lunedì 28 settembre 2015

bbbbbrrrrrrr.....

Sono a giocare nel parco con il cane, con i cani perchè anche le due border collie mi seguono dappertutto, sulla strada vicina passa una signora che tempo fa era stata mia vicina. Grandi saluti, grandi sorrisi, tante chiacchiere e conclude : “Dio come sei invecchiato Enzo”. Mi ha rovinato la giornata. 
Una domenica pomeriggio , un po' caldina, un po' frescolina, in cui nel palazzo e nel parco non c'era nessuno. Né feste, né vicini, né vacanzieri, neanche i cavalli al maneggio. Quelle domeniche pomeriggio che proprio te le godi o avresti voglia di goderti : “dio come sei invecchiato Enzo”. Fanculo lo so già di mio. 
Passa anche un signore che conosco, da sette anni senza lavoro per cui se ne sta sempre in giro in bicicletta. Dimagrito in splendida forma mi dice, sempre sulla strada e io di qua dal muro: “ormai faccio dai 50 ai 100 chilometri al giorno, ritorni con il fisico perfetto. Farebbe bene anche a te”. In casa poi a fare la doccia, ho iniziato a controllarmi allo specchio, le rughe in faccia, la pelle molliccia, il sedere che una volta c'era, adesso una tavoletta. Mi sono rivestito che se uno sta anche un giorno senza fare la doccia, non muore. 
Sono innamorato ancora di chi non so, ma sono innamorato, una sorta di fantasma che prima o poi si dovrà materializzare. Mi sa che sarà poi. Infatti continuo a perdere tutto e a farmi cadere di tutto. L'altro giorno dico con Marco: “mi faccio un risotto, lo faccio anche per te”. Meraviglioso, buonissimo, sono riuscito ad assaggiarlo. Peccato che poi il piatto mi sia caduto per terra. Mi dice Marco: “ per essere innamorati ci deve essere anche una persona, secondo me stai solo invecchiando”. Temo. 
Ho letto le dichiarazioni rilasciate da Lindo Ferreti. Penso che uno abbia il diritto di essere di destra, di sinistra, di quello che vuole. Penso anche che ognuno abbia diritto di manifestare il proprio pensiero. Anche s epensiero temo sia un aparola grossa. Ho conosciuto Lindo Ferretti, doveva venire a Romanengo, poi data saltata per incidente di lui a cavallo. Abbiamo ripreso la serata per una delle nostre odissee epiche. Non posso dire nulla, tantissima gente, ma tanta tanta. Lui magro magro, piacevole, generoso, pauroso di tutto. Molto gentile ed educato. Sapevo già del suo ritorno a destra, fatti suoi. Sono salito poi con lui in macchina, o l'ho caricato sulla mia macchina non ricordo, per andare dopo a mangiare. Si persona piacevole. E non cambio il mio parere. Neanche ora che appoggia la Meloni, dopo avere appoggiato il papa tedesco. Non condivido nulla di quello che dice, però perchè uno che raggiunge un pochino di fama deve mettersi sull'altare a sentenziare sul mondo? Ma due cose mi hanno dato un fastidio boia. 
Dice che è andato diverse volte a cantare, a suonare ai festival dell'unità perchè obbligato. Obbligato da chi? Sono cresciuto teatralmente al quartiere baraccano di Bologna, quartiere chic, ma illuminato e allora ci gravitava tutto il punk rock emiliano. Sfasciamo tutto, rompiamo tutto. Però facevano tutti la fila per andare a suonare ad un qualche festival importante dell'unità. Io e Marco siamo andati una volta con uno spettacolo, ma io sto male con troppa gente. Non ho lavori per troppa gente, non sono una rock star.Poi abbiamo sempre rinunciato. Allora i festival dell'unità hanno dato lavoro a tantissimi artisti e li pagavano pure bene. Obbligato? Solo perchè le feste della destra allora non lo invitavano? Uno può dire anche no, anche a costo di fare la fame. 
 L'altra cosa che mi ha dato fastidio ( cito a memoria): “c'è chi parla di terzo mondo e poi manda i propri vecchi all'ospizio”. Non ho ancora superato il periodo della morte di mio padre e mia madre e delle loro tante malattie. Loro hanno sofferto tanto, io ho corso tanto e una frase del genere ti viene da gridare “Lindo Ferretti sei un idiota”. Quando Lindo Ferretti era venuto per il suo concerto da noi per il festival Odissea, dopo mi aveva fermato un giovanotto di un paese vicino, uno che è diventato politico della lega. Mi dice “ bisogna farvi fuori voi, portate sempre solo gente di sinistra che vi ostinate a chiamare artisti”. Il voi stava per me e per Marco. Infatti. 
Tempo fa ad un laboratorio , un giovanotto continuava a ripetere a tutti : “ ma se Enzo viene a sapere che sono di destra, mi butta fuori?”. Oggi lunedì , giornata autunnale, in radio parlano dell'aspirina, Marco lavora, il mio cane dorme, io sono sempre per aria in attesa che il fantasma che mi ama, possa diventare materia. Brrrrr.... Con la vecchiaia diventa piacevole recuparare anche la propria stupidità.

