Anni
fa avevo strisciato con la macchina, porto la macchina dal
carrozziere. Avevo chiesto a Marco di venirmi a prendere. Ero
arrivato prima e aspettavo. Marco tranquillo, arriva mette la freccia
e sta per voltare. In quel momento arriva da una curva, a forte
velocità, un'altra macchina che non si accorge della macchina di
Marco, anzi cerca di sorpassarla. Impatto violento, le due macchine
messe molto male. La signora alla guida chiama il fratello, il
marito. Io vorrei chiamare i carabinieri, qualcuno, ma loro insistono
“siamo persone civili ci mettiamo d'accordo”. Sta di fatto che
poi loro hanno sostenuto che la signora andava pianissimo e che Marco
era fermo sull'altro lato della strada e al passaggio della signora
le aveva tagliato la strada. Quando poi sono stato convocato dagli
avvocati come testimone ( a parte il fatto che la signora , il marito
e il fratello, avevano raccolto “informazioni” su di me e
insinuavano come io non potessi essere attendibile in quanto “molto
vicino” a Marco, che due maroni sta cosa, qualcun altro dice ancora
che io sono coppia con Marco, lo denuncio) ho continuato a rispondere
alle domande e ai trabocchetti, ma non si riusciva a risolvere nulla.
Improvvisamente mi è venuto in mente una cosa banalissima cui non
avevo dato importanza, in realtà non era una cosa banale mi hanno
detto, e siamo arrivati alla conclusione. La signora e i suoi
familiari stavano mentendo spudoratamente e Marco aveva ragione. A
volte si creano situazioni complicate da cui non si sa come uscire,
poi basta poco e la soluzione arriva da sola. Sempre anni fa , a
causa di una piccola eredità e forte di alcuni documenti depositati
dal notaio, mia madre aveva combinato qualche casino. E dato che quei
documenti ad un certo punto sono scomparsi, mia madre e sua sorella
hanno rischiato grosso per via dei nipoti molto agguerriti. E fortuna
che l'eredità era poca cosa. Dico “ragazze non vi preoccupate, non
avvelenatevi il sangue risolvo io”. Una settimana a girare come un
segugio e non riuscivo a combinare nulla, poi improvvisamente mi ha
preso un raptus e ho iniziato a cercare una bigiotteria perché
volevo un anello d'argento fatto in una determinata maniera. Mi
vergognavo di me, in mezzo ai casini, vado a intestardirmi per
cercare un anello che alla fine ho trovato. Quando poi arrivo in
ufficio, presente l'avvocato dei miei parenti, iniziamo subito a
litigare. Era un ragazzo giovane, elegante, belloccio e determinato.
In contemporanea abbiamo battuto la mano sul tavolo e avevamo lo
stesso anello. Improvvisamente tutto mi è diventato chiaro e il
documento è saltato fuori. Mia madre e mio padre erano in vacanza a
Cesenatico, la sorella di mia madre a Cervia. Da cesena ho preso la
bicicletta e sono andato a trovarli, annunciando che avevo risolto
tutto. Morale della favola, mia madre mi ha sorriso e mi ha
abbracciato, sua sorella non mi ha neanche detto grazie e da allora
tutti i cugini da parte di mia madre non mi hanno più parlato.
Quello che voglio dire è come il cervello a volte, nei momenti di
confusione, può aiutarti fornendoti una chiave di cui non ti rendevi
conto. Mi è successo altre volte, improvvisamente una soluzione. Qua
in queste zone della bassa, quando si perde qualcosa si dice ( in
dialetto) “sant'Antonio dalla barba bianca, fammi trovare quello
che mi manca” e zac trovi subito la cosa che non trovavi. Io che
perdo tutto , uso questa formula almeno dieci volte al giorno. Chiaro
che Sant'Antonio poveretto, non c'entra nulla, però è qualcosa di
misterioso che ti fa scattare la testa. Perchè molte volte le
soluzioni ci sono e sono li a portata di mano, basta un piccolo
imput. Da quasi un anno mi sono buttato in una ricerca forsennata e
ho rischiato, sto rischiando, realmente di perdermi, oltre tutto il
resto che non è cosa da poco. Da quasi un anno ho perso molto tempo
a cercare senza trovare nulla. Che poi non è tempo perso: ho
conosciuto zone delle colline romagnole su verso le montagne di cui
non sapevo neanche l'esistenza. Zone bellissime, ostiche, piene di
storie intrighi, misfatti. Ho conosciuto gente che mi ha aperto il
cuore mostrandomi le proprie ferite, ho conosciuto l'ostilità di
alcuni parenti, ho ormai avviato un rapporto di , qualche volta,
divertita complicità con mia madre e con lei, da sempre grande
rompiballe, ora mi trovo bene. Ho fatto chilometri, sono incappato in
gente che mi controllava, ho rotto i maroni a preti e carabinieri, ma
non ho mai trovato nulla. Perchè non credo si possa trovare nulla. E
improvvisamente mi è venuta in mente una frase che ridendo mi aveva
detto mia madre, una frase banale che forse racchiudeva la verità.
