martedì 29 ottobre 2013

cani viziati , cani che vogliono essere adottati e cani che fanno politica

Fra poco la bufera del nord dovrebbe trasferirsi da noi, celo grigio , tuoni fulmini e saette e dicono acqua. Il cane, sarà la cura di cortisone, sarà non so cosa ,non è più delicato con il mangiare e da una settimana è diventato una fogna e divorerebbe tutto. Sempre da una settimana ha regressioni incredibili e tutte le notti me lo ritrovo nel letto. Mi sveglio all'una ed è sdraiato in fondo. Alle due di notte sento un peso sulle gambe e cerco di spostarlo. Alle tre si agita si alza in piedi e si butta a peso morto addosso a me. Alle quattro mi arrabbio, ma lui è appiccicato e non riesco a tirarlo su. Alle sei mi alzo e alle sette gli grido “Peter alza il culo, usciamo”. Fuori dalla porta c'è sdraiato un altro cane, una femmina border collie che mi sta facendo avere grossi problemi con il suo proprietario. Si è innamorata di Peter e di me e non ne vuole più sapere di andare a casa, quando la vengono a prendere lei fugge e si nasconde. E io di avere un altro cane, proprio non ci penso, ma sta di fatto che qualunque posto io vada con il cane, lei ci segue. A giocare sono pesanti, lei , quando Peter non la considera cerca di morderlo, e lo morde, lui le va addosso come un giocatore di rugby. L'altro giorno una scena strana, ero in casa , sentivo il mio cane abbaiare cattivissimo e lei lamentarsi come se lui la sbranasse. Sono corso, Peter era piazzato davanti a lei e le abbaiava, lei sdraiata davanti urlava come una ossessa. Neanche si sono toccati. Alcuni amici sono stati a Firenze a seguire i lavori alla Leopolda. Non che siano affascinati dalle idee di Renzi, ma da come riesce a giostrarsi sul palco. Un mattatore, un po' presentatore, un po' giocoliere, un po' di tutto, carisma indubbiamente, però non riesce a piacermi. Neanche mi convincono mister Civati che mi sembra tante belle parole e nemmeno Cuperlo che sa un pochino di stantio. E chiedo scusa ai miei amici schierati per uno o per l'altro. Cosa farò ancora non lo so. Ieri ho telefonato ad un amico trentino che gli è morto il babbo. Gente cattolicissima, lui era sereno. Invidio questa serenità nei confronti della malattia e della morte. Da domani dovrei tornare a Cesena e fra visite mediche, giri per cimiteri, vecchie zie che mi chiamano per essere caricate nel giro per cimiteri, cane che mi voglio portare dietro, non so come fare. Ansia, poi penso fanculo farò quello che posso fare. Poi quando ritorno sono sempre talmente svuotato che i quattro giorni che rimango su non sono sufficienti a rimettere a posto la testa. Riesco a rilassarmi solo stando in giro con il cane. L'altro giorno parlavo con una amica e le dico che avrei tanta voglia di fuggire. Lei mi risponde “anch'io”. Lei mi chiede e dove andresti? Non lo so. Sempre l'altro giorno mi viene a salutare una giovane signora milanese. Avevano, lei il marito e i figli, in affitto un appartamento vicino a me. Milanesi , venivano il sabato e la domenica. Tanti motivi e tante scuse, compreso il fatto che non sopportavano i vicini di sopra con tre cani, due gatti e un bambino, ma poi la verità: “E' un lusso che non ci possiamo più permettere”. Mi ha fatto tenerezza. Giovedì sette novembre dovrei iniziare il laboratorio e lo vivo come un periodo di semina e di forte scossa. Mi turba tantissimo leggere ancora sui giornali di donne continuamente ammazzate e di ragazzini che si tolgono la vita perchè gay. Più che turbarmi, mi carico di rabbia e mi fanno arrabbiare i tanti cani che invece di andare in giro ad abbaiare ( e già lo fanno)  pretendono di stare in parlamento a fare politica. Guardo Peter e mi sembra sempre piccolino e magrolino. La gente dice che è grande grosso e fa paura, i medici che è praticamente perfetto. Questioni di punti di vista. Si forse anche la vita, questioni di punti di vista. Dai riprendo a lavorare e dopo faccio anche un salto al supermercato , magari trovo qualche altro sballato come me con cui fare quattro chiacchiere

martedì 22 ottobre 2013

"Importante è non arrivare alla pianura e diventare placido fiume"

