venerdì 21 novembre 2014

vuoi sposarmi?

Stamattina mi sono svegliato con in testa la frase di Giovanni, un amico di Bologna : “sto leggendo il blog come puntate di un romanzo”. Ho in mente anche un'altra frase di Gianni, amico di Cesena: “ datti una mossa e inizia a scrivere seriamente” suppergiù. Un mese fa mi aveva scritto una ragazza che ha una casa editrice chiedendomi se volevo collaborare con loro. Le avevo risposto che la scrittura è una cosa seria che va fatta seriamente, mentre io con il blog ci sto giocando un pochino neanche mi preoccupo se le regole ogni tanto se ne vanno per i fatti loro. Con le case editrici ho avuto dei problemi in passato, quando credevo che sapevo scrivere e magari mi immaginavo grande romanziere. La prima volta con la feltrinelli, avevo 20 anni e mi aveva convocato un dirigente a Bologna confondendo quello che avevo scritto con quello che ero io. Era la storia complicata di crescita erotica e sentimentale di un ragazzo bellissimo e un po' baldracca. Niente a che fare con me. Assodato che non sono bellissimo, e assicuro neanche baldracca. Il dirigente mi chiedeva di cambiare il finale e altre cose e l'ho mandato a cagare. Poi i miei testi teatrali , specie il Caravaggio che mi sono stati chiesti da tanti, ma non mi interessava. Ho sempre detto che conosco persone che scrivono da dio e che lottano per fare che questo diventi la loro professione. Io no, mi piace scrivere, e basta. Quindi scrivo, non ho nessuna strategia di “marketing” e faccio in base alle lune e agli umori. Però ho capito una cosa, io intollerante a qualsiasi regola, che un minimo di costanza e di scadenze dovrebbero esserci. Principalmente per me. Quindi, non so se ci riuscirò, ho deciso di scrivere questo mio romanzo della banale quotidianità, quasi come i grandi romanzieri del passato che scrivevano a puntate sui giornali. In poche parole, cercherò di dare a questo blog una cadenza settimanale e chiedo scusa ai romanzieri, grandi o piccoli che siano. E anche agli amici che hanno la pazienza di continuare a leggermi. Ragazzi vi voglio bene, perdonatemi. Stamattina mi sono anche svegliato con un pensiero : voglio sposarmi. Passa presto lo so e infatti è già passato. Ieri a cena ho visto in televisione la storia di due ragazzi che si erano sposati in Norvegia. Dopo le mie tantissime astinenze, mica le vado a rovinare con una avventura una botta e via . Quindi dovesse casomai avvicinarsi qualcuno a me, ormai situazione improbabile, gli dirò : “ vuoi sposarmi?” e lui dovrà rispondermi “ per un'ora, una sera, una notte, o una vita?” e qua dipenderà da chi e se me lo chiederà. Ho bisogno di fare il cretino, continue litigate al telefono con la sorella di mia madre e con sua figlia che sono come tarli arroganti che vorrebbero penetrarti nel cervello. E' brutto, tu ti fai il culo, lotti da anni, fai i salti mortali per garantire un minimo anche la tua vita e poi arrivano loro a dire cosa e come devi fare. E a volte si vorrei essere stronzo, vorrei rispondere a tono, vorrei essere meno educato. Ma vedo situazioni che sono anche peggiori, quindi buonino Enzo, la vita va avanti. E' terribile questa cosa che tu sei solo, nel senso che non hai una famiglia, nel senso che non sei sposato , ed è come tu non avessi visibilità, nel senso che qualsiasi cretino di parente si sente in autorità di dire, fare e disfare a proprio piacimento. Anche peggio quando ci si mettono i preti e i politici. Non so se per mio carattere o perchè sono della vergine, se poi dovessi scoprire che non sono neanche della vergine sarebbe il tracollo definitivo, però quando scoppio faccio danni e già nella mia vita ne ho già fatti qualcuno, di danni. Continuo a fare sogni strani incasinati, brutti. Non è che io desideri sposarmi, vuoi mettere però che vado dai miei parenti e dico “ questo è mio marito , oppure questa è mia moglie” in base a quello che mi è capitato in quel momento? C'era un amico dei tempi bolognesi che desiderava tantissimo sposarsi, per la cerimonia in sé, per i regali, il pranzo, il viaggio. Si fidanzava anche e dato che non gliene fregava niente, dimenticava le fidanzate a casa mia. Questa è stata una delle volte che sono scoppiato. Il cane sta sentendo i miei umori e quando scende dalla poltrona per cercare una coccola, va da Marco senza accorgersi che esisto anch'io. Bella intervista in questo momento a radio popolare da parte di Marco, domani sera abbiamo il nostro Caravaggio. E' talmente faticoso, non per me che sto in regia, ma per Marco, ma lui vuole continuare a farlo anche se io continuo a ripetere “non hai più l'età”. E lui mi risponde “pensa per te”. Io quando faccio l'attore dopo cinque repliche mi sono già stancato. Voglio danzare. Prima della morte di mio padre e dei tracolli di mia madre, pensavo ad uno spettacolo per me in cui danzavo. Ho rimandato. Certo che se continua di questo passo, mi ritroverò fra qualche anno a danzare su una sedia a rotelle, elettrica per fare meno fatica. Ho chiesto ai ragazzini della scuola da chef “ siete mai andati al fiume e avete mai danzato nell'acqua?” mi hanno guardato come a qualcosa di strano. Bisogna fare presto perchè con tutto il consumo di suolo che c'è e che continua ad esserci, fra poco scompariranno i sassi, la ghiaia, la sabbia e anche i fiumi. E uno per cercare di danzare nell'acqua dovrà aspettare le piene e le alluvioni che tutte le volte i politici sembra caschino dal pero. Dopo tanti tentativi e fallimenti, ho telefonato ai carabinieri di un paese di mezzo fra i due paesi in cui dovrei essere nato. Ho parlato con il capitano, ho detto riuscite a darmi una mano? Anche lui, molto gentile, mi ha risposto “ sono passati troppi anni”, però se trovo qualcosa ti faccio sapere. Porca miseria devo portare il cane a fare il giretto e dargli da mangiare che già lo vedo che mi sviene per strada. Magari mi arriverà una telefonata “siamo i carabinieri di ...” e io inizierò a farfugliare “ cosa ho fatto?” . Dai il nervoso da parenti è passato e il mio cane ha appoggiato il muso sulla mia gamba. Lo amo.

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