domenica 29 settembre 2013

sarò mica un patacca ?

Una volta la si chiamava razza padrona, poi con il tempo i figli e i figli dei figli si sono ingentiliti. Mandati all'estero per studiare, tanto sport, facce mediatiche e improvvisamente si scopre che razza padrona rimangono. Con tutta l'arroganza di sempre. Possano essere i Barilla di turno o i vari amministratori delegati ormai superiori anche a chi li paga. Soldi, contano solo quelli. E a proposito di razza padrona, dato che contano i soldi ed essere razza padrona, c'è chi continua a mantenere in ostaggio una intera nazione con la complicità di tanti e non solo del suo partito.

 Una volta , dietro l'angolo a sinistra, c'era un partito grandioso per intenzioni e per classi dirigenti. Poi sono arrivati i figli e i figli dei figli, con i baffetti o senza e non glienè fregato più delle classi che dovevano difendere, ma solo del loro narcisismo so tutto io pezzi di merda voialtri. Poi hanno inventato le primarie perchè da noi c'è democrazia. Forse sarà l'invidia della razza padrona ma gliene frega a qualcuno che alle ultime primarie abbia vinto una persona più che un'altra? E via gli eterni secondi, e via i giovani rampantini e via i conti da regolare come se il partito fosse loro. Così è nato il governicchio peggio della vecchia democrazia cristiana, ma tanto governa quel tipo che senza una idea e a colpi di slogan fa e disfa a proprio piacimento. 

Ora ho amici che all'interno di quello che era il mio partito tifano per uno o per l'altro. Non riesco più a seguire nulla, non riesco più a capire nulla e anche se voi cari politici continuate a tenere la testa sotto la sabbia, gente come me profondamente disillusa, non ci sono solo io. Perchè avrei bisogno non di assestamenti, ma di idee reali. Perchè avrei bisogno di qualcuno che non insegua il narcisismo del proprio bel faccino , o della propria presunta intelligenza superiore, ma sappia compattare anche con calci nel culo un partito che si sta sfaldando nella maniera più becera. Avrei bisogno di idee chiare da portare fino in fondo, costi quel che costi e senza le troppe continue mediazioni che stanno facendo affondare tutto. Ne avrebbe bisogno una nazione che sta crollando su tutti i fronti, con individui sempre più individui, fragili e apatici. Sta crollando una società non solo economicamente. La donna ormai sembra di essere tornati ai primi del 900, molti uomini sembra siano colpiti da un virus che gli azzera il cervello inondandoli di violenza o di impotenze. I diritti civili ci voleva un papa a dire “chi sono io per giudicare”. 

 Sull'onda della disperazione e della nausea sono nati partiti su ideali dettati dal razzismo o dal fanculismo. E incapaci di capire o di trattare non vi siete mai sforzati di andare oltre le piccole mediazioni o i giochini piccolini piccolini. Ma non era di politica che volevo parlare, sono un cosino piccolino, cosa posso sapere io, cosa posso decidere io? E a livello culturale, la tanto sbandierata cultura anche qua stiamo scendendo talmente tanto che non si riesce a vedere il fondo. E purtroppo, di fronte a tanti amici o gente che conosco, capaci di una posizione o di un proprio pensiero coerente, ce n'è altrettanti pronti sul trespolo a cercare di saltare sulla zattera di comodo. 

Porca miseria ho avuto una settimana piena e bella. Volevo parlare del nostro incontro quattro chiacchiere che abbiamo fatto volentieri per un festival del bresciano. Volevo parlare della camminata in notturna sull'Oglio, non ho dato il massimo, ma è stata bella. Volevo parlare della tante belle persone che ho incontrato e reincontrato. Poi Marco sempre aggiornato su tutto mi telefona “ hai sentito, il tipo ha tolto tutti i suoi ministri” - “e loro si sono fatti togliere?”, poi alcune mail di amici, poi il viaggio in autostrada, poi le mie solite vicende uguali a quelle di tanti altri e mi sono sentito come deprivato. Di me, del mio essere persona, della mia identità sociale politica ed umana. 