Così Andrea mi aveva commentato un discorso sull'erotismo : erotismo non è fiume ma torrente. A volte rivolo in tempi di magra, a volte impetuoso sporco di terra. Importante è non arrivare alla pianura e diventare placido fiume”. In questi giorni sto pensando molto ( oltre al cane così bello, così forte, così fragile e oltre mia madre che se non ci penso , ci pensa lei a farmici pensare) e oltre il lavoro e le non facili prospettive future vicine, al discorso delle passioni, agli azzardi della vita, all'Idiota di Dostoevskij, e alle mie tante amiche, donne ancora in ottima salute e in età fra i 45 e i quasi 60 anni. Mi piacciono molto le storie di donne, mi affascinano di più che non le storie di uomini, c'è la passione nelle storie di donne, qualunque sia la storia. Età strana quella fra i 45 e i quasi 60 anni. Strana per gli uomini che vedono diminuire il proprio potere di acquisto che anno dopo anno e non solo metaforicamente si affloscia. Strana per le donne, magari educate o “tirate su” ad essere brave figlie,comunque seconde rispetto ai fratelli maschi, bravi mogli, brave madri, brave insomma secondo i canoni più deleteri della pubblicità e della chiesa, del popolo della sinistra e del popolo della destra. Che poi si ritrovano magari in queste età, con i figli grandi o grandini, mariti fuggiti o allontanati o comunque assenti e disinteressati a qualsiasi problema oltre che alla carne. E queste donne, ancora in piena salute , intelligenza, sensibilità, grande cuore , improvvisamente abbandonate o comunque sole, riscoprono che hanno bisogno anche di altro e lo vogliono o lo vorrebbero. A Cesena in una delle tante file in ambulatorio per mia madre, una volta ho captato i discorsi di due signore , ormai praticamente badanti dei loro vecchi. Una diceva piangendo :” ho passato la vita a badare dei vecchi e adesso sono vecchia io, mi trovo che non ho vissuto nulla e non posso neanche parlare al marito o ai figli che mi dicono che sono matta”. Poi un giorno al supermercato su da me, che ormai per me sembra diventato l'evento sociale più importante della giornata, un giorno mi saluta una signora. Bella donna , bionda , occhi chiari un pochino folli, bel sorriso, erotismo con voglia di esplodere. Poco più che cinquantenne. E , come se già non sapessi, mi racconta la sua vita. Io appiccicato alla scansia della pasta, lei sempre più addosso. Lasciata dal marito da più di dieci anni, un figlio universitario che quando arriva a casa va a vivere con il padre, una madre con demenza senile. In passato dopo l'abbandono aveva cercato di farla pagare al marito , poi aveva tentato il suicidio e mi diceva “ lo sai da quanti anni non tocco un uomo?” le volevo rispondere, non dirlo a me, ma non mi sembrava il caso. Poi non so come, si va a parare, intanto io ero finito appiccicato alla scansia dei pomodori in scatola, sul fatto che molte donne si fidanzino con uomini molto più giovani di loro. E quando sono finito nel reparto detersivi ha iniziato a gridare “ lo voglio anch'io un uomo molto più giovane” - “cosa te ne fai?” “cosa me ne faccio? Gli faccio fare il recupero dei miei dieci anni di astinenza” . L'episodio è vero e anche se ci scherzo mi ha messo un pochino di tristezza. Ho molti amici bisessuali che dicono “non ho mai tradito mia moglie, non sono mai andato con un'altra donna” per forza vai con gli uomini. E non vai più neanche con tua moglie. La passione, l'erotismo che scoppia nella pelle a volte in maniera prepotente, a volte in maniera distruttiva. Una amica mi dice che lei quando ha il nervoso va al poligono di tiro e inizia a sparare. Meglio che in un film di Almodovar. Ma queste donne non sono sull'orlo di una crisi di nervi,forse la signora bionda del supermercato , ma una solitudine profondissima , quella si. Glielo leggi negli occhi dietro il velo di allegria e di voglia di vivere. Erotismo, passione, L'Idiota. La prima volta l'ho letto giovanissimo e se alcune pagine non sono mai riuscito a leggerle, il resto vola via come alito di vento o di follia. C'è tutto. Ti sembra di vedere i colori ammalati tenui, a volte fatiscenti di S. Pietroburgo. L'acqua, l'umidità, la bellezza allo stadio primitivo. Ti sembra di sentire gli odori aciduli asprigni un po' stantii. Il torrente in piena impetuoso e sporco di non detto, di terra e di sangue. Questa la letteratura, poi nella vita ti capitano due uomini e una donna così, da spararsi. Sono preoccupato per il mio cane che fatica un pochino a riprendersi, ora è dilà che dorme nel letto con mia madre. Ogni tanto nel sonno si lamenta lui , ogni tanto mia madre e allora vado a vedere e cerco di tranquillizzare. Ho due giornate che si presentano pesanti e non vedo l'ora che finiscano e di notte riprendermi la macchina per tornare a casa mia. Passione, razionalità e sensi di colpa. Comunque l'immagine finale dell'idiota è di una grandiosa folgorante e atroce bellezza. Come se i vari contorcimenti del cuore e della mente avessero finalmente trovato pace. Acqua, umidità, odore di calcinacci ammuffiti, di tende chiuse, odori di corpi ammalati non lavati, odori, per camuffare la morte e i propri fallimenti. La passione, la follia. "importante è non arrivarte alla pianura e diventare placido fiume" o no?

