venerdì 12 luglio 2013

angeli, barboni e stati alterati della mente

Ne ho già parlato tante volte dei miei angeli barboni che sono anche un po' fetenti dato che compaiono quando decidono loro e non quando ne avrei bisogno io. Che poi siano coincidenze , magari un po' bizzarre, forse è vero , forse chilossà. Ma prima di loro devo parlare di quelle che chiamo le visioni, no le voci ancora non le sento. Che poi avevo utilizzato come immagini con i miei attori i primi anni delle camminate in notturna . Non bevo e non assumo droghe, probabilmente ne ho già abbastanza di mio. Mi viene in mente un antropologo che abbiamo invitato anni fa per una conferenza. Gira il mondo alla ricerca non dico di droghe, ma di quei fenomeni legati al rito di perdita della coscienza di sé o per il raggiungimento di stati mentali di estasi e di visioni. Per capire, credo abbia provato tutto, ma lui lo fa per studio. Su questo io e Marco avevamo una visione diversa, lui stravede per questo antropologo, a me sembrava uno sballatone intellettuale da lusso. La mente una strana cosa, capace di farti vedere e percepire come reali, cose che forse probabilmente non lo sono. Però chissà. Ho sempre pensato che delle persone che muoiono rimangono una sorta di fotogrammi che poi magari, una particolare rifrazione della luce, o chissà cosa ti appaiono davanti così come un oasi distante chilometri ti compare vicina nel deserto . Queste visioni mi sono comparse principalmente girando al fiume non importa l'ora. Donne principalmente , contadine antiche, figure che vedi, sono reali, poi dopo cinque minuti ritorni e non ci sono più. Mi acquietano. Una volta in mezzo ad un campo una signora vestita come una contadina romagnola, sembrava mia nonna , guardava il vuoto. Ferma fissa. Un'altra volta sulla sponda del fiume, una signora vestita come una vecchia contadina sarda di tanti anni fa . Non mi parlano, mi guardano, io passo, ho il cuore a mille , poi ritorno per verificare, nulla. Gente che aspetta, cammina. L'anno scorso, qualche mese prima morisse mio padre,
ero al fiume per verificare il percorso di una camminata invernale. Freddo e nessuno in giro, fango. Poi vedo un signore elegante ( in quella zona dove non c'è mai nessuno?)che si inoltra veloce dentro una radura. In fondo a quella radura non c'è possibilità di uscita perchè c'è un'ansa del fiume e bisogna ritornare indietro. Scarpe di suola, pantaloni e giacca grigi, camicia bianca, cravatta, mi sembra anche il cappello. Sembrava uno dei tanti stereotipati uomini delle onoranze funebri. Ho aspettato tanto, ma non l'ho più rivisto. Quando è morto mio padre, ero appena arrivato da Cesena, avevo condotto il laboratorio e appena andato a letto. Sento dei rumori nella stanza, sembrava ci fosse una persona che mi chiedeva di svegliarmi, poi la telefonata. Esco per prendere la macchina e giù in fondo nel cancello un uomo. Qui ho avuto paura perchè il parco è enorme e succede non di rado che non sono visioni, ma persone proprio reali. Come ieri sera, una cagnetta che ormai mi ha adottato e il mio cane hanno iniziato ad abbaiare e ringhiare all'impazzata, guardando una certa direzione. Non sono lo stereotipo dell'eroe e non ho voluto approfondire oltre , anche perchè l'ombra che fuggiva se ne accorgono i cani, forse non è solo un'ombra. Comunque aldilà di quelle nel parco dove abito, non ho mai avuto paura, non c'è ragione, curiosità si tanta, tremarella alle gambe pure, ma appunto sono come immagini altre proiettate casualmente in quel posto, non so. Ho anche visioni preveggenze e confusioni più complesse, ma queste non le racconto. E arrivo a quelli che ho raccontato tante volte e che chiamo i miei angeli Barboni. Persone reali, giovanotti mediamente alti, di bell'aspetto, età fra i 30,35 anni, ma barboni o quasi. Il primo che ricordo l'ho incontrato a Parigi, Il primo viaggio in assoluto della mia vita, il primo viaggio da solo. Vai a Parigi, il tuo primo viaggio, sei solo, di notte cosa fai, vai a