Chiusura del festival oggi alle 16, per
adulti e bambini. Si parla di acqua, si gioca e si suona con l'acqua.
Festival ridotto per tantissimi motivi, comunque 12 eventi, forse
nulla di stra-nuovo o stra-eclatante, comunque eventi e serate di
alto spessore e anche di più. In questi giorni, fra viaggi, ritorni,
cani in crescita, casini nella mente e in casa, per non parlare della
macchina, ormai bordello unico, mi sto perdendo in tantissimi
ragionamenti e la voglia della mia ultima , e spero ancora
lunghissima, nuova giovinezza. Ancora in fieri, ma pronta a
sbocciare. Una stagione o un festival sono occasione per me anche di
incontrare vecchi amici e di conoscere sempre altrettante persone
nuove. Ma prima di raccontare le piccole analisi che mi tormentano la
mente, vorrei parlare un pochino di queste serate e del loro
protagonisti. E inizio con i tre eventi che causa maggiore non ho
potuto seguire. La mostra di Maurizio Donzelli, vista troppo di
sfuggita perchè dovevo fuggire per gli ultimi preparativi della
camminata. Bella, intensa, delicata , la mostra. Poi una conferenza
sulle acque, ed infine quello che mi è spiaciuto più di tutti: uno
spettacolo in un posto particolare, una casa privata e senza l'aiuto
di nessuna amministrazione.
Marco mi ha fatto morire di invidia
raccontandomi, di uno spettacolo bello e onesto, della bellezza della
casa, e della simpatia degli ospiti. E dei tanti amici che c'erano e
avevano voglia di vedermi e io faccio sempre la figura dell'uomo
misterioso che fugge. Che non è crearsi un mito, faccio proprio la
figura dello stronzo. E alla faccia che sostengo di essere esente da
qualsiasi forma di narcisismo e da egocentrismi di vario genere,
inizierò a parlare di me. Ma va. La camminata e il laboratorio, si ne ho già
ampiamente parlato,ma la camminata in notturna del 21 giugno è una
di quelle più emozionanti che abbia mai fatto, complice la luna, il
fiume e il bosco e soprattutto le persone che avevano voglia di
emozionarsi e di fidarsi di me. La voglia di rinascere nelle mente e
nel cuore , voglia che appartiene, soprattutto in questi periodi , a
tantissimi. E poi il mio strano laboratorio, un po' all'interno, un
po' all'esterno e tanto in acqua. Poche persone, ma andava bene così.
Se nel lavoro ci metti il cuore e l'anima, il cuore e l'anima ti
vengono dati. Un augurio ai miei partecipanti:: che possa succedere nel vostro cuore e nella vostra vita, tutto quello che di meglio desiderate per voi, Si
di Paradjanov e del
manifesto ne ho già parlato. Valentina e Andrea e la loro bimba
alice. Belli, sorridenti, formichine da lavoro. Tac, tac in pochi
attimi hanno montato la loro roulottina, scena di “le canzoni da
marciapiede”. Mi hanno raccontato la storia di questa roulotte,
comprata usata, verniciata, poi persa nell'alluvione di La Spezia,
poi ritrovata assieme ad una Madonna. In scena lei cantante dalla
voce strepitosa, rosso, fuoco passione, canottierina lui, da
musicista, di quelli genere maledetti. Troppo bellino ed educato per
rimandare minimamente al musicista maledetto. Talentuoso si. Tanta
generosità e forse un po' lungo lo spettacolo. Della scorpioncina
Arianna Scommegna ho già ampiamente parlato e tutti sanno che
stravedo per lei. Antonella Questa, non la conoscevo fino a qualche
anno fa. Tanta grinta, faccia simpatica, quarantenne con ancora
l'entusiasmo nel cuore. Ho scoperto che ha un numeroso fans club
disposto a spostarsi ovunque pur di assistere ad un suo spettacolo. E
ultimamente sta girando tantissimo soprattutto con lo spettacolo
“stasera ovulo”. Tanti tantissimi applausi per questo “
vecchia sarai tu”.
Piacevole e fascinosa anche il suo tecnico: una
pantera con gli occhi verdi e i capelli rossi – Il nostro quella
sera era un ragazzino alto alto che poi ho scoperto che nelle medie
aveva frequentato un corso condotto da me. Mi sono sentito
vecchissimo.
