Anni
fa avevo strisciato con la macchina, porto la macchina dal
carrozziere. Avevo chiesto a Marco di venirmi a prendere. Ero
arrivato prima e aspettavo. Marco tranquillo, arriva mette la freccia
e sta per voltare. In quel momento arriva da una curva, a forte
velocità, un'altra macchina che non si accorge della macchina di
Marco, anzi cerca di sorpassarla. Impatto violento, le due macchine
messe molto male. La signora alla guida chiama il fratello, il
marito. Io vorrei chiamare i carabinieri, qualcuno, ma loro insistono
“siamo persone civili ci mettiamo d'accordo”. Sta di fatto che
poi loro hanno sostenuto che la signora andava pianissimo e che Marco
era fermo sull'altro lato della strada e al passaggio della signora
le aveva tagliato la strada. Quando poi sono stato convocato dagli
avvocati come testimone ( a parte il fatto che la signora , il marito
e il fratello, avevano raccolto “informazioni” su di me e
insinuavano come io non potessi essere attendibile in quanto “molto
vicino” a Marco, che due maroni sta cosa, qualcun altro dice ancora
che io sono coppia con Marco, lo denuncio) ho continuato a rispondere
alle domande e ai trabocchetti, ma non si riusciva a risolvere nulla.
Improvvisamente mi è venuto in mente una cosa banalissima cui non
avevo dato importanza, in realtà non era una cosa banale mi hanno
detto, e siamo arrivati alla conclusione. La signora e i suoi
familiari stavano mentendo spudoratamente e Marco aveva ragione. A
volte si creano situazioni complicate da cui non si sa come uscire,
poi basta poco e la soluzione arriva da sola. Sempre anni fa , a
causa di una piccola eredità e forte di alcuni documenti depositati
dal notaio, mia madre aveva combinato qualche casino. E dato che quei
documenti ad un certo punto sono scomparsi, mia madre e sua sorella
hanno rischiato grosso per via dei nipoti molto agguerriti. E fortuna
che l'eredità era poca cosa. Dico “ragazze non vi preoccupate, non
avvelenatevi il sangue risolvo io”. Una settimana a girare come un
segugio e non riuscivo a combinare nulla, poi improvvisamente mi ha
preso un raptus e ho iniziato a cercare una bigiotteria perché
volevo un anello d'argento fatto in una determinata maniera. Mi
vergognavo di me, in mezzo ai casini, vado a intestardirmi per
cercare un anello che alla fine ho trovato. Quando poi arrivo in
ufficio, presente l'avvocato dei miei parenti, iniziamo subito a
litigare. Era un ragazzo giovane, elegante, belloccio e determinato.
In contemporanea abbiamo battuto la mano sul tavolo e avevamo lo
stesso anello. Improvvisamente tutto mi è diventato chiaro e il
documento è saltato fuori. Mia madre e mio padre erano in vacanza a
Cesenatico, la sorella di mia madre a Cervia. Da cesena ho preso la
bicicletta e sono andato a trovarli, annunciando che avevo risolto
tutto. Morale della favola, mia madre mi ha sorriso e mi ha
abbracciato, sua sorella non mi ha neanche detto grazie e da allora
tutti i cugini da parte di mia madre non mi hanno più parlato.
Quello che voglio dire è come il cervello a volte, nei momenti di
confusione, può aiutarti fornendoti una chiave di cui non ti rendevi
conto. Mi è successo altre volte, improvvisamente una soluzione. Qua
in queste zone della bassa, quando si perde qualcosa si dice ( in
dialetto) “sant'Antonio dalla barba bianca, fammi trovare quello
che mi manca” e zac trovi subito la cosa che non trovavi. Io che
perdo tutto , uso questa formula almeno dieci volte al giorno. Chiaro
che Sant'Antonio poveretto, non c'entra nulla, però è qualcosa di
misterioso che ti fa scattare la testa. Perchè molte volte le
soluzioni ci sono e sono li a portata di mano, basta un piccolo
imput. Da quasi un anno mi sono buttato in una ricerca forsennata e
ho rischiato, sto rischiando, realmente di perdermi, oltre tutto il
resto che non è cosa da poco. Da quasi un anno ho perso molto tempo
a cercare senza trovare nulla. Che poi non è tempo perso: ho
conosciuto zone delle colline romagnole su verso le montagne di cui
non sapevo neanche l'esistenza. Zone bellissime, ostiche, piene di
storie intrighi, misfatti. Ho conosciuto gente che mi ha aperto il
cuore mostrandomi le proprie ferite, ho conosciuto l'ostilità di
alcuni parenti, ho ormai avviato un rapporto di , qualche volta,
divertita complicità con mia madre e con lei, da sempre grande
rompiballe, ora mi trovo bene. Ho fatto chilometri, sono incappato in
gente che mi controllava, ho rotto i maroni a preti e carabinieri, ma
non ho mai trovato nulla. Perchè non credo si possa trovare nulla. E
improvvisamente mi è venuta in mente una frase che ridendo mi aveva
detto mia madre, una frase banale che forse racchiudeva la verità.
