martedì 21 marzo 2017

le pulzelle di Orleans e la leggerezza per un giorno

Ci sono degli androidi nei paesi, fatti con lo stampino che neanche il più grande antropologo o scienziato avrebbe potuto fare di meglio. Cambiano in base al settore e al campo di interessi, ma androidi seriali sono.  
In questo caso sto parlando di un androide  donna, comunemente chiamata beghina o tutto fare della chiesa e/o oratorio. Qualche volta aspetto piacevole, sorriso tirato, una mansuetudine cui non crede nessuno. Tutti sanno che dietro quel sorriso di circostanza si celano denti fortissimi che potrebbero sbranarti, se solo osi contraddirle. 
Sono loro che comandano le questioni di chiesa e non solo le pulizie. I preti cambiano, loro restano. Niente di particolare, fa quello che ti pare, ma lascia perdere me. Non mi sento cattolico, tanto meno praticante. 
Negli ultimi tempi vado qualche volta a messa, le pago, per ricordare i miei parenti. Non che la messa serva a qualcosa, serve a me, un rito pubblico per dire ai miei “non ti ho dimenticato”, anche se in effetti quei soldi sarebbe meglio darli magari a chi ne ha bisogno. 
Uno di questi androidi mi ha preso di mira, non me in quanto me, ma me in quanto nuovo arrivato in questo paese- “ehi tè ascolta, più avanti facciamo la festa, dato che sei artista, ci dai una mano?”. Sorriso di circostanza e dentro il cuore: “fanculo”. 
Oggi mi ferma “arriva il vescovo, compreresti un po' di decorazioni che poi le mettiamo noi?”. Il compreresti, è un imperativo: devi! E questo devi mi fa venire un nervoso boia. Ognuno si aggrappa ai piccoli poteri che può. La signora androide mi sta anche simpatica, ma odio, ho sempre odiato le decorazioni di carta o di stoffa con cui di volta in volta vengono infestati i paesi, possa essere l'arrivo di un nuovo prete, di un vescovo, di un asino, non lo so. Vuoi mettere i festoni, fallo. Cavolo vuoi da me pulzella di Orleans. 
Per non sembrare sessista, occorre ricordare che ci sono anche gli uomini androidi chiesaioli, che magari sotto sotto vorrebbero sentirsi anche loro la pulzella di Orleans. Ad ogni messa, sono in prima fila e intonano , con voce altissima , qualche volta sgraziata, spesso baritonale, i vari canti della messa. Finito tutto ritornano mansueti, ma anche loro pronti a sbranarti minimamente si accorgono che non hai le loro idee che in genere non vanno oltre la panca della chiesa o i quattro metri del giardino. 
Domenica sera qua, in questo paese , è morto un giovanotto. Vita travagliata, grandi casini, ormai deambulava con lo sguardo fisso. Quarantotto anni, un po' presto per morire. Lo conoscevo di vista, ma avevo , ho, un rapporto di amicizia con tanti suoi familiari. Domani il funerale, oggi, come si dice, sono andato a fare visita. Mi ha colpito la dignità della madre. Ne ha passate tante, eppure ha sempre amato questo suo figlio problematico. Il dolore ormai sedimentato, un sorriso per ringraziarti, una perdita rimane pur sempre una perdita. Di un figlio poi. 
