martedì 30 luglio 2013

cani gatti, fiumi inquinati e metropolitane senza guidatori

Qualche anno fa al maneggio alcune signore avevano portato dei gatti , tre, rossi. Erano sempre a casa mia. Loro non li consideravano, servivano per mangiare i topi, dicevano. Però quando questi gatti arrivavano da me, si arrabbiavano. Ero disposto anche a pagarglieli, loro, queste due donne, di una arroganza assoluta, mi guardavano quasi fossi un pezzente. Poi questi gatti li hanno voluti sterilizzare perchè possono scappare e finire sotto una macchina. Poi le due hanno cambiato maneggio e i gatti li hanno abbandonati li. Neanche denunciarle dato che i gatti erano originalmente randagi ed “erano capitati li”. Nel frattempo io avevo il mio, un randagino rosso piccolino e spaurito che era stato buttato dentro il parco, e dei tre gatti due sono finiti male subito, ne è rimasto un terzo, sempre imbambolato e con gli occhi strabici. Con pazienza , a turno io e Marco lo abbiamo curato e dato da mangiare, poi è stato adottato da Marco. Poi io ho preso il cane, il mio gatto scatenato in gelosie non è più entrato in casa e poi scomparso. Il gatto tontolone e strabico di Marco, andava e veniva, un po' casalingo un po' randagio. Quando giravo nel parco con il cane, sto gatto ci seguiva e faceva lo spaventato appena il cane si avvicinava. Succede che in campagna e in un maneggio ci siano topi e mettano il veleno, succede che magari un gatto, in questo caso, Poldo, il gatto semirandagio di Marco, mangi il veleno o un topo avvelenato. Ce ne siamo accorti tardi e la morte di Poldo è stata dolorosa e lancinante. Poi una piccola cerimonia segreta per dire il nostro ciao a questo micio testa dura e tontolone. Nel parco c'è una cagnetta border collie , Tequila , che ha un padrone , ha una casa, ma lei ama stare al parco e tormentare le anatre. É sempre sola e da quando ho il cane ci segue nelle camminate. Ultimamente non va più neanche a casa e spesso la mattina me la trovo addormentata davanti alla porta di casa. Un po' innamorata di me un po' del mio cane , che non è che si facciano grandi feste, ma hanno notevole complicità. Io non posso più accarezzare Tequila perchè il mio cane corre come un bulletto e le si piazza davanti guardandola negli occhi e lei se ne va. Ieri in un prato - lei di solito va a scovare gli animali ( lepri tordi o quant'altro) per farli fuggire , così interviene il mio (Peter)che li insegue- ieri lei ha scovato un uccello, forse una quaglia, e non gli hanno dato tregua. Poi lei ha ammazzato l'uccello e lo ha lasciato li a disposizione di Peter che lo portava in giro per giocarci. Io non meno il mio cane, ma ieri, si, gliele ho date. Peter sta crescendo ed è di una vivacità impressionante, salvo quando gli metto il guinzaglio e allora cammina come un cane depresso di venti anni. Ha sempre un bel carattere, ma inizia a fare il bulletto e sembra non abbia paura di nulla. Sto valutando seriamente non una castrazione definitiva, ma almeno quella che dura sei mesi, però ho forti resistenze. E' piccolino, magrino , però tante persone cominciano a dire che è grosso da paura. Quando mai? Per farlo mangiare chiamo Tequila, e per paura che lei si mangi il suo cibo, lo divora digrignando. Per il resto , il cibo sembra per lui un inutile optional. In questi giorni sono stanchissimo, un po' fisicamente, ma soprattutto mentalmente. Avanti e indietro da Cesena e la situazione sta diventando pesantina. E la pietà, ma anche l'affetto per mia madre, si stanno mescolando a rancori e a forte incazzature che tengo dentro e fortuna che poi le sfogo nelle lunghe camminate corse con il cane. Ieri sopralluogo a Milano per una ipotesi di una camminata in notturna lungo un fiume del parco nord di Milano. Il posto è molto bello, ma il fiume è un torrente che si chiama Seveso ed è il torrente più brutto e puzzolente che abbia mai visto. Ma ci vuole così tanto per disinquinare e rigenerare un corso d'acqua? Cominciare per esempio a fare pagare a quelle ditte che ci buttano di tutto, cominciare a pensare che un fiume torrente corso d'acqua non può essere la fogna di chi ci abita di fianco. Comunque mi hanno chiesto di ragionare sul fiume ammalato. Anche lui? Ieri ero del genere scoglionato andante. Da un anno che non prendevo il treno: stazione di Romano di Lombardia, impressionante come in un anno questa stazione una volta carina sia degradata. Erbacce dappertutto, muri scrostati, tetti pericolanti, bar chiuso, gabinetti chiusi, puzza di piscio. Anche Milano centrale, mai vista così sporca, immondizia dappertutto. Sembrava di essere dentro il film Blade Runner. Schermi giganti e merda ovunque. Poi inquietante la nuova metropolitana numero 5.
Asettica, senza conducente, proprio senza nessuno. Marco estasiato continuava a fotografare e a filmare, a me faceva paura. Non è che Milano sia brutta , ma appena ci metto piede sto male fisicamente e mi viene anche il raffreddore. Per settembre dovrei fare  un tot di camminate, domani un altro sopralluogo. Ho la mente confusa e ho troppe idee che mi invadono e vorrei cominciare a concretizzarle. Agosto e settembre sono i miei mesi, sono i mesi per me della scrittura e della semina,sono anche gli unici due mesi di un anno in cui riesco anche a piacermi. solo un pochino però

martedì 23 luglio 2013

Con il coraggio di osare

Anni fa nasceva l'idea di un nuovo teatro, di una nuova danza, di una nuova visione del circo, l'arte non aveva più voglia di essere rinchiusa in un museo ed esplodeva nelle strade e nascevano anche fenomeni nuovi per esempio legati alla body art. Si lavorava in gruppo, il gruppo spesso era un importante marchio di fabbrica. Certo il singolo, in qualsiasi campo c'era e per emergere comunque bisognava essere singolo. 
Oppure di certi “fenomeni” rimaneva il nome principale anche se il percorso poi era stato fatto da tanti. Per esempio penso a Grotowsky e ai suoi tanti attori , specialmente Richard Cieslak , il bel giovanotto seminudo che campeggia sulla copertina di “per un teatro povero”. Poi anni 80, metà e fine anni 80, campeggiano sulle strade megamanifesti in bianco/nero di un noto stilista poi morto ammazzato. E' il corpo che diventa dio, è l'io cancellato per dare sopravvento ad un ego smisurato narcisista folle. Certo non è colpa della pubblicità, la pubblicità e lo stilista captano quello che sta succedendo nell'aria. E un po' alla volta fino al nuovo secolo. Qui in Italia, di vecchie e storiche compagnie si ne sono rimaste, ormai quasi baluardi invalicabili, ma spesso se rimane il nome è solo per mantenere il marchio perchè tutti comunque non hanno più voglia di gavette , ma di emergere appunto. E spesso macerie alle spalle di cui pochi sanno e che forse neanche interessano. Penso a Richard che ho incontrato a Bologna ad un convegno, presente Grotowsky. Non c'era più nulla del bellissimo giovanotto della copertina del libro. A pochi mesi dalla morte. Volto tumefatto, corpo sfatto, puzzava di alccol e di tutto. Mi dicevano che era andato in America a cercare fortuna nel cinema. Tanti tantissimi, cito ancora alcuni episodi.
La bella attrice italiana, amante o così diceva del famoso leader del gruppo newyorkese, vissuta negli ultimi mesi come una barbona e poi morta suicida. Penso al bellissimo danzatore di una compagnia inglese rifiutato dalla sua compagnia e dal famoso capo, pure lui gay, appena scoperto che aveva l'aids. Penso al ragazzino che parte dalla Puglia per andare a lavorare nella compagnia del suo mito, la famosa coreografa tedesca. E poi morto solo, la in Germania, di overdose. Ma anche tanti altri , come il nostro amico Ludovico, uscito dal gruppo in cui era ,anche lui brutta morte dopo poco tempo. Ma il teatro dimentica facilmente, o forse la nostra società dimentica facilmente. Sembrava che la rivoluzione dovesse partire dal gruppo e un po' alla volta questi nuovi linguaggi sono diventati tradizione e i singoli sono usciti dai gruppo per emergere . Così come il loro talento probabilmente imponeva. Il risultato è che abbiamo una serie di attori importanti, anche se nessuno ha poi cavalcato genio e sregolatezza, come un Carmelo Bene o un Leo de Berardinis. Al massimo abbiamo fuori scena depressi cronici o amanti dell'alcool o persone incapaci di formulare un pensiero uno se non imboccati dal loro drammaturgo.
Ma il punto non è questo: abbiamo principalmente due regioni, l'Emilia Romagna e la Puglia seguite a ruota forse dal Piemonte e dalla Toscana in cui teatro danza e realtà varie, spesso importanti, si sono moltiplicate nel corso degli anni. Abbiamo la Puglia con attori danzatori musicisti talentuosi giovani e agguerriti. Per il resto si, qualche bella realtà, gruppi interessanti nel nord est, un festival strepitoso come quello di Dro, ma poi? Da anni si dice è colpa dei soldi, della mancanza di soldi, però sta di fatto che nessuno rischia più nulla. Se non in qualche compagnia di danza e ne abbiamo di notevoli in Italia, però anche li, intenti molte volte a raggiungere la perfezione hanno rischiato a volte di perdersi in codici così compiaciuti di sé da essere compresi dai soli addetti ai lavori. Nel teatro i grandi nomi, si ogni tanto una produzione con altri, un po' di date combinate fra i vari centri teatrali , spettacoli da dimenticare. Il grande nome non ama rischiare più nulla, preferisce starsene in scena da solo raccontando una qualche storia, per ammaliare il pubblico. Va bene. Il risultato è che abbiamo attori giovanissimi e talentuosi che subito si buttano su questa strada. Un bel testo, la loro innegabile bravura e il mercato tira ancora.
D'altra parte negli ultimi anni , le scuole di teatro si sono adeguate ai format televisivi e se vai in una scuola di teatro , non ti insegnano ad essere gruppo, ti fanno credere che potresti essere un genio a patto che tu massacri gli altri. E sti giovani attori, belli e bravi, pieni di grinta si ritrovano poi ad essere umiliati in continui asfissianti provini che se ti va bene ti becchi lo spot televisivo, se ti va benissimo finisci in qualche soap opera. Niente di scandalizzante, è comunque lavoro. Un mio amico anni fa, somigliante a Richard Gere, quello giovane, ma più bello, più alto, capelli neri occhi blu azzurro, grandi speranze, poi macinato dalla grande compagnia milanese, adesso, come tanti altri, me lo ritrovo in qualche serie televisiva. Imbambolato, inutile e intercambiabile come tutti gli altri. Conosco giovani attrici, porca miseria, belle, di talento, di intelligenza e senza lavoro. Io quello che dico a tutti, e faccio spesso l'esempio dell'Atir, è di ritornare ad essere gruppo, di formulare un proprio linguaggio, una propria poetica. Ecco, mi manca questo, mi manca la voglia di mandare affanculo le proprie sicurezze e ricominciare da capo. Perchè , tanto non si butta via nulla, occorre una nuova grande rivoluzione culturale in tutti i campi. In questo periodo sono umanamente e teatralmente in crisi. Amo questa professione, impazzisco di gioia quando vedo attori e danzatori e musicisti proprio bravi e spettacoli che mi piacciono, mi ringiovanisce il cuore , però sento l'esigenza di qualcos'altro. E questo qualcos'altro non può arrivare più dall'intuizione di un singolo, non solo, ma dall'accorpamento di tante intelligenze e tante idee. I prossimi mesi anni saranno durissimi, forse neanche come ci immaginiamo. Sopravviverà , forse, chi non mette in discussione nulla ,ma userà il proprio talento, appunto solo ed esclusivamente per annebbiare le menti. Forse.
Oppure questa nuova miseria che arriverà a strangolarci farà pensare a qualcuno “ non ho più nulla da perdere”. Io non ho mai avuto nulla da perdere e mi sono permesso anche il lusso di fare le scelte che volevo, sbagliando a volte, ma pagando sempre io. Abbiamo qualcosa da perdere? Dico ai giovanissimi artisti, mandate affanculo le scuole, il loro pensiero ma tenetevi la tecnica . Abbiamo il dono, la fortuna e la sfiga di frequentare una professione faticosa ed entusiasmante, non perdetevi, raggruppate le vostre forze, le intelligenze e il vostro pensiero, non pensate al mercato, non incaponitevi su stupidaggini che vi potrebbero far scagliare rotta , usate la vostra bellezza, la vostra bravura, il vostro cuore ingarbugliato assieme ai tanti come voi. Ci sono e sono tanti. Con il coraggio di osare.