Settimana scorsa ultimo sopralluogo negli uffici degli atti di
nascita del comune di Cesena. Cosa vai a spiegare che neanche io so
esattamente cosa? So lavorare negli archivi, so leggere e confrontare
i dati. Ma la possibilità di essere io a guardare e confrontare
archivi non mi è data. Infatti settimana scorsa ero arrabbiatissimo
e ho detto basta, non posso impazzire io per i casini o le tragedie
degli altri. Non so se esistono questi fantomaci fratelli o è uno
dei tanti involontari depistaggi di mia madre, quello che ormai so è
che non esistono documenti, non credo che esistano. E improvvisamente
ho capito che la verità non va cercata chissà dove, ma è molto più
vicina , molto più tragica e banale di quello che uno avrebbe potuto
immaginare. Le cose non succedono così in una notte e le persone
coinvolte appartengono ad un giro molto vicino. Fra le tante cose che
ho scoperto è che la levatrice di allora, dicono, fosse una delle
innumerevoli amanti di quel puttaniere di mio nonno. La verità è
vicina e non mi interessa più saperla. Per me troia detto di un uomo
o una donna, non è chi fa sesso magari in maniera smisurata, ma chi
nasconde tutto, da delle troie agli altri e parla dei valori della
famiglia. Chi magari butta un figlio per paura di perdere un marito,
una moglie e la credibilità di una famiglia perfetta. E cercare
ormai una madre e un padre naturali, solo per dare loro delle troie,
è fatica sprecata. Anni fa con la morte di mio padre avevo sognato
che mi dava in eredità un tappeto consumato e una chiave con il
numero 45. Avevo cercato di farci uno spettacolo poi naufragato. In
questi giorni che ho detto basta, i sogni continuano a tormentarmi e
cercano di darmi la chiave. E' il mio cervello che dice Enzo sveglia,
è qui a portata di mano la verità. Tutto in una notte, non avviene
improvvisamente e qualsiasi nome mi fosse stato dato, non potrò mai
essere io quel nome perché un nome, anzi due, ce li ho già. Mio
padre negli ultimi anni diceva che io non ero un figlio, ero molto di
più. Mia madre ora dice che sono suo padre, sua madre, il suo
fratello preferito, che sono il suo angelo, non mi dice più che sono
suo figlio. Verso la fine della guerra , mia madre era una ragazzina
e fuggiva sempre, non è mai andata nei rifugi e credo abbia visto
molte cose drammatiche. Come i tedeschi che avevano ammazzato dei
ragazzi e delle famiglie e forse i miei fratelli , come lei li
chiama, erano solo dei bambini piccoli che lei era riuscita a
nascondere e le cui vite ha continuato a seguire per diversi anni.
