Stamattina un amico mi manda un messaggio :"sei felice?" - "no", mia risposta - "provaci", sua controrisposta. Stavo per rispondere "figuriamoci", poi ho inviato foto di scatola biscotti alla crema di nocciola . Che allergie a parte, la nutella mi fa anche schifo. Felicità è parola grossa. Quando sto bene e sono contento dico "sono contento" perchè dire sono felice , dopo ti arrivano tutti i casini di questa terra.
Comunque no, non sono felice, non sono contento, non sono apatico neanche depresso. Dai qualcosa anch'io sarò. Sto terminando due volumi che riguardano lo stesso tema , trattato e vissuto in maniera diversissima. la ipersensibilità o altrimenti schematizzata in italiano come P.A.S. Uno è di una psicoterapeuta danese. Donna aperta, libertaria, ex pastora luterana, due figli senza marito. L'altro di uno psicoterapeuta tedesco spesso insopportabile. Entrambi docenti universitari e iper attivi con diversi stage. Entrambi si definiscono persone iper sensisibili. Che non è una caratteristica femminile nè maschile, non è una brutta cosa, neanche una malattia, ma uno uno stato d'essere che ha origine da un cervello che funziona maggiormente nella parte destra e da un tot di neuroni in più rispetto alla norma che girano in continuazione facendo normalmente il 50 per cento di lavoro in più rispetto sempre a questa cagata chiamata norma. In genere si dice che gli ipersenbili, pari uomini e donne, siamo tra il 15 e il 20 per cento della popolazione. Boh!
E' una ricerca americana fatta comunque su troppo pochi elementi per potere essere definita realmente scientifica. Comunque lei, la danese, dice "non puoi farci niente, sai che non puoi cambiare questo stato, puoi trovare delle soluzioni che ti impediscano di impazzire o di fare impazzire gli altri. Sei così, fattene una ragione e prendi coscienza di quello che sei. Se stai male quando gli altri percepiscono o non reagiscono come tu ti aspetti, non sono loro sbagliati, sei tu che sei diverso, io sono persona ipersensibile". Lui, il tedesco, da l'impressione che sia diventato ipersensibile così per fare marketing. Si, riconosce tutto, ma è molto schematico e vecchia scuola ritiene che tutto dipenda da noi e dalla nostra possibilità o capacità di percepire il nostro corpo e i confini che ci dobbiamo dare. E dice :"anch'io ero ipersensibile". Ma sei scemo? O lo sei o non lo sei.
Lei, la danese dice :" sai che quando vai in giro, c'è casino e ad un certo punto non ce la fai più, racconta la verità o inventati una scusa e vattene". Lui, il tedesco dice "devi stare nel casino in mezzo alla gente e devi risolvere questo problema dello star male magari focalizzandoti su di una cosa sola" dai suppergiù e in maniera velocissima. Anche nei test che propongono, lei concreta - per esempio : ti piacciono i fuochi d'artificio?" 53 domande di un certo tipo e una trentina di controdomande. Lui gioca con i sentimenti e le situazioni da stato d'animo senza far caso che se è una cosa del cervello, probabilmente ereditaria, hai poco da giocare sugli stati d'animo che magari ti sconvolgono la mente in quel momento. Anche perchè il lui tedesco sembra rimanere sempre indeciso fra ereditarietà, rapporto con la famiglia , gli altri e la patologia. Che patologia non è. Poi il tedesco parla sempre di famiglia quasi che i single non debbano esistere, fanculo.
Sapevo già di essere un ipersensibile, ho comunque fatto entrambi i test e praticamente in entrambi, goduria all'eccesso, risulto quasi al cento per cento. Che se si deve essere differenti, che lo si sia fino in fondo. Vorrei specificare alcune cosine. Si vive benissimo anche da ipersensibili perchè i casini ce li hanno tutti e noi siamo molto bravi a vedere i casini degli altri e a percepire i tanti lati oscuri degli altri così che alla fine i nostri sembrano sciocchezze. Ipersensibili non vuol dire essere più intelligenti o stupidi rispetto agli altri. Vuoi dire solo che hai i neuroni che mentre tu sei lentissimo loro sono sempre in formula uno. Io quando parlo, poi mi arrabbio che non vengo capito. Ma ormai lo so e dico "scusate ho la testa più veloce della parola". Ipersensibili non vuol dire essere gni gni gni o piagnucolosi, vuol dire percepire ed elaborare in zero attimi tutto quello che hai attorno. E questo ti sfibra e rischia di distruggerti. come se ad una Panda mettiamo il motore di una Ferrari. Comunque tante cose si imparano con il tempo e con un può di buon senso, altrimenti la testa scoppia, il corpo crolla e ti ammali.
