Stamattina mi sono svegliato con in testa la frase di Giovanni, un
amico di Bologna : “sto leggendo il blog come puntate di un
romanzo”. Ho in mente anche un'altra frase di Gianni, amico di
Cesena: “ datti una mossa e inizia a scrivere seriamente”
suppergiù. Un mese fa mi aveva scritto una ragazza che ha una casa
editrice chiedendomi se volevo collaborare con loro. Le avevo
risposto che la scrittura è una cosa seria che va fatta seriamente,
mentre io con il blog ci sto giocando un pochino neanche mi preoccupo
se le regole ogni tanto se ne vanno per i fatti loro. Con le case
editrici ho avuto dei problemi in passato, quando credevo che sapevo
scrivere e magari mi immaginavo grande romanziere. La prima volta
con la feltrinelli, avevo 20 anni e mi aveva convocato un dirigente a
Bologna confondendo quello che avevo scritto con quello che ero io.
Era la storia complicata di crescita erotica e sentimentale di un
ragazzo bellissimo e un po' baldracca. Niente a che fare con me.
Assodato che non sono bellissimo, e assicuro neanche baldracca. Il
dirigente mi chiedeva di cambiare il finale e altre cose e l'ho
mandato a cagare. Poi i miei testi teatrali , specie il Caravaggio
che mi sono stati chiesti da tanti, ma non mi interessava. Ho sempre
detto che conosco persone che scrivono da dio e che lottano per fare
che questo diventi la loro professione. Io no, mi piace scrivere, e
basta. Quindi scrivo, non ho nessuna strategia di “marketing” e
faccio in base alle lune e agli umori. Però ho capito una cosa, io
intollerante a qualsiasi regola, che un minimo di costanza e di
scadenze dovrebbero esserci. Principalmente per me. Quindi, non so se
ci riuscirò, ho deciso di scrivere questo mio romanzo della banale
quotidianità, quasi come i grandi romanzieri del passato che
scrivevano a puntate sui giornali. In poche parole, cercherò di dare
a questo blog una cadenza settimanale e chiedo scusa ai romanzieri,
grandi o piccoli che siano. E anche agli amici che hanno la pazienza
di continuare a leggermi. Ragazzi vi voglio bene, perdonatemi.
Stamattina mi sono anche svegliato con un pensiero : voglio sposarmi.
Passa presto lo so e infatti è già passato. Ieri a cena ho visto
in televisione la storia di due ragazzi che si erano sposati in
Norvegia. Dopo le mie tantissime astinenze, mica le vado a rovinare
con una avventura una botta e via . Quindi dovesse casomai
avvicinarsi qualcuno a me, ormai situazione improbabile, gli dirò :
“ vuoi sposarmi?” e lui dovrà rispondermi “ per un'ora, una
sera, una notte, o una vita?” e qua dipenderà da chi e se me lo
chiederà. Ho bisogno di fare il cretino, continue litigate al
telefono con la sorella di mia madre e con sua figlia che sono come
tarli arroganti che vorrebbero penetrarti nel cervello. E' brutto, tu
ti fai il culo, lotti da anni, fai i salti mortali per garantire un
minimo anche la tua vita e poi arrivano loro a dire cosa e come devi
fare. E a volte si vorrei essere stronzo, vorrei rispondere a tono,
vorrei essere meno educato. Ma vedo situazioni che sono anche
peggiori, quindi buonino Enzo, la vita va avanti. E' terribile questa
cosa che tu sei solo, nel senso che non hai una famiglia, nel senso
che non sei sposato , ed è come tu non avessi visibilità, nel senso
che qualsiasi cretino di parente si sente in autorità di dire, fare
e disfare a proprio piacimento. Anche peggio quando ci si mettono i
preti e i politici. Non so se per mio carattere o perchè sono della
vergine, se poi dovessi scoprire che non sono neanche della vergine
sarebbe il tracollo definitivo, però quando scoppio faccio danni e
già nella mia vita ne ho già fatti qualcuno, di danni. Continuo a
fare sogni strani incasinati, brutti. Non è che io desideri
sposarmi, vuoi mettere però che vado dai miei parenti e dico “
questo è mio marito , oppure questa è mia moglie” in base a
quello che mi è capitato in quel momento? C'era un amico dei tempi
bolognesi che desiderava tantissimo sposarsi, per la cerimonia in sé,
per i regali, il pranzo, il viaggio. Si fidanzava anche e dato che
non gliene fregava niente, dimenticava le fidanzate a casa mia.
Questa è stata una delle volte che sono scoppiato. Il cane sta
sentendo i miei umori e quando scende dalla poltrona per cercare una
coccola, va da Marco senza accorgersi che esisto anch'io. Bella
intervista in questo momento a radio popolare da parte di Marco,
domani sera abbiamo il nostro Caravaggio. E' talmente faticoso, non
per me che sto in regia, ma per Marco, ma lui vuole continuare a
farlo anche se io continuo a ripetere “non hai più l'età”. E
lui mi risponde “pensa per te”. Io quando faccio l'attore dopo
cinque repliche mi sono già stancato. Voglio danzare. Prima della
morte di mio padre e dei tracolli di mia madre, pensavo ad uno
spettacolo per me in cui danzavo. Ho rimandato. Certo che se continua
di questo passo, mi ritroverò fra qualche anno a danzare su una
sedia a rotelle, elettrica per fare meno fatica. Ho chiesto ai
ragazzini della scuola da chef “ siete mai andati al fiume e avete
mai danzato nell'acqua?” mi hanno guardato come a qualcosa di
strano. Bisogna fare presto perchè con tutto il consumo di suolo che
c'è e che continua ad esserci, fra poco scompariranno i sassi, la
ghiaia, la sabbia e anche i fiumi. E uno per cercare di danzare
nell'acqua dovrà aspettare le piene e le alluvioni che tutte le
volte i politici sembra caschino dal pero. Dopo tanti tentativi e
fallimenti, ho telefonato ai carabinieri di un paese di mezzo fra i
due paesi in cui dovrei essere nato. Ho parlato con il capitano, ho
detto riuscite a darmi una mano? Anche lui, molto gentile, mi ha
risposto “ sono passati troppi anni”, però se trovo qualcosa ti
faccio sapere. Porca miseria devo portare il cane a fare il giretto e
dargli da mangiare che già lo vedo che mi sviene per strada. Magari
mi arriverà una telefonata “siamo i carabinieri di ...” e io
inizierò a farfugliare “ cosa ho fatto?” . Dai il nervoso da
parenti è passato e il mio cane ha appoggiato il muso sulla mia gamba. Lo amo.
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