Sempre in quegli anni mia nonna era stata chiamata per riconoscere i
corpi di due suoi cugini, un prete e un frate, barbaramente
massacrati , mutilati ed infine impiccati ad un albero. Sono successe
molte cose in quel triangolo di pochi chilometri di terra e mia
madre, ragazzina, credo abbia visto troppe cose e ora queste ferite
le ritornano impietose mescolandosi fra di loro. Di tutto questo
materiale che ora ho nel cuore chissà forse fra qualche anno nascerà
uno spettacolo o un romanzo, o forse rimarrà, come credo sia giusto,
li. La solitudine può essere una cosa terribile e impietosa, ma a
volte diventa, pur involontariamente, una scelta e uno stile di vita
a volte piacevoli. Ho il mio cane carico di adrenalina che la sera si
acquieta e sdraiato sul divano avanza di pancia fino a mettere il suo
muso sulla mia mano. E io gli dico “felice Peter di averti
incontrato”. E' uguale a me , non è altissimo, è tozzo, sembra
cattivo, ma è dolcissimo, è scuro, ha gli occhi scurissimi sempre
tristi che sembrano di una persona orientale. Ha il sonno complicato,
spesso si lamenta nel sonno, abbaia, mugola, russa, piange, ma gli
basta che gli faccia le carezzine sulla pancia e gli passa tutto e il
sonno ridiventa tranquillo.Ai tanti, tantissimi come me, con ferite e
strappi nel cuore, un abbraccio, una carezzina sulla pancia e un
sorriso "dai che esistiamo pure noi".
giovedì 27 novembre 2014
venerdì 21 novembre 2014
vuoi sposarmi?
Stamattina mi sono svegliato con in testa la frase di Giovanni, un
amico di Bologna : “sto leggendo il blog come puntate di un
romanzo”. Ho in mente anche un'altra frase di Gianni, amico di
Cesena: “ datti una mossa e inizia a scrivere seriamente”
suppergiù. Un mese fa mi aveva scritto una ragazza che ha una casa
editrice chiedendomi se volevo collaborare con loro. Le avevo
risposto che la scrittura è una cosa seria che va fatta seriamente,
mentre io con il blog ci sto giocando un pochino neanche mi preoccupo
se le regole ogni tanto se ne vanno per i fatti loro. Con le case
editrici ho avuto dei problemi in passato, quando credevo che sapevo
scrivere e magari mi immaginavo grande romanziere. La prima volta
con la feltrinelli, avevo 20 anni e mi aveva convocato un dirigente a
Bologna confondendo quello che avevo scritto con quello che ero io.
Era la storia complicata di crescita erotica e sentimentale di un
ragazzo bellissimo e un po' baldracca. Niente a che fare con me.
Assodato che non sono bellissimo, e assicuro neanche baldracca. Il
dirigente mi chiedeva di cambiare il finale e altre cose e l'ho
mandato a cagare. Poi i miei testi teatrali , specie il Caravaggio
che mi sono stati chiesti da tanti, ma non mi interessava. Ho sempre
detto che conosco persone che scrivono da dio e che lottano per fare
che questo diventi la loro professione. Io no, mi piace scrivere, e
basta. Quindi scrivo, non ho nessuna strategia di “marketing” e
faccio in base alle lune e agli umori. Però ho capito una cosa, io
intollerante a qualsiasi regola, che un minimo di costanza e di
scadenze dovrebbero esserci. Principalmente per me. Quindi, non so se
ci riuscirò, ho deciso di scrivere questo mio romanzo della banale
quotidianità, quasi come i grandi romanzieri del passato che
scrivevano a puntate sui giornali. In poche parole, cercherò di dare
a questo blog una cadenza settimanale e chiedo scusa ai romanzieri,
grandi o piccoli che siano. E anche agli amici che hanno la pazienza
di continuare a leggermi. Ragazzi vi voglio bene, perdonatemi.
Stamattina mi sono anche svegliato con un pensiero : voglio sposarmi.
