lunedì 7 aprile 2014

mutandine e casacchine di cotone grezzo

La discontinuità è una delle anime della mia vita, ma poi comunque ci sono, anche se qualcuno potrebbe anche dire “chissenefrega”. Non sono dimagrito tantissimo da fare pensare “ommioddio è diventato anoressico”. Credo che il pericolo non esista, quello dell'ommioddio. Sempre su e giù, si qualche chilo l'ho perso, sono comunque 65 chili e continuo a vedermi ciccio. Continuo a ringraziare la vita, anche se mi sembra un pochino bastarda e a ringraziare il mio carattere. Si qualche crollo ogni tanto ci sta, ma poi finita li. Come l'altra sera , finisco il laboratorio, ritorno a casa, un po' di problemi in testa, fame da nervoso, mangio una mozzarella. Metà perchè l'altra me l'ha rubata il cane. Di notte ho iniziato a stare male. Le tensioni accumulate, sudori freddi, svenimenti e quel virus micidiale alla pancia che per due giorni ha costituito un notevole colpo basso alla mia ormai cronica stitichezza. La mattina chiamo Marco, gli dico per favore prendimi il cane sto male, cosa hai fatto? Niente, ma se mi prendi il cane ti ringrazio. Dopo due ore , pieno di malinconie e sensi di colpa, vado in sede a riprendermi il cane che per tutto il giorno è rimasto a letto con me. E anche se gli dicevo :”Peter non starmi addosso che sto male” , lui voleva tenere la sua faccia contro la mia. E sono dovuto uscire e mi sono dovuto mettere anche a giocare, ogni tanto una fuga in casa, sempre il virus, e Peter peterone picio pistolino, sempre dietro. Mia madre alti e bassi, più bassi che alti, ormai si era stanziata a letto e non camminava più e anche mangiare sembrava avere detto stop. Piccolo riepilogo: tre mesi pesanti con tanti ricoveri e un intervento ( e non che gli ultimi anni siano stati leggeri). L'ultimo ricovero , una lungodegenza, lasciata li in attesa di morire. Ho firmato e l'ho riportata a casa. Con le tante patologie, passate, in atto, e probabili future, malinconie, depressioni, panico e confusione mica da ridere, la signora che veniva qualche ora totalmente impreparata e inadeguata. Io ho cercato di fare del mio meglio – prossimo lavoro potrei fare il badante di notte così guadagnerei un pochino di più – però risultati non riuscivo ad ottenerne. In questi casi, come sa chi ci è passato o ci sta passando, non emerge lo spirito migliore delle persone cui ti stai dedicando, per cui niente ragionamenti o sensi di colpa, bisogna agire. Ho detto : qua ho bisogno di una mano e di gente specializzata. Tutti i centri per anziani di Cesena, pieni all'inverosimile, quelli un po' migliori. Alla fine opto per un centro su nelle colline direzione Rimini. Un centro privato, dico la tengo per un mese, ma aldilà dei tanti discorsi iniziali e del costo non indifferente, le prospettive non sono state così rosee. Avevo detto, queste le patologie di mia madre, ma aldilà delle cure mediche necessarie, questa donna ha bisogno di essere seguita un attimo , di essere coccolata. Si non si preoccupi, siamo quello che lei cerca. Avevo pensato, questa donna appartiene a quella generazione , ragazzi durante e subito dopo la guerra, hanno sofferto tanto, hanno a volte ferite ancora aperte. Avevo detto , mettetela dove c'è gente, ha bisogno di parlare, di non sentirsi sola. L'hanno messa in un piano dove la maggior parte sono chiusi in camera ormai alla fine e dei sette rimasti, sei non parlano. Diciamo che l'unica cosa che ha funzionato è la fisioterapia e una massiccia dose di vitamine per cui ha ripreso un pochino alla volta a camminare e a mangiare. Al pomeriggio, dato che è una struttura privata – quando ho saputo che la proprietaria è figlia di … mi sono giurato di non mangiare più polli romagnoli per tutta la vita – e i dipendenti ultra sotto dimensionati, tengono i pazienti seduti su di una sedia , legati con una cintura perchè non cadano. Questa è l'attività che mi dicevano ricreativa. Però ora un pochino riesce a camminare e a mangiare. Sono due settimane che riesco a stare su in zona bergamasca cremonese ben tre giorni di seguito e mi sembrano un gran regalo. Poi ritorno giù e mi prende una strana sensazione che non avevo mai considerato. Qui dove sono ora, è casa dei miei e quando arrivavo, mi aspettavano. Mio padre, con cui non ho mai avuto buoni rapporti , ma che negli ultimi anni della sua vita impazziva per me, pur ormai non vedente, mi aspettava guardando alla