“han sette vite come i gatti” bello il titolo di Sussurrandom
dedicato alla nostra prossima stagione. Davanti io e Marco, in mezzo
una araba fenicia. Il sottotitolo “cacciati da Romanengo....”
fa colpo. Non mi piacciono i vittimismi per cui non mi sento
assolutamente cacciato, ma come parte di una naturale evoluzione
delle cose. Nessuna guerra, nessuna sconfitta, nessuna vittoria, le
cose cambiano. Poi cosa succederà non lo so, vedremo. Stiamo
rischiando non molto, moltissimo e dopo la stagione e Odissea di
questa estate, tireremo le somme e a me, come ho sempre detto,
rientrare nelle compagnie di giro e dedicarmi ai miei spettacoli, non
mi dispiacerebbe. In ogni caso ora dobbiamo ringraziare tante , ma
tante persone. Da chi ci ha dato solidarietà e sorrisi fino ai
comuni che hanno deciso di ospitarci, agli artisti la cui
collaborazione e amicizia sono stati fondamentali, fino alle persone
del nostro pubblico che speriamo possano continuare a seguirci e a
sostenerci. Quando anni fa ho lasciato Bologna e già avevo lasciato
Cesena, ero affascinato da queste zone e la prima cosa che ho fatto
è stato di cercare di comprendere la storia e le economie che sono
quelle cose che poi portano al presente. E tutti i libri, a volte un
pochino faziosi, che di volta in volta i comuni mi regalavano, sono
diventati materiale prezioso. Rimpiango i periodi in cui ero topo di
biblioteca e andare per esempio a sfogliare libri antichissimi o
vecchi giornali era il massimo della goduria. E si scoprono cose
strane, movimenti umani strani, paludi diventate città, guerre
continue e invasioni continue. Dai romani in poi in queste zone ci ha
stazionato di tutto. Mercanti , soldati da tutta Europa con relativo
materiale umano al seguito, porti di acqua, commercianti ebrei. E il
bello , così come in tutta Italia, ogni paese, pur piccolo, ha
enormi differenziazioni e caratteristiche che li rendono unici e
belli. Qua in zona c'erano le strade che portavano a nord sud
est e ovest e quindi le grandi chiese nei punti strategici, fari
nella nebbia forse, controlli sociali sicuramente. A Calcio c'è una
delle chiese più grandi di tutta Italia. A Pumenengo invece hanno un
santuario più piccolo, però hanno la Madonna che cambia direzione.
Calcio , che sarà sede della maggior parte degli spettacoli, è in
apparenza come uno dei tanti paesi. Ci passi in mezzo e neanche lo
noti. Come Romanengo , uno fa la strada principale, entra da una
parte ed esce dall'altra, e dice “tutto qua?”. Bisogna fermarsi e
non dare nulla per scontato e le sorprese diventano tante e molto
belle. Ma non è di storia o di paesi che voglio parlare, ma di
murales, di scritte sui muri, di graffiti. L'ho promesso a Mario e
ogni promessa va mantenuta. Mario scusa la mia stupidità. Ci sono
dei paesi qua in Italia che nel murales hanno trovato la loro forza,
intere facciate continuamente rivedute. A Milano un muro del parco
nord, zona Niguarda, diviso a settori è interamente dipinto. Non so
se commissionato o opera clandestina. Qua mi sono perso un attimo sul
concetto di murales o di graffiti, in ogni caso lavori splendidi. In
giro per internet compaiono spesso facciate di palazzi dipinte come
dei tromp d'oeil. Poi ci sono le scritte, sembra quasi che noi
italiani siamo tutti pittori poeti e scrittori. La
scritta più bella e l'avevo già riferita, su di un muro di Cesena.
Un ragazzo si lamentava che avrebbe voluto fare l'amore per la prima
volta, invece si era dovuto arrangiare da solo. Pronta la risposta in
un altro scritto : “ anch'io è una vita che mi faccio le pugnette,
ma non lo vado a scrivere sui muri”. Se in autostrada hai
bisogno di un bagno, non ti serve il giornale. E anche qua al di la
dello scontato quasi sempre, a volte ti trovi dei piccoli capolavori
di letteratura erotica. A Romanengo, che io sappia, ci sono due
murales che hanno una storia importante . Uno incornicia la cassa del
teatro. Non c'erano soldi , era iniziata una collaborazione con il
liceo artistico di Crema, il sindaco aveva fatto loro una proposta e
loro avevano accettato. Questi ragazzini tutte le mattine prendevano
la corriera per venire da Crema a Romanengo e con enorme serietà,
caldo o freddo , hanno portato avanti le loro opere. Quella alla
cassa del teatro a me piace molto, peccato che , forse i ragazzini,
ogni tanto lasciano cazzate scritte con il pennarello. Peccato perchè
può piacere, può non piacere, ma è una opera d'arte. Pensata,
vissuta, sudata. Forse verrà cancellato,è comunque storia del
paese. L'altro murales è da commozione. C'è un sottopasso che
collega Romanengo al cimitero. Qua, sempre i ragazzini del liceo
artistico, sempre senza soldi, hanno dipinto scene di vita del paese.
