giovedì 27 novembre 2014

Dai che esistiamo pure noi

Anni fa avevo strisciato con la macchina, porto la macchina dal carrozziere. Avevo chiesto a Marco di venirmi a prendere. Ero arrivato prima e aspettavo. Marco tranquillo, arriva mette la freccia e sta per voltare. In quel momento arriva da una curva, a forte velocità, un'altra macchina che non si accorge della macchina di Marco, anzi cerca di sorpassarla. Impatto violento, le due macchine messe molto male. La signora alla guida chiama il fratello, il marito. Io vorrei chiamare i carabinieri, qualcuno, ma loro insistono “siamo persone civili ci mettiamo d'accordo”. Sta di fatto che poi loro hanno sostenuto che la signora andava pianissimo e che Marco era fermo sull'altro lato della strada e al passaggio della signora le aveva tagliato la strada. Quando poi sono stato convocato dagli avvocati come testimone ( a parte il fatto che la signora , il marito e il fratello, avevano raccolto “informazioni” su di me e insinuavano come io non potessi essere attendibile in quanto “molto vicino” a Marco, che due maroni sta cosa, qualcun altro dice ancora che io sono coppia con Marco, lo denuncio) ho continuato a rispondere alle domande e ai trabocchetti, ma non si riusciva a risolvere nulla. Improvvisamente mi è venuto in mente una cosa banalissima cui non avevo dato importanza, in realtà non era una cosa banale mi hanno detto, e siamo arrivati alla conclusione. La signora e i suoi familiari stavano mentendo spudoratamente e Marco aveva ragione. A volte si creano situazioni complicate da cui non si sa come uscire, poi basta poco e la soluzione arriva da sola. Sempre anni fa , a causa di una piccola eredità e forte di alcuni documenti depositati dal notaio, mia madre aveva combinato qualche casino. E dato che quei documenti ad un certo punto sono scomparsi, mia madre e sua sorella hanno rischiato grosso per via dei nipoti molto agguerriti. E fortuna che l'eredità era poca cosa. Dico “ragazze non vi preoccupate, non avvelenatevi il sangue risolvo io”. Una settimana a girare come un segugio e non riuscivo a combinare nulla, poi improvvisamente mi ha preso un raptus e ho iniziato a cercare una bigiotteria perché volevo un anello d'argento fatto in una determinata maniera. Mi vergognavo di me, in mezzo ai casini, vado a intestardirmi per cercare un anello che alla fine ho trovato. Quando poi arrivo in ufficio, presente l'avvocato dei miei parenti, iniziamo subito a litigare. Era un ragazzo giovane, elegante, belloccio e determinato. In contemporanea abbiamo battuto la mano sul tavolo e avevamo lo stesso anello. Improvvisamente tutto mi è diventato chiaro e il documento è saltato fuori. Mia madre e mio padre erano in vacanza a Cesenatico, la sorella di mia madre a Cervia. Da cesena ho preso la bicicletta e sono andato a trovarli, annunciando che avevo risolto tutto. Morale della favola, mia madre mi ha sorriso e mi ha abbracciato, sua sorella non mi ha neanche detto grazie e da allora tutti i cugini da parte di mia madre non mi hanno più parlato. Quello che voglio dire è come il cervello a volte, nei momenti di confusione, può aiutarti fornendoti una chiave di cui non ti rendevi conto. Mi è successo altre volte, improvvisamente una soluzione. Qua in queste zone della bassa, quando si perde qualcosa si dice ( in dialetto) “sant'Antonio dalla barba bianca, fammi trovare quello che mi manca” e zac trovi subito la cosa che non trovavi. Io che perdo tutto , uso questa formula almeno dieci volte al giorno. Chiaro che Sant'Antonio poveretto, non c'entra nulla, però è qualcosa di misterioso che ti fa scattare la testa. Perchè molte volte le soluzioni ci sono e sono li a portata di mano, basta un piccolo imput. Da quasi un anno mi sono buttato in una ricerca forsennata e ho rischiato, sto rischiando, realmente di perdermi, oltre tutto il resto che non è cosa da poco. Da quasi un anno ho perso molto tempo a cercare senza trovare nulla. Che poi non è tempo perso: ho conosciuto zone delle colline romagnole su verso le montagne di cui non sapevo neanche l'esistenza. Zone bellissime, ostiche, piene di storie intrighi, misfatti. Ho conosciuto gente che mi ha aperto il cuore mostrandomi le proprie ferite, ho conosciuto l'ostilità di alcuni parenti, ho ormai avviato un rapporto di , qualche volta, divertita complicità