Essere ipersensibili non è nè femminile nè maschile, è. Non vuol dire essere deboli o fragili o incapaci di prendere decisioni neanche essere chiusi e introversi. Anche se essere introverso o estroverso spesso convivono. Io con me sono introverso, con gli altri sono estroverso e ho la fortuna della ironia. E purtroppo ho anche un carattere molto duro e forte. Con il tempo ho imparato a dire no, cosa difficilissima. Con il tempo ho imparato che dopo una certa ora, se sono da qualche parte, me ne devo andare. Oppure mando via la gente che ho in casa. Con il tempo ho imparato che se arriva un problema, non so risolverlo all'istante. Devo rimandare al giorno dopo, ma il giorno dopo ho la soluzione pronta. Con il tempo ho imparato che essere troppo gentili sorridenti o disponili, a volte puoi essere frainteso, a volte puoi essere deriso, a volte può essere che cerchino di calpestarti. Ma mi piace essere gentile sorridente e disponibile, sono così. Se qualcuno mi fraintende, ci rimango male, ma problemi suoi. Se qualcuno mi tratta da idiota o cerca di calpestarmi, ho imparato a difendermi. Conosco il linguaggio degli altri e so usarlo. Per cui anche se cerco sempre di evitare gli scontri, se è lo scontro che qualcuno vuole , glielo do. Una forma di altruismo anche questa. Poi c' è un bene enorme che a volte benedico, a volte maledico che è l'empatia. Ma soprattutto il captare in un secondo il vero animo di una persona. E a volte anche quello che pensa. Io non vorrei, molte volte mi tengo distante dalle persone, ma le persone hanno capito che tu sei empatico e ti si piazzano li davanti. E allora preghi che i casini che hanno nel cuore non sia merda da cui sai che poi sarai investito. Poi la persona ti parla e tu non riesci ad ascoltare, stai dialogando con il suo cervello e il suo cuore. Poi se c'è qualcuno che per te è tossico, sto cercando di imparare a mandarlo al diavolo. E poi vabbè , andranno via anche i sensi di colpa.
La sera e anche prima sei massacrato e per evitare i surriscaldamento devi mettere la testa dentro una bacinella di acqua. Dicevo che sapevo già di essere ipersensibile, ma la consapevolezza e il sapere che l'origine non è determinata da menate, o da problemi non risolti - che se fossero risolti che problemi sarebbero? - ma una cosa della mente e forse ereditaria, mi sta rendendo allegro ( no felice no) . E se una parte di me si crogiola con "Enzo sei un essere speciale", quell'altra parte mi urla "ma va da via al cul". Con allegria e con un sorriso , ho sforato e devo andare a mettere la testa nel catino. Buona serata
Comunque no, non sono felice, non sono contento, non sono apatico neanche depresso. Dai qualcosa anch'io sarò. Sto terminando due volumi che riguardano lo stesso tema , trattato e vissuto in maniera diversissima. la ipersensibilità o altrimenti schematizzata in italiano come P.A.S. Uno è di una psicoterapeuta danese. Donna aperta, libertaria, ex pastora luterana, due figli senza marito. L'altro di uno psicoterapeuta tedesco spesso insopportabile. Entrambi docenti universitari e iper attivi con diversi stage. Entrambi si definiscono persone iper sensisibili. Che non è una caratteristica femminile nè maschile, non è una brutta cosa, neanche una malattia, ma uno uno stato d'essere che ha origine da un cervello che funziona maggiormente nella parte destra e da un tot di neuroni in più rispetto alla norma che girano in continuazione facendo normalmente il 50 per cento di lavoro in più rispetto sempre a questa cagata chiamata norma. In genere si dice che gli ipersenbili, pari uomini e donne, siamo tra il 15 e il 20 per cento della popolazione. Boh!
E' una ricerca americana fatta comunque su troppo pochi elementi per potere essere definita realmente scientifica. Comunque lei, la danese, dice "non puoi farci niente, sai che non puoi cambiare questo stato, puoi trovare delle soluzioni che ti impediscano di impazzire o di fare impazzire gli altri. Sei così, fattene una ragione e prendi coscienza di quello che sei. Se stai male quando gli altri percepiscono o non reagiscono come tu ti aspetti, non sono loro sbagliati, sei tu che sei diverso, io sono persona ipersensibile". Lui, il tedesco, da l'impressione che sia diventato ipersensibile così per fare marketing. Si, riconosce tutto, ma è molto schematico e vecchia scuola ritiene che tutto dipenda da noi e dalla nostra possibilità o capacità di percepire il nostro corpo e i confini che ci dobbiamo dare. E dice :"anch'io ero ipersensibile". Ma sei scemo? O lo sei o non lo sei.