A volte quando in una famiglia ci sono dei drammi, è la donna che deve affrontarli, arginarli, eventualmente risolverli. E a volte la lotta può essere estenuante, anche perché in un paese ti guardano e tu sei la madre di … o la moglie di … ma nessuno ti da mai realmente una mano. 
Anni fa, tanti anni fa, i problemi di una persona sembrava fossero i problemi di tutti, e tutti si sentivano vicini. Ora no. 
Ero scosso e tornando a casa, sono stato fermato appunto dall'altra signora, l'androide novella Giovanna D'Arco, che voleva comprassi i festoni di carta per la festa al vescovo. Le avessi detto : “non me ne frega niente del vescovo e dei vostri festoni”, sarebbe scesa dalla bicicletta e mi avrebbe menato. 
Poi a casa a giocare con il cane, mi ha telefonato un amico dalla Val di Cembra, per informarmi di una bella notizia. E questo mi ha rallegrato il cuore. 
Quando ero giovane e ho iniziato a fare teatro, non pensavo a me o ai piccoli successi. Ero presuntuoso e pensavo che fare questo mestiere fosse una sorta di dono, uno sguardo in più sul mondo, uno sguardo forse più avanti. 
Guardavo dall'alto al basso i miei compagni di percorso, quelli ora famosissimi, loro facevano arte, loro parlavano di cultura, parlavano. Io ero convinto di vedere oltre. 
Ieri sera spento il computer e facendo avanti indietro fra i vari canali televisivi, ho visto un po' di volti a me noti, alcune volte anche in programmi squallidi e mi sentivo distante. 
Lo sto ripetendo da mesi: è un periodo che non so cosa voglio dalla mia vita. Sia chiaro sto bene. Ci sto prendendo gusto a stare io solo con il cane, il giardinino e il piccolo orto. Mi piace. 
 Però nei confronti del teatro che consideravo la mia vita, incomincio ad essere titubante. Fare un lavoro che ti piace e cercare di farlo bene sarebbe già tanto, ma ho bisogno di un pensiero alle spalle e di una utopia. Ecco in questo momento è una utopia mia che manca. 
Non so se sono visionario o se riesco a vedere oltre, credo proprio di no. Non è una missione fare l'attore o il regista, non te lo ha ordinato il medico, é un lavoro. Cadi dal pero Enzo. 
Un dono credo però di averlo avuto. La possibilità che mi è stata data di entrare subito in empatia con le persone, di capire il loro cuore. 
Da ragazzo lo consideravo si un dono e mi sentivo particolare. Con il tempo , questa cosa ha iniziato ad essere pesante. Diventi vecchio, conosci meglio le persone, sai leggere nel cuore e nelle contraddizioni, degli altri. Ma non sai vedere dentro di te, non capisci nulla del tuo cuore e ancora peggio della tua mente. 
Ti aggrappi ai sogni, quelli notturni e speri che possano fornirti una soluzione. Forse è così , ma se non sai decifrare i tuoi sogni, diventa inutile. 
Appena arriva un pochino il caldo, vorrei organizzare, per i fatti miei, non come teatro e senza nessuna motivazione o parvenza di spettacolo, una camminata lunga un giorno. Sul fiume, ognuno si porta da mangiare e si mangia al sacco in giro per boschi. Lo pubblicizzerò un giorno prima sulla ma pagina fb, ora e luogo di incontro. 
Lungo il fiume alla ricerca dei fontanili che in questo periodo sono quasi tutti asciutti. Per togliersi per un giorno la seriosità ed essere leggeri e lasciare a casa per un attimo i propri fantasmi