Passa presto lo so e infatti è già passato. Ieri a cena ho visto
in televisione la storia di due ragazzi che si erano sposati in
Norvegia. Dopo le mie tantissime astinenze, mica le vado a rovinare
con una avventura una botta e via . Quindi dovesse casomai
avvicinarsi qualcuno a me, ormai situazione improbabile, gli dirò :
“ vuoi sposarmi?” e lui dovrà rispondermi “ per un'ora, una
sera, una notte, o una vita?” e qua dipenderà da chi e se me lo
chiederà. Ho bisogno di fare il cretino, continue litigate al
telefono con la sorella di mia madre e con sua figlia che sono come
tarli arroganti che vorrebbero penetrarti nel cervello. E' brutto, tu
ti fai il culo, lotti da anni, fai i salti mortali per garantire un
minimo anche la tua vita e poi arrivano loro a dire cosa e come devi
fare. E a volte si vorrei essere stronzo, vorrei rispondere a tono,
vorrei essere meno educato. Ma vedo situazioni che sono anche
peggiori, quindi buonino Enzo, la vita va avanti. E' terribile questa
cosa che tu sei solo, nel senso che non hai una famiglia, nel senso
che non sei sposato , ed è come tu non avessi visibilità, nel senso
che qualsiasi cretino di parente si sente in autorità di dire, fare
e disfare a proprio piacimento. Anche peggio quando ci si mettono i
preti e i politici. Non so se per mio carattere o perchè sono della
vergine, se poi dovessi scoprire che non sono neanche della vergine
sarebbe il tracollo definitivo, però quando scoppio faccio danni e
già nella mia vita ne ho già fatti qualcuno, di danni. Continuo a
fare sogni strani incasinati, brutti. Non è che io desideri
sposarmi, vuoi mettere però che vado dai miei parenti e dico “
questo è mio marito , oppure questa è mia moglie” in base a
quello che mi è capitato in quel momento? C'era un amico dei tempi
bolognesi che desiderava tantissimo sposarsi, per la cerimonia in sé,
per i regali, il pranzo, il viaggio. Si fidanzava anche e dato che
non gliene fregava niente, dimenticava le fidanzate a casa mia.
Questa è stata una delle volte che sono scoppiato. Il cane sta
sentendo i miei umori e quando scende dalla poltrona per cercare una
coccola, va da Marco senza accorgersi che esisto anch'io. Bella
intervista in questo momento a radio popolare da parte di Marco,
domani sera abbiamo il nostro Caravaggio. E' talmente faticoso, non
per me che sto in regia, ma per Marco, ma lui vuole continuare a
farlo anche se io continuo a ripetere “non hai più l'età”. E
lui mi risponde “pensa per te”. Io quando faccio l'attore dopo
cinque repliche mi sono già stancato. Voglio danzare. Prima della
morte di mio padre e dei tracolli di mia madre, pensavo ad uno
spettacolo per me in cui danzavo. Ho rimandato. Certo che se continua
di questo passo, mi ritroverò fra qualche anno a danzare su una
sedia a rotelle, elettrica per fare meno fatica. Ho chiesto ai
ragazzini della scuola da chef “ siete mai andati al fiume e avete
mai danzato nell'acqua?” mi hanno guardato come a qualcosa di
strano. Bisogna fare presto perchè con tutto il consumo di suolo che
c'è e che continua ad esserci, fra poco scompariranno i sassi, la
ghiaia, la sabbia e anche i fiumi. E uno per cercare di danzare
nell'acqua dovrà aspettare le piene e le alluvioni che tutte le
volte i politici sembra caschino dal pero. Dopo tanti tentativi e
fallimenti, ho telefonato ai carabinieri di un paese di mezzo fra i
due paesi in cui dovrei essere nato. Ho parlato con il capitano, ho
detto riuscite a darmi una mano? Anche lui, molto gentile, mi ha
risposto “ sono passati troppi anni”, però se trovo qualcosa ti
faccio sapere. Porca miseria devo portare il cane a fare il giretto e
dargli da mangiare che già lo vedo che mi sviene per strada. Magari
mi arriverà una telefonata “siamo i carabinieri di ...” e io
inizierò a farfugliare “ cosa ho fatto?” . Dai il nervoso da
parenti è passato e il mio cane ha appoggiato il muso sulla mia gamba. Lo amo.