Davide Maldi, ci era stato consigliato dalla nostra
amica Lella del parco Oglio sud. Un documentario, in realtà qualcosa
di più, sul Tevere e sugli abitanti delle sponde, dalla sua nascita
fino al mare. Belle scene, mai un compiacimento, tanti ragionamenti
dietro ogni fotogramma. Appena ho conosciuto Davide il regista,
giovanissimo e con un curriculum da paura, gli ho detto “mi sa che
te sei della bilancia”. Oh c'ho azzeccato. Incontrare gente così
giovane e tanto in gamba, si è una bella speranza per il futuro. E
ora arrivo alle due serate che maggiormente mi hanno sorpreso. La
prima quella dedicata a Verdi agricoltore con Roberta Biagiarelli e
Sandro Fabiani, drammaturgia Renata Molinari. Conosco Roberta da una
vita, e anche se marchigiana, è lo stereotipo della classica azdora
romagnola. E ci sarebbe da scrivere un capitolo su queste donne di
teatro uscite da quello che allora era “teatro settimo” che anche
se non ho mai amato eccessivamente Vacis, però tanto di cappello,
con gli attori ci sapeva proprio fare. Biagiarelli è un acquario
incandescente e adrenalinico. Una volta in trentino mi aveva detto
“perchè non mi fai una regia?” ma Biagiarelli, mi vuoi
massacrare? In realtà dolce e colta, comunque pasionaria. Sandro ,
l'altro attore, l'avevo conosciuto sempre con Roberta ne “la
leggenda dei monti naviganti”. Assieme sono una bella coppia, un
po' irruenti a volte per i miei gusti che ogni tanto ho
anche bisogno
di atmosfere ovattate. Ma funzionano così e vanno bene così .E sul
finale la sorpresa a pelle d'oca che già avevo visto in prova.
Improvvisamente sale sul palcoscenico un giovanotto, musicista di
professione, di Carpi, prende una sega , quelle normali da
ferramenta, si siede e con un archetto da violino , inizia a
suonarla. Le arie di verdi. Figura da erotismo sfacciato, se si vuole
scherzare un pochino ( la sega appoggiata fra le gambe e tenuta con
una mano) in realtà un suono di bellezza lancinante. Seghe e
pentagrammi appunto. Poi lo spettacolo di ieri sera a Canicossa,
frazione di Marcaria, provincia di Mantova. Arrivano questi quattro
ragazzoni, il più alto due metri e passa, da quel di Rimini Riccione
e Cattolica, io non li conoscevo, in reatà uno si, Marco aveva visto
lo spettacolo ed era sicuro di sé, io temevo. Poi abbiamo iniziato a
parlare di piadine Romagnole e delle tante versioni: più sottili
verso le Marche e più alte man mano si sale al nord fino a
restringersi e ad alzarsi e diventare tigelle in Emilia. Ci si può
scannare sulla ricetta più giusta per una piadina. Man mano,
abbiamo fatto amicizia, tanto caldo, umidità, zanzare e afa. Avevo
raccontato loro la scena finale del Verdi ( il musicista che suona la
sega) e ho detto: stupitemi ancora più di lui. Dopo un po' arrivano
“ abbiamo preparato un epilogo dedicato a voi, forse non sarà così
eclatante, ma ci abbiamo messo il cuore” . Ti sciogli.
Lo
spettacolo genere comiche film muto. All'inizio mi si arricciavano i
capelli, poi man mano avanzava ti prendeva, un po' alla volta ci
hanno trascinato , come una nave che parte e improvvisamente inizia a
salpare
a grande velocità. Era un terreno scivoloso, ma loro con
delicatezza e bravura hanno saputo camminarci e correrci. Con bravura
ed eleganza.E tanta poesia. Il talento e la bravura servono, ma
serve anche il cuore. Ecco gli spettacoli di questa tredicesima
Odissea, avevano tutti queste caratteristiche , compresi chiaramente
anche la mia camminata e il mio laboratorio ( sempre del genere io
non amo citarmi e non sono narcisista) . Bell'incontro anche con il
loro tecnico, il ragazzone di 450 metri. In realtà un giovanottino
di 25 anni uscito da una delle tante scuole di teatro oggi in italia.
E su queste , sugli attori, e sul ruolo in questa società , si
incentravano le mie analisine menatine.
Ma mi sono dilungato troppo
ed è giusto concludere con un appaluso, un ringraziamento e mille
abbracci a questi artisti dal cuore grande e al nostro pubblico che
ha continuato a seguirci e ad amarci. Oh porca miseria, oggi non ho
parlato del mio cane, dai, prossima volta.
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