venerdì 18 ottobre 2013

il tempo dei melograni, delle castegne, del vino rosso e della semina

Passata l'uva, tempo di mele e tempo di raccolta dell'ultimo granturco, di melograni e castagne, tempo di semina del frumento. Tempo di pensieri che devono iniziare a concretizzarsi. Fra poco inizieranno le stagioni teatrali, anche la nostra sempre con più fatica, ma ormai siamo abituati a fare miracoli e ancora li faremo. Tempo di produzioni di nuovi spettacoli e ripresa dei vecchi. Marco voleva riprendere “Gerundia felix” che anch'io amo molto, ma qua in zona , nelle due diverse versioni, è stato fatto tanto e la distribuzione un pochino latitante, per cui ho preferito non riprenderlo, anche se facevo finta di danzare e mi beccavo il finalone strappacuori strappalacrime. Però , non da fare da noi, ma Gerundia, ormai come il nostro storico “Caravaggio” rimane in repertorio. Anni fa avevo fatto , dato che amo Dostoevskij alla follia, una trilogia dedicata a tre suoi romanzi. Riprendo “il Sosia” io e Marco . Voglio una versione diversissima da quella di anni fa, ma sempre Marco il protagonista e io l'altro. Mi si addice il ruolo dell'altro. Volgarmente detto il rompicoglioni. Poi faremo una cosina che era nata come gioco. Una sorta di racconto di viaggio, mentale e reale, in cui Marco legge alcune pagine di questo blog – le pagine che riguardano le varie camminate in notturna – e io racconto e faccio anche delle azioni rituali e mi metto anche a ballare e vorrei fare ballare anche il pubblico. Una sorta di happening teatrale fine anni 70. L'ho voluto chiamare “ avevi troppo peso da portare per una persona sola” frase che mi aveva scritto una amica e che mi ha preso il cuore. E cosa di meglio che non una danza collettiva e un po' di sciocchezzine raccontate per alleggerire questo fardello troppo pesante?
Ci sto lavorando e magari mi metto a leggere anche le carte. Scherzo, ma non troppo. Poi il laboratorio che parte il 7 novembre. Sotto il segno dello scorpione, sempre apparentemente freddo e così tanto scombussolato. Scorpione pure Dostoevskij che nei labirinti del cuore e della mente vagando fra muffe e colori pastellati, ci va a nozze. L'idiota che ho letto riletto e studiato non so quante volte e in quante traduzioni. Quando vado a terra, ma proprio terra, mi riprendo questo libro e inizio a leggere. Mi acquieta. Comunque per il laboratorio, il programma orari e costi , da domani sul sito Piccolo Parallelo. Da lunedì anche su Fb. Che un pochino di follia non fa mai male. Ero entrato in una piccola crisettina che si manifestava con febbriciattole fastidiose, ma poi non ho avuto il tempo di crogiolarmi nei miei malanni , la vita ha cose più importanti da affrontare e stamattina mi sento di nuovo guerriero e battagliero. Mi piace il colore rosso sangue del melograno, il vino rosso, anche se sono astemio, da accompagnare alle castagne, mi piace il colore e il profumo delle mele rosse piccoline, mi piace il colore del frumento dopo che la semina ha passato l'inverno ed arriva alla primavera. Mi piace la passione che nella vita non riesco ad esprimere completamente, ma in amicizia e nel lavoro la fa da padrona. E come dico spesso : “si dai la vita a volte è proprio una gran bella cosina”