giovedì 13 novembre 2014
la torta era buonissima e io sarò li per il nostro pubblico
Succede che hai un po' di menate in testa, ti è partito il computer,
hai dimenticato gli occhiali, hai litigato al telefono con parenti
ormai insopportabili, hai appena parlato con l'ultimo prete
contattato che ti dice non riesco a trovare nulla, giornata da
sbattere la testa contro il muro e suonano il campanello. Non riesci
a trovare le chiavi , gridi a Marco che è al telefono “tieni il
cane per favore”, finalmente riesci ad aprire. Sulla porta un bel
giovanotto, grande sorriso. In mano ha una torta, una favolosa
crostata alla marmellata di arancio. “l'ho fatta io per voi, per
dirvi grazie”. Ti sciogli e ti senti debitore per questo raggio di
sole. E poi il pomeriggio in giro con il cane pensi “ ma porca
miseria Enzo, sei attorniato da gente straordinaria, hai tanta gente
che ti vuole bene, persone in carne ed ossa e non fantasmi , gente
che ti sorride con simpatia, senza che tu abbia fatto nulla, e ti
perdi ancora nelle tue piccole depressioni autoreferenziali?”. La
solitudine appartiene a tanti, la vita faticosa appartiene a tanti, e
tu con tutte queste persone che ti sorridono, hai anche un cane che
ti sorride pure lui, osi ancora lamentarti? Ieri in radio ho sentito
l'intervista al giovanotto argentino , figlio di madre assassinata e
poi appena nato, dato in adozione e dopo trentasei anni riesce ad
incontrare la nonna paterna. Bella intervista, senza rancori e senza
rimpianti, ma piena di vita. L'avevo già detto, non è una famiglia
che vado a cercare, non è una identità, ce l'ho una mia identità
ben precisa. Neanche radici, ho anche quelle, un po' volatili, ma le
ho. E' una mancanza di non so cosa, è un tassello per completare, si
fa per dire, un puzzle. E' venuto a trovarmi un amico appena
ritornato da un lungo viaggio e abbiamo deciso che il bello della
vita non è trovare, ma cercare. Se uno ha trovato tutto , cosa gli
rimane? E il bello della vita, penso io, è la vita stessa. E' lei
che può sconfiggere la morte, non la morte reale che poveretta c'è
e non si può far nulla, ma l'idea di morte che invade una società e
la fa piombare nel rancore e nel torpore. Ho amici che gli sono morti
il padre o la madre che erano ancora piccoli. Sono ferite che non si
rimargineranno mai ed è giusto che rimangono perchè una parte di te
se n'è andata, però la vita , pur con le ferite, va avanti e ogni
tanto è capace di sorriderti. Ieri ho iniziato il primo laboratorio
di stagione. Questa estate in ospedale con mia madre, Marco mi
telefonava e io dicevo si a tutto, così mi sono ritrovato a condurre
un laboratorio per ragazzi che vogliono diventare chef ( una volta si
diceva cuoco), pensavo fossero 15, poi mi hanno detto che erano 20 e
ne ho trovati 27. Tanti, un po' difficili da gestire, però sono piacevoli e
mi sono trovato benissimo con i loro insegnanti. Mi fa impressione
che questi ragazzini di 15/16 anni passino già tante ore in cucina
alle prese con coltelli, fornelli cibi. Mi dicono che sono seri e
bravissimi, missà che è la volta buona per imparare anch'io a fare
da mangiare. Domani, venerdì 14 , presentazione della stagione a
Calcio. Non sappiamo se e quanta gente verrà. Marco prevede un
centinaio di persone, io una cinquantina, ma se fossero duecento non
sarebbe male. Ci sarà anche una mostra importante dedicata ad Alda
Merini che comunque a Calcio ha lasciato un segno molto più
importante di quello che avrei mai immaginato. Ci sarà anche Alex
Corlazzoli a presentare il suo ultimo libro. È un tipo piacevole,
tosto e adrenalinico. Sembra , in miniatura, la bella copia giovane
di Cacciari. Pur senza rimpianti, ( in ogni caso e l'ho sempre
ripetuto, non ci siamo trasferiti a Calcio, abbiamo trasferito la
nostra stagione nei teatri che hanno deciso di ospitarci, poi
vedremo. Cosa sarà il prossimo anno si vedrà) però inevitabile che
, come un film, ti passino davanti gli occhi le immagini di questi
tanti anni in cui abbiamo dato dignità di teatro ad un bel
auditorium di scuola media. Anni grandi e importanti in cui, anche da
noi, il teatro italiano ha avuto la possibilità di confrontarsi.
