domenica 1 settembre 2013

la signora delle Camelie, il fiume Serio e il canale Vacchelli

La chiamo piccola cittadona. E' Crema , vecchia signora impolverata, ma ancora affascinante. Grandi palazzi e grandi ricchezze in passato. I proprietari terrieri, le grandi fabbriche, il collegamento con Milano. Un po' signora, un po' baldracca. Dovessi collocarla a livello di zodiaco penserei a lei come ad un riuscito miscuglio fra un leone e una bilancia. Molto snob, un pochino collerica, come tutte le piccole cittadone italiane si considera unica. E unici si considerano i suoi abitanti, un pochino snob, un pochino attaccabrighe quando serve, molto indolenti. Durante la guerra non accettavano i diktat della sezione regionale del fascio di Cremona e hanno messo su una propria sezione. Durante la guerra e nonostante la guerra, sartorie per signore che si ispiravano alla moda di Parigi e tante feste regolarmente annotate sul giornale locale. Le crocessorine volontarie, i sindacati, bianchi, di mutuo soccorso e un orfanatrofio in una via senza nome sempre pieno. Città di belle donne, quasi pari a Cremona, ma questo non si può dire sennò i cremaschi insorgono. E quando Severgnini aveva parlato delle belle donne di Crema, pensava a Paola la nostra splendida “ragazza della cassa”. Gente indolente che pare camminare come una bilancia in stato di grazia, ma dietro e dentro questa indolenza c'è il fuoco, bello e pericoloso come sa essere il fuoco. Se dovessi ambientare la signora delle camelie, ecco Crema sarebbe la città ideale. Perchè ha tutto , ma non riesce ad uscire dalla sua cerchia di compiaciuto provincialismo. Inteso sia nel senso buono che nel senso più deleterio. Città colta, credo di tutta la zona sia una delle città più scolarizzate. Ci sono un conservatorio e una scuola di musica e tanti non dico validi ma splendidi musicisti, ma per emergere devono scappare. Il fatto è che pochi scappano e il mercato interno non è che possa offrire più di tanto. C'è anche un teatro ricavato da una chiesa maestosa, ma sono talmente lontani dalle questioni del teatro che anni fa avevano definito noi e il teatro di Romanengo come un teatro parrocchiale eppure tutti i grandi nomi del teatro italiano che definivano dei dilettanti, ora a 20 anni di distanza vengono chiamati pure da loro. Ho tantissimi amici cremaschi o del cremasco, ma la città e le sue istituzioni, aldilà di un rapporto, in passato, importante con la camera del lavoro, non riescono a rapirmi più di tanto.
E' come dicevo, una piccola cittadona un pochino impolverata , un po' signora un po' baldracca. Eppure di cose grandiose , porca miseria ce ne sono tante. Fra queste cose grandiose, a me che amo l'acqua, c'è il canale Vacchelli. Che uno dice è un canale con acqua rubata all'Adda. Si è un bel canalone, ma a Crema diventa sopraelevato. Tu vedi questo ponte e arcate enormi che sovrasta una parte esterna della città e li ci passa il canale. Uno spettacolo da lasciarti senza fiato. E va a defluire in un posto altrettanto senza fiato, ma qui siamo già nel cremonese credo, che ha due nomi. Io lo chiamo i 13 ponti. Questo canale Vacchelli viene incanalato e riossigenato in dighe e cascate e 13 appunto i ponti in muratura, dicono disegnati da Leonardo, che sovrastano questo capolavoro. Ma torniamo a Crema, c'è anche un fiume , il Serio. Anche questo è strano. Io conoscevo il Serio , quello che chi va a Bergamo passando da Seriate, vede d'estate come qualcosa di insesistente perchè praticamente aciutto. E di inverno impetuoso ed esagerato. E non ho mai capito come a Seriate che è a nord, il fiume non esiste d'estate e a Crema invece è sempre con tanta acqua. Poi ho rivisto il Serio a Malpaga, zona meravigliosa poco distante da Seriate. Qua è “allo stato brado” il lungofiume è fatto di sabbia e sassi bianchi e la vegetazione che risente di un caldo costante sembra una macchia mediterranea. Dovevo farci una camminata spettacolo anni fa , poi le piogge torrentizie hanno fatto saltare tutto. Ora ritrovo il Serio di Crema che non avevo mai frequentato, se non le veloci visioni passando sopra un ponte. Si un bel fiume grandino neanche troppo, campi di granturco e di pioppeti, belle ville disperse nella campagna e in lontananza gli echi della città. Però da dove partiremo, passa un ponte, pensavo fosse la ferrovia, invece siamo andati a curiosare era il Vacchelli. Marco non l'aveva mai visto, io anni fa ci avevo fatto una camminatona con un amico. E allora mi si è aperta la testa  e tutte le idee per la camminata di venerdì mi sono saltate addosso. non cambierà la mia visone di Crema, neanche dei miei tanti amici, però si , sarà qualcosa di bello che spero lasci qualcosa di importante nel cuore.

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