domenica 26 febbraio 2017

non ho capito se era un complimento o una dichiarazione di guerra

Mi ero iscritto al corso di inglese al mio paese, da tre mesi i volantini, da tre mesi chiedevo informazioni. Non si sapeva il giorno, non si sapeva l'orario, il costo super giù. Finalmente si sa il giorno, si sanno gli orari, il costo sempre super giù, faccio i salti mortali, ma mi iscrivo. C'erano ancora diverse cose poco chiare , due ore prima chiedo “si può sapere….”. 
Mi ero comprato anche il quadernino e la penna nuova. Un'ora prima mi telefona una signora, da tre mesi dichiaravo che non avevo mai fatto corsi o lezioni di inglese, mi dice “mi dispiace, ma è un corso per persone che hanno già una base, se arriveranno persone che non hanno mai fatto inglese e diamo vita ad un nuovo corso, la informiamo”. Complimenti all'organizzazione. Ci sono rimasto malissimo. 
Vabbè quest'anno i corsi vanno così, anche i miei non andati. Riprenderò i laboratori teatrali in primavera e all'aperto per un progetto in collaborazione con il parco Oglio Nord, per noi quasi una sorta di pre-odissea. Con il parco Oglio Sud invece ho terminato, sempre in attesa del festival Odissea, un serie di incontri con insegnanti che hanno notevolmente appagato il mio ego. A parte gli scherzi, mi sono dato con il cuore e tanto ho ricevuto. E ho anche cementato un rapporto già forte con la mia amica Lella. 
Ogni tanto mi succede che , causa impegni,devo lasciare il mio cane ad amici (periodi brevissimi, a volte mezza giornata). Lui sta benissimo, ha a disposizione un giardino grande, tanta gente che lo coccola, so che gli manco e anche a me manca tanto e mi viene da ripensare a quando me lo sono portato a casa la prima volta. Dopo diversi rifiuti a darmi un cane, da parte di canili ( la motivazione che con me un cane si sarebbe stressato troppo, ma io avrei preso qualsiasi cane mi avessero dato) trovo un canile privato e in internet la foto di due cuccioli spacciati per boxer. 
Vado, ero interessato alla femmina, lei si boxerina, ma lei era disinteressata a me. L'altro invece, troppo vivace, troppo bellino, era un maschietto e mi si era appiccicato addosso decidendo che era lui ad adottare me. Mi sembrava strano come boxer, ma era tigrato e poi amore a prima vista. Il proprietario, credo che adesso per speculazioni varie questo canile sia stato chiuso, aveva fretta di tirarsi fuori dai piedi questo cane. Pagata la somma pattuita sotto forma di offerta libera, sono stato praticamente obbligato a portare il cane per il microchip in una clinica alle porte di Milano. Il veterinario gentile visita il cane, bel boxer, fisico eccezionale, salute di ferro. 
Era gennaio, ormai notte, nebbia e gelo arrivo a casa. Il cane aveva una fame boia. Poi me lo porto a letto con me. Aveva quattro mesi, non era un cosino perché pesava già dieci chili, però mi sembrava molto magro. Il cane sul letto ha iniziato a saltare, continuava a venirmi addosso per leccarmi. Era felice, io pure. Non ci avevo fatto caso prima , ma puzzava una cosa incredibile, poi per fortuna era solo puzza di canile. E gli avevo detto, puzza non puzza, tu sei il mio cane e mi vai bene così. Nel corso della notte ha iniziato a tossire in maniera fortissima, così fino all'alba. 
Ho degli amici veterinari che hanno una clinica in un paese vicino, spiego la situazione e mi dicono vieni subito. La tosse, viene chiamata tosse del canile, ma oltre la tosse dalla visita emergevano cose che non andavano. Per una settimana tutti i giorni, un casino di esami, anche i raggi, risultato notevoli problemi ai polmoni e soprattutto anemia fortissima. Il cane, pur vivacissimo , si stancava subito, era diventato inappetente, allora ho deciso per i fatti miei che dovevamo risolvere questa situazione. Per farlo mangiare gliene davo io con le mani, inoltre lo obbligavo a tanto movimento. Gli facevo fare chilometri, quando non ce la faceva più, lo prendevo in braccio e lo riportavo a casa.