Non solo il teatro. Della organizzazione ho sempre amato seguire il
pubblico e gli artisti e questo è un bel patrimonio. Degli artisti,
quelli che venivano solo per il cachet e la data e non gliene fregava
nulla del resto, dimenticati. Ma sono stati pochi, la maggior parte,
arrivava e quasi ti consegnava il proprio cuore. Ho amato seguire le
prove, ho amato seguire le loro evoluzioni nel corso degli anni. Dei
tanti tantissimi che ho amato, mi piace ricordare Fernanda Pivano che
a tavola divideva i propri tortelli con Marco e gli chiedeva se la
sposava. Oppure Raiz che è arrivato timido nel suo cappottino e
berrettino. Complicato , in crisi, sensibile, dolce, di grande
intelligenza. Uno di quei giovanotti che li vedi per strada neanche
li noti, eppure, appena entrato in scena è diventato una poderosa e
sensuale bestia da palcoscenico. Mi piace ricordare Giorgio Rossi che
i vestiti gli danno sempre un po' fastidio e una volta che era
rimasto in mutande, qualcuno in paese ha sparso la voce che al
Galilei spettacoli sempre scandalosi. E ancora Moni Ovadia, prima che
diventasse famoso , poi un laboratorio che aveva fatto e io mi ero
arrabbiato perchè aveva trattato male i miei ragazzi. Poi anni dopo
, già famosissimo e di nuovo riappacificati, ci ha dedicato una
intera giornata. E concludo con Sandro Lombardi che appena arrivava
diceva “ mi sento a casa” Potrei continuare all'infinito , si è
venuto anche Paolini, e potrei scrivere un trattato , ma la cosa più
bella, oltre il teatro e gli artisti , oltre a me e a Marco, erano e
sono le persone del nostro pubblico. Anche loro in questi anni tanti
cambiamenti. Alcuni sono morti, alcuni sono partiti per altre città,
altri viaggi, però li ho tutti nel cuore. E' più bello e commovente
di un tramonto seduti su di una montagna. In questi anni ho avuto
molti problemi e ostacoli a livello politico, io faccio paura non per
gli spettacoli nostri o per quelli che presentiamo, è perchè sono
fuori da tutte le regole e amo la gente. Parlo di rispetto, apertura
della mente, parlo di cose di cui non si dovrebbe parlare, mi
arrabbio con chi predica l'idea della famiglia e poi di famiglie ne
ha tre o quattro e la sera magari va anche a puttane. Mi arrabbio con
chi adora un dio come immagine dimenticandosi del dio reale. Parlo di
omosessualità che non è una cosa sporca, è solo un aspetto della
diversità degli esseri umani. Io ateo parlo della vita come cosa
sacra. Perchè prima degli spettacoli io sono sulla porta, mi piace
stringere le mani, mi piace sorridere, mi piace guardare negli occhi
le persone e dare un po' del mio e rubare un po' del loro cuore. A
volte con Marco, spesso, ci troviamo a fare il resoconto delle nostre
vite. Vediamo i nostri amici che nel frattempo sono diventati padri,
madri, nonni, che hanno delle belle case e diverse sicurezze. Poi ci
mettiamo a ridere e Marco mi dice “ a me la mia vita piace e non la
cambierei”. Si dai , neanch'io la cambierei. E quando e se,
riuscirò a trovare i miei probabili fratelli, non sarà la mia
famiglia, saranno solo uno dei tanti tasselli che mancano alla mia
vita. Forse non succederà mai, ma io ogni tanto prima di dormire
mando loro un saluto, come mando un saluto sempre a tutti i miei
amici. Dico ciao, lo dico anche ai fantasmi che popolano la mente,
dico, prima di dormire, ciao ragazzi e ragazze, grazie. Lo dico anche
a Peter il mio cagnolotto “notte picio”. Domani ci sarò, sempre
che nel frattempo non succeda qualcosa a Cesena, aspetterò le
persone che non sanno dov'è il teatro, nella piazza di Calcio così
da fare un pezzetto di percorso assieme. Quindi se vedete un cosino
strano con la faccia da straniero, aggirarsi nella piazza di Calcio,
non chiamate la polizia, sono li per il nostro pubblico.