con mia madre e con lei, da sempre grande rompiballe, ora mi trovo bene. Ho fatto chilometri, sono incappato in gente che mi controllava, ho rotto i maroni a preti e carabinieri, ma non ho mai trovato nulla. Perchè non credo si possa trovare nulla. E improvvisamente mi è venuta in mente una frase che ridendo mi aveva detto mia madre, una frase banale che forse racchiudeva la verità. Settimana scorsa ultimo sopralluogo negli uffici degli atti di nascita del comune di Cesena. Cosa vai a spiegare che neanche io so esattamente cosa? So lavorare negli archivi, so leggere e confrontare i dati. Ma la possibilità di essere io a guardare e confrontare archivi non mi è data. Infatti settimana scorsa ero arrabbiatissimo e ho detto basta, non posso impazzire io per i casini o le tragedie degli altri. Non so se esistono questi fantomaci fratelli o è uno dei tanti involontari depistaggi di mia madre, quello che ormai so è che non esistono documenti, non credo che esistano. E improvvisamente ho capito che la verità non va cercata chissà dove, ma è molto più vicina , molto più tragica e banale di quello che uno avrebbe potuto immaginare. Le cose non succedono così in una notte e le persone coinvolte appartengono ad un giro molto vicino. Fra le tante cose che ho scoperto è che la levatrice di allora, dicono, fosse una delle innumerevoli amanti di quel puttaniere di mio nonno. La verità è vicina e non mi interessa più saperla. Per me troia detto di un uomo o una donna, non è chi fa sesso magari in maniera smisurata, ma chi nasconde tutto, da delle troie agli altri e parla dei valori della famiglia. Chi magari butta un figlio per paura di perdere un marito, una moglie e la credibilità di una famiglia perfetta. E cercare ormai una madre e un padre naturali, solo per dare loro delle troie, è fatica sprecata. Anni fa con la morte di mio padre avevo sognato che mi dava in eredità un tappeto consumato e una chiave con il numero 45. Avevo cercato di farci uno spettacolo poi naufragato. In questi giorni che ho detto basta, i sogni continuano a tormentarmi e cercano di darmi la chiave. E' il mio cervello che dice Enzo sveglia, è qui a portata di mano la verità. Tutto in una notte, non avviene improvvisamente e qualsiasi nome mi fosse stato dato, non potrò mai essere io quel nome perché un nome, anzi due, ce li ho già. Mio padre negli ultimi anni diceva che io non ero un figlio, ero molto di più. Mia madre ora dice che sono suo padre, sua madre, il suo fratello preferito, che sono il suo angelo, non mi dice più che sono suo figlio. Verso la fine della guerra , mia madre era una ragazzina e fuggiva sempre, non è mai andata nei rifugi e credo abbia visto molte cose drammatiche. Come i tedeschi che avevano ammazzato dei ragazzi e delle famiglie e forse i miei fratelli , come lei li chiama, erano solo dei bambini piccoli che lei era riuscita a nascondere e le cui vite ha continuato a seguire per diversi anni. Sempre in quegli anni mia nonna era stata chiamata per riconoscere i corpi di due suoi cugini, un prete e un frate, barbaramente massacrati , mutilati ed infine impiccati ad un albero. Sono successe molte cose in quel triangolo di pochi chilometri di terra e mia madre, ragazzina, credo abbia visto troppe cose e ora queste ferite le ritornano impietose mescolandosi fra di loro. Di tutto questo materiale che ora ho nel cuore chissà forse fra qualche anno nascerà uno spettacolo o un romanzo, o forse rimarrà, come credo sia giusto, li. La solitudine può essere una cosa terribile e impietosa, ma a volte diventa, pur involontariamente, una scelta e uno stile di vita a volte piacevoli. Ho il mio cane carico di adrenalina che la sera si acquieta e sdraiato sul divano avanza di pancia fino a mettere il suo muso sulla mia mano. E io gli dico “felice Peter di averti incontrato”. E' uguale a me , non è altissimo, è tozzo, sembra cattivo, ma è dolcissimo, è scuro, ha gli occhi scurissimi sempre tristi che sembrano di una persona orientale. Ha il sonno complicato, spesso si lamenta nel sonno, abbaia, mugola, russa, piange, ma gli basta che gli faccia le carezzine sulla pancia e gli passa tutto e il sonno ridiventa tranquillo.Ai tanti, tantissimi come me, con ferite e strappi nel cuore, un abbraccio, una carezzina sulla pancia e un sorriso "dai che esistiamo pure noi".

