L'aria
veloce del nord, appendice
Le
parti che ho pubblicato de “L'aria veloce del nord”, erano la
riduzione per uno spettacolo teatrale che prenderà vita
quest'inverno. Abbiamo già fatto una lettura Work in progress a
Ostiano, probabilmente ne faremo altre. Manca in questa riduzione
tutta la parte italiana o nazioni come la Francia, la Spagna ,
l'Inghilterra. Per quanto riguarda l'Italia, ho già scritto , ma
sarà un capitolo a parte e probabilmente anche questo un altro
spettacolo, un resoconto su e giù per le colline romagnole .
Partendo spudoratamente da mie vicende personali e da una altrettanto
personale ricerca. Vorrei poi scrivere , non sulla Lombardia, ma su
queste zone della bassa che amo e sono la mia seconda terra. Ci sono
altri posti che amo senza se e senza ma, per esempio la Val di Cembra
in Trentino. Anche questo sarà un capitolo a parte. Per ora metto
come appendice e definitiva chiusura de “l'aria del nord” un
pezzetto che a me piace, totalmente diverso dagli altri, in cui parlo
della mia prima volta in Calabria, passando per la mia prima volta a
Napoli. Intanto si procede con il festival Odissea e se qualcuno
passa da queste parti , un sorriso e un saluto sono sempre una gran
bella cosa
Appendice a "l'aria veloce del nord"
La
prima volta che sono stato a Napoli, non dovevo andare a Napoli.
Volevo
andare in Calabria. Non sapevo dove, ma volevo andare. Era
l'epoca per me degli zaini sulle spalle con tanto di sacco a pelo e
tenda. Tutto era nuovo e tutto straordinario. Ero già stato a Parigi
e avevo visto che viaggiare non era poi così male. A Napoli il treno
si era fermato perchè iniziavano degli scioperi a singhiozzo. Era
mattina e di sicuro treni non ce ne sarebbero stati fino a sera. Era
la mia prima volta con zaino, sacco a pelo e tenda e non volevo
lasciarli al deposito bagagli, per cui ho gironzolato un pochino non
troppo lontano dalla stazione, poi mi sono accampato nell'atrio di
attesa sperando che qualcosa succedesse. Dopo un pò mi sono accorto
che gironzolava attorno a me un ragazzino di non più di sedici
diciassette anni. Piccolino, faccia vivace, occhi svegli. Poi ho
capito e mi ha confermato che era un prostitutino, piccolo
delinquente tanto per passare la giornata, conoscere gente e fare un
pò di cassa.
Un
cucciolo di cane lasciato a sè stesso. Scompariva spesso, sempre in
una unica direzione frequetantata da gente adulta e senza problemi,
Ma sempre ritornava dove ero io finchè alla fine si è seduto e mi
ha detto ciao, dove vai? Gli ho spiegato e abbiamo continuato a
parlare, era stupito di tutto, era affascinato da tutto. Era poco più
giovane di me, ma era un bambino, di quelli già scafati e vissuti,
ma il cuore ancora da bambino. Per tutto il giorno è rimasto, salvo
i suoi viaggetti andata e ritorno, seduto vicino a me. Ho preso dei
panini, li abbiamo mangiati assieme. Era commosso "sei l'unica
persona che parla con me e non vuole niente da me" poi ad un
certo punto ha iniziato a raccontare la sua vita, non aveva mai
viaggiato, non era mai uscito da Napoli e probabilmente mai andato
oltre la zona della stazione : "non ho niente qua, non ho
nessuno, portami con te, sono piccolino, occupo poco spazio nella
tenda, mangio poco, sono bravo, portami con te". Gli ho spiegato
che non potevo e tante cose, alla fine doveva arrivare il treno, mi
ha salutato con un abbraccio e gli occhi lucidi. Lui è scomparso e
anche il treno non è arrivato e io già pronto a correre ai binari,
mi sono di nuovo accampato nella mia postazione. Pomeriggio inoltrato
finalmente l'annuncio del treno.
Improvvisamente
ricompare il ragazzino che camminava di fianco ad un altro ragazzino,
un transessuale. Tutti e due piccolini, ridevano in continuazione,
c'era amicizia e complicità fra i due. Mi vedono e si avvicinano "
non sei ancora partito?" - "dovrebbe arrivare fra poco il
treno". Come fossi stato uno della sua famiglia, il ragazzino mi
presenta l'altro ragazzino, il trans. Era truccato , ma talmente male
come le unghie laccate e smangiucchiate che non sapevi se metterti a
ridere o prendere un fazzoletto e pulirgli la faccia. Il ragazzino
trans mi guarda, mi da la mano come se io dovessi baciargliela, in
efetti poi ridendo gliel' ho baciata e con sguardo furbo e sognante
mi dice "énchanté" , pronunciata "ensianté". É
arrivato il treno, il primo ragazzino mi ha abbracciato di nuovo e
sono partito.