domenica 13 ottobre 2013

l'erotismo nei tempi di magra

non un crollo , ma un piccolo crollettino, o semplicemente in questi giorni ho girato troppo la mattina presto e la sera con il cane. Che lui sta bene e in una settimana ha fatto un grande cambiamento, cresciuto di qualche centimetro e finalmente sta assumendo la forma adulta. Il muso rimane uguale , lungo e magro e occhi sempre inquietanti, forma che lo fa assomigliare più ad un boxer che non al pitbull. E a questo punto è chiaro che è una via di mezzo fra i due. Piccolo crollo dicevo. Arrivo da mia madre e di nuovo caduta negli stati di confusione in cui credevo di averla ormai tolta, in più gelosissima del cane lo vuole sempre con sé , come i nonni con i nipoti alla faccia dei figli. Questi suoi stati di confusione, ora solo a onde, mi spiazzano mica da ridere e in più sono arrivato con nausea , mal di schiena e febbre. In giro con il cane, che febbre o non febbre, i girettini li deve fare, vediamo un dogo argentino, esagerato e da paura che inizia ad abbaiare a a sbraitare furioso. Porca miseria il mio cane boxer-pittbul, rispondigli, mi è saltato in braccio. Faceva così anche da piccolo, quando qualcuno lo sgridava o quando aveva paura , correva e mi saltava in braccio. Solo che allora era piccolo. Sempre da piccolo , quando gli mettevo il guinzaglio iniziava con le sceneggiate. Colpi di tosse, conati di vomito; da qualche mese si butta a terra, prima mi spaventavo , ora aspetto e allora si rialza come se niente fosse. Fortuna sta arrivando notte, fra poco un'altra tachipirina e domani si ricomincia. In questi giorni di crollettino e dopo lo choc per la morte di Luisa e Franca, tornano in mente diversi fantasmi che hanno a che fare con il lavoro e con il teatro italiano. Dagli anni 70 ad oggi , di porcate ne sono state combinate un casino. Io in anni passati ho fatto delle denunce pubbliche, a viso aperto. E il prezzo che ho pagato è stato altissimo. In questi anni molti , troppi amici sono morti, gente anche giovanissima, per incidenti, per overdose, per malattia, per solitudine, per la febbre che avevano nel cuore. E nessuno si ricorda più di loro. E come dicono nel bergamsco: si è... è il tempo di rimboccarsi di nuovo le maniche e ritornare in trincea. Nella trincea della mente, delle idee, del pensiero e delle cose da fare con la consapevolezza che la vita non può essere sprecata. E a proposito di sprecare, io in questi ultimi anni, un po' il tanto lavoro, un po' le questioni con i miei, un po' i continui viaggi senza un attimo di tregua, ultimamente anche il cane che è mia totale scelta, mi sono un pochino perso. E ho dimenticato quella parte di me che si chiama persona, cioè affetto e sesso, quella parte che quando la sera mi metto a letto è strafelice di avere in casa, almeno un cane che russa sul divano. E in questi giorni di crollettino, anche se conosco e voglio bene ad un casino di persone, la solitudine sta diventando lancinante. Non ho più voglia di follie, di grandi amori da lasciare o da essere lasciati dopo pochi mesi, non ho voglia e non mi interessa il sesso a buon mercato. Come dicono i miei amici è una situazione in cui mi ci sono addentrato io e che probabilmente ho voluto io. Un ragazzo che conoscevo una volta aspettava la donna della sua vita. Mi diceva che l'avrebbe riconosciuta quando lei , vedendolo, sarebbe svenuta. Infatti poi si è sposato con una ragazza che non solo non è svenuta quando lo ha visto, ma si è messa a ridere. Io non pretendo che uno mi capiti davanti e mi svenga, ci rimarrei malissimo. So anche che non è che uno viene alla tua porta , bussa e dice “sono io”, so anche che ho diverse persone che mi vogliono un bene dell'anima. Sono io che continuo ad arrabattarmi nella corazza che mi sono costruito e non so come uscirne. Mi piacerebbe incontrare due occhi e avere il coraggio di dire “ facciamo un pezzo di strada assieme?”- “perchè ti sei perso?” - “si”