Dopo diversi mesi, risolti i problemi della tosse e dei polmoni, l'anemia continuava ad essere fortissima. Ho litigato con uno dei medici che voleva fargli il prelievo per il midollo osseo: “ a cosa serve” chiedevo io - “ per sapere che tipo di anemia” mi rispondeva lui. “ e se troviamo che tipo di anemia, esiste poi una cura?” - “no”. Mi sono rifiutato di fare il prelievo, sarebbe stato un accanimento doloroso inutile. E dopo una litigata di ore ho concluso “ascoltami dottore , se deve morire, muore, io sto bene con lui, lui sta bene con me, ho desiderato un cane per una vita e non esiste che mi debba morire per una stupida anemia”. Il medico e gli altri medici miei amici, mi stavano guardando come ad un pazzo. 
Mi sono ripreso il  cane e l'ho riportato a casa. E qua è successo un piccolo miracolo, il cane ha iniziato a mangiare, i giorni seguenti ha iniziato a correre e a giocare senza stancarsi. Ancora altre analisi e dopo un mese, l'anemia era scomparsa, poi abbiamo tenuto controllato per un anno, ma l'anemia scomparsa. Avevo giurato al mio cane che me lo sarei sempre portato con me. Finché era piccolo lo facevo, tante volte l'ho portato a teatro, ai laboratori, ma fuggiva sempre rubando le scarpe a qualcuno. Poi cresciuto viziatissimo, un po' perché aggredito due volte da cani inferociti, un po' per il suo carattere, ma appena vede o sente l'odore di cane maschio in vicinanza, inizia a dare in escandescenze. Per il resto è rimasto adorabile e viziato. Io ho aiutato lui, lui ha aiutato me. 
Chiaro quando ci sono problemi grossi, non sempre è facile superarli o vincerli. Però essere guerrieri e cercare di sconfiggere reali o finti mulini a vento, questo si può. Ogni tanto quando sono in crisi, penso a questo episodio del mio cane che doveva morire per anemia, penso alle tante battaglie dei miei, allora mi passa tutto e mi sento forte. 
Spesso mi succede di incontrare, di vedere, figli di miei amici. E mi commuovo perché di ragazzi in gamba ce ne sono tanti, peccato che molti , per inseguire un lavoro, un sogno, un ideale di vita siano in giro per per il mondo. In giro per il mondo va bene, ma quando lo fai perché qua non trovi una dimensione tua o semplicemente un lavoro che tale si chiami, no non è bello. Questi ragazzi e ragazze che conoscevo da bambini, quando ci vediamo sono grandi sorrisi e la commozione aumenta. 
Ogni tanto scappate e fuga a Cesena, per andare sulla tomba dei miei, un saluto e un fiore, per dare un po' di aria alla casa, ma poi ritorno subito su, il posto dove comunque in questi tempi mi sento a casa. Da quando sono nato il tempo massimo che sono riuscito a resistere in una casa è stato di dieci anni. Molte volte anche meno. Improvvisamente non mi sento più a casa e devo cercare altro. Queste continue fughe sono la mia dannazione e la mia salvezza, per adesso, sono ormai sei mesi che abito nella casa nuova, sto bene, fra qualche anno vedremo. 
Avevo pensato di piantare questa primavera anche qualche melone cocomero e zucche. E' che il cane, quando vede qualcosa di rotondo, pensa sia una sua pallina e me lo va a strappare. Tipo ad agosto c'era una piantina di cocomero e due cocomerini che stavano crescendo belli. Un giorno ho sgridato il cane e lui in due secondi ha strappato la piantina e sbranato i due cocomerini. Fra non molto si sveglierà anche la tartaruga, spero, e anche lei qualche danno riesce a farlo. 
L'altro giorno un amico, intanto che il mio cane continuava ad abbaiare contro il suo , mi dice : “ se non fosse che il tuo cane odia i maschi, direi che vi assomigliate tantissimo di carattere”. Mi è rimasto il dubbio se fosse un complimento o una dichiarazione di guerra.