Oggi mi mancano tante persone, avrei bisogno di un loro abbraccio un sorriso una pacca sulle spalle, una stretta di mano. Ieri sabato , ultimo sopralluogo per la camminata e ho cambiato il percorso mandando in tilt totale Marco, mi ha chiamato una amica da Bologna, ormai saranno trent'anni che non ci vediamo, ma ci vogliamo bene. La vita va avanti ed è giusto seguire le proprie strade. Il sentirla ancora con la sua voce da ragazza e le esse stropicciate mi ha commosso tantissimo. Sempre ieri prima della partenza vedo un bel giovanotto alto sorridente, gli dico “io e te ci conosciano”. Lui sorride e dice “ credo proprio di si”. Da poco mi ero trasferito da Bologna in questi paesi della bassa , lui aveva otto anni ed era figlio della fiorista di fronte a casa mia. Mi dice “ però allora avevi i capelli neri, ma balli ancora?” nella sua testa di bambino io ero e rimango un ballerino acrobata pagliaccio. Troppo il mangiare dopo la camminata e troppo ho mangiato per cui tutta notte incubi e risvegli. L'incazzatura mi è passata e con , come si dice in romagna, “sono un gran patacca” vorrei mandare un abbraccio a tutte e per fortuna tante, belle e speciali persone che conosco e che ho conosciuto. E dire grazie che per fortuna oltre la politica, ci sono anche le persone reali.

domenica 22 settembre 2013

fra Seveso e Oglio: gozarme la vida

Gozarme la vida. Gli interessi dichiarati di un giovanotto spagnolo, o presunto tale, che non conosco e mi ha chiesto l'amicizia fb. Questo gozarme la vida mi è piaciuto. Molto più intenso ed espressivo del nostro asettico godermi la vita. Gozarme la vida. Questa frase è stata il leit motiv degli ultimi sopralluoghi al parco nord e al fiume Seveso di Milano. La natura, una natura curata, appunto da parco di città e un un fiume che nonostante i continui ultimi lavori, rimane ammalato. Quelle volte che andavo solo, avevo paura. Paura non giustificata e non reale. Il cantiere di un mega centro commerciale, una superstrada da costeggiare diversi metri e tanti boschetti frequentati da diverse umanità. Poi i tanti cani meticolosamente di razza e curatissimi. Noi della provincia che provincia non è, siamo proprio paese, ci si trova sempre un pochino a disagio tutte le volte che si va a Milano. A me mette agitazione e non ho mai capito il motivo. Non riesco mai a pensarla nella sua globalità, ma solo , di volta in volta, pezzetti. 

La parte di parco che abbiamo toccato, si snoda fra il quartierone di Niguarda. E fa una certa impressione sentire i suoi abitanti dichiararsi “noi niguardesi”. Dicevo fra Niguarda, Bresso e Cormano. Zona tranquilla, piacevole, non caotica. Eppure questa agitazione mi colpiva sempre. Quando venivo solo, arrivavo in treno. Stazione centrale con supermodelle che scendevano da treni veloci e inseguite da masse di persone che volevano una foto. Io ci sono andato a sbattere con una, talmente tanta ed esagerata che pensavo fosse un trans. Poi la metropolitana fermata tal dei tali e poi linea quattro capolinea Niguarda- parco nord. Veramente questa agitazione continuava anche se andavo con Marco, poi con Marco Emi e Paolo. Ritorno al parco, abbiamo visto un airone cenerino, uno , un po' di anatre e qualche topo nuotatore. In agosto il Seveso era sempre lui, ma l'acqua a volte sembrava pulita. In questi giorni nessun dubbio, proprio sporca. E mi faceva tenerezza. Così dilaniato e strapazzato dagli uomini. Ma l'acqua porca miseria è la nostra vita, la vai ad avvelenare? Mi faceva tenerezza perchè ad un certo punto , che era il nostro punto di partenza, viene incuneato quasi fosse una fogna. Infatti quando ci sono le piene brutte, la parte adiacente di Niguarda, che è in discesa, diventa un lago con l'acqua che ti arriva alla cintura. Vista l'altezza dei milanesi, a me arriverebbe al petto. E ho amato questo fiume trattato male perchè se puzza , se fa i capricci non è colpa sua. 

