Ormai le amicizie che ho, sono una telefonata, uno sguardo, un
saluto, due righe in internet. Tutto rimane in superficie, ma queste
superfici nascondono mondi affascinanti e in parte sconosciuti. Su,
quando arrivo da me, un po' il lavoro , un po' la stanchezza, non
riesco più a vedere nessuno. E anche nell'altra mia “casa” la
val di Cembra, è tanto che non vado. Non che prima fossi un campione
di frequentazioni umane. In questo mi sento molto romagnolo, quelli
delle colline su verso le montagne ai confini con la toscana. Una
collina una casa o gruppi piccolini di case. Si rimane li a
controllare la valle, ogni tanto si scende, poi si ritorna nel
proprio eremo. Il tempo qua a cesena, ho ancora meno possibilità di
frequentazioni, allora mi aggrappo ai piccoli momenti: un saluto due
chiacchiere e intanto il film della vita della persona che ho di
fronte mi entra nel cuore. E quando qualcuno mi racconta qualcosa di
sé, lo sapevo già. Ce l'hai scritto negli occhi , ce l'hai scritto
nel cuore. Non vedo le vite degli altri, percepisco quello che una
persona mi trasmette tramite uno sguardo un sorriso o un ciao. Se
uno non vuole, non vedo nulla. Merito o tramite il cane , ma anche
gli ospedali, ultimamente di questi sguardi ne ho incrociati e ne
incrocio tantissimi. C'è il giovanotto e la sua morosa, belli figoni
con il cagnettino da lecco. Ieri vedo lui e così di passaggio mi
dice “sabato mi sono sposato non ho detto niente a nessuno. Finita
la cerimonia abbiamo telefonato a parenti genitori fratelli amici.
Non ho mai ricevuto tanti fanculo in vita mia” rideva divertito.
Lui e tutte le persone con cui “entro in contatto” hanno un
dolore e ferite profondissime nel cuore ed è questo che me le fa
sentire amiche. C'è un signore sui cinquant'anni che vedo da un
anno. Lui la mattina presto a correre, io a camminare con il cane. Un
signore strano, solitario, cupo, corpo atletico una volta. “ bello
il tuo cane” , oppure “ mannaggia se tira”. Mai più di una
frase per volta. Dopo un anno gli ho detto ciao e mi sono presentato.
Per me è normale, incontri delle persone e sempre ciao, è normale
fermarsi e dare la mano : “ piacere sono Enzo”. Questo fatto
stravolge, ma in maniera positiva, è come se in quel momento io
facessi chissà cosa. E in quel momento improvvisamente il cuore si
apre, a volte poi succede che magari possa richiudersi subito. Come
se troppa ossigenazione dovuta all'apertura facesse male. Questo
signore un poliziotto, meridionale mi di dice, poi mi racconta che
aveva portato su i suoi, il padre era morto quasi subito, e ora la
madre era molto ammalata. La mattina una corsettina, poi a casa della
madre, poi al lavoro. Secondo me è anche mal maritato, ma questo me
lo dirà la prossima volta. C'è la signora , faccia rifatta sembra
Cher, praticamente anoressica, corre e si lamenta e quando è in
macchina, sul suo maggiolone nero, quando mi vede si blocca in mezzo
alla strada e urla complimenti a me e al cane, quasi fossimo una
coppia di fatto. L'ultimo un ragazzino, infermiere, lavora
nell'istituto dove in questo periodo e spero ancora per non molto “
ho portato in galera mia madre” ( parole di mia madre e di sua
sorella) . Biondo occhi azzurri, spiccato accento rimanese. Niente di
particolare , biondi e così chiari ce ne sono in romagna. Per
esempio mio nonno, pelo biondo occhi azzurrissimi. Praticamente
uguale uguale a me. Sto infermiere mi guardava sempre in maniera
strana e abbiamo avuto sempre qualcosa da dire, infatti anche oggi,
visti alcuni suoi comportamenti, ad un certo punto mi è scappato
“hai deciso di rompermi i coglioni?”. Poi ho scoperto che non si
chiama Andrea, ma Andrej, per un attimo ci siamo guardati e la sua
vita di bimbo russo adottato mi è passata davanti e mi ha fatto
tenerezza. Aveva solo voglia di un sorriso e io non l'avevo mai
considerato. Quando riuscirò a riprendere il mio lavoro a tempo
pieno, mi piacerebbe mettere in scena tutte queste diverse
affascinati variegate umanità. Una sorta di circo della vita. Di
momenti di persone che si incrociano è piena la letteratura e anche
i film. Mi viene in mente Kieslowski e le sue casualità non
casualità. La mattina mi alzo prestissimo, freddo boia, così posso
portare il cane a correre e sfogarsi in una zona dove a quell'ora non
c'è nessuno e anche questi gesti continui ritmati rituali uguali
giorno dopo giorno, tirare e ritirare la palla un bastone un
giochino, mi rimandano ad un film. Si forse tutto questo non è
molto, però sono alcuni anni che avanti e indietro, notti in
ospedale, vita spericolata , ma solo perchè in macchina in
autostrada ci do pesante, sono alcuni anni che non vado al cinema o
che non leggo un libro, che non riesco a scrivere o a produrre
qualcosa di bello, che non riesco a fare nulla di quello che dovrebbe
essere la vita di una persona. Ecco questo poco o non molto, questi sguardi e sorrissi affrettati, a me
sembrano tantissimo e forse, probabilmente si, sarò stupido, ma
continuo sempre a ritenermi una persona fortunata. Infatti il mio
cane quando non vuole fare una cosa ha imparato a mordicchiarmi il
culo. Per chi ci crede, per chi non ci crede, buona Pasqua, buone
vacanze o buone quello che a uno gli pare.