domenica 21 luglio 2013

Seghe e pentagrammi


Chiusura del festival oggi alle 16, per adulti e bambini. Si parla di acqua, si gioca e si suona con l'acqua. Festival ridotto per tantissimi motivi, comunque 12 eventi, forse nulla di stra-nuovo o stra-eclatante, comunque eventi e serate di alto spessore e anche di più. In questi giorni, fra viaggi, ritorni, cani in crescita, casini nella mente e in casa, per non parlare della macchina, ormai bordello unico, mi sto perdendo in tantissimi ragionamenti e la voglia della mia ultima , e spero ancora lunghissima, nuova giovinezza. Ancora in fieri, ma pronta a sbocciare. Una stagione o un festival sono occasione per me anche di incontrare vecchi amici e di conoscere sempre altrettante persone nuove. Ma prima di raccontare le piccole analisi che mi tormentano la mente, vorrei parlare un pochino di queste serate e del loro protagonisti. E inizio con i tre eventi che causa maggiore non ho potuto seguire. La mostra di Maurizio Donzelli, vista troppo di sfuggita perchè dovevo fuggire per gli ultimi preparativi della camminata. Bella, intensa, delicata , la mostra. Poi una conferenza sulle acque, ed infine quello che mi è spiaciuto più di tutti: uno spettacolo in un posto particolare, una casa privata e senza l'aiuto di nessuna amministrazione.
Marco mi ha fatto morire di invidia raccontandomi, di uno spettacolo bello e onesto, della bellezza della casa, e della simpatia degli ospiti. E dei tanti amici che c'erano e avevano voglia di vedermi e io faccio sempre la figura dell'uomo misterioso che fugge. Che non è crearsi un mito, faccio proprio la figura dello stronzo. E alla faccia che sostengo di essere esente da qualsiasi forma di narcisismo e da egocentrismi di vario genere, inizierò a parlare di me. Ma va. La camminata e il laboratorio, si ne ho già ampiamente parlato,ma la camminata in notturna del 21 giugno è una di quelle più emozionanti che abbia mai fatto, complice la luna, il fiume e il bosco e soprattutto le persone che avevano voglia di emozionarsi e di fidarsi di me. La voglia di rinascere nelle mente e nel cuore , voglia che appartiene, soprattutto in questi periodi , a tantissimi. E poi il mio strano laboratorio, un po' all'interno, un po' all'esterno e tanto in acqua. Poche persone, ma andava bene così. Se nel lavoro ci metti il cuore e l'anima, il cuore e l'anima ti vengono dati. Un augurio ai miei partecipanti:: che possa succedere nel vostro cuore e nella vostra vita, tutto quello che di meglio desiderate per voi, Si
 di Paradjanov e del manifesto ne ho già parlato. Valentina e Andrea e la loro bimba alice. Belli, sorridenti, formichine da lavoro. Tac, tac in pochi attimi hanno montato la loro roulottina, scena di “le canzoni da marciapiede”. Mi hanno raccontato la storia di questa roulotte, comprata usata, verniciata, poi persa nell'alluvione di La Spezia, poi ritrovata assieme ad una Madonna. In scena lei cantante dalla voce strepitosa, rosso, fuoco passione, canottierina lui, da musicista, di quelli genere maledetti. Troppo bellino ed educato per rimandare minimamente al musicista maledetto. Talentuoso si. Tanta generosità e forse un po' lungo lo spettacolo. Della scorpioncina Arianna Scommegna ho già ampiamente parlato e tutti sanno che stravedo per lei. Antonella Questa, non la conoscevo fino a qualche anno fa. Tanta grinta, faccia simpatica, quarantenne con ancora l'entusiasmo nel cuore. Ho scoperto che ha un numeroso fans club disposto a spostarsi ovunque pur di assistere ad un suo spettacolo. E ultimamente sta girando tantissimo soprattutto con lo spettacolo “stasera ovulo”. Tanti tantissimi applausi per questo “ vecchia sarai tu”.
Piacevole e fascinosa anche il suo tecnico: una pantera con gli occhi verdi e i capelli rossi – Il nostro quella sera era un ragazzino alto alto che poi ho scoperto che nelle medie aveva frequentato un corso condotto da me. Mi sono sentito vecchissimo. 
Davide Maldi, ci era stato consigliato dalla nostra amica Lella del parco Oglio sud. Un documentario, in realtà qualcosa di più, sul Tevere e sugli abitanti delle sponde, dalla sua nascita fino al mare. Belle scene, mai un compiacimento, tanti ragionamenti dietro ogni fotogramma. Appena ho conosciuto Davide il regista, giovanissimo e con un curriculum da paura, gli ho detto “mi sa che te sei della bilancia”. Oh c'ho azzeccato. Incontrare gente così giovane e tanto in gamba, si è una bella speranza per il futuro. E ora arrivo alle due serate che maggiormente mi hanno sorpreso. La prima quella dedicata a Verdi agricoltore con Roberta Biagiarelli e Sandro Fabiani, drammaturgia Renata Molinari. Conosco Roberta da una vita, e anche se marchigiana, è lo stereotipo della classica azdora romagnola. E ci sarebbe da scrivere un capitolo su queste donne di teatro uscite da quello che allora era “teatro settimo” che anche se non ho mai amato eccessivamente Vacis, però tanto di cappello, con gli attori ci sapeva proprio fare. Biagiarelli è un acquario incandescente e adrenalinico. Una volta in trentino mi aveva detto “perchè non mi fai una regia?” ma Biagiarelli, mi vuoi massacrare? In realtà dolce e colta, comunque pasionaria. Sandro , l'altro attore, l'avevo conosciuto sempre con Roberta ne “la leggenda dei monti naviganti”. Assieme sono una bella coppia, un po' irruenti a volte per i miei gusti che ogni tanto ho
anche bisogno di atmosfere ovattate. Ma funzionano così e vanno bene così .E sul finale la sorpresa a pelle d'oca che già avevo visto in prova. Improvvisamente sale sul palcoscenico un giovanotto, musicista di professione, di Carpi, prende una sega , quelle normali da ferramenta, si siede e con un archetto da violino , inizia a suonarla. Le arie di verdi. Figura da erotismo sfacciato, se si vuole scherzare un pochino ( la sega appoggiata fra le gambe e tenuta con una mano) in realtà un suono di bellezza lancinante. Seghe e pentagrammi appunto. Poi lo spettacolo di ieri sera a Canicossa, frazione di Marcaria, provincia di Mantova. Arrivano questi quattro ragazzoni, il più alto due metri e passa, da quel di Rimini Riccione e Cattolica, io non li conoscevo, in reatà uno si, Marco aveva visto lo spettacolo ed era sicuro di sé, io temevo. Poi abbiamo iniziato a parlare di piadine Romagnole e delle tante versioni: più sottili verso le Marche e più alte man mano si sale al nord fino a restringersi e ad alzarsi e diventare tigelle in Emilia. Ci si può scannare sulla ricetta più giusta per una piadina. Man mano, abbiamo fatto amicizia, tanto caldo, umidità, zanzare e afa. Avevo raccontato loro la scena finale del Verdi ( il musicista che suona la sega) e ho detto: stupitemi ancora più di lui. Dopo un po' arrivano “ abbiamo preparato un epilogo dedicato a voi, forse non sarà così eclatante, ma ci abbiamo messo il cuore” . Ti sciogli.
Lo spettacolo genere comiche film muto. All'inizio mi si arricciavano i capelli, poi man mano avanzava ti prendeva, un po' alla volta ci hanno trascinato , come una nave che parte e improvvisamente inizia a salpare
a grande velocità. Era un terreno scivoloso, ma loro con delicatezza e bravura hanno saputo camminarci e correrci. Con bravura ed eleganza.E tanta poesia. Il talento e la bravura servono, ma serve anche il cuore. Ecco gli spettacoli di questa tredicesima Odissea, avevano tutti queste caratteristiche , compresi chiaramente anche la mia camminata e il mio laboratorio ( sempre del genere io non amo citarmi e non sono narcisista) . Bell'incontro anche con il loro tecnico, il ragazzone di 450 metri. In realtà un giovanottino di 25 anni uscito da una delle tante scuole di teatro oggi in italia. E su queste , sugli attori, e sul ruolo in questa società , si incentravano le mie analisine menatine.
Ma mi sono dilungato troppo ed è giusto concludere con un appaluso, un ringraziamento e mille abbracci a questi artisti dal cuore grande e al nostro pubblico che ha continuato a seguirci e ad amarci. Oh porca miseria, oggi non ho parlato del mio cane, dai, prossima volta.