lunedì 21 settembre 2015

zero più uno uguale due

Sarà il “respiro del fiume” di venerdì, serata e incontri magici, saranno alcuni sogni, sarà che il mio cane ha fatto tre anni e il pelo vicino alla bocca gli si sta già schiarendo, sarà il frescolino di questi giorni, sarà la stanchezza cui ormai non potrei più rinunciare, saranno gli ormoni che hanno voglia di svegliarsi, ma sto bene. Non mi pongo più domande, perchè o per come, non serve dare una risposta a tutto. Avevo già parlato di come nel film “la donna che canta” , sul finale, scoperta la verità, uno dei gemelli dice “uno più uno non può fare uno”. Avevo già raccontato quanto questa frase mi avesse colpito. Poi ho fatto un sogno di cui ricordo solo l'immagine finale. Una lavagna con su scritto con il gessetto : 0 + 1 = 2. Non ho saputo dare una spiegazione e mi sono anche stancato poi di pensarci.
 Dove abito io ci sono appartamenti che affittano a settimana. La gente viene, che poi uno venga a fare le vacanze a Torre Pallavicina, mi sembra quanto meno bizzarro. Prima una coppia di olandesi. Minutini educatini, sempre chiusi in casa o nascosti a leggere sotto un albero. Poi una coppia inglese con lei donnone esuberante e sorridente. Poi pausa, poi il proprietario mi dice : domani arriva una coppia da Milano per tre giorni, poi prossima settimana altri non so da dove. Arrivo, mi accorgo della presenza dei nuovi arrivati per l'abbaiare del cane. Guardo un attimo e saluto, ma qualcosa mi crea un disagio profondo. Coppia giovane sui trent'anni con bambino piccolo. Non sono mai usciti di casa, solo lui per fare la passeggiata con il bambino. Mi presento , dico di non preoccuparsi del cane che quando c'è qualcuno lo tengo al guinzaglio e le solite cose. Mi batte forte il cuore. Il giovanotto assomiglia in maniera impressionante a me, quando avevo trenta anni. Un po' più alto, un po' più chiaro, ma stessi capelli, stesso taglio, stessa pelle , naso, bocca, sorriso e gli occhi. Mi ha detto che è nato a Milano, ma l'accento era di persona straniera. Non aveva voglia di parlare, sorrideva, e io non volevo fare domande. L'ho rivisto quando sono partiti, sono sempre stati in casa, ogni tanto lui guardava da dietro le tende, mi ha sorriso e salutato con la mano, mi sembrava di svenire. Sembrava me più giovane che salutava me. Capelli lisci neri, pelle vellutata, corpo europeo ed occhi a mandorla. Non mi sono fatto più domande, la vita è fatta di incontri, sguardi, coincidenze.
