domenica 22 settembre 2013

fra Seveso e Oglio: gozarme la vida

Gozarme la vida. Gli interessi dichiarati di un giovanotto spagnolo, o presunto tale, che non conosco e mi ha chiesto l'amicizia fb. Questo gozarme la vida mi è piaciuto. Molto più intenso ed espressivo del nostro asettico godermi la vita. Gozarme la vida. Questa frase è stata il leit motiv degli ultimi sopralluoghi al parco nord e al fiume Seveso di Milano. La natura, una natura curata, appunto da parco di città e un un fiume che nonostante i continui ultimi lavori, rimane ammalato. Quelle volte che andavo solo, avevo paura. Paura non giustificata e non reale. Il cantiere di un mega centro commerciale, una superstrada da costeggiare diversi metri e tanti boschetti frequentati da diverse umanità. Poi i tanti cani meticolosamente di razza e curatissimi. Noi della provincia che provincia non è, siamo proprio paese, ci si trova sempre un pochino a disagio tutte le volte che si va a Milano. A me mette agitazione e non ho mai capito il motivo. Non riesco mai a pensarla nella sua globalità, ma solo , di volta in volta, pezzetti. 

La parte di parco che abbiamo toccato, si snoda fra il quartierone di Niguarda. E fa una certa impressione sentire i suoi abitanti dichiararsi “noi niguardesi”. Dicevo fra Niguarda, Bresso e Cormano. Zona tranquilla, piacevole, non caotica. Eppure questa agitazione mi colpiva sempre. Quando venivo solo, arrivavo in treno. Stazione centrale con supermodelle che scendevano da treni veloci e inseguite da masse di persone che volevano una foto. Io ci sono andato a sbattere con una, talmente tanta ed esagerata che pensavo fosse un trans. Poi la metropolitana fermata tal dei tali e poi linea quattro capolinea Niguarda- parco nord. Veramente questa agitazione continuava anche se andavo con Marco, poi con Marco Emi e Paolo. Ritorno al parco, abbiamo visto un airone cenerino, uno , un po' di anatre e qualche topo nuotatore. In agosto il Seveso era sempre lui, ma l'acqua a volte sembrava pulita. In questi giorni nessun dubbio, proprio sporca. E mi faceva tenerezza. Così dilaniato e strapazzato dagli uomini. Ma l'acqua porca miseria è la nostra vita, la vai ad avvelenare? Mi faceva tenerezza perchè ad un certo punto , che era il nostro punto di partenza, viene incuneato quasi fosse una fogna. Infatti quando ci sono le piene brutte, la parte adiacente di Niguarda, che è in discesa, diventa un lago con l'acqua che ti arriva alla cintura. Vista l'altezza dei milanesi, a me arriverebbe al petto. E ho amato questo fiume trattato male perchè se puzza , se fa i capricci non è colpa sua. 

Per tanti metri a costeggiare il fiume, i muri di un grande cimitero, muri ricoperti e nascosti da diversa boscaglia da cui emergeva un costruzione alta con tanto di camino che io chiamavo l'inceneritore. A livello allegorico qualcosa di fortissimo. Da una parte , il fiume, la vita, pur ammalato, pur difficoltoso pur annaspante, sempre vita. esattamente così come la vita di molti di noi. Difficoltosa ma ancora vita. Dall'altra i muri di un cimitero dove la vita ha cambiato rotta e ha deciso altri percorsi. In agosto c'erano anche due fossi con acqua corrente e pulita. In questi giorni erano asciutti , acqua marcia e sterpaglie cresciute a dismisura. Anche il laghettino in cui immaginavo di fare immergere le persone, deprivato dell'acqua dei fossi era li, un pochino putrido e stagnante. Poi un campo sportivo con giù in fondo due prostitute barbone forse casalinghe disperate, ma del genere , immagino, cinque euro la botta e se vuoi ti do anche il resto. Vicino ai curatissimi orti dei pensionati, alcuni tavoli diversi giovanotti, sempre li, con evidenti segni di droghe presenti o passate. Poi diversi vecchietti con in mezzo ai pantaloni gli avanzi di una virilità dura a scomparire, come idea immagino. Poi i giovanotti e le giovanotte di corsa o in bicicletta e i tanti tantissimi cani, tutti da sfilata. Questa era la zona del mio respiro del fiume. 