giovedì 18 luglio 2013

albe tramonti odissee

Ancora pochi giorni e anche quest'anno chiudiamo il festival Odissea. Prossimo anno chissà. Festival piccolino, in realtà ce ne sono anche di più piccolini in giro, ma piccolino per noi che eravamo partiti 13 anni fa con numeri altissimi e due mesi di programmazioni da infarto. Odissea nasceva come progetto, tanti comuni, quattro province, legati al fiume Oglio , poi anche i parchi Oglio nord e Oglio sud. Il progetto era dare visibilità e importanza oltre spessore a zone tradizionalmente dimenticate e considerate tout court “ la bassa”. Abbiamo riscoperto , ritrovato e reinventato luoghi che neanche immaginavamo. Uno si avventura in queste zone di muratori, granturco, mucche e maiali, di rotonde ogni dieci metri, di cave e di consumo di droghe fra i più alti in italia ( dati Asl di Brescia) , di variegati interessi politici, neanche si immagina la bellezza di tante cittadine fra cui le più eclatanti indubbiamente Soncino ed Orzinuovi. Ma poi avventurandoti fra strade che sembrano tutte uguali scopri tesori , dall'architettura, alla pittura, che ti fanno girare la testa. Oltre la tanta acqua, bene forse non compreso fino in fondo, abbiamo riscoperto castelli, cimiteri prenapoleonici e per me è stata una occasione anche di studiare queste zone. Perchè non puoi andare in un posto e non conoscere l'economia, la storia e la cultura di questo posto e di questi popoli. Zone di meticciato continuo, visto la grande navigabilità dell'Oglio nei secoli passati. Insediamenti Romani, ghetti Ebraici e via via insediamenti di militari che arrivavano da ogni parte, Roma , Venezia, Milano e poi anche napoleone. Soldati cui magari veniva data come paga un appezzamento di terreno e stanchi di nomadismi , qua si insediavano. Poi la scoperta delle grandi famiglie di proprietari terrieri che in mezzo ai loro territori costruivano ville da infarto. Per esempio la villa della famiglia Montini, la piccola Versaille che è la villa dei Feltrinelli, senza parlare dei tanti borghi, o dei tanti castelli. Una bella esperienza non solo di luoghi, ma anche di persone, anche di amministratori cui va il nostro grazie e il nostro rispetto. Poi passano gli anni, qualche diktat, qualche ostracismo, poi la crisi economica. Anni belli e anche tante polemiche, ma credo fermamente che qualcosa di importante abbiamo lasciato e abbiamo costruito. Dopo di noi tanti altri festivalini alcuni anche importanti con il tempo. Il presente quest'anno, poche serate credo non solo dignitose, ma proprio belle. Marco che cura la direzione, ha azzeccato praticamente tutto. E abbiamo avuto gente anche con gli spettacoli a pagamento, fino allo scorso anno erano serate a ingresso gratuito. Poi tireremo le somme, adesso ancora due serate e un pomeriggio di festa. L'immagine del manifesto è da uno dei film di Paradjanov, artista enigmatico e affascinanti di cui siamo innamorati. Un po' genio, un po' pazzo, un po' visionario, un po' barbone.
L'immagine che ho di Paradjanov è di lui invitato , dopo anni di gulag, da Tonino Guerra al festival cinematografico di Venezia. Scende dall'aereo e in conferenza stampa non riesce a parlare, ma inizia a piangere perchè al suo compagno non avevano dato il permesso di uscire ai confini dell'allora Unione Sovietica. Ancora tre serate per concludere, Venerdì a Romanengo, Cascina Cà de polli. Una anteprima di Roberta Biagiarelli in un posto molto particolare. Un pianalto, una zona iperprotetta che ora vorrebbero distruggere per impianti di gas e cave di argilla e una villa appartenuta fino al dopoguerra alla famiglia Bracco. Poi una brutta storia e questo spettacolo , lì, forse rappresenta anche una sorta di riappacificazione del paese. O meglio della villa nei confronti del paese. Sabato a Canicossa, comune di Marcaria, provincia di Mantova, anche li villa padronale attualmente adibita a feste e matrimoni, tutto il paese sarà chiuso e prima e dopo lo spettacolo grande festa.
Poi domenica pomeriggio in una delle zone più affascinanti di tutto il territorio “ Il parco del Tinazzo” ultimo avamposto di Soncino verso Bergamo, un parco privato con una delle chiesette più antiche che esistano in zona. Una delle prossime volte parlerò magari degli artisti, vecchie conoscenze e nuove sorprese.Poi agosto, poi settembre, in giro con qualche spettacolo e qualche camminate e di nuovo sarà autunno e chissà.