Case, strade, gatti, cani, un topo, una nutria. Con uno sguardo
pulito da ragazzini appunto. Era nella idea del sindaco, la voglia di
dare un dolce e delicato saluto alle persone che morivano e che
venivano accompagnate al cimitero. Ci passo spesso con il cane, lui
sa che li non deve fare pipì rischio pisello tagliato, e questa idea
riesce sempre a commuovermi. E' l'idea di un paese che dice a chi va
per sempre “ non avere paura, non ti lasciamo solo”. E' un
abbraccio. Purtroppo il tempo e l'umidità del sottopasso iniziano a
fare danni. Noi per ora non lasciamo Romanengo, abbiamo una nostra
sede e sobbarcarci altre spese non ne abbiamo voglia. Però l'avventura è
partita, un po' di ansia, chiaro, nuovi rapporti da costruire, poi
come dicevo si vedrà. Siamo ai confini delle province di Bergamo
Brescia e Cremona, Calcio è bergamasca. Cittadina discreta e non
subito eclatante come per esempio Rudiano, Soncino, Orzinuovi o
Ostiano gli altri comuni che ci ospitano. Basta parcheggiare e
lasciarsi un attimo andare e una delle cose che noti sono questi
dipinti sui muri, mai troppo appariscenti, non intere facciate, però
a volte abbastanza grandi. Per la prossima estate abbiamo pensato per
Odissea ad un piccolo tour seguendo appunto questi dipinti. Che non
sono tantissimi, poco più di trenta credo, ma è una sorta di
impronta che magari scolorisce, ma c'è. Sono assolutamente
favorevole al consumo di suolo zero. La bellezza di questi paesi non
è cercare di diventare sempre più grandi , ma iniziare a
valorizzare e a ricostruire su ciò che c'è già. L'amore per un
territorio non è la distruzione tramite nuovi agglomerati anonimi,
rotonde eccessive, centri commerciali ormai vuoti o strade da fare
invidia a Los Angeles , ma vuote come i grandi centri commerciali. Se
uno parte da Soncino, verso Orzinuovi per andare a Brescia o se da
Calcio si prendono le superstrade per Bergamo, si accorge di questa
distruzione. E allora ben vengano dipinti, affreschi sui muri che per
me stanno anche ad indicare che nella vita si muore, ma il ricordo di
noi, bello o brutto che sia, rimane
mercoledì 15 ottobre 2014
sabato 11 ottobre 2014
caduto da un ufo
Ogni tanto ci si demoralizza, poi ci si rialza e via via con tempi
sempre più lunghi e una stanchezza che diventa sempre più pesante
sia a livello mentale che fisico. E finchè c'è la speranza la
voglia e il desiderio di rialzarsi, va bene. Se dovessi prendere
adesso il cane, non lo prenderei perchè non si riesce a fare tutto,
ma sono contento di averlo preso perchè anche se faticoso, mi
rigenera la vita. Non è faticoso il cane, ma da quando ce l'ho gli
avevo promesso che minimo quattro ore al giorno l'avrei fatto
camminare giocare e correre e questo minimo quattro ore al giorno le
ho sempre mantenute e superate. Anche a acosto di non dormire. Ma quando si fa male e si fa male
spesso, dato che è giocatore di rugby, non si lamenta , ma viene da
me, ma quando lo asciugo o lo spazzolo inizia a scuotersi fino a
cadere per terra con le gambe per aria, ma quando dormo arriva e
inizia a sbattere le orecchie finchè non mi sveglio e gli dico “
dai sali sul letto”. E allora la stanchezza e le malinconie
scompaiono e gli dico “Peter, felice di averti incontrato”. Oggi
ho detto cosi' anche a mia madre preoccupata per il mio continuo
correre avanti e indietro: “Si deve fare si fa, felice di averti
incontrato”. Non ho mai chiamato mio padre o mia madre con “mamma
o babbo”, ma sempre con il loro nome e anche i loro fratelli non li
ho mai chiamati zii, ma sempre con il loro nome o soprannome. Un po'
strano forse, ma è così e non ne so il motivo. E' un casino in questi giorni, ma più che
casino è proprio nebbia nel cervello. E sono stanco. Circa un anno
fa la mattonata in testa, poi prove riprove, ipotesi varie, fatti
strani continui senza mai arrivare ad una soluzione o una verità
definitivi. Consapevole che spesso la verità può dipendere da diversi
punti di vista. Ho visitato paesi, ho fatto, faccio ricerche continue
in internet, qualche volte mi sono rivolto a persone che avrebbero
dovuto sapere, ma mi sono ritrovato con dei pesci in faccia. Sui
paesi di cui parlo sto scoprendo realtà che neanche l'immaginazione
più fervida. Terre di confini sempre spostati, terre di ripicche da
guerra e dopoguerra che sembrano non avere limiti, fascisti,
partigiani, finti partigiani. Storie di soprusi, di omicidi, di
tradimenti, di gente ricchissima e di gente in totale povertà.
