate a tenere la testa sotto la sabbia, gente come me profondamente disillusa, non ci sono solo io. Perchè avrei bisogno non di assestamenti, ma di idee reali. Perchè avrei bisogno di qualcuno che non insegua il narcisismo del proprio bel faccino , o della propria presunta intelligenza superiore, ma sappia compattare anche con calci nel culo un partito che si sta sfaldando nella maniera più becera. Avrei bisogno di idee chiare da portare fino in fondo, costi quel che costi e senza le troppe continue mediazioni che stanno facendo affondare tutto. Ne avrebbe bisogno una nazione che sta crollando su tutti i fronti, con individui sempre più individui, fragili e apatici. Sta crollando una società non solo economicamente. La donna ormai sembra di essere tornati ai primi del 900, molti uomini sembra siano colpiti da un virus che gli azzera il cervello inondandoli di violenza o di impotenze. I diritti civili ci voleva un papa a dire “chi sono io per giudicare”. 

 Sull'onda della disperazione e della nausea sono nati partiti su ideali dettati dal razzismo o dal fanculismo. E incapaci di capire o di trattare non vi siete mai sforzati di andare oltre le piccole mediazioni o i giochini piccolini piccolini. Ma non era di politica che volevo parlare, sono un cosino piccolino, cosa posso sapere io, cosa posso decidere io? E a livello culturale, la tanto sbandierata cultura anche qua stiamo scendendo talmente tanto che non si riesce a vedere il fondo. E purtroppo, di fronte a tanti amici o gente che conosco, capaci di una posizione o di un proprio pensiero coerente, ce n'è altrettanti pronti sul trespolo a cercare di saltare sulla zattera di comodo. 

Porca miseria ho avuto una settimana piena e bella. Volevo parlare del nostro incontro quattro chiacchiere che abbiamo fatto volentieri per un festival del bresciano. Volevo parlare della camminata in notturna sull'Oglio, non ho dato il massimo, ma è stata bella. Volevo parlare della tante belle persone che ho incontrato e reincontrato. Poi Marco sempre aggiornato su tutto mi telefona “ hai sentito, il tipo ha tolto tutti i suoi ministri” - “e loro si sono fatti togliere?”, poi alcune mail di amici, poi il viaggio in autostrada, poi le mie solite vicende uguali a quelle di tanti altri e mi sono sentito come deprivato. Di me, del mio essere persona, della mia identità sociale politica ed umana. 

Oggi mi mancano tante persone, avrei bisogno di un loro abbraccio un sorriso una pacca sulle spalle, una stretta di mano. Ieri sabato , ultimo sopralluogo per la camminata e ho cambiato il percorso mandando in tilt totale Marco, mi ha chiamato una amica da Bologna, ormai saranno trent'anni che non ci vediamo, ma ci vogliamo bene. La vita va avanti ed è giusto seguire le proprie strade. Il sentirla ancora con la sua voce da ragazza e le esse stropicciate mi ha commosso tantissimo. Sempre ieri prima della partenza vedo un bel giovanotto alto sorridente, gli dico “io e te ci conosciano”. Lui sorride e dice “ credo proprio di si”. Da poco mi ero trasferito da Bologna in questi paesi della bassa , lui aveva otto anni ed era figlio della fiorista di fronte a casa mia. Mi dice “ però allora avevi i capelli neri, ma balli ancora?” nella sua testa di bambino io ero e rimango un ballerino acrobata pagliaccio. Troppo il mangiare dopo la camminata e troppo ho mangiato per cui tutta notte incubi e risvegli. L'incazzatura mi è passata e con , come si dice in romagna, “sono un gran patacca” vorrei mandare un abbraccio a tutte e per fortuna tante, belle e speciali persone che conosco e che ho conosciuto. E dire grazie che per fortuna oltre la politica, ci sono anche le persone reali.