mercoledì 9 ottobre 2013

il mio saluto a Luisa Pasello e a Franca Graziano

Sapevo chi erano. Le gemelle Pasello. Molto brave molto belle, molto affascinanti. Poi a Modena Thierry Salmon, giovanissimo regista Belga, di genio e talento morto prematuramente in un incidente stradale, aveva organizzato dei provini per gli interpreti maschili di A come Agatha che aveva già come protagoniste le due sorelle Silvia e Luisa Pasello. Thierry voleva due gemelli, in realtà ci siamo presentati in tanti, nessuno che avesse un gemello. Silvia e Luisa erano con Thierry, mi mettevano soggezzione. Due donne e un uomo, giovanissimi, belli, già affermati. Affascinanti. Superato il primo turno si arriva alle improvvisazioni, io avevo la voce bloccata, proprio non usciva, Luisa sorrideva con gentilezza e ironia, sembrava dirmi “ ma di cosa hai paura”. Dopo qualche giorno gli organizzatori di Modena mi chiamano , mi dicono che Thierry e le ragazze avrebbero voluto scegliere me, avevano delle perplessità sulla voce, quindi il lavoro sarebbe stato un pochino più lungo. Sono entrato in crisi, anche perchè si trattava di mesi e per questi mesi avrei dovuto abbandonare Piccolo Parallelo, poi sono entrato in panico , poi tutte le menate in testa e ho detto no. Thierry per qualche periodo , quando mi vedeva, non mi vedeva proprio. Luisa e Silvia mi guardavano sempre con il loro sorriso divertito. Poi ho seguito i loro spettacoli perchè per me quelle due ragazze sono sempre state un mito. Poi vabbè rapporti interrotti con Bacci, con Pontedera, con Modena. Sono bravissimo nelle distruzioni. E Silvia e Luisa non le ho più viste . L'ultimo incontro nel 2006, qua da noi per Odissea il nostro festival. Silvia e Luisa nel cantico dei cantici. Purtroppo in una chiesa, acustica pessima,. Alla fine loro erano un po' scazzate. Anche Bacci che era venuto su per una sorte di riappacificazione. Gente comunque che ho amato tantissimo e che ho continuato ad amare, nonostante i rapporti interrotti. Silvia poi lo stesso anno e sempre per Odissea era venuta con un altro spettacolo al castello di Padernello. Non riuscivo mai a distinguerle, salvo che magari ci si sedeva vicini qualche volta e con Luisa riuscivo a parlare un pochino di più. Franca Graziano invece l'ho conosciuta che eravamo già grandini, e' venuta lei la prima volta a Romanengo. Mi divertiva, un avvocato molto impegnata che però aveva la fissa del teatro. Donna bella solida, lineamenti duri, occhi azzurri di una dolcezza incredibile. Poi abbiamo continuato a vederci e a sentirci per telefono. Ma dietro il suo vocione, le sue sicurezze e il passo da bersagliera, aveva una solitudine e una fragilità che non voleva che gli altri vedessero. Tanto Luisa amava i colori pastellati e le tante sfumatura , lei, Franca, amava i colori forti , senza mezze misure. Chiaramente con Franca ci siamo visti di più e aldilà del lavoro era nata anche amicizia. Siamo stati anche noi, due o tre volte a Pavia. Franca non era donna di mondo, era radicata nel proprio territorio. Infatti con Marco si prendevano di più , dato che questo legame con il territorio lo sentivano tutti e due fortissimo. 56 anni Luisa, 58 anni Franca, due donne così differenti – non credo che Luisa potesse conoscere Franca, senz'altro Franca conosceva Luisa. Due esperienze diverse, ma in comune avevano la passione e quella cosa che amo negli attori; la dedizione competa al proprio lavoro vissuto quasi come una dannazione e una missione. L'altra sera, guardando i post di Paola Manfredi scopro che erano appena morte tutte e due. Per malattia lunga. Nel teatro le amicizie spesso durano il tempo di uno spettacolo, poi si viaggia, si va. Però alcune persone ti rimangono nel cuore. Di Franca, aldilà del lavoro non sapevo nulla. Io non chiedo mai nulla alle persone. Non è per disinteresse, è una sorta di pudore. Franca mi parlava sempre di lavoro, di sé non mi raccontava nulla, mi guardava e aveva paura che le entrassi nel cuore magari a scoprire delle ferite che lei voleva lasciate li. Queste due morti mi hanno colpito notevolmente e non ho  parole. Semplicemente ciao Luisa, ciao Franca e che il vostro viaggio possa essere sereno e un grande abbraccio