finestra. Comunque c'era qualcuno. In queste due settimane , ritorno e la casa è vuota, le finestre chiuse e un po' di magone arriva. Fra due settimane finisce il mese e pur con una vista meravigliosa sulle colline romagnole, quelle verso il mare ( io sono delle colline su verso le montagne e la toscana) non ho intenzione di continuare in questa struttura. Spero mi si aprano altre porte, non so e spero che i tempi non siano lunghissimi perchè mia madre rischierebbe di tornare indietro e io di impazzire completamente. Vedremo. Quando scendo, la domenica la riporto a casa e gli altri giorni mangio in struttura con loro, anche se a volte un pochino di mal di stomaco, specie in questo periodo , mi viene. Ho cercato tutte le possibilità e sto cercando ancora, anche di portare mia madre su da me. Ma poi ho pensato che se per me sarebbe più comodo, avrei le strutture e le persone giuste e i medici giusti cui appoggiarmi, per lei sarebbe una grande violenza. Alcune signore del suo paese di origine, diventate anziane, non sono state lasciate da sole nella loro casa, ma portate giù in città , chiuse da sole per tutto il giorno in appartamento senza conoscere o avere la possibilità di parlare con qualcuno se non i propri figli. E hanno iniziato a decadere. Massì dai, a forza di pensare, di chiedere e di cercare, qualcosa verrà fuori. Ho detto con mia madre : “non so ancora quale soluzione troveremo, ma voglio che sia la migliore per te. Che tu abbia ancora un giorno, un mese, un anno dieci o più anni di vita, voglio che tu li possa vivere bene, con dignità e con un pochino di leggerezza”. In questi ultimi mesi cercavo delle risposte ad alcuni quesiti e misteri della mia vita, ma le risposte ce le ho già chiare in testa e non ho ho più voglia di cercare, non hanno più importanza. E quando qualche mio cugino mi dice che in effetti non assomiglio tantissimo a nessuno di loro, rispondo che in me sono confluiti geni antichissimi che loro neanche si sognano. Si chiaro, l'affetto c'è, ma sono debitore ai miei. Perchè da piccolo mi hanno salvato la vita tante volte. Con la generazione di mia madre e di mio padre, sta scomparendo una generazione particolare e importante della nostra vita politica e sociale. Gente che ha fatto la fame, che ha sofferto, che ha sognato, che ha anche sbagliato tanto, ma nella speranza di un mondo migliore per loro e i loro figli. Una amica mi dice, è strano quanto tu sia sereno. Cosa devo fare, cosa si deve fare? Oggi avevo detto, mangio su e su ho mangiato. A mezzogiorno, in realtà ore 11 che uno ha ancora lo stomaco chiuso, mi danno un cosa che mia madre dice che buono, io dico che strano semolino. Mi rispondono , no è polenta. In Romagna il concetto di polenta è molto differente rispetto al nord italia. La polenta qua è un primo, quindi meno dura e di solito con ragù. Questa era un pappetta acquosa e granulosa e ho iniziato a ridere pensando ad un bergamasco che gli capitasse sta sbobba in tavola, non parlo della minestra di verdura di questa sera. Sono uscito, aria pulita, bella fresca, le colline di alberi da frutta ormai sfioriti, due chiacchiere con un ragazzo che va a trovare il nonno. Lui nel dialetto della zona e in macchina ho ricominciato a ridere. Pochi chilometri dopo Cesena, andando verso Rimini, la “e” diventa “oi” e anche alcune “i” , la moila, la poira, la foiga. Infatti c'è una signora vicino a mia madre che spesso mi dice “ avessi un figlio come te, la mi fiola la è bona, la è broiva, ma l'an capois un caz”. Nelle colline dei miei e nelle montagne dei nonni, la “e” rimane “e”, ma cambiano gli accenti e rimangono le finali. Oggi dovevo cercare dei documenti di mia madre,ma lei ultimamente continuava a spostare tutto, non sono mai andato nei cassetti suoi e di mio padre. Ma oggi dovevo. I documenti non li ho trovati, ma ho trovato una scatolina con dentro degli indumenti da bimbo. Anni poveri gli anni '50 ed erano casacchine, mutandine, calzini e berrettini da neonato, fatti in casa. Semplici, ma bellissimi. Cotone e lana molto grezzi, non li avevo mai visti e mi hanno fatto tenerezza. Fra poco è notte, una notte leggera di primavera quasi estate e alla faccia della polenta e della minestra di verdure di oggi, spero di fare dei bei sogni. Dedicato ai miei tanti amici e amiche che hanno vissuto o stanno vivendo situazioni del genere.

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