Per tanti metri a costeggiare il fiume, i muri di un grande cimitero, muri ricoperti e nascosti da diversa boscaglia da cui emergeva un costruzione alta con tanto di camino che io chiamavo l'inceneritore. A livello allegorico qualcosa di fortissimo. Da una parte , il fiume, la vita, pur ammalato, pur difficoltoso pur annaspante, sempre vita. esattamente così come la vita di molti di noi. Difficoltosa ma ancora vita. Dall'altra i muri di un cimitero dove la vita ha cambiato rotta e ha deciso altri percorsi. In agosto c'erano anche due fossi con acqua corrente e pulita. In questi giorni erano asciutti , acqua marcia e sterpaglie cresciute a dismisura. Anche il laghettino in cui immaginavo di fare immergere le persone, deprivato dell'acqua dei fossi era li, un pochino putrido e stagnante. Poi un campo sportivo con giù in fondo due prostitute barbone forse casalinghe disperate, ma del genere , immagino, cinque euro la botta e se vuoi ti do anche il resto. Vicino ai curatissimi orti dei pensionati, alcuni tavoli diversi giovanotti, sempre li, con evidenti segni di droghe presenti o passate. Poi diversi vecchietti con in mezzo ai pantaloni gli avanzi di una virilità dura a scomparire, come idea immagino. Poi i giovanotti e le giovanotte di corsa o in bicicletta e i tanti tantissimi cani, tutti da sfilata. Questa era la zona del mio respiro del fiume. 

Ogni luogo ha una propria fauna che cresce negli anni e cerco sempre di camminare a passo leggero perchè ho sempre paura di disturbare qualcuno o qualcosa. Anche qua, entravo in un territorio non mio e mi dispiaceva dovere disturbare qualcuno. E anche qua percorso dopo percorso, sempre in punta di piedi e sempre con rispetto. Non ragiono mai per un luogo perchè ogni luogo è anche ciò che ci è attorno. Un luogo è il suo passato e il suo presente. Le mie camminate, pur dati dei punti fissi, devono essere imbevute di tutto questo che sta attorno e non solo dentro. Poi l'altro elemento importante e fondamentale diventa il pubblico. Ho bisogno di avere i loro occhi il loro sorriso, sentire le loro mani. Non devo avere pubblico, ma persone. Non posso conquistare chi viene per copiarmi, o per studiare cosa faccio o semplicemente chi ha deciso di mantenere il proprio muro. Ultimi sopralluoghi e ansia che cresceva. Ci cambiamo, saluto Marco, Emi e Paolo che andavano alle loro postazioni e mi metto in attesa. E questo pubblico , un po' alla volta ha iniziato ad arrivare. Non pubblico, ma persone con degli occhi, una faccia, un vissuto che traspariva da ogni poro. Con la disponibilità del cuore. E mi sono piaciuti tutti subito e quando ho fatto la presentazione di rito, anche il mio cuore ha iniziato a sorridere e siamo partiti. 

Con calma come volevo, tutto così come volevo. Disponibilità come desideravo. Avevo chiesto che ci seguissero almeno due guardie del parco che poi cambiavano ad ogni ora e mi ha fatto tenerezza che ad un certo punto hanno smesso di fare le guardie e hanno iniziato a partecipare ai riti, al gioco dei riti cui sottopongo le persone. Tre ore esatte come da previsoni, sono un mago, chiedo alla gente di scrivere su di un foglietto un proprio desiderio. Non sempre li faccio leggere. Ma qua si. Desideravo ascoltare i loro desideri con la speranza che poi si possano avverare. L'intensità delle parole da pelle d'oca, alcune volte anche da magone. E ho amato questa Milano da periferia e ho amato queste persone. Gozarme la vita, attimo per attimo. E persone che per un attimo appoggiano il proprio cuore nelle tue mani. Ti viene da gridare grazie. La conclusione poi strepitosa. Ognuno di noi aveva portato qualcosa da mangiare. Tutto appoggiato su di un tavolino e per terra ai bordi della strada e del parcheggio termine corsa Niguarda-Parco nord. Poteva sembrare squallido e sono passati anche i vigili a chiederci cosa facevamo, stiamo mangiando e anche bevendo, invece era tutto di una allegria assoluta perchè qualunque sia il posto, le persone fanno la differenza. Ad un certo punto ero stanchissimo e dico a Marco : “ non mi reggo più in piedi forse è il caso di andare”. Ma le persone continuavano a parlare e a mangiare e a sorridersi. Noi siamo partiti e loro sono rimasti salutandoci in maniera fragorosa quasi fossimo vecchissimi amici. Gozarmi la vita, si grazie. Ieri Milano, ora Romgana, domani ancora casa mia. Il percorso sull'Oglio, l'ultimo sopralluogo una settimana fa prima di partire per la maremma, è di una bellezza assoluta. Questa sarà la mia ultima camminata in notturna per questa stagione, ne ho già poi due in primavera. Ogni due anni cambio formula però sempre il mio io assetato di vita ha bisogno di persone che per un attimo aprano il cuore. Così come cerco di fare io non sempre riuscendoci. Io non so definire cosa sia il respiro del fiume, lo chiamo un viaggio e quando il viaggio è strepitoso, si , anche la mente e il cuore riprendono a respirare. Grazie