venerdì 21 novembre 2014

vuoi sposarmi?

Stamattina mi sono svegliato con in testa la frase di Giovanni, un amico di Bologna : “sto leggendo il blog come puntate di un romanzo”. Ho in mente anche un'altra frase di Gianni, amico di Cesena: “ datti una mossa e inizia a scrivere seriamente” suppergiù. Un mese fa mi aveva scritto una ragazza che ha una casa editrice chiedendomi se volevo collaborare con loro. Le avevo risposto che la scrittura è una cosa seria che va fatta seriamente, mentre io con il blog ci sto giocando un pochino neanche mi preoccupo se le regole ogni tanto se ne vanno per i fatti loro. Con le case editrici ho avuto dei problemi in passato, quando credevo che sapevo scrivere e magari mi immaginavo grande romanziere. La prima volta con la feltrinelli, avevo 20 anni e mi aveva convocato un dirigente a Bologna confondendo quello che avevo scritto con quello che ero io. Era la storia complicata di crescita erotica e sentimentale di un ragazzo bellissimo e un po' baldracca. Niente a che fare con me. Assodato che non sono bellissimo, e assicuro neanche baldracca. Il dirigente mi chiedeva di cambiare il finale e altre cose e l'ho mandato a cagare. Poi i miei testi teatrali , specie il Caravaggio che mi sono stati chiesti da tanti, ma non mi interessava. Ho sempre detto che conosco persone che scrivono da dio e che lottano per fare che questo diventi la loro professione. Io no, mi piace scrivere, e basta. Quindi scrivo, non ho nessuna strategia di “marketing” e faccio in base alle lune e agli umori. Però ho capito una cosa, io intollerante a qualsiasi regola, che un minimo di costanza e di scadenze dovrebbero esserci. Principalmente per me. Quindi, non so se ci riuscirò, ho deciso di scrivere questo mio romanzo della banale quotidianità, quasi come i grandi romanzieri del passato che scrivevano a puntate sui giornali. In poche parole, cercherò di dare a questo blog una cadenza settimanale e chiedo scusa ai romanzieri, grandi o piccoli che siano. E anche agli amici che hanno la pazienza di continuare a leggermi. Ragazzi vi voglio bene, perdonatemi. Stamattina mi sono anche svegliato con un pensiero : voglio sposarmi. Passa presto lo so e infatti è già passato. Ieri a cena ho visto in televisione la storia di due ragazzi che si erano sposati in Norvegia. Dopo le mie tantissime astinenze, mica le vado a rovinare con una avventura una botta e via . Quindi dovesse casomai avvicinarsi qualcuno a me, ormai situazione improbabile, gli dirò : “ vuoi sposarmi?” e lui dovrà rispondermi “ per un'ora, una sera, una notte, o una vita?” e qua dipenderà da chi e se me lo chiederà. Ho bisogno di fare il cretino, continue litigate al telefono con la sorella di mia madre e con sua figlia che sono come tarli arroganti che vorrebbero penetrarti nel cervello. E' brutto, tu ti fai il culo, lotti da anni, fai i salti mortali per garantire un minimo anche la tua vita e poi arrivano loro a dire cosa e come devi fare. E a volte si vorrei essere stronzo, vorrei rispondere a tono, vorrei