domenica 22 settembre 2013

fra Seveso e Oglio: gozarme la vida

Gozarme la vida. Gli interessi dichiarati di un giovanotto spagnolo, o presunto tale, che non conosco e mi ha chiesto l'amicizia fb. Questo gozarme la vida mi è piaciuto. Molto più intenso ed espressivo del nostro asettico godermi la vita. Gozarme la vida. Questa frase è stata il leit motiv degli ultimi sopralluoghi al parco nord e al fiume Seveso di Milano. La natura, una natura curata, appunto da parco di città e un un fiume che nonostante i continui ultimi lavori, rimane ammalato. Quelle volte che andavo solo, avevo paura. Paura non giustificata e non reale. Il cantiere di un mega centro commerciale, una superstrada da costeggiare diversi metri e tanti boschetti frequentati da diverse umanità. Poi i tanti cani meticolosamente di razza e curatissimi. Noi della provincia che provincia non è, siamo proprio paese, ci si trova sempre un pochino a disagio tutte le volte che si va a Milano. A me mette agitazione e non ho mai capito il motivo. Non riesco mai a pensarla nella sua globalità, ma solo , di volta in volta, pezzetti. 

La parte di parco che abbiamo toccato, si snoda fra il quartierone di Niguarda. E fa una certa impressione sentire i suoi abitanti dichiararsi “noi niguardesi”. Dicevo fra Niguarda, Bresso e Cormano. Zona tranquilla, piacevole, non caotica. Eppure questa agitazione mi colpiva sempre. Quando venivo solo, arrivavo in treno. Stazione centrale con supermodelle che scendevano da treni veloci e inseguite da masse di persone che volevano una foto. Io ci sono andato a sbattere con una, talmente tanta ed esagerata che pensavo fosse un trans. Poi la metropolitana fermata tal dei tali e poi linea quattro capolinea Niguarda- parco nord. Veramente questa agitazione continuava anche se andavo con Marco, poi con Marco Emi e Paolo. Ritorno al parco, abbiamo visto un airone cenerino, uno , un po' di anatre e qualche topo nuotatore. In agosto il Seveso era sempre lui, ma l'acqua a volte sembrava pulita. In questi giorni nessun dubbio, proprio sporca. E mi faceva tenerezza. Così dilaniato e strapazzato dagli uomini. Ma l'acqua porca miseria è la nostra vita, la vai ad avvelenare? Mi faceva tenerezza perchè ad un certo punto , che era il nostro punto di partenza, viene incuneato quasi fosse una fogna. Infatti quando ci sono le piene brutte, la parte adiacente di Niguarda, che è in discesa, diventa un lago con l'acqua che ti arriva alla cintura. Vista l'altezza dei milanesi, a me arriverebbe al petto. E ho amato questo fiume trattato male perchè se puzza , se fa i capricci non è colpa sua. 

Per tanti metri a costeggiare il fiume, i muri di un grande cimitero, muri ricoperti e nascosti da diversa boscaglia da cui emergeva un costruzione alta con tanto di camino che io chiamavo l'inceneritore. A livello allegorico qualcosa di fortissimo. Da una parte , il fiume, la vita, pur ammalato, pur difficoltoso pur annaspante, sempre vita. esattamente così come la vita di molti di noi. Difficoltosa ma ancora vita. Dall'altra i muri di un cimitero dove la vita ha cambiato rotta e ha deciso altri percorsi. In agosto c'erano anche due fossi con acqua corrente e pulita. In questi giorni erano asciutti , acqua marcia e sterpaglie cresciute a dismisura. Anche il laghettino in cui immaginavo di fare immergere le persone, deprivato dell'acqua dei fossi era li, un pochino putrido e stagnante. Poi un campo sportivo con giù in fondo due prostitute barbone forse casalinghe disperate, ma del genere , immagino, cinque euro la botta e se vuoi ti do anche il resto. Vicino ai curatissimi orti dei pensionati, alcuni tavoli diversi giovanotti, sempre li, con evidenti segni di droghe presenti o passate. Poi diversi vecchietti con in mezzo ai pantaloni gli avanzi di una virilità dura a scomparire, come idea immagino. Poi i giovanotti e le giovanotte di corsa o in bicicletta e i tanti tantissimi cani, tutti da sfilata. Questa era la zona del mio respiro del fiume. 