domenica 6 ottobre 2013

sfalsamenti della realtà, benzinai e mezze pugnette

Ascolto la radio in macchina e siccome sono tanto in macchina, ascolto tanto la radio. Radio popolare, radio 24, radio informazioni sul traffico, radio capital, radio tre. Principalmente le notizie o gli aggiornamenti di tutti i generi. Mi piacerebbe ascoltare anche musica, ma ad esclusione di qualche volta radio popolare, le altre propongono cose già ascoltate e riascoltate e praticamente per i miei gusti, niente di eccessivamente interessante. Mi piace la mattina la lettura dei giornali e le diverse angolazione da cui queste letture vengono effettuate. A volte mi sembra di essere "nel corso del tempo" di Wenders e mi piacerebbe andare senza problemi di tragitti e di arrivi. Sarebbe il mio sogno, prendere la macchina e andare, non per arrivare da qualche parte, ma appunto andare. Ma un po' di paure, razionalità e senso del dovere mi hanno sempre bloccato. Quando abitavo a Bologna, ormai più di trent'anni fa, il venerdì o il sabato andavo in stazione e il primo treno che mi ispirava, prendevo il biglietto e partivo. Per città che non avevo mai visto. Poi avevo scoperto che amavo Bologna, ma a Firenze mi divertivo di più, così ho smesso di girare e per un po' il sabato me ne andavo solo a Firenze. Poi ho trovato un amore al nord e ogni quindici giorni scappavo a Milano e durante la settimana non potevo più andare a Firenze dato che avevo anche un amore a Bologna. Ho sempre bisogno di stupirmi e diciamo che finchè non ho iniziato a fare teatro mi sono stupito un pochino. volevo stupirmi maggiormente, e infatti ho iniziato a fare teatro. Poi avevo deciso di fare il bravo ometto tutto training e lavoro e viaggi per il lavoro. O quasi. Dopo uno spettacolo in cui me ne rimanevo diverso tempo in mutande, un amore, questa volta ferrarese, mi aveva aggredito con tutti i tipi di insulti possibili e inimmaginabili. Solo perchè ero andato in scena in mutande. Volevo controbattere e magari anche arrivare alle mani, ma il suo affondo era stato terribile “non sei così bello né così bravo come dicono, non sei neanche intelligente e poi sto già con qualcun altro” Io purtroppo quando ho il nervoso mi viene da ridere. I viaggi, ora che giro molto ma per i miei tragitti fissi, i viaggi mi mancano tantissimo e allora tutto quello che vedo o mi passa accanto me lo annoto nella mente dandogli poi una connotazione straordinaria , anche se non c'è nulla di straordinario. In questo mio, da sempre sfalsamento della realtà – fin da piccolo da quando a scuola, ero il quattrocchi, o il giapponese, o il ciccione o durante le furiose litigate di gelosia dei miei genitori, non dico che vivessi dei mondi paralleli, vivevo la realtà, però leggermente modificata – mi succedono degli episodi strani. Dei miei angeli barboni ho già parlato come pure delle mie visioni sul greto di un fiume o come a volte mi sembra di percepire le cose che uno ha dentro. Questa cosa strana , più che episodi, riguarda l'aspetto fisico delle persone che incontro la prima volta. Possano essere un barista un benzinaio, una parrucchiera o qualsiasi cosa. Spesso non riesco a vederli così come sono. A volte incontro persone che mi stupiscono per la loro bellezza, più che stupito rimango frastornato. Poi rivedendole scopro non dico persone normali, anche