 In quei giorni continuavo a fare sopralluoghi per la camminata in notturna, pubblico delle foto e il commento di August, omone italo-argentino che stimo tantissimo : “belle foto ma mi domando sempre cosa fai lì che sei arte, palcocenico, e "umano".” poi anch'io nel sopralluogo successivo mi sono chiesto cosa facessi lì, si va bene amare la natura e i cani e gli animali, ma mi sto dimenticando che esistono le persone, che esistono gli amici e che esiste un lavoro che ho sempre amato. Alla camminata un giovanotto che conosco da anni e con cui ci battibecchiamo abbastanza mi dice : “hai solo bisogno di innamorarti” - rispondo :”succedesse, ora potrei essere pronto”. Sua conclusione : “figuriamoci”. Ha ragione. Durante la camminata un bel e delicato gesto di affetto da una persona sconosciuta che tale è voluta rimanere anche quando dopo ci si è ritrovati per mangiare qualcosa assieme. Notte insonne, agitata, la mattina di sabato parto per Cesena. Alcune cose da sbrigare, fiori al cimitero, persone da salutare, computer in tilt e di nuovo notte e ancora sogni incasinati e agitati.
 Mi alzo decido di partire, un salto su in collina ancora per un saluto, ai miei e alle colline, mi fermo a fare benzina. Assonnato, incazzato do le chiavi al benzinaio “50 diesel, grazie”. Lui è un quarantenne atletico, bello, alto, magro, moro, occhi chiari verdi. Fa una battuta, rispondo per educazione. Fa un'altra battuta, lo guardo e mi viene da ridere. Gli do i soldi , mi da le chiavi della macchina e inizia a parlare. Sono stato li mezz'ora, anche di più, con i suoi colleghi che smadonnavano. Praticamente mi ha raccontato tutta la sua vita. Padre, madre, nonno, moglie fuggita, nuova compagna, fratelli, zii, incidenti. Io ogni tanto dicevo di me, ma è come sapesse già. Gli dico che andavo in collina al cimitero. Ma sembrava sapesse già. L'unica cosa che non mi ha detto con precisione, dove era nato e dove abitava. Praticamente nelle zone dove sono nato sia ufficialmente che ufficiosamente. L'accento era quello, inconfondibile. La cosa strana non è stato il bell'incontro e le tante chiacchiere, ma il fatto che diverse volte si commuoveva, mi guardava e gli veniva da piangere. Un giovanotto, alto , bello, moro, quelli sicuri di sé, quelli inavvicinabili, parla con me per raccontarmi di sé e della sua famiglia, e si commuove, quasi come con un parente mai visto e di cui ha sempre sentito parlare. Quando sono salito in macchina per partire, era già da altri clienti, ma poi mi si è piazzato in mezzo alla strada mettendosi una mano sul cuore. Aveva le lacrime. Stavo per mettermi a piangere anch'io perchè per la prima volta ho sentito, me l'ha detto il cuore, qualcuno della mia famiglia, quella mai conosciuta. Zero più uno fa due. Al cimitero guardavo le foto dei miei e li ho ringraziati. Pur con tutti i casini che ci sono in tutte le famiglie, mi hanno voluto bene e anche se nato da altre persone, sono sempre stato il loro figlio. Sono ritornato su, stanchezza e mal di testa a mille, ma con la leggerezza nel cuore. Ho preso il mio cane e l'ho portato a correre. Lui ha fatto tre anni e già il pelo vicino alla bocca si sta schiarendo. Ciao cagnone gli ho detto, stiamo invecchiando.