Settimana scorsa ultimo sopralluogo negli uffici degli atti di
nascita del comune di Cesena. Cosa vai a spiegare che neanche io so
esattamente cosa? So lavorare negli archivi, so leggere e confrontare
i dati. Ma la possibilità di essere io a guardare e confrontare
archivi non mi è data. Infatti settimana scorsa ero arrabbiatissimo
e ho detto basta, non posso impazzire io per i casini o le tragedie
degli altri. Non so se esistono questi fantomaci fratelli o è uno
dei tanti involontari depistaggi di mia madre, quello che ormai so è
che non esistono documenti, non credo che esistano. E improvvisamente
ho capito che la verità non va cercata chissà dove, ma è molto più
vicina , molto più tragica e banale di quello che uno avrebbe potuto
immaginare. Le cose non succedono così in una notte e le persone
coinvolte appartengono ad un giro molto vicino. Fra le tante cose che
ho scoperto è che la levatrice di allora, dicono, fosse una delle
innumerevoli amanti di quel puttaniere di mio nonno. La verità è
vicina e non mi interessa più saperla. Per me troia detto di un uomo
o una donna, non è chi fa sesso magari in maniera smisurata, ma chi
nasconde tutto, da delle troie agli altri e parla dei valori della
famiglia. Chi magari butta un figlio per paura di perdere un marito,
una moglie e la credibilità di una famiglia perfetta. E cercare
ormai una madre e un padre naturali, solo per dare loro delle troie,
è fatica sprecata. Anni fa con la morte di mio padre avevo sognato
che mi dava in eredità un tappeto consumato e una chiave con il
numero 45. Avevo cercato di farci uno spettacolo poi naufragato. In
questi giorni che ho detto basta, i sogni continuano a tormentarmi e
cercano di darmi la chiave. E' il mio cervello che dice Enzo sveglia,
è qui a portata di mano la verità. Tutto in una notte, non avviene
improvvisamente e qualsiasi nome mi fosse stato dato, non potrò mai
essere io quel nome perché un nome, anzi due, ce li ho già. Mio
padre negli ultimi anni diceva che io non ero un figlio, ero molto di
più. Mia madre ora dice che sono suo padre, sua madre, il suo
fratello preferito, che sono il suo angelo, non mi dice più che sono
suo figlio. Verso la fine della guerra , mia madre era una ragazzina
e fuggiva sempre, non è mai andata nei rifugi e credo abbia visto
molte cose drammatiche. Come i tedeschi che avevano ammazzato dei
ragazzi e delle famiglie e forse i miei fratelli , come lei li
chiama, erano solo dei bambini piccoli che lei era riuscita a
nascondere e le cui vite ha continuato a seguire per diversi anni.
Sempre in quegli anni mia nonna era stata chiamata per riconoscere i
corpi di due suoi cugini, un prete e un frate, barbaramente
massacrati , mutilati ed infine impiccati ad un albero. Sono successe
molte cose in quel triangolo di pochi chilometri di terra e mia
madre, ragazzina, credo abbia visto troppe cose e ora queste ferite
le ritornano impietose mescolandosi fra di loro. Di tutto questo
materiale che ora ho nel cuore chissà forse fra qualche anno nascerà
uno spettacolo o un romanzo, o forse rimarrà, come credo sia giusto,
li. La solitudine può essere una cosa terribile e impietosa, ma a
volte diventa, pur involontariamente, una scelta e uno stile di vita
a volte piacevoli. Ho il mio cane carico di adrenalina che la sera si
acquieta e sdraiato sul divano avanza di pancia fino a mettere il suo
muso sulla mia mano. E io gli dico “felice Peter di averti
incontrato”. E' uguale a me , non è altissimo, è tozzo, sembra
cattivo, ma è dolcissimo, è scuro, ha gli occhi scurissimi sempre
tristi che sembrano di una persona orientale. Ha il sonno complicato,
spesso si lamenta nel sonno, abbaia, mugola, russa, piange, ma gli
basta che gli faccia le carezzine sulla pancia e gli passa tutto e il
sonno ridiventa tranquillo.Ai tanti, tantissimi come me, con ferite e
strappi nel cuore, un abbraccio, una carezzina sulla pancia e un
sorriso "dai che esistiamo pure noi".
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