martedì 17 settembre 2013

dall' Albegna al Seveso fra escavatoristi incazzosi

Sperduto in mezzo alla campagna della Maremma, non riuscivo a capire bene dove ero. Manciano, frazione Marsigliana, fiume Albegna. Non ero mai stato in zona se non alcune volte, sempre per lavoro a Porto Ercole. Per arrivare abbiamo sbagliato strada per cui ci siamo piacevolmente persi in mezzo alle colline grossetane, in mezzo e in pieno nella Maremma. Per un attimo ho avuto la visione di lido di classe ( da Cervia per Ravenna) prima dei traffici e delle troppe case attuali. Un mio zio era custode della grande pineta che era privata e proprietà di un conosciuto politico ravennate. Solo un attimo, in spiaggia con mio padre, accucciato davanti nella vespa, e stava nevicando. Non c'entra nulla ma è stato un attimo. Per i tre giorni che siamo stati ospiti, ho continuato a non capire dove eravamo. Si Capalbio a pochi chilometri, qualcosa di più per Saturnia, campagne sterminate con ancora i segni di una terribile alluvione l'undici e il dodici novembre dello scorso anno. E questa alluvione , i disastri e le ferite nel cuore , sono stati il motivo dominante di queste tre giornate. Ho conosciuto persone di straordinaria forza e sensibilità che mi hanno molto colpito e molto mi hanno insegnato. A cominciare dai gestori dell'agriturismo in cui alloggiavamo e base di partenza per la camminata. Con il sorriso sulle labbra e ancora la tristezza negli occhi. Ai loro figli, piccolini di età, ma già tanto maturi. Non persone, famiglie. Pensavo esistessero solo ai tempi di mio padre e di mia madre. Queste enormi , grandi famiglie. Con tutti i pro e i contro di coesistenze tanto numerose. Io impazzirei, ma mi piace come idea. Poi grazie a Elena, l'attrice organizzatrice, ho conosciuto anche un'altra grande famiglia e anche questa mi ha molto affascinato e soprattutto una giovane signora che ci siamo trovati subito bene, quasi fosse una mia sorella ritrovata. Stanotte , qua da noi, diluvio a secchiate. Mi ricordavo i racconti della maremma e ho avuto paura. Acqua acqua a secchiate , nel dormiveglia e per un attimo ho pensato “oddio l'alluvione”, poi mi sono svegliato e non sono più riuscito a dormire. Dall'agriturismo e dopo pochi metri, l'argine del fiume. Un rigagnolino che ti chiedi, ma come può questo fiume salire di dieci , venti metri? C'erano sull'argine piante alte che per un attimo pensavi “che strani nidi”, poi guardavi meglio e ti accorgevi che non erano nidi, ma i rimasugli della piena paurosa. Il primo giorno abbiamo girato a zonzo,la creta e la mota trasportate dalle acque erano frantumate come polvere sottilissima. Camminavi e sprofondavi come in un campo ricoperto di tonnellate di talco. Il primo giorno piccolo incidente di percorso . Ero affascinato , non dalle zone belle, ma da quelle distrutte, da quelle che stavano ricostruendo gli argini. In fondo scavatori e camion che correvano sollevando questa polvere finissima. Splendido da fotografare, paesaggi lunari. Si