venerdì 11 settembre 2015

non sarà un paio di occhiali a distruggere la bassa stima

L'oroscopo diceva che da giovedì della settimana scorsa le cose sarebbero cambiate in meglio perché Marte o Mercurio se ne andavano e arrivava non ricordo chi, forse giove, forse venere. Infatti in una settimana mi è successo di tutto e visto il mio disordine mentale e lo sballamento quotidiano, come dice un amico, autoindotto, chissà forse non sono neanche del segno della vergine. Fatto fuori un computer, un paio di occhiali e un cellulare. Vado dall'ottico e pronti gli occhiali mi obbliga a specchiarmi : “ si piace?”. Oddio parola grossa. “non sarà un paio di occhiali a distruggere la bassa stima che ho di me”. Ha iniziato a ridere. Vado per comprare il telefono, il commesso guarda il mio :”le è caduto?” - “no, ho cercato di aprirlo per cambiare la sim” . Ha spinto in un angolino e il telefono si è aperto. Io non c'ero riuscito e avevo provato con il cacciavite. Faccio poi vedere il telefono nuovo a Marco, mi risponde “ ti rendi conto con tutti i cellulari che hai cambiato in questi anni quanta gente avresti potuto sfamare?” Mi sono vergognato di me. Ieri vado a trovare degli amici, lei la mamma appena morta, oggi c'è il funerale. Lui che ha iniziato un ciclo di chemioterapie. Mi hanno sempre insegnato a non mostrare pubblicamente le mie emozioni. Infatti li ho abbracciati e stavo per mettermi a piangere. Fortuna in quel momento mi ha telefonato l'ottico che anche gli occhiali da sole erano pronti e continuava a ridere. I miei amici, lui mi dice : visto come sono smagrito?” Siccome era un omone grosso , io lo trovavo benissimo. Poi fra tanti discorsi mi dice che con la chemioterapia anche il testosterone ormai a zero. Gli rispondo che il testosterone io ce l'ho a zero da una vita. Volevo fare il cretino per tirarli su un pochino, ma la morte, la malattia, i due figli che ricordavo piccoli, ormai grandi e belli, ho salutato i miei amici e mi sono commosso mica da ridere. Mi hanno ricordato che ho molti amici e ho tanta gente che mi vuole bene e non posso buttare questo patrimonio per le mie smanie di ricerche. Abitano in una casa vicino al fiume, di fianco a loro un'altra casa con un appartamento vuoto : “perchè non vieni ad abitare qua?”. Colline romagnole o bassa bassa bergamasca? Prima o poi dovrò decidere che poi magari finirò in Trentino o in Portogallo. In questi mesi avrei dovuto decidere praticamente tutti i miei prossimi trent'anni di vita, non ho risolto né deciso nulla, ma va bene così. Il farmacista di Romanengo con cui ho amicizia, ci diamo regolarmente del lei, mi dice : “ Cecchi non venda la sua casa di Cesena, per andare ad isolarsi chissà dove, fra non molto sarà vecchio, magari non riuscirà a camminare e avrà bisogno di tutori, non riuscirà piu' a guidare la macchina e una casa in città le potrebbe fare comodo”. Razionali gli scorpioni. Ma perché devo pensare a come sarò fra trent'anni? Settimana prossima ancora una camminata in notturna “il respiro del fiume” a Crema per il parco del Serio. Si dai ho un bel carattere e di questo devo ringraziare la vita. La settimana non è ancora terminata e sono terrorizzato dall'idea di quanti altri casini potrei ancora combinare. La vita è una bella cosa e dovrebbe essere un diritto per tutti e non solo per noi nati per caso in una qualche zona del mondo, attualmente più forunata.