martedì 4 novembre 2014
il signore dei cani e il samurai di Kurosawa
Un po' qua un po' a Cesena, il cane comincia a fare confusione sugli
orari e anche sui comportamenti. E io che mi sento in colpa, gli sto
concedendo un po' troppo e questo non fa bene né al cane né al
padrone. Da un po' di tempo si sveglia alle quattro e inizia a fare
le sceneggiate. Stamattina alle quattro mi sono alzato, ho aperto la
porta e gli dico adesso vai fuori lasciami dormire. Ma senza di me
non esce, allora gli ho buttato il giocattolino giù per le scale. Ho
lasciato la porta aperta, non era freddo tirava vento, cambiare
l'aria fa solo bene e ritorno a letto. Dopo un po' mi devo alzare c'è
movimento, vado a vedere i cani sono tre. Butto fuori le due border
collie , mi tengo il mio cane e chiudo la porta, alle cinque e mezzo
mi sono alzato definitivamente. Dove abito, il mio cane sta bene, lo
spazio è enorme, c'è anche il laghetto, il ruscelletto e le lepri,
il problema che non vorrebbe mai uscire dal cancello. Il problema
adesso sono anche le due border collie che pur avendo un padrone, pur
coccolate da tutti, hanno deciso di adottarmi e stazionano
perennemente, anche di notte, sulle scale di casa. E quando giro con
il mio, loro ci seguono sempre. Dove abito mi chiamano l'uomo dei
cani. Qualche giorno fa dico basta sto merdaio e faccio una bella
pulizia di casa. Soddisfatto , tutto pulito, il cane addormentato sul
mio letto (7,30 del mattino) faccio ancora un po' di cosine , poi
vado nella sala e vedo sporco, non riuscivo a capire. Le due
cagnette si erano trascinate di pancia dalla porta fino sotto al
tavolo. Hai un bel da dire “oh ragazze, avete una casa , avete un
padrone, cosa volete da me?”. A volte la gente dice “ un cane può
essere meglio di una persona”. No dai, un cane pur adorabile, è un
cane e una persona è pur sempre una persona. E in questo periodo le
persone mi mancano tantissimo. Da tre, quattro anni non leggo un
libro, un giornale, non vedo un film, non vado a cena fuori, non vado
in giro né in qualche localaccio, non faccio quelle cose belle
chiamate cosacce. Ma non mi creo dei problemi, ci sono altre urgenze
ed inutile farsi menate. Quando sono a Cesena faccio praticamente
un'ora in giro con il cane, due ora da mia madre. Fino a sera. A
volte mia madre dorme in continuazione neanche si accorge della mia
presenza, ma voglio esserci. Giusto non giusto non lo so, ma credo
sia importante non fare sentire una persona, tua madre, sola. Ormai
sono di casa e mi trattano tutti con affetto, ogni tanto porto anche
il cane e riesco a creare un piacevole trambusto. Lui è felice di
entrare in struttura e di beccarsi le coccole di tutti. Però la sera
quando esco, l'ho sempre raccontato, il cuore è pesante e anche la
testa. Ho quasi l'impressione che il cervello mi si spappoli un
pochino alla volta. Una amica mi aveva scritto perchè preoccupata
per le mie ricerche, preoccupata che io possa cadere in quel buco
rischioso chiamato in tante maniere. Non sono le ricerche a crearmi
dei problemi. Ormai do per assodato, le paure sono altre,
dall'infanzia in poi mi sono ripiombate tutte addosso. Non sono le
ricerche delle mie origini a crearmi dei problemi, non più, qualche
volta. Chiuso con il prete Boliviano che pur con tutta la
buona volontà, neanche conosce tutti i paesi di cui parlo, ho
trovato un altro prete che gli sono diventato simpatico perchè gli
ho detto che sono stato in seminario e molti miei amici lui li
conosce. Lui ha a che fare direttamente con il paese che ho scritto
sulle carte. Però finora nessuna risposta. In quel paese non ci vado
più, mi mette angoscia. Il numero della strada non riesco a
trovarlo, ma ci sono due case, prima di arrivare al paese, che non
hanno numerazione. Una sulla destra, è una bella enorme casa
contadina con tantissimi fiori, un po' lasciata andare, ma bella.
Passando un giorno ho visto un uomo che aveva i capelli come i miei.
