Ancora pochi
giorni e anche quest'anno chiudiamo il festival Odissea. Prossimo
anno chissà. Festival piccolino, in realtà ce ne sono anche di più
piccolini in giro, ma piccolino per noi che eravamo partiti 13 anni
fa con numeri altissimi e due mesi di programmazioni da infarto.
Odissea nasceva come progetto, tanti comuni, quattro province,
legati al fiume Oglio , poi anche i parchi Oglio nord e Oglio sud. Il
progetto era dare visibilità e importanza oltre spessore a zone
tradizionalmente dimenticate e considerate tout court “ la bassa”.
Abbiamo riscoperto , ritrovato e reinventato luoghi che neanche
immaginavamo. Uno si avventura in queste zone di muratori, granturco,
mucche e maiali, di rotonde ogni dieci metri, di cave e di consumo di
droghe fra i più alti in italia ( dati Asl di Brescia) , di
variegati interessi politici, neanche si immagina la bellezza di
tante cittadine fra cui le più eclatanti indubbiamente Soncino ed
Orzinuovi. Ma poi avventurandoti fra strade che sembrano tutte uguali
scopri tesori , dall'architettura, alla pittura, che ti fanno girare
la testa. Oltre la tanta acqua, bene forse non compreso fino in
fondo, abbiamo riscoperto castelli, cimiteri prenapoleonici e per me
è stata una occasione anche di studiare queste zone. Perchè non
puoi andare in un posto e non conoscere l'economia, la storia e la
cultura di questo posto e di questi popoli. Zone di meticciato
continuo, visto la grande navigabilità dell'Oglio nei secoli
passati. Insediamenti Romani, ghetti Ebraici e via via insediamenti
di militari che arrivavano da ogni parte, Roma , Venezia, Milano e
poi anche napoleone. Soldati cui magari veniva data come paga un
appezzamento di terreno e stanchi di nomadismi , qua si insediavano.
Poi la scoperta delle grandi famiglie di proprietari terrieri che in
mezzo ai loro territori costruivano ville da infarto. Per esempio la
villa della famiglia Montini, la piccola Versaille che è la villa
dei Feltrinelli, senza parlare dei tanti borghi, o dei tanti castelli. Una
bella esperienza non solo di luoghi, ma anche di persone, anche di
amministratori cui va il nostro grazie e il nostro rispetto. Poi
passano gli anni, qualche diktat, qualche ostracismo, poi la crisi
economica. Anni belli e anche tante polemiche, ma credo fermamente
che qualcosa di importante abbiamo lasciato e abbiamo costruito. Dopo
di noi tanti altri festivalini alcuni anche importanti con il tempo.
Il presente quest'anno, poche serate credo non solo dignitose, ma
proprio belle. Marco che cura la direzione, ha azzeccato praticamente
tutto. E abbiamo avuto gente anche con gli spettacoli a pagamento,
fino allo scorso anno erano serate a ingresso gratuito. Poi tireremo
le somme, adesso ancora due serate e un pomeriggio di festa.
L'immagine del manifesto è da uno dei film di Paradjanov, artista
enigmatico e affascinanti di cui siamo innamorati. Un po' genio, un
po' pazzo, un po' visionario, un po' barbone.
L'immagine che ho di Paradjanov è di lui invitato , dopo anni di gulag, da Tonino Guerra al festival cinematografico di Venezia. Scende dall'aereo e in conferenza stampa non riesce a parlare, ma inizia a piangere perchè al suo compagno non avevano dato il permesso di uscire ai confini dell'allora Unione Sovietica. Ancora tre serate per concludere, Venerdì a Romanengo, Cascina Cà de polli. Una anteprima di Roberta Biagiarelli in un posto molto particolare. Un pianalto, una zona iperprotetta che ora vorrebbero distruggere per impianti di gas e cave di argilla e una villa appartenuta fino al dopoguerra alla famiglia Bracco. Poi una brutta storia e questo spettacolo , lì, forse rappresenta anche una sorta di riappacificazione del paese. O meglio della villa nei confronti del paese. Sabato a Canicossa, comune di Marcaria, provincia di Mantova, anche li villa padronale attualmente adibita a feste e matrimoni, tutto il paese sarà chiuso e prima e dopo lo spettacolo grande festa.
L'immagine che ho di Paradjanov è di lui invitato , dopo anni di gulag, da Tonino Guerra al festival cinematografico di Venezia. Scende dall'aereo e in conferenza stampa non riesce a parlare, ma inizia a piangere perchè al suo compagno non avevano dato il permesso di uscire ai confini dell'allora Unione Sovietica. Ancora tre serate per concludere, Venerdì a Romanengo, Cascina Cà de polli. Una anteprima di Roberta Biagiarelli in un posto molto particolare. Un pianalto, una zona iperprotetta che ora vorrebbero distruggere per impianti di gas e cave di argilla e una villa appartenuta fino al dopoguerra alla famiglia Bracco. Poi una brutta storia e questo spettacolo , lì, forse rappresenta anche una sorta di riappacificazione del paese. O meglio della villa nei confronti del paese. Sabato a Canicossa, comune di Marcaria, provincia di Mantova, anche li villa padronale attualmente adibita a feste e matrimoni, tutto il paese sarà chiuso e prima e dopo lo spettacolo grande festa.
Poi domenica pomeriggio in
una delle zone più affascinanti di tutto il territorio “ Il parco
del Tinazzo” ultimo avamposto di Soncino verso Bergamo, un parco
privato con una delle chiesette più antiche che esistano in zona.
Una delle prossime volte parlerò magari degli artisti, vecchie
conoscenze e nuove sorprese.Poi agosto, poi settembre, in giro con qualche spettacolo e qualche camminate e di nuovo sarà autunno e chissà.
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