martedì 1 settembre 2015

Avrei dovuto risolvere tutto

Un po' di tempo è passato, ma si va, si viene, ci si perde, ci si ritrova e ci si riperde di nuovo. In questi giorni, le cose tragiche, le stupidità della politica e dei poteri, una umanità disprezzata e buttata, ti lascia allucinati e non ti mette voglia di scrivere le sciocchezzine di un quotidiano non risolto neanche risolvibile. Avevo deciso di darmi un momento di pausa per fare chiarezza o per cercare di risolvere alcune questioni della mia vita, pause me ne sono date e me le sono sprecate a perdermi nei pensieri e a rincorrere il bastone con il mio cane. Avevo deciso che entro la fine di agosto avrei risolto tutto, ma erano tante le cose da risolvere che le ho guardate e lasciate per i fatti loro. Avevo deciso che avrei vissuto isolato, come se già non lo fossi abbastanza, lontano dal mondo e da queste terre della bassa. Ma per tutte le cose occorre un tempo ed evidentemente il tempo è stato latitante. Ed è passato agosto, vabbè rimane ancora settembre. Ho girato in lungo e in largo quella parte di Romagna, Cesena Forlì, che dalle colline va su verso gli appennini. Terre bellissime, ostiche, terreni franosi, a volte pascoli o terreni seminativi abbandonati, a volte foreste senza segnali di vita umana per chilometri e chilometri. Ho percorso le vie dei tedeschi rabbiosi in fuga, le colline granaio dell'allora fascio, ho seguito le strade dei racconti di guerra e dopoguerra dei miei fino a quelle montagne che una volta erano toscana e il duce ha voluto Romagna. Da solo o in giro con alcuni amici che pensavano che giù da me ci fosse solo il mare. Ho cercato case con l'idea di trasferirmi definitivamente. Io, il mio cane, un po' di terreno, magari anche un asino e due maialini tibetani, un orto e tanti alberi da frutta. Ma poi una chiacchierata con una amica mi ha tolto dalla follia. Mi dice “ qui da noi d'estate è un caldo insopportabilmente umido, d'inverno la nebbia e l'umidità ti entrano sotto pelle. Il paesaggio, si, può piacere, ma niente in confronto alle colline e alle montagne che stai cercando. Forse hai voglia di una nuova rinascita o identità, ma qui hai la tua vita , hai i tuoi amici. Ti sei costruito negli anni un patrimonio umano che ti stima e ti vuole bene e non puoi buttare questo patrimonio”. Una doccia fredda salutare. Avevo deciso anche di seguire alcuni indizi che avevo sulla mia nascita. Ho telefonato ad un signore, un medico. Volevo chiedere un appuntamento o mandare una mail. Alcune ipotesi molto concrete e non sto a specificare, mi facevano pensare che il padre e lo zio di questo signore, sapessero qualcosa a proposito dei misteri della mia nascita. Appena sentite le mie credenziali, non ha voluto ricevermi o che gli mandassi una mail. “ se ha qualcosa da chiedere, me lo dica al telefono”. Ho cercato di rassicurarlo in quanto ritengo che né il padre né lo zio c'entrino qualcosa con la mia nascita. Ma avevo degli elementi concreti che mi facevano pensare che sapessero. Con educazione mi ha trattato malissimo. “mio padre è morto diversi anni fa , non so nulla, non voglio sapere nulla e se deve cercare qualcosa se la vada a cercare”. Massacrato. Dai vari indizi o dai tanti racconti, a volte strampalati o sconnessi, degli ultimi mesi di mia madre, avevo alcune ipotesi. Siccome dai tanti discorsi emergeva in continuazione questa idea di fratelli, quattro, di cui forse uno gemello e di due genitori, lei morta non so per quale motivo e subito dopo il parto. Lui un graduato della guardia di Finanza, ammazzato o suicidatosi poco tempo dopo. Avevo già parlato con preti o carabinieri, ma sono stato sempre messo a tacere : “ è passato tanto tempo, non esiste nessuna documentazione, lasci perdere”. Ho parlato e poi mandato lettera alla guardia di finanza di Forlì specificando che era un ipotesi , forse non vera, ma la volevo percorrere. Sono passati due mesi e non ho mai ricevuto nessun tipo di risposta. Ora avrei ancora alcune carte da giocarmi. Ma ho deciso di non chiedere più nulla a nessuno, sono stanco di girare a vuoto e di essere trattato male. Torna ogni tanto cocente il desiderio di conoscere questi eventuali fratelli, ma sono passati in effetti tantissimi anni e forse non ho diritto di andare a scombussolare la vita di altri. Rimane questa ferita aperta e il dolore profondo di mia madre che ha lottato per tutta la vita per difendere l'identità e l'amore di suo figlio, rimane il dolore di mio padre che solo negli ultimi anni si è riappacificato con me “tu non sei un figlio, sei molto di più”. Mi tornano in mente un romanzo e un film. Il romanzo è “umiliati e