lunedì 15 luglio 2013

il dio di cuori, gli abbandoni e le visioni nella nebbia

Per acquietarmi in questo periodo dovrei farmi quindici giorni in crociera tra i fiordi norvegesi, passare poi qualche giorno in Irlanda, una settimana a Lisbona, di li magari un saltino a Parigi per prendere l'aereo per Montreal, altri quindici giorni dai. Il cane me lo porterei dietro. In questo periodo due, tre giorni la settimana lo devo lasciare ai miei amici. Loro sono bravi , il cane ha la possibilità di giocare con una bimba e con un altro cane. Ma qui da mia madre, fantasmi e sindrome da abbandono sempre in agguato, devo correre tanto e poi i viaggi estivi sull'autostrada sono una scommessa. Anche stamattina, ore di fila. Il cane , dicevo, me le fa poi pagare. Nel senso che diventa sempre più territoriale, è sempre adorabile, ma qualche segnale di maschietto che sta crescendo lo sta già mostrando. Se fino ad un mese fa saltava addosso alle persone per leccare la faccia, ora le prende di lato o da dietro e cerca di scoparsele. E non posso più dire che ha il carattere uguale al mio, altrimenti faccio la figura del vecchio porco. Ieri pomeriggio ultimo giretto, eravamo seduti a giocare - se con le persone ho un pudore oserei dire patologico, con il cane sono stupidissimo senza remore – improvvisamente ci compare di fianco un vecchio, di quelli cattivi e odiosi da stereotipo. L'avevo notato che aveva parcheggiato la macchina, forse non era neanche cattivo e odioso, ma mi ispirava una antipatia profonda. Lui non ha guardato né me né il cane che ha iniziato a ringhiare , poi mi è fuggito e gli correva dietro. Io dicevo non si preoccupi non fa nulla, ma lui non ci considerava. Non ci fossi stato io, il vecchio mi avrebbe massacrato il cane. Riprendo Peter , riesco a mettergli il guinzaglio, ma lui continuava bloccato a fissare la direzione del vecchio che nel frattempo era sparito, poi mi sono accorto ci stava spiando da dietro un muro. Questa visione non è foriera di cose belle. Di buono che a lui il cane non ha cercato di scoparselo. Volevo parlare dello spettacolo della brava Antonella Questa, la tanta gente e i casinisti fuori che aspettavano la fine dello spettacolo per la festa della birra e l'esibizione di un gruppo da cover tradotte in bergamasco. Oppure potevo parlare del bel film di Davide Maldi , giovanissimo e talentuoso regista, un piacere conoscerlo, ma alcune righe nei commenti di una amica, mi fanno ritornare ancora sull'argomento, quello per intenderci del blog precedente. Ho scoperto cartomanti guaritori e tutta quella roba li dopo i 18 anni. All'inizio era per gioco. Conoscevo una signora, una astrologa, non andavo da lei per avere previsioni, era una vecchia signora snob, ma mi piacevano i suoi racconti anche perchè era l'astrologa ufficiale di tantissimi cantanti in voga allora. Racconti venati di ironia, di disprezzo a volte e verità che due più due, porca miseria ha ragione. Le avevo detto, scriva un libro, ma lei “segreto professionale” e lo vieni a raccontare a me? E poi non capiva nulla di sogni. Poi un incidente al marito di mia zia e lei non si dava pace e alternava incontri con medici a incontri con tutto questo sottobosco che dicevo. Mio padre aveva la 600, lei la mini minor e quando mi ha chiesto se li potevo accompagnare in giro per la romagna, non ho esitato: si, così facevo anche lo sborone con la macchina di mia zia. Tutto ciò che c'era di peggio , pur infarcito di una religiosità esasperata, esagerata, tribale , teatrale, l'ho conosciuto. E dato che c'eravamo, spesso mi facevo predire il futuro anch'io. Riporto due episodi, due è sempre il mio numero costante e non ne capisco il motivo, uno ridicolo, l'altro tenero. Il primo: un vecchio simil contadino in villa moderna in un paese verso Rimini. Fila di ore, eppure secondo me era un imbroglione come pochi. Fra le qualità che
vantava, poteva guarire dall'omosessualità e dall'impotenza. Ho saputo da una signora che ci aveva mandato il marito, per impotenza, che il mago aveva tentato la guarigione cercando di fargli una sega. Non oso immaginare cosa si sarebbe fatto fare se uno fosse andato per guarire dalla omosessualità. Il ricordo tenero riguarda una signora di Forlì , straniera vedova di un italiano, colta, laureata in filosofia, leggeva i fondi del caffè secondo un antichissimo , diceva lei, rituale zingaro. Qui sono andato tanti anni dopo, su indicazioni di mia cugina, sempre assidua frequentatrice di tutto questo popolo e ora fanatica della Madonna di Medjugori. Quello che mi aveva colpito è che tutte le cose a medio termine le aveva indovinate, comprese alcune mie intricate vicende sentimentali. Poi per il resto , no , sciocchezze. Ma dette con eleganza e senza l'apparato teatrale di candele santi santini madonne varie. I problemi attuali di mia madre, depressioni e paranoie da brivido, nascono da molto lontano, oltre l'esigenza neanche troppo inconscia di tenere il figlio appiccicato a sé, questo mondo fatto appunto di visioni , magie e capacità, allora, di intendere e capire i sogni. Ma li interpretava di nascosto , per amici e parenti sennò avremo avuto la fila di questuanti di risposte, davanti a casa. Da sempre nei suoi momenti alterati vedeva cose strane e cose strane a volte succedevano anche in casa. Mio padre si limitava a un :“la è mata” , indubbio che era il suo cervello, ma questi mondi paralleli con lei hanno sempre coabitato. E ora che cercano di prendere il sopravvento, vedono me guerriero senza armi e senza speranze. Lei mi raccontava che queste cose le aveva avute in eredità da sua madre e che vanno avanti madre dopo madre. E lei non avendo avuto figlie femmine, in quanto la prima morta, le ha trasmesse a me. Ma porca troia. E devo parlare qui di alcune mie ipotesi, due appunto, che forse non sono ipotesi, ma solo idee neanche troppo sgangherate. La prima riguarda la conoscenza e il ricordo. Ne ho sempre parlato e un po' alla volta ho scoperto che iniziava a circolare. Lasciamo perdere dna vari, credo che la conoscenza e il ricordo passino attraverso la madre. Il bambino nella sua pancia, capta le sensazioni e i ricordi della madre, quelli presenti e quelli passati. La madre a sua volta era stata feto e anche lei captava questi mondi lontani di cui poi  non avrebbe più avuto ricordo razionale. Così di madre in madre possono arrivare al feto ricordi e conoscenze antichissime. Forse è una cazzata, però è affascinante. La seconda mia ipotesi teoria idea è ancora più bizzarra. Come il fulmine e il tuono, nati insieme,ma percepiti separatamente. Io credo che l'essere umano possa decidere per sé su tante cose, senza che queste cose siano già state determinate, quindi non può esistere una predizione di un futuro lontano perchè se le cose stanno già scritte, che futuro sarebbe? Però che sia possibile una predizione di un futuro vicinissimo. Come se le cose che noi facciamo, poi vengano percepite un pochino dopo dal nostro cervello. Il fulmine e il tuono appunto. E il pochino dopo nell'universo chi può quantificarlo? Un amico anni fa era in vacanza, la mamma ammalata. Mi telefona una sera dicendo che aveva sognato la madre che stava andando in chiesa e lo salutava. Mi chiedeva il significato di questo sogno. Non mi ricordo la risposta che ho dato , non potevo dirgli “ al tuo ritorno tua madre muore” come poi è successo. Mi sembrava chiara come interpretazione. Da anni facevo e faccio sogni che mi raccontano la vita, da anni un contatto fisico come una stretta di mano o una mano sulla spalla mi raccontano la vita di una persona, però non me sono mai fatto condizionare, non sempre, e andavo avanti per la mia strada .
Nonostante le batoste che sapevo sarebbero arrivate. Per anni ho vissuto questa cosa come dono, ultimamente non ne voglio più sapere. Anche perchè se tu vedi una cosa e una persona te ne dice un'altra, o stai sbagliando tu o sta mentendo lui. Comunque casini. Ora inganno la mente e il corpo, non voglio più intuire, voglio credere solo a quello che una persona mi dice. E i sogni la mattina, cerco di non pensarci e di dimenticarli subito. Ultimamente troppe persone mi stanno chiedendo di parlare con me che dopo stanno bene. E io fuggo, è la mia specialità. Perchè soluzioni, qualunque siano , io non so darle, ognuno le può trovare solo e unicamente dentro di sé. Per la mia amica, un po' intimorita, un po' preoccupata per un mondo altro che il figlio a volte riesce ad intravvedere, dico: nella vita siamo tutti unici e bizzarri, è un dono, una dannazione? Questo non lo sappiamo, è chimica, energia non lo so. Digli solo di non fuggirne o di non dare troppa importanza, altrimenti la solitudine