Ogni luogo ha una propria fauna che cresce negli anni e cerco sempre di camminare a passo leggero perchè ho sempre paura di disturbare qualcuno o qualcosa. Anche qua, entravo in un territorio non mio e mi dispiaceva dovere disturbare qualcuno. E anche qua percorso dopo percorso, sempre in punta di piedi e sempre con rispetto. Non ragiono mai per un luogo perchè ogni luogo è anche ciò che ci è attorno. Un luogo è il suo passato e il suo presente. Le mie camminate, pur dati dei punti fissi, devono essere imbevute di tutto questo che sta attorno e non solo dentro. Poi l'altro elemento importante e fondamentale diventa il pubblico. Ho bisogno di avere i loro occhi il loro sorriso, sentire le loro mani. Non devo avere pubblico, ma persone. Non posso conquistare chi viene per copiarmi, o per studiare cosa faccio o semplicemente chi ha deciso di mantenere il proprio muro. Ultimi sopralluoghi e ansia che cresceva. Ci cambiamo, saluto Marco, Emi e Paolo che andavano alle loro postazioni e mi metto in attesa. E questo pubblico , un po' alla volta ha iniziato ad arrivare. Non pubblico, ma persone con degli occhi, una faccia, un vissuto che traspariva da ogni poro. Con la disponibilità del cuore. E mi sono piaciuti tutti subito e quando ho fatto la presentazione di rito, anche il mio cuore ha iniziato a sorridere e siamo partiti. 

Con calma come volevo, tutto così come volevo. Disponibilità come desideravo. Avevo chiesto che ci seguissero almeno due guardie del parco che poi cambiavano ad ogni ora e mi ha fatto tenerezza che ad un certo punto hanno smesso di fare le guardie e hanno iniziato a partecipare ai riti, al gioco dei riti cui sottopongo le persone. Tre ore esatte come da previsoni, sono un mago, chiedo alla gente di scrivere su di un foglietto un proprio desiderio. Non sempre li faccio leggere. Ma qua si. Desideravo ascoltare i loro desideri con la speranza che poi si possano avverare. L'intensità delle parole da pelle d'oca, alcune volte anche da magone. E ho amato questa Milano da periferia e ho amato queste persone. Gozarme la vita, attimo per attimo. E persone che per un attimo appoggiano il proprio cuore nelle tue mani. Ti viene da gridare grazie. La conclusione poi strepitosa. Ognuno di noi aveva portato qualcosa da mangiare. Tutto appoggiato su di un tavolino e per terra ai bordi della strada e del parcheggio termine corsa Niguarda-Parco nord. Poteva sembrare squallido e sono passati anche i vigili a chiederci cosa facevamo, stiamo mangiando e anche bevendo, invece era tutto di una allegria assoluta perchè qualunque sia il posto, le persone fanno la differenza. Ad un certo punto ero stanchissimo e dico a Marco : “ non mi reggo più in piedi forse è il caso di andare”. Ma le persone continuavano a parlare e a mangiare e a sorridersi. Noi siamo partiti e loro sono rimasti salutandoci in maniera fragorosa quasi fossimo vecchissimi amici. Gozarmi la vita, si grazie. Ieri Milano, ora Romgana, domani ancora casa mia. Il percorso sull'Oglio, l'ultimo sopralluogo una settimana fa prima di partire per la maremma, è di una bellezza assoluta. Questa sarà la mia ultima camminata in notturna per questa stagione, ne ho già poi due in primavera. Ogni due anni cambio formula però sempre il mio io assetato di vita ha bisogno di persone che per un attimo aprano il cuore. Così come cerco di fare io non sempre riuscendoci. Io non so definire cosa sia il respiro del fiume, lo chiamo un viaggio e quando il viaggio è strepitoso, si , anche la mente e il cuore riprendono a respirare. Grazie