Finalmente
in Calabria, ma a Paola il treno si è fermato di nuovo, ancora
sciopero fino al giorno dopo. Stava arrivando sera. Ho cercato
qualcosa da mangiare , ma c'erano stati forti temporali e tutta la
zona attorno alla stazione era allagata. In giro, causa allagamento
non si poteva andare, treni non c'erano e la stazione era vuota. Con
l'incoscienza degli anni di allora ho tolto il sacco a pelo e anche
se non riuscivo a dormire, almeno stavo al caldo. Ad un certo punto
della notte mi accorgo di qualcuno seduto vicino a me. Era un
giovanotto, suppergiù della mia età, doveva andare a Roma, gli
avevano trovato un lavoro a Roma, ma anche lui, bloccato in stazione
per via dello sciopero. Era divertito, meravigliato che me ne stessi
lì da solo rannicchiato in un sacco a pelo, lui vestito bene, la
giacca buona, la valigia nuova, era il primo viaggio che faceva e non
era mai andato fuori dalla Calabria. Aveva paura del nuovo mondo che
lo aspettava. Dopo un pò che si parlava ho aperto il sacco a pelo e
ci siamo addormentati vicini. La mattina dopo c'erano finalmete i
treni, io dovevo andare più a sud, lui più a nord. Mi ha
abbracciato, mi ha ringraziato per cosa non so, siamo riusciti a
berci un caffè e ci siamo salutati. Più a sud, dove volevo
arrivare e sono arrivato, avevo fatto amicizia con una coppia
anziana.
Lui diceva che io ero il figlio che avrebbe voluto. In
effetti poi ho conosciuto il figlio e ho capito perchè. Tutte le
mattine salivo sull'apecar con questo signore e si faceva il giro dei
paesi sulle montagne. Avevo paura nelle discese perchè spegneva il
motore e scendeva in folle. Per risparmiare benzina. Una apecar con
su un giovanotto e un signore anziano, in discesa senza marcia
inserita e senza toccare i freni sennò si consumavano , può
raggiungere velocità ragguardevoli. Spesso con questo signore andavo
in giro nei campi a raccogliere erbe. E poi un giorno è arrivato
anche il figlio. Molto alto, un pochino perso, i capelli lunghi
nerissimi. Mi dice un giorno "prendiamo la barca e facciamo un
giro". Non so nuotare , ma l'idea di fare un giro in mare mi
affascinava. Si remava e mi raccontava come avesse un campo su in
cima alla montagna dove coltivava canapa e ha iniziato a farsi una
canna. Io non avevo mai provato e mi sembrava poco educato dire no
non voglio fumare, sono contrario. A lui sembrava non facesse nessun
effetto. Due tiri e ho iniziato a vedere il mare in tempesta, onde
paurose che alzavano di metri la barca, onde minacciose nere. Il
giovanotto continuava a dire "guarda che il mare è calmissimo,
smetti di camminare". Io avevo iniziato a camminare sulla barca
per evitare che pendesse troppo da una parte o dall'altra. "mai
visto un mare così calmo" continuava a ripetere il giovanotto.
Quando siamo arrivati a riva, pensavo fossero passate ore e giornate
intere, al momento di tirare su la barca :"mi raccomando fai
finta di niente, non dire niente a mio padre" Giuro e spergiuro
" fidati non dirò niente". Quando è arrivato il signore
anziano, il padre, io continuavo a ridere e a dire con un fil di voce
"giuro non dico niente". Una sera ho preso il trenino e
sono andato a Reggio Calabria. Volevo visitare la città. Tempo ne
avevo , fino alla mattina dopo non ci sarebbero stati altri treni e
mi sono trovato in una grande piazza dove c'era la festa per la
Madonna. Gente che suonava e gente che ballava, la taranta che io
pensavo fosse una cosa pugliese.
Ad un certo punto le donne sono
scomparse e sono rimasti solo uomini che hanno ballato tutta la
notte. Non ho visitato la città, ma anch'io sono rimasto tutta la
notte e siccome mi avevano detto di ballare, anch'io ho iniziato a
danzare. Sono ritornato diversi anni in Calabria, ma i treni non
hanno avuto più scioperi , il giovanotto figlio dei due signori
anziani , non l'ho più rivisto e la festa della "Maronna"
me la sono sempre persa.