
Comunque no, non sono felice, non sono contento, non sono apatico neanche depresso. Dai qualcosa anch'io sarò. Sto terminando due volumi che riguardano lo stesso tema , trattato e vissuto in maniera diversissima. la ipersensibilità o altrimenti schematizzata in italiano come P.A.S. Uno è di una psicoterapeuta danese. Donna aperta, libertaria, ex pastora luterana, due figli senza marito. L'altro di uno psicoterapeuta tedesco spesso insopportabile. Entrambi docenti universitari e iper attivi con diversi stage. Entrambi si definiscono persone iper sensisibili. Che non è una caratteristica femminile nè maschile, non è una brutta cosa, neanche una malattia, ma uno uno stato d'essere che ha origine da un cervello che funziona maggiormente nella parte destra e da un tot di neuroni in più rispetto alla norma che girano in continuazione facendo normalmente il 50 per cento di lavoro in più rispetto sempre a questa cagata chiamata norma. In genere si dice che gli ipersenbili, pari uomini e donne, siamo tra il 15 e il 20 per cento della popolazione. Boh!
E' una ricerca americana fatta comunque su troppo pochi elementi per potere essere definita realmente scientific

Lei, la danese dice :" sai che quando vai in giro, c'è casino e ad un certo punto non ce la fai più, racconta la verità o inventati una scusa e vattene". Lui, il tedesco dice "devi stare nel casino in mezzo alla gente e devi risolvere questo problema dello star male magari focalizzandoti su di una cosa sola" dai suppergiù e in maniera velocissima. Anche nei test che propongono, lei concreta - per esempio : ti piacciono i fuochi d'artificio?" 53 domande di un certo tipo e una trentina di controdomande. Lui gioca con i sentimenti e le situazioni da stato d'animo senza far caso che se è una cosa del cervello, probabilmente ereditaria, hai poco da giocare sugli stati d'animo che magari ti sconvolgono la mente in quel momento. Anche perchè il lui tedesco sembra rimanere sempre indeciso fra ereditarietà, rapporto con la famiglia , gli altri e la patologia. Che patologia non è. Poi il tedesco parla sempre di famiglia quasi che i single non debbano esistere, fanculo.
Sapevo già di essere un ipersensibile, ho comunque fatto entrambi i test e praticamente in entrambi, goduria all'eccesso, risulto quasi al cento per cento. Che se si deve essere differenti, che lo si sia fino in fondo. Vorrei specificare alcune cosine. Si vive benissimo anche da ipersensibili perchè i casini ce li hanno tutti e noi siamo molto bravi a vedere i casini degli altri e a percepire i tanti lati oscuri degli altri così che alla fine i nostri sembrano sciocchezze. Ipersensibili non vuol dire essere più intelligenti o stupidi rispetto agli altri. Vuoi dire solo che hai i neuroni che mentre tu sei lentissimo loro sono sempre in formula uno. Io quando parlo, poi mi arrabbio che non vengo capito. Ma ormai lo so e dico "scusate ho la testa più veloce della parola". Ipersensibili non vuol dire essere gni gni gni o piagnucolosi, vuol dire percepire ed elaborare in zero attimi tutto quello che hai attorno. E questo ti sfibra e rischia di distruggerti. come se ad una Panda mettiamo il motore di una Ferrari. Comunque tante cose si imparano con il tempo e con un può di buon senso, altrimenti la testa scoppia, il corpo crolla e ti ammali.

La sera e anche prima sei massacrato e per evitare i surriscaldamento devi mettere la testa dentro una bacinella di acqua. Dicevo che sapevo già di essere ipersensibile, ma la consapevolezza e il sapere che l'origine non è determinata da menate, o da problemi non risolti - che se fossero risolti che problemi sarebbero? - ma una cosa della mente e forse ereditaria, mi sta rendendo allegro ( no felice no) . E se una parte di me si crogiola con "Enzo sei un essere speciale", quell'altra parte mi urla "ma va da via al cul". Con allegria e con un sorriso , ho sforato e devo andare a mettere la testa nel catino. Buona serata
Nessun commento:
Posta un commento