essere meno educato. Ma vedo situazioni che sono anche peggiori, quindi buonino Enzo, la vita va avanti. E' terribile questa cosa che tu sei solo, nel senso che non hai una famiglia, nel senso che non sei sposato , ed è come tu non avessi visibilità, nel senso che qualsiasi cretino di parente si sente in autorità di dire, fare e disfare a proprio piacimento. Anche peggio quando ci si mettono i preti e i politici. Non so se per mio carattere o perchè sono della vergine, se poi dovessi scoprire che non sono neanche della vergine sarebbe il tracollo definitivo, però quando scoppio faccio danni e già nella mia vita ne ho già fatti qualcuno, di danni. Continuo a fare sogni strani incasinati, brutti. Non è che io desideri sposarmi, vuoi mettere però che vado dai miei parenti e dico “ questo è mio marito , oppure questa è mia moglie” in base a quello che mi è capitato in quel momento? C'era un amico dei tempi bolognesi che desiderava tantissimo sposarsi, per la cerimonia in sé, per i regali, il pranzo, il viaggio. Si fidanzava anche e dato che non gliene fregava niente, dimenticava le fidanzate a casa mia. Questa è stata una delle volte che sono scoppiato. Il cane sta sentendo i miei umori e quando scende dalla poltrona per cercare una coccola, va da Marco senza accorgersi che esisto anch'io. Bella intervista in questo momento a radio popolare da parte di Marco, domani sera abbiamo il nostro Caravaggio. E' talmente faticoso, non per me che sto in regia, ma per Marco, ma lui vuole continuare a farlo anche se io continuo a ripetere “non hai più l'età”. E lui mi risponde “pensa per te”. Io quando faccio l'attore dopo cinque repliche mi sono già stancato. Voglio danzare. Prima della morte di mio padre e dei tracolli di mia madre, pensavo ad uno spettacolo per me in cui danzavo. Ho rimandato. Certo che se continua di questo passo, mi ritroverò fra qualche anno a danzare su una sedia a rotelle, elettrica per fare meno fatica. Ho chiesto ai ragazzini della scuola da chef “ siete mai andati al fiume e avete mai danzato nell'acqua?” mi hanno guardato come a qualcosa di strano. Bisogna fare presto perchè con tutto il consumo di suolo che c'è e che continua ad esserci, fra poco scompariranno i sassi, la ghiaia, la sabbia e anche i fiumi. E uno per cercare di danzare nell'acqua dovrà aspettare le piene e le alluvioni che tutte le volte i politici sembra caschino dal pero. Dopo tanti tentativi e fallimenti, ho telefonato ai carabinieri di un paese di mezzo fra i due paesi in cui dovrei essere nato. Ho parlato con il capitano, ho detto riuscite a darmi una mano? Anche lui, molto gentile, mi ha risposto “ sono passati troppi anni”, però se trovo qualcosa ti faccio sapere. Porca miseria devo portare il cane a fare il giretto e dargli da mangiare che già lo vedo che mi sviene per strada. Magari mi arriverà una telefonata “siamo i carabinieri di ...” e io inizierò a farfugliare “ cosa ho fatto?” . Dai il nervoso da parenti è passato e il mio cane ha appoggiato il muso sulla mia gamba. Lo amo.