peggio. E mi succede anche il contrario. Una volta a fare dei provini, vedo un ragazzetto piccolino, mi sembrava foruncoloso e non proprio bellino. Dopo settimane mi sono accorto che era tutto il contrario, cioè come diceva una mia amica : un figo della madonna e anche alto. Ma la cosa strana non è questa e riguarda in questo periodo i benzinai. Se per i miei angeli barboni mi ritrovo stereotipi simili, suppergiù stessa età e fisico, qua mi ritrovo persone assolutamente uguali. Molto gentili , sorridenti, hanno voglia di parlare e mi trattano come mi conoscessero da una vita. Poi ritorno, magari settimane o mesi dopo e mi ritrovo persone diverse , come improvvisamente invecchiate o imbruttite e ognuno non confondibile con altri. Poi un pomeriggio un mese fa, da me c'era un matrimonio. Io non lo sapevo e giravo con il cane nel parco, e lui ha iniziato ad abbaiare come un ossesso, fortuna l'avevo al guinzaglio. Corre verso di me un giovanotto vestito elegante, appunto da matrimonio, inizia a ridere e dice che ha un cane uguale al mio. Mi fa vedere le foto sul cellulare, sembra il mio cane. E inizia a darmi consigli su come mi dovevo comportare con un cane del genere. Quando se n'è andato si è voltato per salutarmi, era lo stesso giovanotto, lo stesso no , ma uguale uguale, che spesso incontro quando mi fermo a fare benzina. Il cane ha poi ripreso ad abbaiare affascinato dalla sposa che lontana agitava il velo ad uso del fotografo. E poi mi lamento che mia madre ha le visioni. E ritorno sull'aspetto fisico di una persona cui mi sembra si dia troppa importanza. Alla fin fine non è importante come è una persona, ma come la percepiamo noi. Mi da molto fastidio quando si attacca un avversario o un politico giocando sul suo aspetto fisico. O ancora peggio per il colore della sua pelle. O addirittura quando da bravi machi, che destra o sinistra sempre macho rimane, quando non solo si gioca sull'aspetto fisico di una donna, ma la si ingiuria tacciandola di chissà quali prodezze erotiche. In questo ultimo anno troppe cose mi hanno fatto tenere un pochino in stallo e ora sto scalciando. Si , di cose in questi ultimi anni ne ho fatte tante , ma non sono completamente soddisfatto. Marco è meno ciacolone di me e va più al sodo, ma un po' di stanchezza, probabilmente a mio traino, la sto sentendo anche in lui. Vorrei riprendere a lavorare per uno spettacolo, e ne ho troppi in testa , devo fare delle scelte, scardinandogli tutte le regole in cui ultimamente mi sembra si sia adagiato. Sono le sue sicurezze, sono le nostre paure. Voglio che ritorniamo ad essere guerrieri non a riposo, ma combattenti. Abbiamo qualcosa da perdere? Quando ho ripreso dopo anni il mio blog, avevo dei tentennamenti e Marco mi dice: “fai quello che ti senti di fare, tanto lo sai fare e non hai nulla da perdere”. Già. Ho voglia di stupirmi e di stupire ancora tanto. La doppia vita di Veronica e i film sui tre colori di  Kieslowsky, bisogna che me li vada a rivedere.Comunque contrario agli attacchi ad una persona per il suo aspetto fisico, oggi leggendo il fb di un amico cesenate mi sono messo a ridere perchè Brunetta veniva definito , in dialetto romagnolo, " quella mezza pugnetta" e poi altre parole anche peggio. A mia discolpa, non ho riso per l'ingiuria a Brunetta, ma per la frase che da troppo tempo non sentivo