venerdì 12 luglio 2013

angeli, barboni e stati alterati della mente

Ne ho già parlato tante volte dei miei angeli barboni che sono anche un po' fetenti dato che compaiono quando decidono loro e non quando ne avrei bisogno io. Che poi siano coincidenze , magari un po' bizzarre, forse è vero , forse chilossà. Ma prima di loro devo parlare di quelle che chiamo le visioni, no le voci ancora non le sento. Che poi avevo utilizzato come immagini con i miei attori i primi anni delle camminate in notturna . Non bevo e non assumo droghe, probabilmente ne ho già abbastanza di mio. Mi viene in mente un antropologo che abbiamo invitato anni fa per una conferenza. Gira il mondo alla ricerca non dico di droghe, ma di quei fenomeni legati al rito di perdita della coscienza di sé o per il raggiungimento di stati mentali di estasi e di visioni. Per capire, credo abbia provato tutto, ma lui lo fa per studio. Su questo io e Marco avevamo una visione diversa, lui stravede per questo antropologo, a me sembrava uno sballatone intellettuale da lusso. La mente una strana cosa, capace di farti vedere e percepire come reali, cose che forse probabilmente non lo sono. Però chissà. Ho sempre pensato che delle persone che muoiono rimangono una sorta di fotogrammi che poi magari, una particolare rifrazione della luce, o chissà cosa ti appaiono davanti così come un oasi distante chilometri ti compare vicina nel deserto . Queste visioni mi sono comparse principalmente girando al fiume non importa l'ora. Donne principalmente , contadine antiche, figure che vedi, sono reali, poi dopo cinque minuti ritorni e non ci sono più. Mi acquietano. Una volta in mezzo ad un campo una signora vestita come una contadina romagnola, sembrava mia nonna , guardava il vuoto. Ferma fissa. Un'altra volta sulla sponda del fiume, una signora vestita come una vecchia contadina sarda di tanti anni fa . Non mi parlano, mi guardano, io passo, ho il cuore a mille , poi ritorno per verificare, nulla. Gente che aspetta, cammina. L'anno scorso, qualche mese prima morisse mio padre,
ero al fiume per verificare il percorso di una camminata invernale. Freddo e nessuno in giro, fango. Poi vedo un signore elegante ( in quella zona dove non c'è mai nessuno?)che si inoltra veloce dentro una radura. In fondo a quella radura non c'è possibilità di uscita perchè c'è un'ansa del fiume e bisogna ritornare indietro. Scarpe di suola, pantaloni e giacca grigi, camicia bianca, cravatta, mi sembra anche il cappello. Sembrava uno dei tanti stereotipati uomini delle onoranze funebri. Ho aspettato tanto, ma non l'ho più rivisto. Quando è morto mio padre, ero appena arrivato da Cesena, avevo condotto il laboratorio e appena andato a letto. Sento dei rumori nella stanza, sembrava ci fosse una persona che mi chiedeva di svegliarmi, poi la telefonata. Esco per prendere la macchina e giù in fondo nel cancello un uomo. Qui ho avuto paura perchè il parco è enorme e succede non di rado che non sono visioni, ma persone proprio reali. Come ieri sera, una cagnetta che ormai mi ha adottato e il mio cane hanno iniziato ad abbaiare e ringhiare all'impazzata, guardando una certa direzione. Non sono lo stereotipo dell'eroe e non ho voluto approfondire oltre , anche perchè l'ombra che fuggiva se ne accorgono i cani, forse non è solo un'ombra. Comunque aldilà di quelle nel parco dove abito, non ho mai avuto paura, non c'è ragione, curiosità si tanta, tremarella alle gambe pure, ma appunto sono come immagini altre proiettate casualmente in quel posto, non so. Ho anche visioni preveggenze e confusioni più complesse, ma queste non le racconto. E arrivo a quelli che ho raccontato tante volte e che chiamo i miei angeli Barboni. Persone reali, giovanotti mediamente alti, di bell'aspetto, età fra i 30,35 anni, ma barboni o quasi. Il primo che ricordo l'ho incontrato a Parigi, Il primo viaggio in assoluto della mia vita, il primo viaggio da solo. Vai a Parigi, il tuo primo viaggio, sei solo, di notte cosa fai, vai a dormire? No, cerchi di vedere e di vivere il più possibile. Una sera mi sono perso e sono capitato in una zona con degli uomini seduti a terra attorno a piccoli fuochi e tante bottiglie. Mi si avvicina di corsa un giovanotto , caratteristiche di cui sopra, io bloccato dalla paura. Mi abbraccia e mi dice “sei troppo bello e troppo giovane per girare in questi posti, sono pericolosi, va via” poi mi ha dato un bacio in fronte. Era reale , ho avuto il suo acre odore di non lavato, addosso per diverse ore. Poi altri incontri, come per esempio una volta a Brescia in attesa della conferenza stampa per Odissea, me ne giravo solo per il centro,ero preoccupato per alcune situazioni, miv si avvicina un ragazzo, no non voleva soldi , voleva che andassimo a mangiare un panino assieme. Mi chiedeva che gli pagassi un panino. I soldi per comprarselo non li ha voluti, voleva che andassimo a mangiarlo assieme. Una volta in autostrada , un mattino presto, dovevo andare a cesena per una urgenza. Mi fermo per bere un caffè. Una persona mi mette le mani sulle spalle ridendo. Io ho chiesto scusa, ero così assonnato e non mi ero accorto di essere andato a sbattergli contro. “ fermati un attimo, hai troppo sonno, sono sufficienti 5 minuti”. Sono ritornato in macchina e pensando fanculo agli sballati mi sono rimesso in viaggio. Poi mi venivano in mente quelle parole, hanno iniziato a tremarmi le gambe e mi sono dovuto per forza fermare. Cinque minuti appunto. Dopo qualche chilometro, blocco stradale per un incidente catastrofico avvenuto cinque minuti prima. Di questi episodi ne ho non tanti, tantissimi, persone che compaiono, mi proteggono, sorridono e scompaiono. E dicevo tutti stesse caratteristiche fisiche. Eravamo a Crema palazzo del comune , io stavo lavorando su Dostojevsky e avevamo organizzato una serie di conferenze. In quel momento Renata Molinari era dietro la cattedra e stava parlando dei barboni sotto i ponti della Neva a San Pietroburgo. In quel momento si apre la porta (eravamo al secondo piano) e un giovanotto con due sportine di plastica dice “passavo di qui per caso e volevo chiedere se avevate qualcosa da darmi per comprarmi da mangiare”, poi è venuto dritto verso di me. Dopo, la gente mi ha fatto i complimenti perchè hanno continuato a pensare fosse una scena teatrale creata appositamente. Non sto a dilungarmi, ne
ho tanti di episodi del genere. Coincidenze strane che non cerco più di capire o di spiegarmi, Non sto più a cercare di capire, ormai so che quando i miei angeli barboni hanno gli occhi che sorridono, succede qualcosa di bello, quando hanno gli occhi tristi, il contrario. E' che non compaiono mai quando li cerco io. Concludo con un episodio che poco ha a che fare con gli angeli barboni, forse, ma è altrettanto bizzarro. Eravamo a Vienna per spettacoli. Dal nostro albergo per andare in centro, bisognava oltrepassare un grande parco che pur nella asettica perfezione viennese era pieno di ombre e di traffici di ogni genere. Eravamo su di un ponte, vedo una ragazza nera, giovane giovane, sguardo assente e nel momento che mi è passata di fianco ho avuto un fremito e ho gridato a Marco “ si sta buttando dal ponte”. L'abbiamo presa proprio nell'istante del volo. Non riuscivamo a tenerla né a tirarla su perchè si dimenava con una forza incredibile. Chiamo aiuto, nessuno, poi improvvisamente compaiono due ragazzini marocchini, prostitutini trasandati e stupidissimi, gridavo in italiano e loro “tu italiano?” fanculo, dammi una mano. In quattro siamo riusciti a riportare la ragazzina sulla strada e all'arrivo dell'ambulanza e della polizia , i due ragazzini erano scomparsi. Forse coincidenze, forse alterazioni spazio-temporali, forse chissà, ma mi piace pensare che un po' di cosine strane, nella vita non fanno mai male. Il mio cane Peter, dico con tutti perchè Peter Pan. Peter è il nome che mentalmente avevo dato al mio primo angelo barbone incontrato a Parigi.

giovedì 11 luglio 2013

vertigini e volo di angeli

In questi giorni sui social n. diverse persone ricordano loro amici morti prematuramente, funerali anche qua a Romanengo, un ragazzo troppo giovane. Un amico mi scrive che ci accorgiamo di diventare vecchi , quando iniziamo ad andare a troppi funerali. Oggi funerali di 409 corpi cui si è riuscito a dare un nome, strage di Srebrenica. La crisi esplode, la gente muore, eppure sembra che in politica non cambi nulla e non è vero che siamo ostaggi di mister B, casomai delle persone che lo votano e che continuano in maniera spudorata a difenderlo. Ho sempre votato in una certa maniera, mai voterei per protesta, ma dopo i casini all'interno del Pd, improvvisamente la nausea e ora non saprei chi votare, dato che sono sempre stato e sarò uomo di sinistra. Il disorientamento sociale è tangibile. Troppo presuntuoso nel pensare che sono in grado di risolvere i problemi, ho ceduto e due giorni fa ho accompagnato mia madre da un medico psichiatra, che secondo me continuano ad essere degli idioti. Quello che mi ha impressionato , pur a pagamento, la quantità di persone che aspettava il proprio turno e che parlava tranquillamente a volte quasi con compiacimento dei propri problemi mentali intellettuali economici. Mi dicono che continuano le file anche da cartomanti e tutte quelle panzane li e guaritori ufficiali, altrimetti detti esorcisti. Ieri sono riuscito a tornare a casa mia, sono andato a riprendere il cane dai miei amici che loro sono tanto bravi, ma lui piccolo non vuole che lo lasci da altre parti. Infatti ieri mi ha combinato casini a tutto spiano e per concludere, il tempo di andare a prendere una caraffa d'acqua, era saltato sul tavolo mangiando in zero attimi la mia cena di speck e formaggi e insalatina. L'insalata la lasciata li. Nei miei andare avanti e indietro, quando ho il cane in macchina , parlo con lui, quando sono solo, parlo con me. E forse sarò stupido, continuo a ridere e a progettare per il futuro. Perchè anche se ti rimane un solo giorno di vita, non puoi smettere di progettarti quel giorno che rimane. Non si può aspettare che qualcosa ti succeda. Ho voglia ancora di un grande cambiamento, non sono fughe, è voglia di rinnovarsi e rimettersi in discussione. Mi piace il titolo del mio precedente blog “rinascerò come fiore”, ma sono già fiore, rinascerò come pianta. Si sono stupido. Sono stanco del nome Piccolo Parallelo, ce lo siamo tenuto per anni, impauriti di perdere il nostro passato o la nostra identità. Ieri ho detto con Marco, basta con questo nome, non siamo piccoli e neanche troppo paralleli. Siamo Cecchi e Zappalaglio, è questa la nostra identità. Punto. Da settembre o massimo con nuovo anno, non lo voglio più questo nome. Non è giusto nei confronti di me e di Marco. Ho dei sogni nel cassetto. Ci ho preso gusto con i laboratori intensivi, non voglio più cose da trascinarmi dietro per mesi. Tre giorni intensi, massacranti, belli. Voglio scrivere di nuovo e fare una bella regia per Marco, perchè Marco è un bravissimo attore, ma ha il difetto che ha sempre voluto lavorare solo ed esclusivamente con me. Voglio ritornare anch'io in scena, ho voglia di danzare. A sessant'anni ti metti a danzare? Si perchè no. No il butoh che è stato il mio mito per tanti anni, proprio danza, di quelle alla Twila Tharp. O alla Pina Bausch . E' vero dovrei smettere di fumare che i polmoni scoppiano, perchè no? Ho ancora un progetto che non mi è mai riuscito, di una grande compagnia scelta così come i danzatori di Pina Bausch o gli attori di Eugenio Barba. Vorrei insegnare alla gente a danzare nell'acqua, fa bene al fisico e fa bene al cuore. Vorrei cantare la vita perchè più la morte fisica e metaforica ci circonda, più la voglia di respirare e di cavalcare il mondo mi è vicina. Avevo pochi anni, nel paese di collina dove venivo portato , ero al fiume con zie e ragazze varie che lavavano i panni, mi annoiavo e ho iniziato a camminare da solo. C'era un giovane uomo nudo in un punto alto, ha alzato le braccia e si è buttato. Non so se per nuotare o altro. So che una zia è corsa a prendermi e a nascondermi la faccia, poi gente che urlava. Mi sembrava strano, io avevo visto solo un uomo che aveva voglia di volare e forse non c'era riuscito.prossima volta ritornerò a parlare degli angeli barboni che hanno sempre accompagnato la mia vita