giovedì 13 novembre 2014

la torta era buonissima e io sarò li per il nostro pubblico

Succede che hai un po' di menate in testa, ti è partito il computer, hai dimenticato gli occhiali, hai litigato al telefono con parenti ormai insopportabili, hai appena parlato con l'ultimo prete contattato che ti dice non riesco a trovare nulla, giornata da sbattere la testa contro il muro e suonano il campanello. Non riesci a trovare le chiavi , gridi a Marco che è al telefono “tieni il cane per favore”, finalmente riesci ad aprire. Sulla porta un bel giovanotto, grande sorriso. In mano ha una torta, una favolosa crostata alla marmellata di arancio. “l'ho fatta io per voi, per dirvi grazie”. Ti sciogli e ti senti debitore per questo raggio di sole. E poi il pomeriggio in giro con il cane pensi “ ma porca miseria Enzo, sei attorniato da gente straordinaria, hai tanta gente che ti vuole bene, persone in carne ed ossa e non fantasmi , gente che ti sorride con simpatia, senza che tu abbia fatto nulla, e ti perdi ancora nelle tue piccole depressioni autoreferenziali?”. La solitudine appartiene a tanti, la vita faticosa appartiene a tanti, e tu con tutte queste persone che ti sorridono, hai anche un cane che ti sorride pure lui, osi ancora lamentarti? Ieri in radio ho sentito l'intervista al giovanotto argentino , figlio di madre assassinata e poi appena nato, dato in adozione e dopo trentasei anni riesce ad incontrare la nonna paterna. Bella intervista, senza rancori e senza rimpianti, ma piena di vita. L'avevo già detto, non è una famiglia che vado a cercare, non è una identità, ce l'ho una mia identità ben precisa. Neanche radici, ho anche quelle, un po' volatili, ma le ho. E' una mancanza di non so cosa, è un tassello per completare, si fa per dire, un puzzle. E' venuto a trovarmi un amico appena ritornato da un lungo viaggio e abbiamo deciso che il bello della vita non è trovare, ma cercare. Se uno ha trovato tutto , cosa gli rimane? E il bello della vita, penso io, è la vita stessa. E' lei che può sconfiggere la morte, non la morte reale che poveretta c'è e non si può far nulla, ma l'idea di morte che invade una società e la fa piombare nel rancore e nel torpore. Ho amici che gli sono morti il padre o la madre che erano ancora piccoli. Sono ferite che non si rimargineranno mai ed è giusto che rimangono perchè una parte di te se n'è andata, però la vita , pur con le ferite, va avanti e ogni tanto è capace di sorriderti. Ieri ho iniziato il primo laboratorio di stagione. Questa estate in ospedale con mia madre, Marco mi telefonava e io dicevo si a tutto, così mi sono ritrovato a condurre un laboratorio per ragazzi che vogliono diventare chef ( una volta si diceva cuoco), pensavo fossero 15, poi mi hanno detto che erano 20 e ne ho trovati 27. Tanti, un po' difficili da gestire, però sono piacevoli e mi sono trovato benissimo con i loro insegnanti. Mi fa impressione che questi ragazzini di 15/16 anni passino già tante ore in cucina alle prese con coltelli, fornelli cibi. Mi dicono che sono seri e bravissimi, missà che è la volta buona per imparare anch'io a fare da mangiare. Domani, venerdì 14 , presentazione della stagione a Calcio. Non sappiamo se e quanta gente verrà. Marco prevede un centinaio di persone, io una cinquantina, ma se fossero duecento non sarebbe male. Ci sarà anche una mostra importante dedicata ad Alda Merini che comunque a Calcio ha lasciato un segno molto più importante di quello che avrei mai immaginato. Ci sarà anche Alex Corlazzoli a presentare il suo ultimo libro. È un tipo piacevole, tosto e adrenalinico. Sembra , in miniatura, la bella copia giovane di Cacciari. Pur senza rimpianti, ( in ogni caso e l'ho sempre ripetuto, non ci siamo trasferiti a Calcio, abbiamo trasferito la nostra stagione nei teatri che hanno deciso di ospitarci, poi vedremo. Cosa sarà il prossimo anno si vedrà) però inevitabile che , come un film, ti passino davanti gli occhi le immagini di