domenica 21 luglio 2013

Seghe e pentagrammi


Chiusura del festival oggi alle 16, per adulti e bambini. Si parla di acqua, si gioca e si suona con l'acqua. Festival ridotto per tantissimi motivi, comunque 12 eventi, forse nulla di stra-nuovo o stra-eclatante, comunque eventi e serate di alto spessore e anche di più. In questi giorni, fra viaggi, ritorni, cani in crescita, casini nella mente e in casa, per non parlare della macchina, ormai bordello unico, mi sto perdendo in tantissimi ragionamenti e la voglia della mia ultima , e spero ancora lunghissima, nuova giovinezza. Ancora in fieri, ma pronta a sbocciare. Una stagione o un festival sono occasione per me anche di incontrare vecchi amici e di conoscere sempre altrettante persone nuove. Ma prima di raccontare le piccole analisi che mi tormentano la mente, vorrei parlare un pochino di queste serate e del loro protagonisti. E inizio con i tre eventi che causa maggiore non ho potuto seguire. La mostra di Maurizio Donzelli, vista troppo di sfuggita perchè dovevo fuggire per gli ultimi preparativi della camminata. Bella, intensa, delicata , la mostra. Poi una conferenza sulle acque, ed infine quello che mi è spiaciuto più di tutti: uno spettacolo in un posto particolare, una casa privata e senza l'aiuto di nessuna amministrazione.
Marco mi ha fatto morire di invidia raccontandomi, di uno spettacolo bello e onesto, della bellezza della casa, e della simpatia degli ospiti. E dei tanti amici che c'erano e avevano voglia di vedermi e io faccio sempre la figura dell'uomo misterioso che fugge. Che non è crearsi un mito, faccio proprio la figura dello stronzo. E alla faccia che sostengo di essere esente da qualsiasi forma di narcisismo e da egocentrismi di vario genere, inizierò a parlare di me. Ma va. La camminata e il laboratorio, si ne ho già ampiamente parlato,ma la camminata in notturna del 21 giugno è una di quelle più emozionanti che abbia mai fatto, complice la luna, il fiume e il bosco e soprattutto le persone che avevano voglia di emozionarsi e di fidarsi di me. La voglia di rinascere nelle mente e nel cuore , voglia che appartiene, soprattutto in questi periodi , a tantissimi. E poi il mio strano laboratorio, un po' all'interno, un po' all'esterno e tanto in acqua. Poche persone, ma andava bene così. Se nel lavoro ci metti il cuore e l'anima, il cuore e l'anima ti vengono dati. Un augurio ai miei partecipanti:: che possa succedere nel vostro cuore e nella vostra vita, tutto quello che di meglio desiderate per voi, Si
 di Paradjanov e del manifesto ne ho già parlato. Valentina e Andrea e la loro bimba alice. Belli, sorridenti, formichine da lavoro. Tac, tac in pochi attimi hanno montato la loro roulottina, scena di “le canzoni da marciapiede”. Mi hanno raccontato la storia di questa roulotte, comprata usata, verniciata, poi persa nell'alluvione di La Spezia, poi ritrovata assieme ad una Madonna. In scena lei cantante dalla voce strepitosa, rosso, fuoco passione, canottierina lui, da musicista, di quelli genere maledetti. Troppo bellino ed educato per rimandare minimamente al musicista maledetto. Talentuoso si. Tanta generosità e forse un po' lungo lo spettacolo. Della scorpioncina Arianna Scommegna ho già ampiamente parlato e tutti sanno che stravedo per lei. Antonella Questa, non la conoscevo fino a qualche anno fa. Tanta grinta, faccia simpatica, quarantenne con ancora l'entusiasmo nel cuore. Ho scoperto che ha un numeroso fans club disposto a spostarsi ovunque pur di assistere ad un suo spettacolo. E ultimamente sta girando tantissimo soprattutto con lo spettacolo “stasera ovulo”. Tanti tantissimi applausi per questo “ vecchia sarai tu”.
Piacevole e fascinosa anche il suo tecnico: una pantera con gli occhi verdi e i capelli rossi – Il nostro quella sera era un ragazzino alto alto che poi ho scoperto che nelle medie aveva frequentato un corso condotto da me. Mi sono sentito vecchissimo. 