lunedì 20 febbraio 2017

ciao, r.i.p., pani e giardini e va da via al cul

Appena arrivo alle casse di qualsiasi supermercato, il ragazzo o la ragazza mi danno subito del tu iniziando con un ciao. Evidente che non sono un giovanotto, allora perché mi devono dare del tu che neanche ci conosciamo? Ho pensato sarà forse la mia altezza. Loro, sempre ritmi più veloci, vedono un coso piccolo neanche stanno a guardare se è un bambino, un giovanotto, o anziano. Ciao. 
Poi ho scoperto che mi danno del tu perché pensano che io sia straniero. E questa cosa mi fa incazzare. Non perché venga scambiato per straniero. Ci sta, mi fa piacere. Ad un italiano grandino di età si da del lei, perché ad uno straniero si deve dare del tu? Fra le varie opzioni che mi assalivano la mente , genere “ oh ragazzino non sono tuo padre” o altre un pochino peggiori, ho optato per quella più consona a me. Ogni volta che mi danno del tu, inizio a parlare con un generico accento di un generico paese dell'est europeo
 Che palle questi quattro milanesi che girano sempre con la banana in mano per quattro palme che a dire loro africanizzerebbero Milano. Magari. Saranno belli i mega schermi o i mega cartelloni pubblicitari che da sempre invadono piazza duomo. Quando non c'è niente da dire e la testa è vuota, si fa di tutto pur per mettersi in mostra. Inizia un periodo abbastanza intenso per fortuna. Domani, dato che avevo voglia di rimettermi a studiare, inizio un corso di inglese. 
Fra qualche anno mi piacerebbe ritornare all'università e studiare medicina, è sempre stato uno dei miei sogni. Peccato che appena vedo un po' di sangue rischio di svenire. Oggi in giro con il cane mi ferma un signore che aveva voglia di parlare. In effetti dovrei cambiare orari che sti pensionati che se ne stanno in giro e hanno voglia di parlare, ormai il mio cane li sbrana. 
Questo signore mi racconta che lui viene da un paese vicino, devastato dalla brebemi : “hanno tagliato tutti gli alberi hanno fatto le rotonde dappertutto, ci hanno messo anche il casello di entrata” e mi diceva che veniva a passeggiare in questi boschi che almeno gli alberi ci sono ancora. 
Poi ce n'è un altro ,preciso come un orologio svizzero. Tutti i giorni si fa circa quindici/venti chilometri a passo veloce e io sono il suo salvatore. Nel senso che appena mi vede si ferma con la scusa di parlare, in realtà per darsi una pausa e prendere fiato. Qualsiasi argomento , tira fuori il cellulare e mi fa vedere la foto. Compresa quella dei suoi cani, due pitbull femmine che a suo dire sono sempre dietro a sbranarsi. Oggi girava con un bastone lunghissimo “mi serve per quando vado a camminare in montagna”. L' altro giorno girava con delle pietre “devo riempire che c'è una buca”. Fortuna ride tanto e mi mette di buon umore. 
Sempre oggi , il mio cane è stato bravissimo, mi camminava di fianco, non ha fatto capricci. Improvvisamente è arrivato un signore con un altro cane maschio ed è stato putiferio. Ho vangato e pulito tutto il giardino. Praticamente , tolto il piastrellato, tolto il corsello, venti metri quadrati di giardino più dieci metri di orto. Trenta metri. 
Ci ho messo tre pomeriggi. Mi fa ancora male la schiena , ma saranno un giardino e un orto bellissimi da fare schiattare di invidia il mio vicino e sua moglie. Pane, focaccia e piadina, so farli da un po' di tempo. Ora ho imparato a fare le torte. Tre. Ciambella romagnola, torta sbrisolona e torte alla Jean D'Arc (quelle una su due che mi escono bruciate). 
Cane, giardino, orto, pane e torte fatte in casa, ci mancano le marmellatine. Dio come sono messo male. Sto leggendo in questi giorni sui social persone che piangono amici o altro che sono morti. E poi la conclusione con un generico r.i.p. Costa tanta fatica non dico esprimere un pensiero di dolore proprio, ma almeno un riposa in pace completo? Magari quando morirò io, metteranno : “vola leggero come una piuma dato che in vita sei stato pesante come una merda”. Oi!