lunedì 8 luglio 2013

e rinascerò come fiore: storie di una vita e di un laboratorio teatrale



Fiore di magnolia, fiore di loto, rose rosse profumate intense. Sono finiti i nostri tre giorni di laboratorio praticamente non stop. Concludiamo senza malinconie ho detto, ma con la voglia di nuovi inizi. Senz'altro come dice Marco i miei laboratori stages o non so cosa ,ormai non si possono definire propriamente teatrali, ma sono altro o oltre. Cosa quest'altro non sono riuscito ancora a teorizzarlo o a capirlo bene. Parto anni fa dalla consapevolezza che esiste la tecnica, ma anche il corpo e il cuore, oltre che la mente, dell'attore che con queste tecniche deve rapportarsi. Parto anche dal fatto che non ritengo il teatro e le sue tecniche una scienza perfetta, dato che aldilà delle mode, dei momenti storici particolari, dei cambiamenti ogni tanto radicali, queste tecniche sono modificate dall'esperienza , dal pensiero dal corpo e dal cuore anche di chi in quel momento te le sta insegnando. E sono i cambiamenti , le rivoluzioni che possono mantenere vivo e affascinante un corpo, il teatro, che unicamente di tecnica potrebbe essere solo la vestale della classe media. E vai con le citazioni. Questa dal titolo di un libro del mio allora docente di sociologia, Marzio Barbagli. Lo ripeto in continuazione , da anni mi sta stretto il teatro, da anni mi sta stretta la vita che trovo meravigliosa e che vorrei avere la possibilità di vivermela un pochino di più. Poi, non è la natura che pur amo in maniera incondizionata, ma tutti i percorsi incasinati della mente che cerco di tradurre in strani percorsi fra boschi aggrovigliati, pantani e acque limpidissime. Non serve rimuginare o rimpiangere il passato, il passato è quello che siamo noi ora. Banale, si. Nasco figlio non voluto, perchè prima di me era morta un'altra figlia, una sorella che non ho mai conosciuto. E' lei che volevano. Due genitori troppo giovani, troppo belli, lui Peter Pan, lei Giovanna D'Arco, entrambi poco pensiero,ma sangue caliente e un figlio ingombrante, io, cicciotto e bruttino, da sballottare in giro parente dopo parente con la scusa del lavoro. Piccolissimo ho incontrato la follia vera. Quella di una vicina di casa, improvvisamente impazzita per una arancia che lei riteneva le fosse stata rubata da una figlia. O quella di alcune persone che si buttavano dal ponte vecchio di cesena. Ho sempre abitato poco distante da un fiume e il rumore delle acque era la mia ninna nanna.
E ogni tanto fuggivo nel cuore della notte per dimostrarmi che non avevo paura e cantavo a squarciagola perchè di paura ne avevo tantissima. Ho chiuso con il mio mondo a undici anni per andare in seminario, ostacolato da tutti , ma più mi ostacolavano più puntavo i piedi. Ero alto come adesso, ma più grosso. Non andavo per vocazione, ma per dare un taglio al mio mondo. E li mi hanno aumentato le paure . Clima cupo, disciplina, pantaloni corti e ginocchia sbucciate e tutto peccato. Lavaggio del cervello, non appartieni a te o a qualcuno,ma a dio. Calma. Mi ci sono voluti poi anni per togliermi anche se non completamente le paure di un corpo carne in decomposizione peccato che se non appartiene a dio a chi appartiene? A me porca miseria. Ho continuato con il liceo classico, odiavo tutti ed ero corteggiato anche da tanti e non ne capivo il motivo. Sono stato male e andavo malissimo a scuola, poi il mio unico amico è morto affogato dopo un tuffo nel fiume e ho mandato tutti al diavolo. Mia madre voleva che io continuassi a studiare, mio padre voleva che io , così come i suoi nipoti, iniziassi a lavorare. Ho deciso per il compromesso, avrei dato l'esame , tutto in una volta, dei 4 anni delle allora magistrali. Fossi stato promosso avrei continuato, fossi stato bocciato sarei andato a lavorare. Che per inciso sempre per fuggire dai miei, d'estate facevo il cameriere a Cesenatico per non dovere pesare su nessuno. Ho dato i quattro anni e sono stato promosso e così a neanche 18 anno mi ero già iscritto all'università. Improvvisamente , nel giro di pochi mesi sono passato dagli 80 chili che ero, ai sessanta chili. Ma non me ne sono accorto e ho continuato a vivere e a essere goffo come prima. Improvvisamente tantissimi amici e tanta gente che si innamorava di me, ma io neanche sapevo cosa fosse l'amore e quando mi facevano dei complimenti pensavo mi prendessero in giro. Poi improvvisamente mi sono accorto che non era della fidanzatina che ho avuto per due settimane ( peraltro anche lei porca miseria morta suicida tanti anni dopo , un volo da quel famigerato ponte vecchio) ma del fratello. Grandi pianti e grandi crisi. Ne ho parlato con i miei che mi hanno detto che ero pazzo ed è iniziato un periodo molto pesante. Guerra totale. A 21 anni , sei esami dalla laurea, mi sembrava di impazzire e ho mollato di nuovo tutto andando per il servizio militare. E' stata dura,la guerra con i miei senza un attimo di tregua, e tramite un maresciallo amico di mio padre ho passato quasi una settimana segregato nel carcere militare, sezione quelli fuori di testa. Passavo le mie notti in bianco accucciato nel mio angolo a sentire le urla di ragazzi realmente impazziti e sempre pronti alla autodistruzione. Mi ha salvato uno psichiatra che ha stabilito nero su bianco che ero troppo intelligente, l'avevo sempre pensato, troppo lucido e con i piedi per terra per potere essere pazzo e tanto meno omosessuale. E poi i miei amici si meravigliano per il fatto che considero gli psichiatri dei perfetti imbecilli. Ritornato a casa, ho trovato un lavoro, ho risparmiato e sono
andato a vivere a Bologna. E finalmente il mio primo rapporto d'amore e di sesso. 24 anni, e come dicono nella bergamasca: “aspetta mo un pito”. Dopo un periodo come impiegato ho deciso di andare a lavorare in fabbrica, lavori pesanti da manovale e finalmente finita la mia storia che non era bella , ma ossessiva e malata e al pensiero “mai più botte sui maroni” ho ripreso l'università, virando da pedagogia a sociologia. Sono una persona fortunata, ho incontrato gente straordinaria, il meglio che ci poteva essere in tutti i campi, Così all'università dove mi sono laureato con una tesi su desiderio e comportamenti. Bologna fine anni 70 prima anni 80, era unica in Italia, tutto quello che era novità in campo mondiale ( dalla danza, al teatro, alla musica, alla body art) li, a Bologna passava in anteprima e li a Bologna dopo tanti lavori e tanti, troppi interessi, ho deciso di riprendermi in mano la mia vita e di non avere più voglia di fuggire( non da un luogo che di luoghi ce ne sono tanti) ma da me. E ho conosciuto e sono stato allievo di maestri fondamentali per il teatro e la danza contemporanei. Tanti libri e tanti film mi hanno cambiato visione o prospettive della vita. In questo caso un libro di sociologia, del sociologo americano Eric Goffman, un libro piccolino, scritto in maniera semplice semplice. Addirittura banale nella sua semplicità : “la vita umana come rappresentazione teatrale” e ho iniziato a guardarmi in giro, le persone i loro comportamenti , le loro maschere, le loro rappresentazioni. Non guardavo solo per curiosità, ma per studio. Poi il film “la montagna sacra” di Jodorovsky” , follia, mondi paralleli, sublime e basso, avevano la possibilità di essere trasfigurati e vissuti tramite la forma artistica. Non sono un fanatico di Jodorovsky, quello dopo che a volte mi sembra anche un po' cialtrone, ma i suoi film li ho amati in maniera sconsiderata. C'è un altro elemento importante, due e riguardano la Romagna e la mia famiglia di origine. Primo elemento : a circa 18 anni e tramite una serie di concause che sarebbe troppo lungo specificare, ho scoperto che esisteva un sottobosco che non conoscevo. La romagna così laica , eppure intasata di cartomanti, fattucchieri, cialtroni vari, interpretazioni di sogni, preti esorcisti , frati considerati santi, contadini guaritori, conventi e basiliche attorniate dal mistero e riti crudeli e ancestrali. Secondo elemento: Il fatto di avere deciso di vivere la mia vita, ha creato dei grossi problemi ai miei. La prima e unica volta che mio padre ha visto un mio spettacolo , era una cosina sui trampoli, eravamo tre guerrieri, eravamo giovani, ci sentivamo belli, volevamo sfondare il mondo. Finito lo spettacolo, lui , mio padre, ha guardato mia madre e ha commentato in dialetto “ per me sono tre froci” e non è mai più venuto a vedere un mio spettacolo. Abituati a considerarmi loro proprietà, non hanno mai accettato l'idea di un figlio diverso da quello che loro avevano progettato e immaginato per loro. E si sono chiusi, iniziando a tagliare tutti i ponti con il mondo, poi andati in pensione hanno iniziato ad ammalarsi.Malattie pesanti. E qui ho deciso di essere io ad avvicinarmi. Rapporti contrastati, a volte pesanti, ma non potevo abbandonarli, anche se forse un pochino se lo sarebbero meritato. Sono un somaro da lavoro, si devono fare delle cose , si fanno, senza tante menate. E ho passato le notti e i giorni in ospedali, dato che i miei non accettavano nessun altro se non me. E li hai un bel da dire, faccio l'attore, so scrivere, spacco il mondo. Conosci la malattia, vedi la gente morire, ti devi confrontare con quelle cose che si chiamano piscio , merda, sangue e altro. Dimenticavo una cosa importante. Nel nostro periodo bolognese, abbiamo lavorato in maniera costante anche a Imola. Nel teatro dell' ex manicomio. Con ancora alcuni ricoverati. Era lavoro, era una possibilità che ci era stata data, ma appena ci inoltravamo lungo i vialetti del manicomio mi prendeva una angoscia terribile. Questi signori signore, brutti sporchi cattivi che si avvicinavano