Davide Maldi, ci era stato consigliato dalla nostra amica Lella del parco Oglio sud. Un documentario, in realtà qualcosa di più, sul Tevere e sugli abitanti delle sponde, dalla sua nascita fino al mare. Belle scene, mai un compiacimento, tanti ragionamenti dietro ogni fotogramma. Appena ho conosciuto Davide il regista, giovanissimo e con un curriculum da paura, gli ho detto “mi sa che te sei della bilancia”. Oh c'ho azzeccato. Incontrare gente così giovane e tanto in gamba, si è una bella speranza per il futuro. E ora arrivo alle due serate che maggiormente mi hanno sorpreso. La prima quella dedicata a Verdi agricoltore con Roberta Biagiarelli e Sandro Fabiani, drammaturgia Renata Molinari. Conosco Roberta da una vita, e anche se marchigiana, è lo stereotipo della classica azdora romagnola. E ci sarebbe da scrivere un capitolo su queste donne di teatro uscite da quello che allora era “teatro settimo” che anche se non ho mai amato eccessivamente Vacis, però tanto di cappello, con gli attori ci sapeva proprio fare. Biagiarelli è un acquario incandescente e adrenalinico. Una volta in trentino mi aveva detto “perchè non mi fai una regia?” ma Biagiarelli, mi vuoi massacrare? In realtà dolce e colta, comunque pasionaria. Sandro , l'altro attore, l'avevo conosciuto sempre con Roberta ne “la leggenda dei monti naviganti”. Assieme sono una bella coppia, un po' irruenti a volte per i miei gusti che ogni tanto ho
anche bisogno di atmosfere ovattate. Ma funzionano così e vanno bene così .E sul finale la sorpresa a pelle d'oca che già avevo visto in prova. Improvvisamente sale sul palcoscenico un giovanotto, musicista di professione, di Carpi, prende una sega , quelle normali da ferramenta, si siede e con un archetto da violino , inizia a suonarla. Le arie di verdi. Figura da erotismo sfacciato, se si vuole scherzare un pochino ( la sega appoggiata fra le gambe e tenuta con una mano) in realtà un suono di bellezza lancinante. Seghe e pentagrammi appunto. Poi lo spettacolo di ieri sera a Canicossa, frazione di Marcaria, provincia di Mantova. Arrivano questi quattro ragazzoni, il più alto due metri e passa, da quel di Rimini Riccione e Cattolica, io non li conoscevo, in reatà uno si, Marco aveva visto lo spettacolo ed era sicuro di sé, io temevo. Poi abbiamo iniziato a parlare di piadine Romagnole e delle tante versioni: più sottili verso le Marche e più alte man mano si sale al nord fino a restringersi e ad alzarsi e diventare tigelle in Emilia. Ci si può scannare sulla ricetta più giusta per una piadina. Man mano, abbiamo fatto amicizia, tanto caldo, umidità, zanzare e afa. Avevo raccontato loro la scena finale del Verdi ( il musicista che suona la sega) e ho detto: stupitemi ancora più di lui. Dopo un po' arrivano “ abbiamo preparato un epilogo dedicato a voi, forse non sarà così eclatante, ma ci abbiamo messo il cuore” . Ti sciogli.
Lo spettacolo genere comiche film muto. All'inizio mi si arricciavano i capelli, poi man mano avanzava ti prendeva, un po' alla volta ci hanno trascinato , come una nave che parte e improvvisamente inizia a salpare
a grande velocità. Era un terreno scivoloso, ma loro con delicatezza e bravura hanno saputo camminarci e correrci. Con bravura ed eleganza.E tanta poesia. Il talento e la bravura servono, ma serve anche il cuore. Ecco gli spettacoli di questa tredicesima Odissea, avevano tutti queste caratteristiche , compresi chiaramente anche la mia camminata e il mio laboratorio ( sempre del genere io non amo citarmi e non sono narcisista) . Bell'incontro anche con il loro tecnico, il ragazzone di 450 metri. In realtà un giovanottino di 25 anni uscito da una delle tante scuole di teatro oggi in italia. E su queste , sugli attori, e sul ruolo in questa società , si incentravano le mie analisine menatine.
Ma mi sono dilungato troppo ed è giusto concludere con un appaluso, un ringraziamento e mille abbracci a questi artisti dal cuore grande e al nostro pubblico che ha continuato a seguirci e ad amarci. Oh porca miseria, oggi non ho parlato del mio cane, dai, prossima volta.

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