ferma improvvisamente un camion e ne scende un omone alto e pelato che si incazza come una bestia e ci aggredisce. Gli spiego che non volevo fotografare né il suo camion, né i lavori, ero affascinato dalla polvere. Si altera ancora di più. E ci impone di andarcene. Figuriamoci. Dopo ore vediamo una macchina che evidente cercava noi. Erano i capi del consorzio che gestisce il lavoro degli argini. Anche qua , ho cercato di trattare , devo solo fare una camminata porca troia, io faccio il mio lavoro tu fai il tuo. Poi ci siamo tranquillizzati tutti e ognuno per la propria strada. Mi sono ricordato della devastazione che anni fa le ruspe avevano fatto qua da noi, con il silenzio di tutti. Era il mio spazio, lo spazio in cui andavo per rilassarmi e me lo stavano distruggendo. Mi ero messo davanti alla ruspa ed era sceso un ragazzone bergamasco da paura che mi aveva detto “ va via di ché o de do una paca”. Che il paca non stava per pacca amichevole sulle spalle. Si poi l'avvio del festival e la camminata. Io in questi periodi non sono mai soddisfatto e neanche di questa lo sono stato in pieno. Due persone, per fortuna amici, che hanno continuato a parlare a voce alta. Alcuni che per bagnarsi un attimo i piedi sembrava di essere in un film di indiana jons. Però andata, alcune persone hanno aperto il cuore e questo credo sia una gran bella cosa. Per inciso , Nicola, il figlio dei proprietari dell'agriturismo, un ragazzino di 17 anni, alto alto , magro e bello, ha due cavalli. Gli ho detto perchè non ci fai una presenza? Lui mi dice “ cosa devo fare? “ gli ho risposto “ guarda la gente come per dire che cazzo ci fate qua sulla mia terra?” sembrava, in sella al suo cavallo, un principe antico che guarda con disprezzo i contadini al lavoro. Maremma, faticosa, ostica a volte, dura spesso, ma bella , bella da impazzire. Come le persone che ho conosciuto. Bene, la vita va avanti, autostrada e ritorno. Da domani riprendo i sopralluoghi sul fiume
Seveso, parco nord di Milano. Altre storie, altri luoghi altra gente. Mi ero già fatto delle idee, ma ho deciso che qua non voglio idee. Tutto è pulitino , tutto perfetto, la metropoli è vicina, grandi graffiti sui muri, gente con il cane a guinzaglio, gli orti per i pensionati. Sobborgo popolare e inquietante del quartierone paesone Niguarda. Qua costeggeremo un fiume capace anche questo di danni mostruosi. Un fiume ingabbiato ammalato , un fiume che scompare dentro un tunnel quasi fosse una metropolitana. Non ti viene voglia di tuffarti nel Seveso neanche di bagnarti un dito, non c'è profumo di campagna, ma odore di città. Costeggeremo due cimiteri , ma anche alcuni rigagnoli di acqua pulita. Da questi rigagnoli in un futuro vicino nascerà un laghetto , dicono balneabile, a me sembra strano. Però in questo periodo i milanesi non sono ancora pallidi colore da inquinamento continuo. Hanno ancora il colore rosato del sole di città. E un sorriso e un cuore acquietato, almeno per un attimo, dobbiamo conquistarlo.