lunedì 6 febbraio 2017

Uno dei miei amori ma solo per tre giorni

1976, abitavo da circa un anno a Bologna e stavo vivendo un amore contrastato ormai alla fine. Abitavo in via Santo Stefano e tutti i giorni per andare a casa mi fermava la polizia perché vicino a piazza santo Stefano c'era la sede dei fascisti e io da come ero vestito e conciato sembravo tanto un giovanotto della sinistra che più sinistra non si può. 
Un giorno, non sapevo nulla, ancora dovevano succedere i casini del 1977, piazza Santo Stefano era bloccata. Mi ci sono trovato intrappolato. Era impossibile uscire, la polizia te lo impediva. Al centro della piazza un palchetto attorniato da individui rasati con bandiere che sembravano manganelli. Sul palco un tipo che poi ho saputo era Rauti e la piazza piena di fascisti esaltati. Ho avuto paura, eravamo quattro , cinque ragazzi che non c'entravano nulla con gli esaltati, appiccicati ad un muro sotto stretta sorveglianza della polizia. Finito il comizio e i saluti romani, la piazza si è svuotata velocemente e finalmente sono riuscito ad arrivare a casa. Ero spaventato, quella gente mi faceva paura. 
Poi la sera decido di andare a vedere un film. Nel mio periodo bolognese vedevo dai tre ai cinque film la settimana. Sala mezzo vuota, ogni tanto passava l' omino con le patatine e le bibite. Distante da me un ragazzo che chiama l'omino per una bibita e mi scivola addosso. Mi chiede scusa, mi chiede se voglio bere e poi si siede di fianco a me. Volevo vedere il film , ma lui continuava a parlare finché ad un certo punto mi dice:“mi piaci tantissimo”. 
Dice che era a Bologna per affari, figlio di un industriale del nord ovest, era del leone, non aveva nessuna voglia di vedere il film, ma era entrato perché mi aveva visto entrare. Mi viene da ridere, guardo il giovanotto e sembrava la fotocopia di un bravissimo attore, allora mito della sinistra. Glielo dico, si mette a ridere e risponde “è la mia sfiga”. 
Abbiamo girato per Bologna tutta notte e poi siamo andati a dormire nel suo albergo. Si molto bello – il giovanotto, non l' albergo- ma mi aveva colpito per l'ironia, l'educazione, la simpatia. La mattina dopo telefono al lavoro che ero ammalato e ci avviamo al chiosco dei giornali. Io compro l'unità e lui un giornalaccio fascista. Entrambi sconvolti. “ non sapevo tu fossi comunista” - “ e io non sapevo tu fossi fascista”. In pratica i suoi affari erano stati partecipare al comizio di Rauti. Non come semplice spettatore. Credo fosse uno dei giovanotti, pur con la testa non rasata, con bandiera – manganello . Non sapevo cosa fare, stavo uscendo da un rapporto che era stato brutto, lui invece era delicato , gentile, affettuoso. Anche spudorato- siamo stati in giro per tre giorni, senza parlare, ci si teneva per mano- e mi ha portato in tutti quei posti che io chiamavo e chiamo i covi fascisti. Paura su paura. 
Purtroppo, tanto era bello, simpatico, delicato, intelligente ed ironico, tanto era anche qualcos'altro . Pur giovanissimo, aveva un anno più di me, era già stato sposato e con matrimonio annullato dalla Sacra Rota. Mi parlava dei valori della famiglia, che si sarebbe sposato ancora e che due o più uomini possono fare sesso, ma i sentimenti non possono esistere. Chiaro che un rapporto del genere non poteva funzionare, anche se il suo comportamento era totalmente differente rispetto alle parole cui credeva. 
Ci siamo amati per tre giorni, poi ci siamo scritti tanto e al successivo appuntamento io non mi sono presentato. Lo chiamavo “cagnazzo”. 
Tutte le volte che vedo, sento i vari proclami fascisti , mi viene in mente questo piccolo episodio della mia vita. In questi giorni i social sono pieni di commenti e foto dei quattro gatti quattro che a Cesena, già per la seconda volta, fanno il loro funerale pagliacciata perché due uomini si sono uniti civilmente. Credo che gli si dia troppa importanza. E' gente inutile che ha bisogno di far parlare di sé. Certi elementi non esistono, esistono solo nella pubblicità che riescono a crearsi. Tipo Adinolfi , se non fosse perché social e media ci vanno a nozze con le sue cagate, chi sarebbe? 
Credo faccia comodo a tanti rincretinirsi sugli stereotipi, come il gay deboluccio, piagnucoloso, solo ballerino, commesso o parrucchiere. Conosco camionisti, contadini, muratori, operai da paura. Del genere che se ti danno una sberla, capitomboli per dieci metri. 
Di mio sono disordinato , fisicamente, concretamente, mentalmente, non sopporto nessun tipo di regola e credo non riuscirei mai a sopportare o a sopravvivere ad una unione duratura , o ad una convivenza con una persona. Però difendo a spada tratta qualsiasi tipo di unione civile che deve diventare matrimonio a tutti gli effetti. E difendo anche il diritto all'adozione perché solo degli idioti possono pensare che due uomini o due donne non possano allevare , e bene, un figlio. 
Nel corso degli anni altri amori, altri incontri, gente di tutti gli schieramenti politici e di tutte le religioni e mi è venuta la nausea per le ipocrisie che uno si porta dentro e cui , nonostante l'evidenza dei fatti, continua ad aggrapparsi. Ora , come ho sempre detto, sono diversi anni che non ho più voglia di incontri né fissi né occasionali, però ogni tanto torna cocente il desiderio di avere una persona di fianco da proteggere, da accudire, coccolare e dai cui farsi proteggere, coccolare e accudire. Ma rimane lì, come desiderio. Quando se e come arriverà, poi si vedrà. Senza tante cagate da ipocrisie che purtroppo non appartengono solo ai fascisti. 
Stamattina guardandomi allo specchio e prima di stramazzare al suolo, mi sono detto “aspetta di diventare ancora un po' più vecchio e con il fisico ancora peggiore”. In questi giorni sto pensando , con tanta tenerezza nei miei confronti, ai miei amori passati e questo non fa bene alla salute. Con tenerezza, senza nessuna malinconia o rimpianto, ma ugualmente non fa bene alla salute. 
 Chiaro non sottovaluto, e mi fa paura, questa ondata furiosa di fascismi, razzismi, populismi, di odio, rancori, sessuofobie. Credo si debba marciare a testa alta, come la loro arroganza tipo i sentinelli vari, credo che niente debba essere sottovalutato, nulla. Ma dare troppa pubblicità a un Trump qualsiasi , considerandolo un inutile idiota, si fa solo la sua fortuna.