giovedì 17 aprile 2014
lunedì 7 aprile 2014
mutandine e casacchine di cotone grezzo
La discontinuità è una delle anime della mia vita, ma poi comunque
ci sono, anche se qualcuno potrebbe anche dire “chissenefrega”.
Non sono dimagrito tantissimo da fare pensare “ommioddio è
diventato anoressico”. Credo che il pericolo non esista, quello
dell'ommioddio. Sempre su e giù, si qualche chilo l'ho perso, sono
comunque 65 chili e continuo a vedermi ciccio. Continuo a ringraziare
la vita, anche se mi sembra un pochino bastarda e a ringraziare il
mio carattere. Si qualche crollo ogni tanto ci sta, ma poi finita li.
Come l'altra sera , finisco il laboratorio, ritorno a casa, un po' di
problemi in testa, fame da nervoso, mangio una mozzarella. Metà
perchè l'altra me l'ha rubata il cane. Di notte ho iniziato a stare
male. Le tensioni accumulate, sudori freddi, svenimenti e quel virus
micidiale alla pancia che per due giorni ha costituito un notevole
colpo basso alla mia ormai cronica stitichezza. La mattina chiamo
Marco, gli dico per favore prendimi il cane sto male, cosa hai fatto?
Niente, ma se mi prendi il cane ti ringrazio. Dopo due ore , pieno di
malinconie e sensi di colpa, vado in sede a riprendermi il cane che
per tutto il giorno è rimasto a letto con me. E anche se gli dicevo
:”Peter non starmi addosso che sto male” , lui voleva tenere la
sua faccia contro la mia. E sono dovuto uscire e mi sono dovuto
mettere anche a giocare, ogni tanto una fuga in casa, sempre il
virus, e Peter peterone picio pistolino, sempre dietro. Mia madre
alti e bassi, più bassi che alti, ormai si era stanziata a letto e
non camminava più e anche mangiare sembrava avere detto stop.
Piccolo riepilogo: tre mesi pesanti con tanti ricoveri e un
intervento ( e non che gli ultimi anni siano stati leggeri). L'ultimo ricovero , una lungodegenza, lasciata li in
attesa di morire. Ho firmato e l'ho riportata a casa. Con le tante
patologie, passate, in atto, e probabili future, malinconie,
depressioni, panico e confusione mica da ridere, la signora che
veniva qualche ora totalmente impreparata e inadeguata. Io ho cercato
di fare del mio meglio – prossimo lavoro potrei fare il badante di
notte così guadagnerei un pochino di più – però risultati non
riuscivo ad ottenerne. In questi casi, come sa chi ci è passato o ci
sta passando, non emerge lo spirito migliore delle persone cui ti
stai dedicando, per cui niente ragionamenti o sensi di colpa, bisogna
agire. Ho detto : qua ho bisogno di una mano e di gente
specializzata. Tutti i centri per anziani di Cesena, pieni
all'inverosimile, quelli un po' migliori. Alla fine opto per un
centro su nelle colline direzione Rimini. Un centro privato, dico la
tengo per un mese, ma aldilà dei tanti discorsi iniziali e del costo
non indifferente, le prospettive non sono state così rosee. Avevo
detto, queste le patologie di mia madre, ma aldilà delle cure
mediche necessarie, questa donna ha bisogno di essere seguita un
attimo , di essere coccolata. Si non si preoccupi, siamo quello che
lei cerca. Avevo pensato, questa donna appartiene a quella
generazione , ragazzi durante e subito dopo la guerra, hanno sofferto
tanto, hanno a volte ferite ancora aperte. Avevo detto , mettetela
dove c'è gente, ha bisogno di parlare, di non sentirsi sola.
L'hanno messa in un piano dove la maggior parte sono chiusi in
camera ormai alla fine e dei sette rimasti, sei non parlano. Diciamo
che l'unica cosa che ha funzionato è la fisioterapia e una massiccia
dose di vitamine per cui ha ripreso un pochino alla volta a camminare
e a mangiare. Al pomeriggio, dato che è una struttura privata –
quando ho saputo che la proprietaria è figlia di … mi sono giurato
di non mangiare più polli romagnoli per tutta la vita – e i
dipendenti ultra sotto dimensionati, tengono i pazienti seduti su
di una sedia , legati con una cintura perchè non cadano. Questa è
l'attività che mi dicevano ricreativa. Però ora un pochino riesce a
camminare e a mangiare. Sono due settimane che riesco a stare su in
zona bergamasca cremonese ben tre giorni di seguito e mi sembrano un
gran regalo. Poi ritorno giù e mi prende una strana sensazione che
non avevo mai considerato. Qui dove sono ora, è casa dei miei e
quando arrivavo, mi aspettavano. Mio padre, con cui non ho mai avuto
buoni rapporti , ma che negli ultimi anni della sua vita impazziva
per me, pur ormai non vedente, mi aspettava guardando alla finestra.