giovedì 3 ottobre 2013

Avevi troppo peso da portare per una persona sola

Due giorni fa a proposiito di una sciocchezzina su fb, Fausta mi risponde:“...avevi solo troppo peso da portare per una persona sola ...meglio dividere..:” Oggi dopo “il respiro del fiume di sabato, Lella mi scrive :“...Sono riuscita a chiedere aiuto per superare quei piccoli ostacoli che mi facevano paura. Io che voglio sempre fare tutto da sola... Le paure, di cadere, di non farcela di sabato durante la camminata sono anche le paure della mia vita, uguali. Basta ancora un po' di follia - quella non mi manca - ho capito che da sola non ce la faccio. A scavalcare un muro, reale quello - o a camminare qualche metro in acqua... ma anche a superare le paure della vita....” In questi giorni sto riflettendo molto sul farcela non farcela da soli e mi fanno tenerezza amici , amiche , più donne in realtà, che dovendosi accollare tutto loro, compresi genitori anziani da accudire ormai come badanti, o figli con problemini da seguire passo per passo, sono allo stremo, ma continuano imperterriti imperterrite ad andare avanti. Non c'è neanche il tempo di chiedere un aiuto o di avere la possibilità di dividere qualcosa. Il mio episodio sciocchezzina era che andato a fare spesa per mia madre, ero così carico che un ragazzo si è fermato per chiedermi se avevo bisogno di una mano. E mi sono sentito vecchio. Poi le paure , fobie, ansie, panico. Il panico ormai riesco a gestirmelo, sento quando sta per arrivare e non gli lascio tregua. Perchè quando diventa pesante non ce la fai proprio e devi andare in pronto soccorso. Dall'ultima volta qualche anno fa, una cosa violentissima da farmi svenire e cadere a terra e la gente si allontanava quasi fossi un appestato. Si è vero c'è bisogno di dividere e di chiedere aiuto, ma cause della vita e di carattere sono sempre stato abituato ad arrangiarmi da solo. In questi giorni poi , causa  cane, vado a sbattere con persone con fobie e intolleranze che neanche immaginavo. La fobia è irrazionale e irrazionali le reazioni . Io ho rispetto per le paure e quando sono in giro con il cane cerco di stare lontano dalle persone. Ma mi succede che gente distante cento duecento metri inizi a gridare “tienilo legato”. Ma è già a guinzaglio cretino. L'altro giorno a Cesena il cane ha fatto uno scatto, non era per aggredire, ma per giocare, comunque ce l'avevo al guinzaglio e comunque ero lontano. Due donne un uomo. Tre rincoglioniti di quelli che alla mattina camminano in circolo immaginando di fare joggin. Hanno iniziato ad insultarmi e una delle donne ha iniziato ad urlare che il cane l'aveva aggredita. Fortuna avevo i testimoni. E mi sono detto, fanculo Enzo te e la tua educazione e ho risposto a dovere. Poi mi sono vergognato. Di essere stato comunque sempre troppo educato. Aldilà dell'episodio, non immaginavo tante fragilità. Anche perchè il problema non è il cane. Anche perchè il problema può essere una solitudine mostruosa che a volte si ricopre di rancori nei confronti della vita. Comunque adesso dico che il cane è una mescolanza fra un boxer e un labrador. Io adilà del lavoro è una vita che vivo totalmente isolato, ma non perchè sono depresso, la depressione non mi appartiene. Si, sarebbe bello potere condividere, ma troppi scontri del cuore non mi sembra vero potermene stare da solo. Poi persone anziane ammalate ti risucchiano l'anima e allora dici ho bisogno di respirare. Ammetto che il mio lavoro mi aiuta molto. Do corpo ai miei fantasmi e alle mie follie. Continuo a pensare che la grande colpa della politica è di non avere dei progetti, ma solo tamponi momentanei. La crisi , le insicurezze, la voglia di trovare sempre dei capri espiatori stanno infradicendo questa società dalle fondamenta. Bisognerebbe ritrovare il coraggio di parlare e di avere fiducia di nuovo negli altri, bisognerebbe tante cose, sto dicendo solo sciocchezze. Dicevo nel precedente post che mi sento deprivato di me, del mio essere sociale, politico, persona. E purtroppo mi sento ancora così. Mi dicono che se guardo negli occhi una persona so capire il suo cuore. Si forse è vero e ultimamente mi ritrovo a girare sempre con la testa bassa, ho paura a guardare il cuore delle persone. "avevi troppo peso d aportare per una persona sola". finita la camminata in notturna regalo alle persone una bilia di vetro. Anni fa una signora che aveva sconfiotto il cancro, aveva detto " mi sembrava che tutti i pianti della mia vita si cristallizzassero e si deponessero nella pancia come piccole gocce di vetro"