mercoledì 1 febbraio 2017

l'è bèl fés fés - non si può dimenticarsi di loro

Ogni tanto anche a me verrebbe da commentare le vicende del mondo. Renzi non mi piace, neanche D'Alema. Il bisogno di un uomo forte che risolve i problemi, per favore. Finita la democrazia in America. Non per Trump Tramp, ma finiti i repubblicani e i democratici che non sono stati capaci di altre scelte oltre Trump e la Clinton. Le destre con i loro capipopolo piccoli piccolini insulsi inutili e odiosi mi fanno schifo. Oppure potrei cimentarmi con i grandi esodi e le grandi tragedie. Tante parole che poi rimangono li. Sono state sdoganate volgarità, insulti, razzismi , intolleranze, misoginia e di tutto di più. E non è che mi senta in pace con me perché anch'io ho fatto le mie esternazioni. Invidio e stimo chi veramente fa qualcosa di concreto. Noi ci abbiamo provato con la nostra maniera di fare teatro e organizzazione, ci siamo creati tanti amici e tantissimi nemici. Ma ora sono in tilt, non so esattamente che strada prendere per i prossimi 30 anni. Dai facciamo 40. Perchè prendere, come desideravo, una casina isolata in mezzo alle montagne della Romagna toscana e fare il contadino , bella come idea, ma poi chi ci va a lavorare nei campi? Che già i quattro metri quadrati di orto che ho qua, mi costano una fatica boia. Bella l'idea , totalmente isolato dal resto del mondo, a far crescere boschi, a piantare alberi e con la sola compagnia di cani, gatti, asini, somari, pavoni, anatre e oche. Del genere che se ti si rompe la macchina , puoi solo sperare che un qualche cervo ti dia un passaggio. Al primo inverno con la neve alta un metro, mi troverebbero morto congelato. Per cui scartata questa idea, rimane ancora “ enzo si può sapere cosa vuoi fare della tua vita?” Pensavo di essere molto forte, ma questa storia di essere stato buttato via alla nascita e recuperato da due genitori che comunque mi hanno voluto bene, continua a stordirmi. E non so più neanche dove sbattere la testa per riuscire a trovare qualche indicazione. Non dei miei genitori naturali di cui non mi interessa, ma di mio fratello. Sono comunque fatalista. Se la verità dovrà arrivare, arriverà. Che se poi non fosse quella che vorrei, sarebbe ancora più terribile. I drammi sono altri. Le fotografie bellissime di Luigi Ottani in “dal libro dell'esodo” fanno male al cuore. Nel periodo della seconda guerra mondiale e subito dopo, tantissime persone in tutta Europa sono dovute fuggire o per non essere ammazzate, o per la miseria o per tanti motivi. E sono approdate da altre parti, quando sono riuscite ad arrivare. Sembra ce ne siamo dimenticati. Nasciamo nomadi, ma poi le paure, il bisogno di sicurezze ci fanno chiudere nella nostra casina e nel nostro giardinino. Alzare il culo ogni tanto e andare, no? Il mio cane ha tanta adrenalina e ogni tanto, spesso, si fa male. Come ieri, ha sbattuto fortemente la coda che pensavo fosse rotta. Lui non si lamenta mai, anche quando ha male, sbarra gli occhi, mi si avvicina e mi cade letteralmente sui piedi. L'ho portato dal veterinario. In sala d'attesa è arrivato un giovanotto con morosa e cagnettina. Appena ha visto Peter, il giovanotto se n'è innamorato. Gli si è inginocchiato davanti “ piccolino hai tanto male?”. Peter, a forza di andare dal veterinario, che poi sono cinque e lo coccolano in maniera esagerata, non ne può più. E per educazione non ha addentato il giovanotto. Ieri tremava una cosa impressionante. Il giovanotto continuava ad accarezzarlo e continuava a ripetere “l'è bel fés fés” che tradotto dal bresciano vuol dire “è bello tanto tanto”. Mi ha anche chiesto se glielo vendevo. Io pensavo : “ dai cagnone, uno sforzo di orgoglio e ringhiagli un pochino”. Fortuna è arrivato il mio turno e Peter ha iniziato a dirigersi verso la porta di uscita. Trauma, paura, ma niente di rotto. Ora sta dormendo e lo sto curando con granuli di arnica e di symphitum officinale. Solo io potevo avere amici veterinari che mi curano il cane con l'omeopatia. Quando ho presentato la ricetta al farmacista del paese, che l'omeopatia gli sta come a me la carne, ha iniziato a ridere “fés fés”. In questi giorni sono due anni che è morta mia madre, cinque anni che è morto mio padre. Continuo a sentirmi debitore e a sentirmi sempre in prestito. Ieri una trasmissione non so quale canale, parlavano di ricerche di figli adottati. Un programma americano. C'era una signora che aveva abbandonato la figlia e la ricercatrice le chiede: “come si immagina sua figlia?” e lei: “capelli scuri, occhi azzurri, suo padre era italiano” . La ricercatrice le dice : “guardi che sua figlia è afro-americana”. La signora cade dalle nuvole. “non è possibile… ommioddio… frequentavo anche un altro ragazzo, nero, ma mi aveva detto che era sterile”. Il mio cagnone sta dormendo sonni agitati e continua a lamentarsi, lo fa solo nel sonno, mi siedo un attimo vicino a lui, gli metto la mano sulla pancia e si acquieta. Ci sono tante persone al mondo e non sono cani, gatti canarini o quant'altro, che stanno vivendo sonni drammatici, non ci si può dimenticare di loro.