E sono scappato. L' altra casa, sulla sinistra è una casa enorme con
finestre e porte piene di inferriate. Sembra ci debba essere un
arsenale militare tanto è blindata. Non è la classica casa
contadina, sembra abbandonata, sempre porte e finestre chiuse, ma c'è
un cane grosso nero e un cavallo bellissimo. Ogni tanto anche un
trattore. Qui in mezzo a due alberi c'è un palo e sopra , quasi una
bandiera , un cavallo a dondolo per bimbi piccolissimi. Non vado più
in quei posti, perchè soprattutto questa casa blindata mi crea
delle fitte impressionanti al cuore e delle scariche violente al
cervello. La mia tattica era di farmi vedere e di fare parlare di me.
Ma non posso andare oltre quello che sono già andato perchè devo
proteggere mia madre. Le devo tanto, è lei mia madre, ora
è confusa nei suoi fantasmi e non vogli le cadano addosso anche le
inevitabili chiacchiere di gente e parenti. Però da quando ho
iniziato a muovermi, strani movimenti stanno succedendo. E' da una
vita che stanno succedendo e a volte non capisco se sono sano o
completamente paranoico. L'ultimo avvistamento al paese, quello
ufficiale. Al cimitero. Che uno non ci capita per caso dato che è
isolato su di una collinetta. Arrivo, sempre presto, un po' perchè
non ho voglia di vedere nessuno, un po' perchè ho sempre tante cose
da fare. Spesso vado con il cane, ma non lo porto più dentro perchè
ormai considera il cimitero come suo e se entra qualcuno gli abbaia
mica da ridere. Il cane lo lascio in macchina, finiti i miei giri,
faccio fare il giretto a lui. Dicevo, c'era parcheggiata una jeep, di
quelle grandi che costano più di un monolocale. Parcheggio dietro,
mi accorgo che la macchina ha il motore acceso , ma non faccio caso.
Appena entrato al cimitero, che è piccolissimo, sento arrivare dei
passi. Un signore suppergiù della mia età. Faceva finta di
gironzolare e guardare le tombe. Gli ho detto buongiorno, mi ha
risposto buongiorno, ma la strana sensazione che mi guardasse di
nascosto. Poi sono uscito e fortuna era arrivato il sacrestano ad
aprire la chiesa per cui ho tirato fuori il cane dalla macchina e ho
iniziato a parlare con il sacrestano che non è proprio il
sacrestano, ma un giovanotto che alle messe suona la chitarra.
Subito è uscito l'altro signore e non so per quale motivo è stato
colpito dal cane. Ci siamo guardati per un attimo, lui la faccia
molto seria. Mi sono sempre vantato , appeno vedo una persona, di
vedere subito tutto l'insieme, dal tipo di scarpe, ai capelli.
Ultimamente vedo solo particolari e non so più vedere il totale. Di
questa persona mi ha colpito l'aspetto . Fisico eccezionale, poco più
alto di me, ma sembrava me quando avevo trenta anni. I capelli.
Pelato e i capelli solo ai lati. Quando ci siamo guardati ho pensato
: “sembra uscito da un film di Kurosawa". Poco più giovane o
anziano di me, non so, però ho realizzato dopo, sembrava me da
giovane come mi fossi rasato i capelli in fronte, così come i
samurai dei film di kurosawa. Mia madre sa vedere le cose nei sogni e
un giorno mi aveva detto: “anche i tuoi fratelli ti stanno
cercando, ma non sanno chi sei”. Una volta mi aveva anche detto “
quello più vecchio mi conosce, ma non sa che sei tu il fratello che
stanno cercando”. Mi sono guardato allo specchio e mi trovo
enormemente invecchiato e avere in continuazione a che fare con le
malattie e i fantasmi , non fa bene alla salute. Fra una settimana
partiamo con la presentazione della stagione. Spero di riuscire a non
essere più assente così come lo sono stato in questi miei ultimi
anni. Il signore che ho visto sulla jeep, mi dava l'idea di un
geometra o architetto. Forse più geometra perchè sono loro che gli
piace farsi vedere con i macchinoni. Chissà se lui o gli altri usano
il computer o sanno minimamente navigare in internet. Se sanno il
mio nome e cognome, non è difficilissimo trovarmi. Mi piacerebbe
chiamarli a casa mia e dormire per una notte tutti insieme nel mio
lettone. Poi ognuno per la sua strada. Il cane inizia ad essere
insofferente e anch'io. Gli dico dai Peter andiamo a casina ed è già
subito in piedi. Ma porca troia le vite complicate.
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