Ogni luogo ha una propria fauna che cresce negli anni e cerco sempre di camminare a passo leggero perchè ho sempre paura di disturbare qualcuno o qualcosa. Anche qua, entravo in un territorio non mio e mi dispiaceva dovere disturbare qualcuno. E anche qua percorso dopo percorso, sempre in punta di piedi e sempre con rispetto. Non ragiono mai per un luogo perchè ogni luogo è anche ciò che ci è attorno. Un luogo è il suo passato e il suo presente. Le mie camminate, pur dati dei punti fissi, devono essere imbevute di tutto questo che sta attorno e non solo dentro. Poi l'altro elemento importante e fondamentale diventa il pubblico. Ho bisogno di avere i loro occhi il loro sorriso, sentire le loro mani. Non devo avere pubblico, ma persone. Non posso conquistare chi viene per copiarmi, o per studiare cosa faccio o semplicemente chi ha deciso di mantenere il proprio muro. Ultimi sopralluoghi e ansia che cresceva. Ci cambiamo, saluto Marco, Emi e Paolo che andavano alle loro postazioni e mi metto in attesa. E questo pubblico , un po' alla volta ha iniziato ad arrivare. Non pubblico, ma persone con degli occhi, una faccia, un vissuto che traspariva da ogni poro. Con la disponibilità del cuore. E mi sono piaciuti tutti subito e quando ho fatto la presentazione di rito, anche il mio cuore ha iniziato a sorridere e siamo partiti. 

Con calma come volevo, tutto così come volevo. Disponibilità come desideravo. Avevo chiesto che ci seguissero almeno due guardie del parco che poi cambiavano ad ogni ora e mi ha fatto tenerezza che ad un certo punto hanno smesso di fare le guardie e hanno iniziato a partecipare ai riti, al gioco dei riti cui sottopongo le persone. Tre ore esatte come da previsoni, sono un mago, chiedo alla gente di scrivere su di un foglietto un proprio desiderio. Non sempre li faccio leggere. Ma qua si. Desideravo ascoltare i loro desideri con la speranza che poi si possano avverare. L'intensità delle parole da pelle d'oca, alcune volte anche da magone. E ho amato questa Milano da periferia e ho amato queste persone. Gozarme la vita, attimo per attimo. E persone che per un attimo appoggiano il proprio cuore nelle tue mani. Ti viene da gridare grazie. La conclusione poi strepitosa. Ognuno di noi aveva portato qualcosa da mangiare. Tutto appoggiato su di un tavolino e per terra ai bordi della strada e del parcheggio termine corsa Niguarda-Parco nord. Poteva sembrare squallido e sono passati anche i vigili a chiederci cosa facevamo, stiamo mangiando e anche bevendo, invece era tutto di una allegria assoluta perchè qualunque sia il posto, le persone fanno la differenza. Ad un certo punto ero stanchissimo e dico a Marco : “ non mi reggo più in piedi forse è il caso di andare”. Ma le persone continuavano a parlare e a mangiare e a sorridersi. Noi siamo partiti e loro sono rimasti salutandoci in maniera fragorosa quasi fossimo vecchissimi amici. Gozarmi la vita, si grazie. Ieri Milano, ora Romgana, domani ancora casa mia. Il percorso sull'Oglio, l'ultimo sopralluogo una settimana fa prima di partire per la maremma, è di una bellezza assoluta. Questa sarà la mia ultima camminata in notturna per questa stagione, ne ho già poi due in primavera. Ogni due anni cambio formula però sempre il mio io assetato di vita ha bisogno di persone che per un attimo aprano il cuore. Così come cerco di fare io non sempre riuscendoci. Io non so definire cosa sia il respiro del fiume, lo chiamo un viaggio e quando il viaggio è strepitoso, si , anche la mente e il cuore riprendono a respirare. Grazie

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