lunedì 11 gennaio 2016

siccome sono astemio




Stasera per festeggiare il compleanno del mio amico Sergio di Faver che però ora abita da un'altra parte, mi sono bevuto un bicchiere di vino rosso, poi gli ho telefonato e: “ho brindato al tuo compleanno”. Siccome sono astemio , per me un bicchiere di vino rosso diluito peraltro con acqua, ha l'effetto di una bottiglia intera per un qualsiasi essere normale. E ho iniziato a ridere e a sparare cazzate. Fortuna che Sergio mi conosce e ha iniziato a ridere pure lui. 
Ieri sera, invece, ad una cena da amici, ho cercato di controllarmi e di bicchieri ne ho bevuto solo un quarto, però l'effetto stupidaggini e risarola è partito lo stesso. E non tutti mi conoscevano. Sto iniziando ad uscire dal guscio ed è piacevole rapportarsi di nuovo con le persone e non solo con la natura e il proprio cane. Infatti fra due settimane ho un'altra cena , che è il nostro capodanno laico, dalla mia amica Lella e li fortuna mi conoscono tutti. 
Sarà che avevo voglia di uscire dal guscio, sarà che avevo voglia di stare bene, ma ieri sera sono stato proprio bene. Begli amici , bella casa, clima sereno. In più un donnone adorabile che non conoscevo con cui ho fatto subito amicizia e che ad ogni battuta mi dava una manata sulle spalle. Tutto era perfetto, fortuna conosco i miei amici e so che dietro la perfezione c'è una inquietudine profonda che mi affascina. Si respirava quel bel clima che io chiamo di libertà, compresi i gatti che con discrezione passeggiavano su travi al soffitto, o sopra l'acquario dei pesci. Compreso il gatto più piccolo che ogni tanto si intrufolava su di una sedia e allungava la zampa sul tavolo con la speranza di arruffare qualcosa. 

Ho continuato a ridere anche in macchina perché salutandoci , la bella signora, ormai irrimediabilmente mia amica, mi ha preso a braccetto e ha sussurrato : “abbiamo mangiato troppo”, si in effetti aveva mangiato un pochino. Quelle persone che incontri e subito pensi : “io e te siamo amici”. In questi giorni in giro con il cane mi rivedo davanti tanti volti , tante frasi, tante persone. Da Fernanda Pivano che a tavola e a proposito della beat generation :”amici amici, io volevo essere scopata, altro che amici” e poi innamorata aveva guardato Marco e : “vuoi sposarmi?”. Oppure Busi che a metà conferenza e con grande sorriso si rivolge agli uomini del pubblico e : “uomini, non disperate se non vi tira più il pisello, avete sempre il culo”. Ma anche il mitico Raiz, profondamente umano e in quel periodo in crisi mistica o la gentilissima inavvicinabile Paola Turci. 
Potrei scrivere un libro su tutti questi incontri, ma anche con le persone del nostro pubblico. Non c'è mai stata differenza , per me, fra l'artista e la persona del pubblico. Amo perdutamente l'essere umano ( oltre la natura e il mio cane). E in questi giorni pensavo che questo periodo di pausa mi ci voleva. Dopo una vita a correre, stare per un periodo così senza fare nulla e come tira il vento, non è male. Ti fa avere di nuovo voglia di vita, ti fa riinnamorare del tuo lavoro , ti fa riscoprire le utopie, i sogni e i desideri da cui sei partito e sai che è ancora questo che vuoi. Che non è uno spettacolo o una rassegna. Ma un progetto di vita. 
Oggi al supermercato , un giovanottino che lavora li- qualche anno fa ci avevo fatto amicizia perché non ricordo cosa era successo, ma ad un certo punto gli avevo detto : “Ragazzino hai intenzione di rompere i coglioni a me?” e lui aveva iniziato a ridere e stava cadendo per terra. Da allora questo giovanottino tutte le volte che mi vedeva e di nascosto dai capi , quando poteva, mi parlava della sua vita, della sua morosa, dei suoi viaggi- oggi questo giovanottino , ha abbandonato il carrello e mi è corso incontro : “ Enzo mi sono licenziato, fra qualche giorno parto per Londra, qui non ho nessuna altra possibilità che continuare con questo lavoro, che peraltro per loro sono già vecchio”. Da una parte la tristezza , dall'altra mi sono commosso. Le persone hanno voglia di parlare e di sentire un po' di calore . Amo questa Lombardia in cui abito, dove la gente sembra chiusa, ma basta un sorriso e subito si aprono. In questi giorni ho anche risolto il mio dilemma “ restare qua o tornarmene sulle mie colline romagnole”. Perché scegliere, sto bene qua , sto bene la ( in realtà starei bene anche in Trentino e in tante altre parti) . Perché scegliere, finché posso continuerò ad essere il nomade che sono sempre stato. Ieri sera un''altra cosa che mi ha commosso: due ragazzi/i innamorati e per un attimo delicatamente abbracciati. Si dai alla faccia dei tanti perversi ipocriti parolai, la vita è proprio bella.