questi tanti anni in cui abbiamo dato dignità di teatro ad un bel auditorium di scuola media. Anni grandi e importanti in cui, anche da noi, il teatro italiano ha avuto la possibilità di confrontarsi. Non solo il teatro. Della organizzazione ho sempre amato seguire il pubblico e gli artisti e questo è un bel patrimonio. Degli artisti, quelli che venivano solo per il cachet e la data e non gliene fregava nulla del resto, dimenticati. Ma sono stati pochi, la maggior parte, arrivava e quasi ti consegnava il proprio cuore. Ho amato seguire le prove, ho amato seguire le loro evoluzioni nel corso degli anni. Dei tanti tantissimi che ho amato, mi piace ricordare Fernanda Pivano che a tavola divideva i propri tortelli con Marco e gli chiedeva se la sposava. Oppure Raiz che è arrivato timido nel suo cappottino e berrettino. Complicato , in crisi, sensibile, dolce, di grande intelligenza. Uno di quei giovanotti che li vedi per strada neanche li noti, eppure, appena entrato in scena è diventato una poderosa e sensuale bestia da palcoscenico. Mi piace ricordare Giorgio Rossi che i vestiti gli danno sempre un po' fastidio e una volta che era rimasto in mutande, qualcuno in paese ha sparso la voce che al Galilei spettacoli sempre scandalosi. E ancora Moni Ovadia, prima che diventasse famoso , poi un laboratorio che aveva fatto e io mi ero arrabbiato perchè aveva trattato male i miei ragazzi. Poi anni dopo , già famosissimo e di nuovo riappacificati, ci ha dedicato una intera giornata. E concludo con Sandro Lombardi che appena arrivava diceva “ mi sento a casa” Potrei continuare all'infinito , si è venuto anche Paolini, e potrei scrivere un trattato , ma la cosa più bella, oltre il teatro e gli artisti , oltre a me e a Marco, erano e sono le persone del nostro pubblico. Anche loro in questi anni tanti cambiamenti. Alcuni sono morti, alcuni sono partiti per altre città, altri viaggi, però li ho tutti nel cuore. E' più bello e commovente di un tramonto seduti su di una montagna. In questi anni ho avuto molti problemi e ostacoli a livello politico, io faccio paura non per gli spettacoli nostri o per quelli che presentiamo, è perchè sono fuori da tutte le regole e amo la gente. Parlo di rispetto, apertura della mente, parlo di cose di cui non si dovrebbe parlare, mi arrabbio con chi predica l'idea della famiglia e poi di famiglie ne ha tre o quattro e la sera magari va anche a puttane. Mi arrabbio con chi adora un dio come immagine dimenticandosi del dio reale. Parlo di omosessualità che non è una cosa sporca, è solo un aspetto della diversità degli esseri umani. Io ateo parlo della vita come cosa sacra. Perchè prima degli spettacoli io sono sulla porta, mi piace stringere le mani, mi piace sorridere, mi piace guardare negli occhi le persone e dare un po' del mio e rubare un po' del loro cuore. A volte con Marco, spesso, ci troviamo a fare il resoconto delle nostre vite. Vediamo i nostri amici che nel frattempo sono diventati padri, madri, nonni, che hanno delle belle case e diverse sicurezze. Poi ci mettiamo a ridere e Marco mi dice “ a me la mia vita piace e non la cambierei”. Si dai , neanch'io la cambierei. E quando e se, riuscirò a trovare i miei probabili fratelli, non sarà la mia famiglia, saranno solo uno dei tanti tasselli che mancano alla mia vita. Forse non succederà mai, ma io ogni tanto prima di dormire mando loro un saluto, come mando un saluto sempre a tutti i miei amici. Dico ciao, lo dico anche ai fantasmi che popolano la mente, dico, prima di dormire, ciao ragazzi e ragazze, grazie. Lo dico anche a Peter il mio cagnolotto “notte picio”. Domani ci sarò, sempre che nel frattempo non succeda qualcosa a Cesena, aspetterò le persone che non sanno dov'è il teatro, nella piazza di Calcio così da fare un pezzetto di percorso assieme. Quindi se vedete un cosino strano con la faccia da straniero, aggirarsi nella piazza di Calcio, non chiamate la polizia, sono li per il nostro pubblico.