dormire? No, cerchi di vedere e di vivere il più possibile. Una sera mi sono perso e sono capitato in una zona con degli uomini seduti a terra attorno a piccoli fuochi e tante bottiglie. Mi si avvicina di corsa un giovanotto , caratteristiche di cui sopra, io bloccato dalla paura. Mi abbraccia e mi dice “sei troppo bello e troppo giovane per girare in questi posti, sono pericolosi, va via” poi mi ha dato un bacio in fronte. Era reale , ho avuto il suo acre odore di non lavato, addosso per diverse ore. Poi altri incontri, come per esempio una volta a Brescia in attesa della conferenza stampa per Odissea, me ne giravo solo per il centro,ero preoccupato per alcune situazioni, miv si avvicina un ragazzo, no non voleva soldi , voleva che andassimo a mangiare un panino assieme. Mi chiedeva che gli pagassi un panino. I soldi per comprarselo non li ha voluti, voleva che andassimo a mangiarlo assieme. Una volta in autostrada , un mattino presto, dovevo andare a cesena per una urgenza. Mi fermo per bere un caffè. Una persona mi mette le mani sulle spalle ridendo. Io ho chiesto scusa, ero così assonnato e non mi ero accorto di essere andato a sbattergli contro. “ fermati un attimo, hai troppo sonno, sono sufficienti 5 minuti”. Sono ritornato in macchina e pensando fanculo agli sballati mi sono rimesso in viaggio. Poi mi venivano in mente quelle parole, hanno iniziato a tremarmi le gambe e mi sono dovuto per forza fermare. Cinque minuti appunto. Dopo qualche chilometro, blocco stradale per un incidente catastrofico avvenuto cinque minuti prima. Di questi episodi ne ho non tanti, tantissimi, persone che compaiono, mi proteggono, sorridono e scompaiono. E dicevo tutti stesse caratteristiche fisiche. Eravamo a Crema palazzo del comune , io stavo lavorando su Dostojevsky e avevamo organizzato una serie di conferenze. In quel momento Renata Molinari era dietro la cattedra e stava parlando dei barboni sotto i ponti della Neva a San Pietroburgo. In quel momento si apre la porta (eravamo al secondo piano) e un giovanotto con due sportine di plastica dice “passavo di qui per caso e volevo chiedere se avevate qualcosa da darmi per comprarmi da mangiare”, poi è venuto dritto verso di me. Dopo, la gente mi ha fatto i complimenti perchè hanno continuato a pensare fosse una scena teatrale creata appositamente. Non sto a dilungarmi, ne
ho tanti di episodi del genere. Coincidenze strane che non cerco più di capire o di spiegarmi, Non sto più a cercare di capire, ormai so che quando i miei angeli barboni hanno gli occhi che sorridono, succede qualcosa di bello, quando hanno gli occhi tristi, il contrario. E' che non compaiono mai quando li cerco io. Concludo con un episodio che poco ha a che fare con gli angeli barboni, forse, ma è altrettanto bizzarro. Eravamo a Vienna per spettacoli. Dal nostro albergo per andare in centro, bisognava oltrepassare un grande parco che pur nella asettica perfezione viennese era pieno di ombre e di traffici di ogni genere. Eravamo su di un ponte, vedo una ragazza nera, giovane giovane, sguardo assente e nel momento che mi è passata di fianco ho avuto un fremito e ho gridato a Marco “ si sta buttando dal ponte”. L'abbiamo presa proprio nell'istante del volo. Non riuscivamo a tenerla né a tirarla su perchè si dimenava con una forza incredibile. Chiamo aiuto, nessuno, poi improvvisamente compaiono due ragazzini marocchini, prostitutini trasandati e stupidissimi, gridavo in italiano e loro “tu italiano?” fanculo, dammi una mano. In quattro siamo riusciti a riportare la ragazzina sulla strada e all'arrivo dell'ambulanza e della polizia , i due ragazzini erano scomparsi. Forse coincidenze, forse alterazioni spazio-temporali, forse chissà, ma mi piace pensare che un po' di cosine strane, nella vita non fanno mai male. Il mio cane Peter, dico con tutti perchè Peter Pan. Peter è il nome che mentalmente avevo dato al mio primo angelo barbone incontrato a Parigi.

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