Lei, la danese dice :" sai che quando vai in giro, c'è casino e ad un certo punto non ce la fai più, racconta la verità o inventati una scusa e vattene". Lui, il tedesco dice "devi stare nel casino in mezzo alla gente e devi risolvere questo problema dello star male magari focalizzandoti su di una cosa sola" dai suppergiù e in maniera velocissima. Anche nei test che propongono, lei concreta - per esempio : ti piacciono i fuochi d'artificio?" 53 domande di un certo tipo e una trentina di controdomande. Lui gioca con i sentimenti e le situazioni da stato d'animo senza far caso che se è una cosa del cervello, probabilmente ereditaria, hai poco da giocare sugli stati d'animo che magari ti sconvolgono la mente in quel momento. Anche perchè il lui tedesco sembra rimanere sempre indeciso fra ereditarietà, rapporto con la famiglia , gli altri e la patologia. Che patologia non è. Poi il tedesco parla sempre di famiglia quasi che i single non debbano esistere, fanculo.
Sapevo già di essere un ipersensibile, ho comunque fatto entrambi i test e praticamente in entrambi, goduria all'eccesso, risulto quasi al cento per cento. Che se si deve essere differenti, che lo si sia fino in fondo. Vorrei specificare alcune cosine. Si vive benissimo anche da ipersensibili perchè i casini ce li hanno tutti e noi siamo molto bravi a vedere i casini degli altri e a percepire i tanti lati oscuri degli altri così che alla fine i nostri sembrano sciocchezze. Ipersensibili non vuol dire essere più intelligenti o stupidi rispetto agli altri. Vuoi dire solo che hai i neuroni che mentre tu sei lentissimo loro sono sempre in formula uno. Io quando parlo, poi mi arrabbio che non vengo capito. Ma ormai lo so e dico "scusate ho la testa più veloce della parola". Ipersensibili non vuol dire essere gni gni gni o piagnucolosi, vuol dire percepire ed elaborare in zero attimi tutto quello che hai attorno. E questo ti sfibra e rischia di distruggerti. come se ad una Panda mettiamo il motore di una Ferrari. Comunque tante cose si imparano con il tempo e con un può di buon senso, altrimenti la testa scoppia, il corpo crolla e ti ammali.
Essere ipersensibili non è nè femminile nè maschile, è. Non vuol dire essere deboli o fragili o incapaci di prendere decisioni neanche essere chiusi e introversi. Anche se essere introverso o estroverso spesso convivono. Io con me sono introverso, con gli altri sono estroverso e ho la fortuna della ironia. E purtroppo ho anche un carattere molto duro e forte. Con il tempo ho imparato a dire no, cosa difficilissima. Con il tempo ho imparato che dopo una certa ora, se sono da qualche parte, me ne devo andare. Oppure mando via la gente che ho in casa. Con il tempo ho imparato che se arriva un problema, non so risolverlo all'istante. Devo rimandare al giorno dopo, ma il giorno dopo ho la soluzione pronta. Con il tempo ho imparato che essere troppo gentili sorridenti o disponili, a volte puoi essere frainteso, a volte puoi essere deriso, a volte può essere che cerchino di calpestarti. Ma mi piace essere gentile sorridente e disponibile, sono così. Se qualcuno mi fraintende, ci rimango male, ma problemi suoi. Se qualcuno mi tratta da idiota o cerca di calpestarmi, ho imparato a difendermi. Conosco il linguaggio degli altri e so usarlo. Per cui anche se cerco sempre di evitare gli scontri, se è lo scontro che qualcuno vuole , glielo do. Una forma di altruismo anche questa. Poi c' è un bene enorme che a volte benedico, a volte maledico che è l'empatia. Ma soprattutto il captare in un secondo il vero animo di una persona. E a volte anche quello che pensa. Io non vorrei, molte volte mi tengo distante dalle persone, ma le persone hanno capito che tu sei empatico e ti si piazzano li davanti. E allora preghi che i casini che hanno nel cuore non sia merda da cui sai che poi sarai investito. Poi la persona ti parla e tu non riesci ad ascoltare, stai dialogando con il suo cervello e il suo cuore. Poi se c'è qualcuno che per te è tossico, sto cercando di imparare a mandarlo al diavolo. E poi vabbè , andranno via anche i sensi di colpa.
La sera e anche prima sei massacrato e per evitare i surriscaldamento devi mettere la testa dentro una bacinella di acqua. Dicevo che sapevo già di essere ipersensibile, ma la consapevolezza e il sapere che l'origine non è determinata da menate, o da problemi non risolti - che se fossero risolti che problemi sarebbero? - ma una cosa della mente e forse ereditaria, mi sta rendendo allegro ( no felice no) . E se una parte di me si crogiola con "Enzo sei un essere speciale", quell'altra parte mi urla "ma va da via al cul". Con allegria e con un sorriso , ho sforato e devo andare a mettere la testa nel catino. Buona serata