martedì 4 novembre 2014

il signore dei cani e il samurai di Kurosawa

Un po' qua un po' a Cesena, il cane comincia a fare confusione sugli orari e anche sui comportamenti. E io che mi sento in colpa, gli sto concedendo un po' troppo e questo non fa bene né al cane né al padrone. Da un po' di tempo si sveglia alle quattro e inizia a fare le sceneggiate. Stamattina alle quattro mi sono alzato, ho aperto la porta e gli dico adesso vai fuori lasciami dormire. Ma senza di me non esce, allora gli ho buttato il giocattolino giù per le scale. Ho lasciato la porta aperta, non era freddo tirava vento, cambiare l'aria fa solo bene e ritorno a letto. Dopo un po' mi devo alzare c'è movimento, vado a vedere i cani sono tre. Butto fuori le due border collie , mi tengo il mio cane e chiudo la porta, alle cinque e mezzo mi sono alzato definitivamente. Dove abito, il mio cane sta bene, lo spazio è enorme, c'è anche il laghetto, il ruscelletto e le lepri, il problema che non vorrebbe mai uscire dal cancello. Il problema adesso sono anche le due border collie che pur avendo un padrone, pur coccolate da tutti, hanno deciso di adottarmi e stazionano perennemente, anche di notte, sulle scale di casa. E quando giro con il mio, loro ci seguono sempre. Dove abito mi chiamano l'uomo dei cani. Qualche giorno fa dico basta sto merdaio e faccio una bella pulizia di casa. Soddisfatto , tutto pulito, il cane addormentato sul mio letto (7,30 del mattino) faccio ancora un po' di cosine , poi vado nella sala e vedo sporco, non riuscivo a capire. Le due cagnette si erano trascinate di pancia dalla porta fino sotto al tavolo. Hai un bel da dire “oh ragazze, avete una casa , avete un padrone, cosa volete da me?”. A volte la gente dice “ un cane può essere meglio di una persona”. No dai, un cane pur adorabile, è un cane e una persona è pur sempre una persona. E in questo periodo le persone mi mancano tantissimo. Da tre, quattro anni non leggo un libro, un giornale, non vedo un film, non vado a cena fuori, non vado in giro né in qualche localaccio, non faccio quelle cose belle chiamate cosacce. Ma non mi creo dei problemi, ci sono altre urgenze ed inutile farsi menate. Quando sono a Cesena faccio praticamente un'ora in giro con il cane, due ora da mia madre. Fino a sera. A volte mia madre dorme in continuazione neanche si accorge della mia presenza, ma voglio esserci. Giusto non giusto non lo so, ma credo sia importante non fare sentire una persona, tua madre, sola. Ormai sono di casa e mi trattano tutti con affetto, ogni tanto porto anche il cane e riesco a creare un piacevole trambusto. Lui è felice di entrare in struttura e di beccarsi le coccole di tutti. Però la sera quando esco, l'ho sempre raccontato, il cuore è pesante e anche la testa. Ho quasi l'impressione che il cervello mi si spappoli un pochino alla volta. Una amica mi aveva scritto perchè preoccupata per le mie ricerche, preoccupata che io possa cadere in quel buco rischioso chiamato in tante maniere. Non sono le ricerche a crearmi dei problemi. Ormai do per assodato, le paure sono altre, dall'infanzia in poi mi sono ripiombate tutte addosso. Non sono le ricerche delle mie origini a crearmi dei problemi, non più, qualche volta. Chiuso con il prete Boliviano che pur con tutta la buona volontà, neanche conosce tutti i paesi di cui parlo, ho trovato un altro prete che gli sono diventato simpatico perchè gli ho detto che sono stato in seminario e molti miei amici lui li conosce. Lui ha a che fare direttamente con il paese che ho scritto sulle carte. Però finora nessuna risposta. In quel paese non ci vado più, mi mette angoscia. Il numero della strada non riesco a trovarlo, ma ci sono due case, prima di arrivare al paese, che non hanno numerazione. Una sulla destra, è una bella enorme casa contadina con tantissimi fiori, un po' lasciata andare, ma bella. Passando un giorno ho visto un uomo che aveva i capelli come i miei. E sono scappato. L' altra casa, sulla sinistra è una casa enorme con finestre e porte piene di