Storie di miniere e di traffici vari. Storie di gente che partiva per
il Belgio o per l'Australia. Storie del dopoguerra italiano, un
dopoguerra che si è trascinato per anni. In questi giorni non ho più
voglia di cercare e per ora ho gettato la spugna. Dico per ora perchè
conoscendomi, se devo arrivare ad una cosa, a costo di massacrarmi,
ci arrivo. Si dice così , tanto per fare un pochino gli sboroni. E a
proposito di sboroni - in Romagna non esiste la parolaccia, ma la
costruzione di una frase che vorrebbe essere offensiva, ma spesso
diventa ironica – oggi ho sentito questa frase di un ragazzo che
parlava al telefono con un amico : “se a te piace fare lo sborone
va bene, ma non puoi sempre fare lo sborone con il mio culo” in
dialetto. Ho spesso discussioni con Zappa il mio socio che da bravo
bergamasco, non riesce a capire queste sottigliezze e mi dice che
sono volgare. A me ste frasi piacciono tantissimo. Come la frase che
ho sempre riportato del ragazzo in ospedale. Esasperato dalla madre
che stava male, le aveva detto ( sempre in dialetto) : se da piccola
ti avessero mangiato le troie, non saremmo stati tutti meglio?”.
Con una frase del genere cosa fai? Ti metti a ridere e le
incazzature passano. Dicevo che a costo di massacrarmi ci arrivo, non
ora. Queste zone di cui parlo, hanno cambiato in continuazione
confini sia comunali che di diocesi, molti paesi non sono più paesi
, ma solo agglomerati di case spesso comperate da gente facoltosa che
le ha trasformate in ville blindatissime. Sono cambiate anche le
numerazioni e hai un bel da cercare avanti e indietro, poi cosa
cerchi, da chi vai a bussare? Non esistono neanche più le
parrocchie, diversi cimiteri sono abbandonati e gli unici preti,
ormai solo sud americani, sfruttati anche qua, fanno i pendolari fra
un paese e l'altro per cercare di mantenere almeno quell'usanza
chiamata messa. In un paese domenica scorsa mi hanno detto che fino a
due minuti prima della messa , non sapevano chi sarebbe stato il
prete che avrebbe officiato. Perchè un mese fa avevo deciso di
rivolgermi ad un prete dato che mi risulta che almeno fino agli anni
sessanta i preti erano i migliori informatori dei carabinieri dato
che sapevano e annotavano tutto. Trovato finalmente il prete,
Bolivano, responsabile di tutti gli altri, gli enuncio il fatto. Lui
mi dice “ come ti chiami, dati da nascita, nome dei tuoi
genitori,non ti preoccupare ti telefono io”. Sembrava una cosa
normalissima. Per un mese, due volte la settimana ho continuato ad
esasperarlo con telefonate “ vengo giù ci vediamo, le do una mano
nella ricerca” - “cosa vieni a fare, non ho avuto ancora tempo ti
telefono io” - Ieri gli telefono ancora e mi dice : “ si ho
capito chi sei, nei paesi che mi hai detto non ho trovato nulla,
adesso cercherò anche in altre direzioni”. L'unica sicurezza che
avevo, era di essere stato battezzato in un paese con tanto di nome,
neanche quello. Già nel mio stato di nascita, sotto il nome della
strada e del numero civico, era stato scritto qualcos'altro, poi
cancellato. Allora non esisteva il bianchetto e si raschiava il
foglio, ma non siamo riusciti a capire cosa ci fosse sotto. Io e
l'impiegata del comune. Quando il prete mi ha detto “non ho trovato
nulla”, sono crollato, per un attimo, ma sono crollato. Sono stato
cresimato, sono anche stato in seminario, da qualche parte mi avranno
battezzato. Allora ho deciso , non so per quanto, di fare finta che
niente ci sia stato. Non ho fratelli da nessuna parte, non sono stato
abbandonato o perso da nessuno, i miei genitori sono i miei genitori
e se non ho troppi elementi fisici in comune con loro dipende dai
miei geni e cellule antichissimi. Oppure , dato che in una di quelle zone di
cui parlo hanno avvistato gli ufo , forse erano comparsi anche anni
fa e mi hanno perso per strada. Dovevo parlare di Calcio, il paese di
Calcio in provincia di Bergamo, che ospiterà il maggior numero di
spettacoli della nostra rassegna, per chi è in zona “occhio
ragazzi, non mancate alla presentazione del 14 di novembre”. Ci
sarà anche un omaggio ad Alda Merini. Non letture di poesie, ma
stralci di vita raccolti e catalogati da un suo amico che quando Alda
Merini arrivava a Calcio, lui la proteggeva, La gente la
derideva e lei ne aveva paura. Il marito di Alda Merini era
originario di Calcio e a Calcio è seppellito. Avrei voluto parlare
di queste cose, come dei murales in giro sulle facciate delle case,
ma anche degli altri comuni che ci ospitano. Invece mi sono perso
nelle mie piccole cose private, ma in fin dei conti la Storia si fa
con le piccole storie private. O no? Si sono proprio fuso
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