domenica 8 settembre 2013

sindrome di abbandono e stelle lunimose

Le sindromi di abbandono del cane, poi le paghi e tutte le cose che a te danno fastidio , poi lui le fa. E in questi due giorni non proprio pappa e ciccia, il dizionario limitato del cane ha visto aggiungere due nuovi frasi : “ porca troia Peter! - spaccamaroni te e il tuo padrone”. Ho anche scoperto che di notte viene a fare un giretto in camera mia per controllare se ci sono e poi ritorna sul divano dato che il suo cuscinone sembra gli faccia schifo. E se da me ha imparato a non salire più sul letto, almeno quando ci sono io, qua a Cesena non lo considera il mio letto , infatti ora è li stravaccato addormentato come una pera cotta e appiccicato come una ventosa. E sarà una gara dura tirarlo via dato che quando è appiccicato come una ventosa, i suoi trenta chili diventano sessanta. Volevi un cane Enzo? Si dai faticoso, ma sono contento di averlo. Ora non dovrebbe più crescere in altezza, ha fra non molto un anno, si non è un gigantone, ma va bene così. Solo che mi hanno detto che adesso dovrebbe crescere in larghezza. Vai a portarlo in giro dopo e magari ha appena visto una lepre. Mi verranno i muscoli di un culturista. In questi giorni forse non è il cane ad essere noioso. Forse lo sono io e lui ne risente. Si perchè in questi giorni sono ,come dicono a Bergamo , decisamente malmostoso. O come dicono in romagna : male insalivato. Venerdì stavo bene, ero stanchissimo , ma stavo bene. Sopralluoghi fino all'ultimo minuto e si preannunciava un “respiro del fiume” memorabile. Poi mi arriva un tipo che sarà anche bello, intelligente affascinante, ma che a me sta li, e in maniera fastidiosa. Reciproco il fastidio e credo , pur pacifisti, potessimo menarci lo faremmo. In più anche lui organizza delle cose e durante la camminata filmava di nascosto con il telefonino. Ma non è merito suo se le cose poi non sono andate come volevo , non gli potrei mai dare questa soddisfazione. Non avevo calcolato che all'inizio, al tavolo del ritrovo , era buio pesto e non riuscivo a vedere le persone. Tante, ma non vedevo le loro facce. Ho bisogno di vedere le facce gli occhi della gente. Iniziamo la camminata, pubblico bello di quello che , ad esclusione del tipo, vorresti sempre avere. E per un attimo, un attimo di panico, mi sono perso, poi ho continuato solo questioni tecniche e senza cuore. Poi ho cercato di riprendere in mano la situazione. Tendo sempre ad esagerare e la camminata non è stata proprio quello schifo come mi dicevo in testa, dato che comunque c'è un livello alto che rimane, comunque. E' che io non voglio i livelli alti, voglio di più. E anche quando passavamo in zone di luce, non vedevo le persone, vedevo solo delle ombre. Poi mi sono dato uno scossone e ho ripreso in mano la situazione. Ma alla fine non ero soddisfatto. E non è una persona che odi e che non vorresti vicino a te,a rovinarti una serata. No non può, non è colpa sua , la colpa è solo e unicamente tua. Dicevo tendo ad esagerare perchè in realtà nulla di così catastrofico, e anche altre camminate in passato non mi sono riuscite al massimo. Ma tutto succede nella testa e se poi la gente ti fa i complimenti e ti ringrazia, ringrazi tu loro, ma rimani insoddisfatto non di loro o della camminata , ma di te che non sei stato perfetto così come desideravi. Esagerato? Si un pochino. Può essere tante cose, ma a volte succede nella vita che senti l'esigenza di dimostrare qualcosa. E' li che si fanno i passi falsi, dato che sei comunque bravo e non devi dimostrare nulla. Le mie camminate anche se funzionano comunque, hanno bisogno del cuore, sgombro da pensieri e disponibile, allora si, succedono i miracoli. Ora ancora tre camminate in notturna, non voglio essere bravo,  non devo competere con nessuno, voglio essere io. E casomai l'attimo di panico faccio sdraiare tutti, me compreso, a guardare per qualche minuto le stelle. E se il cielo sarà coperto , guarderemo il cielo coperto , sapendo che aldilà delle nuvole le stelle ci sono comunque. In ogni caso i ritrovi saranno in un posto illuminato. Voglio vedere le persone e voglio dare loro la mano, ti do la mia energia, ti consegno,il mio cuore. Solo per un attimo e senza fraintendimenti. Questa settimana ancora sopralluoghi a Milano e a Pumenengo, poi si parte per Grosseto. Ho voglia del respiro dell'aria di toscana, mi rigenera. Ho voglia di ritrovare me nonostante i casini della vita in cui a volte mi sembra di sprofondare.