Comunque c'era qualcuno. In queste due settimane , ritorno e la casa
è vuota, le finestre chiuse e un po' di magone arriva. Fra due
settimane finisce il mese e pur con una vista meravigliosa sulle
colline romagnole, quelle verso il mare ( io sono delle colline su
verso le montagne e la toscana) non ho intenzione di continuare in
questa struttura. Spero mi si aprano altre porte, non so e spero che
i tempi non siano lunghissimi perchè mia madre rischierebbe di
tornare indietro e io di impazzire completamente. Vedremo. Quando
scendo, la domenica la riporto a casa e gli altri giorni mangio in struttura con
loro, anche se a volte un pochino di mal di stomaco, specie in questo
periodo , mi viene. Ho cercato tutte le possibilità e sto cercando
ancora, anche di portare mia madre su da me. Ma poi ho pensato che se
per me sarebbe più comodo, avrei le strutture e le persone giuste e
i medici giusti cui appoggiarmi, per lei sarebbe una grande violenza.
Alcune signore del suo paese di origine, diventate anziane, non sono
state lasciate da sole nella loro casa, ma portate giù in città ,
chiuse da sole per tutto il giorno in appartamento senza conoscere o
avere la possibilità di parlare con qualcuno se non i propri figli.
E hanno iniziato a decadere. Massì dai, a forza di pensare, di
chiedere e di cercare, qualcosa verrà fuori. Ho detto con mia madre
: “non so ancora quale soluzione troveremo, ma voglio che sia la
migliore per te. Che tu abbia ancora un giorno, un mese, un anno
dieci o più anni di vita, voglio che tu li possa vivere bene, con
dignità e con un pochino di leggerezza”. In questi ultimi mesi
cercavo delle risposte ad alcuni quesiti e misteri della mia vita, ma
le risposte ce le ho già chiare in testa e non ho ho più voglia di
cercare, non hanno più importanza. E quando qualche mio cugino mi
dice che in effetti non assomiglio tantissimo a nessuno di loro,
rispondo che in me sono confluiti geni antichissimi che loro neanche
si sognano. Si chiaro, l'affetto c'è, ma sono debitore ai miei.
Perchè da piccolo mi hanno salvato la vita tante volte. Con la
generazione di mia madre e di mio padre, sta scomparendo una
generazione particolare e importante della nostra vita politica e
sociale. Gente che ha fatto la fame, che ha sofferto, che ha sognato,
che ha anche sbagliato tanto, ma nella speranza di un mondo migliore
per loro e i loro figli. Una amica mi dice, è strano quanto tu sia
sereno. Cosa devo fare, cosa si deve fare? Oggi avevo detto, mangio
su e su ho mangiato. A mezzogiorno, in realtà ore 11 che uno ha
ancora lo stomaco chiuso, mi danno un cosa che mia madre dice che
buono, io dico che strano semolino. Mi rispondono , no è polenta.
In Romagna il concetto di polenta è molto differente rispetto al
nord italia. La polenta qua è un primo, quindi meno dura e di solito
con ragù. Questa era un pappetta acquosa e granulosa e ho iniziato a
ridere pensando ad un bergamasco che gli capitasse sta sbobba in
tavola, non parlo della minestra di verdura di questa sera. Sono
uscito, aria pulita, bella fresca, le colline di alberi da frutta
ormai sfioriti, due chiacchiere con un ragazzo che va a trovare il
nonno. Lui nel dialetto della zona e in macchina ho ricominciato a
ridere. Pochi chilometri dopo Cesena, andando verso Rimini, la “e”
diventa “oi” e anche alcune “i” , la moila, la poira, la
foiga. Infatti c'è una signora vicino a mia madre che spesso mi dice
“ avessi un figlio come te, la mi fiola la è bona, la è broiva,
ma l'an capois un caz”. Nelle colline dei miei e nelle montagne dei
nonni, la “e” rimane “e”, ma cambiano gli accenti e rimangono
le finali. Oggi dovevo cercare dei documenti di mia madre,ma lei
ultimamente continuava a spostare tutto, non sono mai andato nei
cassetti suoi e di mio padre. Ma oggi dovevo. I documenti non li ho
trovati, ma ho trovato una scatolina con dentro degli indumenti da
bimbo. Anni poveri gli anni '50 ed erano casacchine, mutandine,
calzini e berrettini da neonato, fatti in casa. Semplici, ma
bellissimi. Cotone e lana molto grezzi, non li avevo mai visti e mi
hanno fatto tenerezza. Fra poco è notte, una notte leggera di
primavera quasi estate e alla faccia della polenta e della minestra
di verdure di oggi, spero di fare dei bei sogni. Dedicato ai miei
tanti amici e amiche che hanno vissuto o stanno vivendo situazioni
del genere.
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