Sperduto in
mezzo alla campagna della Maremma, non riuscivo a capire bene dove
ero. Manciano, frazione Marsigliana, fiume Albegna. Non ero mai stato
in zona se non alcune volte, sempre per lavoro a Porto Ercole. Per
arrivare abbiamo sbagliato strada per cui ci siamo piacevolmente
persi in mezzo alle colline grossetane, in mezzo e in pieno nella
Maremma. Per un attimo ho avuto la visione di lido di classe ( da
Cervia per Ravenna) prima dei traffici e delle troppe case attuali.
Un mio zio era custode della grande pineta che era privata e
proprietà di un conosciuto politico ravennate. Solo un attimo, in
spiaggia con mio padre, accucciato davanti nella vespa, e stava
nevicando. Non c'entra nulla ma è stato un attimo. Per i tre giorni
che siamo stati ospiti, ho continuato a non capire dove eravamo. Si
Capalbio a pochi chilometri, qualcosa di più per Saturnia, campagne
sterminate con ancora i segni di una terribile alluvione l'undici e
il dodici novembre dello scorso anno. E questa alluvione , i disastri
e le ferite nel cuore , sono stati il motivo dominante di queste tre
giornate. Ho conosciuto persone di straordinaria forza e sensibilità
che mi hanno molto colpito e molto mi hanno insegnato. A cominciare
dai gestori dell'agriturismo in cui alloggiavamo e base di partenza
per la camminata. Con il sorriso sulle labbra e ancora la tristezza
negli occhi. Ai loro figli, piccolini di età, ma già tanto maturi.
Non persone, famiglie. Pensavo esistessero solo ai tempi di mio padre
e di mia madre. Queste enormi , grandi famiglie. Con tutti i pro e i
contro di coesistenze tanto numerose. Io impazzirei, ma mi piace come
idea. Poi grazie a Elena, l'attrice organizzatrice, ho conosciuto
anche un'altra grande famiglia e anche questa mi ha molto affascinato
e soprattutto una giovane signora che ci siamo trovati subito bene,
quasi fosse una mia sorella ritrovata. Stanotte , qua da noi, diluvio
a secchiate. Mi ricordavo i racconti della maremma e ho avuto paura.
Acqua acqua a secchiate , nel dormiveglia e per un attimo ho pensato
“oddio l'alluvione”, poi mi sono svegliato e non sono più
riuscito a dormire. Dall'agriturismo e dopo pochi metri, l'argine del
fiume. Un rigagnolino che ti chiedi, ma come può questo fiume salire
di dieci , venti metri? C'erano sull'argine piante alte che per un
attimo pensavi “che strani nidi”, poi guardavi meglio e ti
accorgevi che non erano nidi, ma i rimasugli della piena paurosa. Il
primo giorno abbiamo girato a zonzo,la creta e la mota trasportate
dalle acque erano frantumate come polvere sottilissima. Camminavi e
sprofondavi come in un campo ricoperto di tonnellate di talco. Il
primo giorno piccolo incidente di percorso . Ero affascinato , non
dalle zone belle, ma da quelle distrutte, da quelle che stavano
ricostruendo gli argini. In fondo scavatori e camion che correvano
sollevando questa polvere finissima. Splendido da fotografare,
paesaggi lunari. Si ferma improvvisamente un camion e ne scende un
omone alto e pelato che si incazza come una bestia e ci aggredisce.
Gli spiego che non volevo fotografare né il suo camion, né i
lavori, ero affascinato dalla polvere. Si altera ancora di più. E ci
impone di andarcene. Figuriamoci. Dopo ore vediamo una macchina che
evidente cercava noi. Erano i capi del consorzio che gestisce il
lavoro degli argini. Anche qua , ho cercato di trattare , devo solo
fare una camminata porca troia, io faccio il mio lavoro tu fai il
tuo. Poi ci siamo tranquillizzati tutti e ognuno per la propria
strada. Mi sono ricordato della devastazione che anni fa le ruspe
avevano fatto qua da noi, con il silenzio di tutti. Era il mio
spazio, lo spazio in cui andavo per rilassarmi e me lo stavano
distruggendo. Mi ero messo davanti alla ruspa ed era sceso un
ragazzone bergamasco da paura che mi aveva detto “ va via di ché o
de do una paca”. Che il paca non stava per pacca amichevole sulle
spalle. Si poi l'avvio del festival e la camminata. Io in questi
periodi non sono mai soddisfatto e neanche di questa lo sono stato in
pieno. Due persone, per fortuna amici, che hanno continuato a parlare
a voce alta. Alcuni che per bagnarsi un attimo i piedi sembrava di
essere in un film di indiana jons. Però andata, alcune persone hanno
aperto il cuore e questo credo sia una gran bella cosa. Per inciso ,
Nicola, il figlio dei proprietari dell'agriturismo, un ragazzino di
17 anni, alto alto , magro e bello, ha due cavalli. Gli ho detto
perchè non ci fai una presenza? Lui mi dice “ cosa devo fare? “
gli ho risposto “ guarda la gente come per dire che cazzo ci fate
qua sulla mia terra?” sembrava, in sella al suo cavallo, un
principe antico che guarda con disprezzo i contadini al lavoro.
Maremma, faticosa, ostica a volte, dura spesso, ma bella , bella da
impazzire. Come le persone che ho conosciuto. Bene, la vita va
avanti, autostrada e ritorno. Da domani riprendo i sopralluoghi sul
fiume
Seveso, parco nord di Milano. Altre storie, altri luoghi altra
gente. Mi ero già fatto delle idee, ma ho deciso che qua non voglio
idee. Tutto è pulitino , tutto perfetto, la metropoli è vicina,
grandi graffiti sui muri, gente con il cane a guinzaglio, gli orti
per i pensionati. Sobborgo popolare e inquietante del quartierone
paesone Niguarda. Qua costeggeremo un fiume capace anche questo di
danni mostruosi. Un fiume ingabbiato ammalato , un fiume che scompare
dentro un tunnel quasi fosse una metropolitana. Non ti viene voglia
di tuffarti nel Seveso neanche di bagnarti un dito, non c'è profumo
di campagna, ma odore di città. Costeggeremo due cimiteri , ma anche
alcuni rigagnoli di acqua pulita. Da questi rigagnoli in un futuro
vicino nascerà un laghetto , dicono balneabile, a me sembra strano.
Però in questo periodo i milanesi non sono ancora pallidi colore da
inquinamento continuo. Hanno ancora il colore rosato del sole di
città. E un sorriso e un cuore acquietato, almeno per un attimo,
dobbiamo conquistarlo.
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