domenica 1 settembre 2013

la signora delle Camelie, il fiume Serio e il canale Vacchelli

La chiamo piccola cittadona. E' Crema , vecchia signora impolverata, ma ancora affascinante. Grandi palazzi e grandi ricchezze in passato. I proprietari terrieri, le grandi fabbriche, il collegamento con Milano. Un po' signora, un po' baldracca. Dovessi collocarla a livello di zodiaco penserei a lei come ad un riuscito miscuglio fra un leone e una bilancia. Molto snob, un pochino collerica, come tutte le piccole cittadone italiane si considera unica. E unici si considerano i suoi abitanti, un pochino snob, un pochino attaccabrighe quando serve, molto indolenti. Durante la guerra non accettavano i diktat della sezione regionale del fascio di Cremona e hanno messo su una propria sezione. Durante la guerra e nonostante la guerra, sartorie per signore che si ispiravano alla moda di Parigi e tante feste regolarmente annotate sul giornale locale. Le crocessorine volontarie, i sindacati, bianchi, di mutuo soccorso e un orfanatrofio in una via senza nome sempre pieno. Città di belle donne, quasi pari a Cremona, ma questo non si può dire sennò i cremaschi insorgono. E quando Severgnini aveva parlato delle belle donne di Crema, pensava a Paola la nostra splendida “ragazza della cassa”. Gente indolente che pare camminare come una bilancia in stato di grazia, ma dietro e dentro questa indolenza c'è il fuoco, bello e pericoloso come sa essere il fuoco. Se dovessi ambientare la signora delle camelie, ecco Crema sarebbe la città ideale. Perchè ha tutto , ma non riesce ad uscire dalla sua cerchia di compiaciuto provincialismo. Inteso sia nel senso buono che nel senso più deleterio. Città colta, credo di tutta la zona sia una delle città più scolarizzate. Ci sono un conservatorio e una scuola di musica e tanti non dico validi ma splendidi musicisti, ma per emergere devono scappare. Il fatto è che pochi scappano e il mercato interno non è che possa offrire più di tanto. C'è anche un teatro ricavato da una chiesa maestosa, ma sono talmente lontani dalle questioni del teatro che anni fa avevano definito noi e il teatro di Romanengo come un teatro parrocchiale eppure tutti i grandi nomi del teatro italiano che definivano dei dilettanti, ora a 20 anni di distanza vengono chiamati pure da loro. Ho tantissimi amici cremaschi o del cremasco, ma la città e le sue istituzioni, aldilà di un rapporto, in passato, importante con la camera del lavoro, non riescono a rapirmi più di tanto.
E' come dicevo, una piccola cittadona un pochino impolverata , un po' signora un po' baldracca. Eppure di cose grandiose , porca miseria ce ne sono tante. Fra queste cose grandiose, a me che amo l'acqua, c'è il canale Vacchelli. Che uno dice è un canale con acqua rubata all'Adda. Si è un bel canalone, ma a Crema diventa sopraelevato. Tu vedi questo ponte e arcate enormi che sovrasta una parte esterna della città e li ci passa il canale. Uno spettacolo da lasciarti senza fiato. E va a defluire in un posto altrettanto senza fiato, ma qui siamo già nel cremonese credo, che ha due nomi. Io lo chiamo i 13 ponti. Questo canale Vacchelli viene incanalato e riossigenato in dighe e cascate e 13 appunto i ponti in muratura, dicono disegnati da Leonardo, che sovrastano questo capolavoro. Ma torniamo a Crema, c'è anche un fiume , il Serio. Anche questo è strano. Io conoscevo il Serio , quello che chi va a Bergamo passando da Seriate, vede d'estate come qualcosa di insesistente perchè praticamente aciutto. E di inverno impetuoso ed esagerato. E non ho mai capito come a Seriate che è a nord, il fiume non esiste d'estate e a Crema invece è sempre con tanta acqua. Poi ho rivisto il Serio a Malpaga, zona meravigliosa poco distante da Seriate. Qua è “allo stato brado” il lungofiume è fatto di sabbia e sassi bianchi e la vegetazione che risente di un caldo costante sembra una macchia mediterranea. Dovevo farci una camminata spettacolo anni fa , poi le piogge torrentizie hanno fatto saltare tutto. Ora ritrovo il Serio di Crema che non avevo mai frequentato, se non le veloci visioni passando sopra un ponte. Si un bel fiume grandino neanche troppo, campi di granturco e di pioppeti, belle ville disperse nella campagna e in lontananza gli echi della città. Però da dove partiremo, passa un ponte, pensavo fosse la ferrovia, invece siamo andati a curiosare era il Vacchelli. Marco non l'aveva mai visto, io anni fa ci avevo fatto una camminatona con un amico. E allora mi si è aperta la testa  e tutte le idee per la camminata di venerdì mi sono saltate addosso. non cambierà la mia visone di Crema, neanche dei miei tanti amici, però si , sarà qualcosa di bello che spero lasci qualcosa di importante nel cuore.