urlando, che tante, troppe cose... eppure ero affascinato da questa umanità lacerata e ne spiavo i movimenti, la ripetizione ossessiva costante di una azione che poi cercavo di tramutare in azioni teatrali. Piccolo ricordo che ora mi fa sorridere. Una volta ero andato solo, mi sono chiuso in teatro per lavorare una intera giornata. E' arrivato un uomo, si è spogliato e per tutta l'intera giornata è rimasto sdraiato davanti alla porta del teatro alternando belati a ululati . Non avevo il coraggio di uscire, infatti poi ho perso il treno per ritornarmene a casa. Non so leggere il cuore delle persone per chissà quali qualità, è il mio vissuto che mi ricorda in continuazione che si vive una volta sola, che gli egoismi narcisismi egocentrismi sono una sciocchezza che ti fa perdere il gusto delle cose e che se una persona ti guarda e ha bisogno di un sorriso, non puoi negarglielo. Non sto a dilungarmi dato che volevo parlare del laboratorio. Quello che volevo dire , è che una persona, la sua sensibilità il suo cuore, è quello che ha vissuto in precedenza. Scontato. In ogni caso e ad un certo punto mi sono accorto che ogni persona ha un proprio interessantissimo mondo alle spalle che va ascoltato e va rispettato. Ho conosciuto molti amici del teatro, tanto forti in scena, quanto tanto fragili nella vita. Come se il loro ego fuori dalla scena non avesse ragione di esistere e mi andavano in tilt. Infatti ormai amo solo quegli artisti che anche fuori scena sanno ricordarsi di essere persone. Dato che la vita di ognuno ha la stessa uguale dignità e ognuno ha lo stesso diritto di essere ascoltato. Ogni tanto qualcuno, artista o meno, dice “ se parlassi della mia vita dovrei scrivere un romanzo”. Ma tutti hanno nel cuore tanto , da scrivere non un romanzo , ma mille enciclopedie. Sono tosto, a volte anche troppo duro con me, credevo di avere risolto tutto e di essere uscito indenne dai miei anni. Ma compiuti i cinquant'anni ,tutto il mio mondo mi è crollato addosso con tanto di fortissime crisi di panico. Poi ho pensato , quante menate Enzo, questa è la vita di tutti, non sei unico e ho cercato di fare teatro in maniera diversa, un teatro in cui tutti i miei mondi potessero di nuovo non dico acquietarsi, ma convivere. Di qui le camminate, gli spettacoli sul fiume, con lo spettatore , attore come entrasse e uscisse da un film o da un sogno. Ho avuto molti che mi hanno copiato, addirittura l'ultima camminata una ragazza prendeva appunti. Mi è sembrata una cosa idiota. Le mie azioni nascono dal cuore, da un pensiero, da un ragionamento, non copiarmi, usa il tuo cuore la tua intelligenza, mettiti in discussione. Altrimenti è solo una bella pagliacciata in cui ridicolizzi il rito e i sentimenti delle persone. Perchè le persone , tante persone hanno il dolore dentro il cuore, non puoi prenderle in giro con delle belle scene copiate pari pari da me. Devi capire questo dolore, devi passarci sopra con leggerezza, devi sorriderci, devi piangerci, e poi trovare una via d'uscita. Da anni poi dicevo mi stavano stretti anche i laboratori teatrali. Lavori, dai una tecnica e ti trovi sempre qualche invasato che magari per uno spettacolo fatto bene, si crede improvvisamente dio. Come la ragazzina che fa due giorni di danza classica e cammina già con i piedi allargati. E anche qua avevo bisogno di altro, come mi mancasse il respiro. Negli ultimi anni con i miei ragazzi che ragazzi non sono più neanche loro, ho lavorato, oltre che nel teatro di Romanengo, al mulino di Torre Pallavicina. E ogni tanto ci veniva voglia di lavorare all'aperto o di tuffarci in acqua, piccole cose nate così per caso. Ho già riferito in un blog precedente come poi anni fa mi era stato commissionato un laboratorio particolare. Una analisi dei comportamenti. Ci sono andato a nozze. E poi sono arrivato in questi ultimi mesi alla elaborazione di questo particolare laboratorio che Marco definisce molto poco teatrale, o quanto meno non ortodosso. A me non interessa definirlo, interessava mettere assieme tutte quelle sensibilità che ho incontrato o con cui mi sono scontrato in questi miei 60 anni di vita. Quando qualcuno mi chiama maestro, digrigno i denti che se proprio devi darmi un appellativo almeno chiamami docente universitario. Volevo una cosa in cui teatro, sociologia, rapporti umani, ferite del cuore, percorsi tortuosi della mente, riti antichi si incastrassero per diventare una cosa unica come uniche e insostituibili sono le tante persone che quotidianamente incontriamo.
Non si ottiene nulla in maniera facile, bisogna lavorare ed essere onesti. Mentre Marco e Piccolo Parallelo andavano avanti con l'organizzazione perchè comunque è lavoro, io creavo le mie trappole. Mi sono detto “non me ne frega nulla di quante persone arrivano”, ma voglio che queste persone abbiano una motivazione fortissima. E' una caduta nel vuoto, una vertigine che ti offro, ma poi ti assicuro, ritorneremo a galla. Su 8 partecipanti due ragazze all'ultimo minuto non sono venute. Una per malattia, l'altra non si sa. Ma appena abbiamo iniziato , ho capito che in quel momento era solo con quelle sei persone con cui volevo lavorare. Ho avuto alcuni piccoli momenti di difficoltà. Mia madre in un periodo di forti scombussolamenti è entrata in uno stato di agitazione depressione, ma di quelle pesanti con tanto di visioni e paranoie varie. Che si acuiscono quando io torno a casa mia e inizio dei lavori importanti. Sabato ho avuto un piccolo momento di “porca miseria lasciami in pace non tormentarmi in continuazione”, ma poi mi sono ripreso , Ma aldilà di questo e aldilà del fatto che non sono riuscito a lavorare su alcune cose , come per esempio gli oggetti che per me non sono oggetti,ma attori di scena, si, sono riuscito a fare tutto quello che mi ero proposto. Senza nessun tipo di tensione, con il sorriso a volte, con la fatica spesso, con i piedi martoriati sempre. Mi è piaciuto tanto e vorrei raccontare di alcuni episodi che mi hanno emozionato mica da ridere. Avevo tirato una corda da un albero, volevo che si danzasse sulla corda. Una delle ragazze è artista di circo, specializzata in trapezio. Con leggerezza è salita e ha improvvisato un tango da toglierti il fiato. L'ultimo giorno , uno degli ultimi esercizi ho voluto fare la respirazione in acqua. Tre coppie, uno in piedi sorreggeva il compagno totalmente sdraiato in acqua, una mano a sorreggere la testa, e una a sorreggere la schiena. Mi piaceva come idea. Acqua corrente , forte. E improvvisamente visioni altre mi hanno invaso la testa. Erano bellissimi da vedere, era una nascita, era una morte, era una rinascita, era un rito questo si antichissimo , era fiducia totale incondizionata dell'altro. E poi a conclusione una danza sfrenata in cui piedi gambe mani braccia dovevano sollevare il più acqua possibile. Era la vita che aveva voglia di emergere e di riesplodere. Il giorno precedente dopo il mio attimino di down avevo lavorato ancora sulla respirazione, sulla voce e su quella cosa strana che si chiama diaframma , che a volte sembra una delle tante spugne in cui si depositano i problemi che ogni persona ha. Ho messo la mano sulla pancia di ognuno per fare vedere dove premere, dove sbloccare e qui la cosa strana. Ad ogni persona ricevevo come una scarica elettrica e non dico la loro vita, ma i loro incasinamenti mi sono passati dalla mano al cervello. Appunto come una scarica elettrica, mi si è caricata l'adrenalina e per un attimo mi sembrava di essere entrato in trance. La spugna va ripulita, altrimenti si infradicia e sono guai. Buttiamoli via questi problemi non lasciarli li ad inzupparsi. Solo tu puoi guarirti. Tante le emozioni dicevo, io non volevo sapere le motivazioni fortissime che percepivo di ognuno, però ho chiesto il primo giorno “ non entrate nei particolari della vostra vita, però raccontateci qualcosa di voi” Io pensavo a qualcosa di scontato forse banale. Nessuno mi ha raccontato la propria vita, ma le motivazioni che l'avevano portato da me. La voglia di chiudere qualcosa e ricominciare da capo. Le motivazioni che volevo. Quando ci siamo salutati ho detto niente malinconie, è solo una piccola tappa che si conclude, domani inizia un'altra tappa. Una ragazza mi dice, posso piangere?non è per malinconia è per felicità. Si sono abbracciati i giovanotti e le giovanotte , io ho detto vi abbraccio dopo. Soldatino tutto d'un pezzo, poi un ragazzo dice “
avevo deciso di dare fiducia a Enzo e questa fiducia è stata ben riposta” come fai a non commuoverti? A marco che mi ha appoggiato, supportato e sopportato, a loro : alla giovane signora di Udine con i capelli dal taglio strano e simpatico e gli occhi azzurrisimi e il bel sorriso timido, alla ragazza di Verona, grande volontà , casini d'amore, grande sorriso e voce splendida, alla giovane donna tedesca, capelli di seta, faccia triste, muscoli di acciaio e leggerezza di libellula colorata, alla pin up in miniatura che tutto è bello tutto è pace,la vita è dura bisogna saperne uscire , ma sempre con il sorriso. Al giovanottone occhi blu azzurro ritornato bambino felice con tanta voglia di ridere e di dimostrare la propria delicatezza, al mio ormai figlio adottivo che arrivava da Trento e che ha affrontato la tre giorni a muso durissimo e che alla fine mi ha abbracciato con la sua frase ormai di rito con me “vecchio porco mi ci voleva proprio” seguito da un mio rituale calcio nel culo. Volevo stupoire, volevo essere stupito, volevo lasdciare qualcosa, volevo ricevere qualcosa, ci siamo riusciti. Grazie. Non sono io ad essere unico e speciale, siamo tutti unici e speciali e con un sorriso e con una mano sul cuore , vi saluto e vi abbraccio.