inferriate. Sembra ci debba essere un arsenale militare tanto è blindata. Non è la classica casa contadina, sembra abbandonata, sempre porte e finestre chiuse, ma c'è un cane grosso nero e un cavallo bellissimo. Ogni tanto anche un trattore. Qui in mezzo a due alberi c'è un palo e sopra , quasi una bandiera , un cavallo a dondolo per bimbi piccolissimi. Non vado più in quei posti, perchè soprattutto questa casa blindata mi crea delle fitte impressionanti al cuore e delle scariche violente al cervello. La mia tattica era di farmi vedere e di fare parlare di me. Ma non posso andare oltre quello che sono già andato perchè devo proteggere mia madre. Le devo tanto, è lei mia madre, ora è confusa nei suoi fantasmi e non vogli le cadano addosso anche le inevitabili chiacchiere di gente e parenti. Però da quando ho iniziato a muovermi, strani movimenti stanno succedendo. E' da una vita che stanno succedendo e a volte non capisco se sono sano o completamente paranoico. L'ultimo avvistamento al paese, quello ufficiale. Al cimitero. Che uno non ci capita per caso dato che è isolato su di una collinetta. Arrivo, sempre presto, un po' perchè non ho voglia di vedere nessuno, un po' perchè ho sempre tante cose da fare. Spesso vado con il cane, ma non lo porto più dentro perchè ormai considera il cimitero come suo e se entra qualcuno gli abbaia mica da ridere. Il cane lo lascio in macchina, finiti i miei giri, faccio fare il giretto a lui. Dicevo, c'era parcheggiata una jeep, di quelle grandi che costano più di un monolocale. Parcheggio dietro, mi accorgo che la macchina ha il motore acceso , ma non faccio caso. Appena entrato al cimitero, che è piccolissimo, sento arrivare dei passi. Un signore suppergiù della mia età. Faceva finta di gironzolare e guardare le tombe. Gli ho detto buongiorno, mi ha risposto buongiorno, ma la strana sensazione che mi guardasse di nascosto. Poi sono uscito e fortuna era arrivato il sacrestano ad aprire la chiesa per cui ho tirato fuori il cane dalla macchina e ho iniziato a parlare con il sacrestano che non è proprio il sacrestano, ma un giovanotto che alle messe suona la chitarra. Subito è uscito l'altro signore e non so per quale motivo è stato colpito dal cane. Ci siamo guardati per un attimo, lui la faccia molto seria. Mi sono sempre vantato , appeno vedo una persona, di vedere subito tutto l'insieme, dal tipo di scarpe, ai capelli. Ultimamente vedo solo particolari e non so più vedere il totale. Di questa persona mi ha colpito l'aspetto . Fisico eccezionale, poco più alto di me, ma sembrava me quando avevo trenta anni. I capelli. Pelato e i capelli solo ai lati. Quando ci siamo guardati ho pensato : “sembra uscito da un film di Kurosawa". Poco più giovane o anziano di me, non so, però ho realizzato dopo, sembrava me da giovane come mi fossi rasato i capelli in fronte, così come i samurai dei film di kurosawa. Mia madre sa vedere le cose nei sogni e un giorno mi aveva detto: “anche i tuoi fratelli ti stanno cercando, ma non sanno chi sei”. Una volta mi aveva anche detto “ quello più vecchio mi conosce, ma non sa che sei tu il fratello che stanno cercando”. Mi sono guardato allo specchio e mi trovo enormemente invecchiato e avere in continuazione a che fare con le malattie e i fantasmi , non fa bene alla salute. Fra una settimana partiamo con la presentazione della stagione. Spero di riuscire a non essere più assente così come lo sono stato in questi miei ultimi anni. Il signore che ho visto sulla jeep, mi dava l'idea di un geometra o architetto. Forse più geometra perchè sono loro che gli piace farsi vedere con i macchinoni. Chissà se lui o gli altri usano il computer o sanno minimamente navigare in internet. Se sanno il mio nome e cognome, non è difficilissimo trovarmi. Mi piacerebbe chiamarli a casa mia e dormire per una notte tutti insieme nel mio lettone. Poi ognuno per la sua strada. Il cane inizia ad essere insofferente e anch'io. Gli dico dai Peter andiamo a casina ed è già subito in piedi. Ma porca troia le vite complicate.