venerdì 20 gennaio 2017

dicono che... me lo sto dicendo da un mese

Uno dice “inizio”, poi non sa da dove iniziare. Ho tutto in testa. Ho deciso di lasciare perdere le mie questioni personali, che però mi serviranno come base di partenza. Ho deciso di mettermi seriamente a scrivere. Me lo sto dicendo da un mese. Prima devo costruirmi la storia in testa, è una mia abitudine, devo avere chiaro cosa voglio. Fortuna gli imprevisti, gli umori lunatici, poi tutto cambia. Per adesso ho abbastanza chiaro. 
Dicono che se uno vuole scrivere seriamente, deve decidere un tot di ore, quasi impiegato. Diciamo che mettermi lì , magari otto ore al giorno, ancora non ci siamo. Ma ci si arriverà. Quello che mi blocca, una delle tante cose che mi bloccano, oltre la testa che se ne va da altre parti, la mano che gli prende il formicolio, il cane che ha voglia di uscire, la pipì che scappa proprio nel momento in cui ti siedi al computer, quello che mi blocca è che negli ultimi tempi tantissimi scrivono, a volte anche bene e forse di qualcun altro che si mette a scrivere non si sente l'esigenza. Poi una volta scritto cosa ne fai? 
C'è una battuta che ho letto oggi in un social : “ha talmente poca considerazione di sé, che quando si ammala va dal veterinario” . Poi ci sono i blogger, io non sono un blogger, che aldilà di quelli specifici per unico argomento, mi stanno facendo abbastanza incazzare. Qualsiasi argomento sanno tutto loro. Eppure leggo delle analisi bellissime che spesso condivido, ma non puoi qualsiasi argomento dovere dire la tua a tutti i costi. Sono figlio del dubbio, in maniera letterale, le verità assolute , la cattedra su cui urlare, mi danno un fastidio boia. Sembra un gioco di ruoli. Infatti non guardo più neanche i vari approfondimenti televisivi, sempre quelli , le stesse facce, tutti contro tutti, ho ragione io. 
 Ieri ho visto una cosa molto bellina su rai tre :“real boy”, una ragazzina americana che decide di diventare ragazzino e seguita/o dalle telecamere per qualche anno. Bello, affascinante, discreto, delicato. Sempre ieri incontro una signora che di suo sarebbe stata una gran bella donna se anni fa non avesse avuto un incidente per cui l'hanno dovuta recuperare e ricucire a pezzettini. Lei è sempre stata molto affezionata a me e quando ci incontriamo mi racconta tutti i suoi problemi, ma proprio tutti. Ieri a conclusione di un'ora in cui ormai stramazzavo per terra, conclude : “ci sono tante donne che non hanno avuto figli e sono disperate. Io ne ho avuti due, è andata così e va bene così. Ma sono ignoranti, egoisti, vagabondi, mi hanno già mangiato tutto e se ora corrono dalla mamma è perché ho la pensione. Non ti dico i casini che mi hanno combinato e che ho sempre dovuto risolvere io. Si è bello avere dei figli, ma se non li avessi avuti, forse adesso vivrei la mia vecchiaia un pochino meglio”. L'ho abbracciata.  
Nella vita mi annoio e odio annoiarmi, per cui sono sempre a fare qualcosa, adesso ho  imparato a fare il pane e la ciambella romagnola, il mio fisico cambia in continuazione e spesso la mattina quando mi guardo allo specchio non mi riconosco. Non è questione di essere belli o brutti, ti pensi in una certa maniera, poi ti vedi e stramazzi al suolo. Del genere quando sto male, vado dal veterinario. 
A volte mi succede di pensare ai miei amori passati, magari mi sarebbe piaciuto anche essere stato monogamo, ma non è mai andata così. Quasi mai, nonostante io sia convinto di essere la persona più fedele di questa terra. Però aldilà di qualche inciampo, ho avuto amori belli, infatti quando diversi anni fa gli amori hanno cominciato ad essere degli inciampi e non più così belli, ho detto basta. Un amico mi telefona e dice “ non ti stanchi solo te e il tuo cane?” - “no”. 
Nel paese dove abito, uno dei due parrucchieri per uomo, ha chiuso perché va in pensione. L'altro è il mio vicino. Ho sbagliato, l'altro, io sono il suo vicino. Gli dico – dato che non c'è tantissimo mercato - “adesso che l'altro ha chiuso, magari inizia ad arrivarti un pochino più di gente”. Era una constatazione, non volevo offenderlo , si è offeso ed è diventato serio : “non ho bisogno di nessuno, ho già la mia clientela selezionata”. L'avrei abbracciato. Viva la vita