giovedì 4 luglio 2013

fiori di magnolia , volpi, tassi, aironi cenerini e gli animali che uno si porta dentro

E vai con il fiume e con i boschi , magari controllati da qualche lepre volpe o tasso e protetti da qualche poiana , falchetto o airone nero o cenerino. No il cane no, lui in questi giorni lo lascio a casa. Questo laboratorio e l'animale che uno si porta dentro ha creato un po' di patemi. Gente che voleva partecipare e che mi insegue da una vita, ma è in ferie. Un signore mi dice, ho già prenotato per l'Irlanda cosa devo fare? Gli ho risposto regala il biglietto a me e il laboratorio lo conduci te , dato che il signore lavora già come attore nel tempo libero. Paure fisiche e anche se non sono un mostro e tutto sarà fattibilissimo, però non posso combattere con le paure degli altri che già ho le mie e ho detto, e a chi mi chiedeva , ma si cammina molto, ma si sta molto in acqua, ma … rispondevo no non venire. Sulle paure ci lavorerò, ma non sono io la persona adatta a vincerle. Attori e attrici professionisti che stimo tantissimo e volevano partecipare e ho detto “ no per favore non hai bisogno di me” , non puoi fare corsi a vita. Due signore , una , problemini in passato, abbiamo stabilito che non era ancora tempo per un lavoro assieme. L'altra, il marito che pure è mio amico, da un po' di tempo si agita solo a vedermi e cosa vai a spiegare dato che non c'è nulla da spiegare? Lei la moglie già iscritta, abbiamo fatto una chiacchierata e ho stabilito che era meglio non venisse. Lei mi chiede e se ti mando mio marito? No. Gente che mi chiama vorrei ma non posso, rifallo a settembre. No. Evento unico. Finalmente domani venerdì si parte. Non saremo un numero esagerato, ma si parte. Voglio lavorare tanto e in condizioni serene. Questa notte ho sognato che qualcuno mi aveva lasciato sul tavolo della cucina un bellissimo fiore di magnolia. Forse porta bene, forse porta male non lo so, ma il fiore era bellissimo. Questo fiore per me è il laboratorio che stiamo per iniziare

lunedì 1 luglio 2013

autostrada, vacche, maiali e cagnetti con i fiocchettini

Solita autostrada, soliti intasamenti e file, solita routine ieri tarda mattinata. Arrivato, solite lamentele oltre lo stress del mio cane che abituato agli ampi spazi, ai fiumi, ai torrenti, ma sopratutto agli stagni melmosi, mal si adatta a fare il cagnolotto di città in giro per parchi con il guinzaglio. Non è un cagnone , ma ormai è 50 centimetri e 30 chili e tutti quanti continuano a chiedermi che razza sia, dato che assomiglia sempre meno ad un boxer e sempre più ad un pittbulino. Praticamente un cane corso tigrato in miniatura. E girando nei non troppi momenti a disposizione incontro altri padroni di cani che è una varietà altrettanta immensa e strana quanto le razze, gli incroci, i meticciati e i mescolamenti dei loro protetti. Prima cosa quando avevo preso il cane mi avevano meravigliato i costi di un settore che non sente assolutamente la crisi e la frenesia dei proprietari per giochini palline stuzzichini alimentazione e tutto quello che ci gira intorno. Il tutto ripeto a costi esagerati. L'altra cosa che mi aveva non meravigliato, ma colpito, era che alla base della maggior parte di prodotti per animali, alimentazione mangimi giochini gastroprotettori vitamine medicine e via all'infinito, ci sono le multinazionali del tutto, proprio quelle più famigerate. Ma ancora prima, nella mia ricerca durata più di un anno per riuscire a decidere se e no prendere un cane e dove, c'erano tante cose che non mi quadravano. Per inciso ho già contattato alcuni amici veterinari, ma poi anche tante altre persone per una serata conferenza rapporto uomo animale e tessuto sociale. Ritorno alle cose che non mi quadravano. Ero andato in due canili, dico datemi il cane che volete. Spiego che giro tantissimo e il cane me lo vorrei portare sempre con me, che comunque abito dove c'è un parco immenso , attorniato da ettari e ettari di campi , attorniati da quello che viene chiamato il parco dell'Oglio. Dico anche che sono un buon camminatore di pianura, che in montagna schiatto e ripeto che il cane me lo voglio tenere sempre con me. Mi hanno risposto che con me il cane si sarebbe stressato. Addirittura in un canile, dopo le mie insistenze, mi avevano proposto una cagnolina bruttina e malandata che faceva fatica a reggersi in piedi. Pazienza per il bruttina, che bello bello non lo sono neanche io, ma trecento chilometri in macchina, questa mi muore. Eppure di cani ne avevano tanti. Poi tutti i giorni in internet e incappo in queste strane storie di cani sempre randagi abbandonati al sud o i vari appelli “adottatemi” . Che dietro chiaro c'è buon cuore e tanto di vero, però il dubbio ogni tanto di qualche speculazione mi è venuto. Un signore mi ha raccontato di avere preso il cane in internet, uno di questi appunto abbandonati e con tanto di storie tristissime. Da Cesena poi è andato a Modena a prenderlo dove tanti come lui. E' arrivato un camion dal sud con tutti i cagnetti prenotati, stipati e stivati in gabbie una sopra l'altra, affamati assetati e tutti sporchi di merda e di piscio degli inquilini superiori. Cosa fai, lo prenoti e poi lo butti via? No te lo prendi . Il signore non mi ha voluto dire la cifra, ma credo si aggirasse sui duecento euro a cane. Le spese sostenute. Perchè parlare dei cani che vengono dall'est e spesso sequestrati, o quelli dalla spagna o dall'Irlanda ormai sono argomenti comuni. Che sono talmente tanti che non riesco a capire troppe cose. Una volontaria di un altro canile , mi diceva che le mie perplessità erano un po' menate e i cani che ospitavano loro erano realmente randagi buttati via. Non lo metto in dubbio, sto parlando di realtà a volte contrapposte, a volte parallelo,a volte sovrapponibili. Ma ritorniamo ai padroni dei cani, che oltre ad essere stressato il mio, lo sono anch'io che fare l'omino che gira con il cagnolotto al guinzaglio mi stufo. E' che i discorsi fra padroni di cani sono di una monotonia incredibile e mi sono stancato di parlate di cacche, mangimi, pelo raso, pelo lungo, prodotti tal dei tali. Infatti ormai quelli con cui mi rapporto, aldilà del buongiorno buongiorno , oh che bel cane, si bello anche il suo, sono quelli con cui riesco a fare anche , senza esagerare , discorsi altri. E mi sembra che nelle città, almeno qua nel piccolo di questa città che mi lacera fra odi e amori, i cani superino il parco macchine. Si fa per dire. Comunque tutto un mondo che non conoscevo o poi diventerà anche una drammaturgia e uno spettacolo teatrale. Ogni cane gatto o qualsiasi cosa sono particolari e unici e anche i loro padroni e questo è affascinante come le tante storie di amore indissolubile però vedo una esagerazione, di cui anch'io faccio parte, che non riesco a comprendere in pieno. Siamo pronti a commuoverci o ad arrabbiarci per tante storie di abbandono e di cattiveria umana, ma mi viene da chiedermi : ho saputo di diverse persone che il cane non lo fanno mai uscire di casa e addirittura qualcuno ha anche la stanzettina per i bisogni. Non è altrettanto crudele?
Non è vero che si stanno umanizzando gli animali, a me sembra che l'uomo abbia sempre usato gli animali a proprio uso e consumo. Che lo si mangia, lo si faccia lavorare, lo si ama, ma solo in funzione di sé. Chiaro non mi separerei mai dal mio cane e mai lo butterei in un bosco per liberare gli istinti atavici però spesso mi chiedo, aldilà del mangiare della compagnia e dell'attaccamento , quanto lui ha realmente bisogno di me e quanto invece io? Mi dicono che specie nelle città vanno di gran moda i personal trainer o non so come si chiamino. Per educare il cane. Si, può succedere e può servire, ma sono diventati tutti lupi che se mi guardi ti sbrano? A forza di trasmissioni televisive sembra che siamo tutti cuochi e tutti esperti di animali. Oggi un ragazzo mi diceva “ non permettergli di entrare o di uscire di casa prima di te” macchisenefrega, che entra ed esca quando ne ha voglia. Questo obbligare il cane, il gatto o qualsiasi cosa a piegarsi ad un proprio pensiero che dato che è proprio, è quello giusto, ma è amore? Poco distanti da casa mia, non qui a Cesena, ma a Torre Pallavicina, degli allevamenti di maiali e di mucche. Senza essere vegetariani e con tutti gli sforzi non riesco ad esserlo, ma è questa la carne che ci dobbiamo mangiare? Allevati e gonfiati come piantine di insalata stipate in una serra. Almeno l'insalata di serra qualche raggio di sole ogni tanto lo vede. Quando avevo proposto ai miei amici veterinari, l'argomento che avevo detto sopra, per diversi motivi non ci siamo riusciti, ma parlare di animali e come cambia il rapporto con loro in base ai periodi storici e al tipo di società in cui si vive, è fare politica, è parlare non solo dell'uomo, ma del mondo incapsulato in cui viviamo