offesi” di Dostojevsky. Si conclude con “avremmo potuto essere felici”, già, ma anche no. E il film è il canadese “la donna che canta”, terribile inquietante angosciante. Il gemellino che dice “ uno più uno non può fare uno” e tutte le volte , perché sto film l'ho visto diverse volte, mi verrebbe da urlare anche a me. Adesso basta, devo voltare pagina, definitivamente. Da qualche parte e in qualche maniera sono nato. Forse non voluto, forse non potuto tenere, forse chissà. Ma dal primo giorno, forse per compensare la vita di un altro bimbo nato morto, sono diventato figlio di un'altra donna che come tale per tutta la vita mi ha voluto bene. Stop. Rimane la mia faccia e il mio corpo. Per i miei amici messicani dei “Quetzalqoatl” potrei essere un uomo del Chapas, per alcune signore russe arrivo indubbiamente dalla Mongolia, alcuni sudamericani mi chiedono di quale paese sono. Yumiko, danzatrice giapponese di butoh mi diceva che le ricordavo un coreano. Alcuni parenti hanno iniziato ad ammettere che forse non ho nulla in comune con loro. A volte ci si sente soli, ma tutti, a volte, si sentono soli. Stop. Con Marco abbiamo deciso di darci una pausa, non dal lavoro che in effetti continuiamo a lavorare, ma dalle idee e dalle decisioni, fino alla fine di ottobre. Ci sarà ancora una stagione teatrale? Non abbiamo voglia ora di decidere. Ci sarà un prossimo festival Odissea? Non abbiamo voglia di decidere ora . Ci sarà un nuovo spettacolo? Forse che si forse che no. L'unica cosa che non sto mandando a monte sono i laboratori. Mi diverto troppo e mi danno una notevole carica. Non può più essere il tempo delle angosce, la vita non è lunga e varrebbe la pena viverla. Quando avevo preso il cane, sognavo di portarmelo in giro dappertutto, ma lui sta bene dov'è e portarlo in giro, con il guinzaglio poi, mi si butta per terra con le gambe per aria e non c'è verso di spostarlo. Quando lo porto a Cesena, smette di mangiare , di bere, lo devo obbligare, gli viene la febbre, poi lo riporto su e ritorna vivacissimo. In questo periodo, dalle sei della mattina fino a sera, sono minimo sei le ore al giorno in cui lo faccio correre, camminare giocare. Devo allentare perché la sera stramazzo io a terra. Passato indenne anche il giorno del mio compleanno, non ho mai festeggiato neanche quest'anno. Una cena piacevole con amici cui tengo tantissimo. Un abbraccio e un sorriso a volte danno tantissimo. Più avanti magari agli inizi dell'autunno voglio organizzare una grande cena con tantissima gente, ognuno porta qualcosa, e li a ritrovarsi magari in cento, duecento sul greto del fiume Oglio. Se si devono fare delle cose, si facciano alla grande. Stanotte ho sognato che i miei pomodori, ne ho tanti e tutti verdi, erano maturi. Il fiume del paese in cui sono nato , che in questo periodo è in secca, era pieno di acqua e il cane del pastore di pecore che stazionano davanti a casa mia, era in agguato a controllarmi. Dei tanti paesaggi che ho visto, alcuni in particolare mi hanno colpito. Dal paese di mia madre, su per paesini che sembravano del sud, pochi chilometri per arrivare da 200 a 700 metri, strade tortuose strette, ripide. Improvvisamente sono arrivato in cima. A sinistra boschi e foreste incolti. A destra, sul crinale che andava verso il forlivese, una strada sterrata e campi completamente vuoti e abbandonati. Il colore del tramonto e il vento che sollevava la polvere. Per ore non ho visto nessuno. Quei campi con pendenze fortissime avevano visto i contadini dei grandi proprietari terrieri, hanno visto i repubblichini, forse anche il duce, poi i tedeschi in fuga e i partigiani. A ogni estate la nonna di mia madre si caricava un cesto di frutta sulla testa e percorreva quelle strade per andare a trovare la sua figlia e i suoi nipoti. Ho respirato quell'aria, mi sono fatto prendere dall'angoscia per il troppo silenzio e la troppa bellezza e poi di nuovo a risalire le strade del ritorno. La follia a volte è un assoluto, ma ancora questo assoluto non mi appartiene. Anche la solitudine può essere un assoluto che fa paura, ma a volte ti permette di capire la ricchezza che hai attorno. Ora non so, continuerò con la mia vita ( che poi la vita è come un fiume, giorno dopo giorno non è mai la stessa acqua), le ferite e la tristezza rimangono, ma bisogna dare un taglio. Altrimenti uno continua a pensare che si invecchia, ci si ammala e poi si muore. E ci si dimentica che si è ancora vivi. Volevo fare dire delle messe ai miei , ma poi ho deciso di dare quei soldi ad una associazione umanitaria. Perchè il ricordo di chi è stato possa alimentare la vita di chi ancora deve nascere.