La discontinuità è una delle anime della mia vita, ma poi comunque
ci sono, anche se qualcuno potrebbe anche dire “chissenefrega”.
Non sono dimagrito tantissimo da fare pensare “ommioddio è
diventato anoressico”. Credo che il pericolo non esista, quello
dell'ommioddio. Sempre su e giù, si qualche chilo l'ho perso, sono
comunque 65 chili e continuo a vedermi ciccio. Continuo a ringraziare
la vita, anche se mi sembra un pochino bastarda e a ringraziare il
mio carattere. Si qualche crollo ogni tanto ci sta, ma poi finita li.
Come l'altra sera , finisco il laboratorio, ritorno a casa, un po' di
problemi in testa, fame da nervoso, mangio una mozzarella. Metà
perchè l'altra me l'ha rubata il cane. Di notte ho iniziato a stare
male. Le tensioni accumulate, sudori freddi, svenimenti e quel virus
micidiale alla pancia che per due giorni ha costituito un notevole
colpo basso alla mia ormai cronica stitichezza. La mattina chiamo
Marco, gli dico per favore prendimi il cane sto male, cosa hai fatto?
Niente, ma se mi prendi il cane ti ringrazio. Dopo due ore , pieno di
malinconie e sensi di colpa, vado in sede a riprendermi il cane che
per tutto il giorno è rimasto a letto con me. E anche se gli dicevo
:”Peter non starmi addosso che sto male” , lui voleva tenere la
sua faccia contro la mia. E sono dovuto uscire e mi sono dovuto
mettere anche a giocare, ogni tanto una fuga in casa, sempre il
virus, e Peter peterone picio pistolino, sempre dietro. Mia madre
alti e bassi, più bassi che alti, ormai si era stanziata a letto e
non camminava più e anche mangiare sembrava avere detto stop.
Piccolo riepilogo: tre mesi pesanti con tanti ricoveri e un
intervento ( e non che gli ultimi anni siano stati leggeri). L'ultimo ricovero , una lungodegenza, lasciata li in
attesa di morire. Ho firmato e l'ho riportata a casa. Con le tante
patologie, passate, in atto, e probabili future, malinconie,
depressioni, panico e confusione mica da ridere, la signora che
veniva qualche ora totalmente impreparata e inadeguata. Io ho cercato
di fare del mio meglio – prossimo lavoro potrei fare il badante di
notte così guadagnerei un pochino di più – però risultati non
riuscivo ad ottenerne. In questi casi, come sa chi ci è passato o ci
sta passando, non emerge lo spirito migliore delle persone cui ti
stai dedicando, per cui niente ragionamenti o sensi di colpa, bisogna
agire. Ho detto : qua ho bisogno di una mano e di gente
specializzata. Tutti i centri per anziani di Cesena, pieni
all'inverosimile, quelli un po' migliori. Alla fine opto per un
centro su nelle colline direzione Rimini. Un centro privato, dico la
tengo per un mese, ma aldilà dei tanti discorsi iniziali e del costo
non indifferente, le prospettive non sono state così rosee. Avevo
detto, queste le patologie di mia madre, ma aldilà delle cure
mediche necessarie, questa donna ha bisogno di essere seguita un
attimo , di essere coccolata. Si non si preoccupi, siamo quello che
lei cerca. Avevo pensato, questa donna appartiene a quella
generazione , ragazzi durante e subito dopo la guerra, hanno sofferto
tanto, hanno a volte ferite ancora aperte. Avevo detto , mettetela
dove c'è gente, ha bisogno di parlare, di non sentirsi sola.
L'hanno messa in un piano dove la maggior parte sono chiusi in
camera ormai alla fine e dei sette rimasti, sei non parlano. Diciamo
che l'unica cosa che ha funzionato è la fisioterapia e una massiccia
dose di vitamine per cui ha ripreso un pochino alla volta a camminare
e a mangiare. Al pomeriggio, dato che è una struttura privata –
quando ho saputo che la proprietaria è figlia di … mi sono giurato
di non mangiare più polli romagnoli per tutta la vita – e i
dipendenti ultra sotto dimensionati, tengono i pazienti seduti su
di una sedia , legati con una cintura perchè non cadano. Questa è
l'attività che mi dicevano ricreativa. Però ora un pochino riesce a
camminare e a mangiare. Sono due settimane che riesco a stare su in
zona bergamasca cremonese ben tre giorni di seguito e mi sembrano un
gran regalo. Poi ritorno giù e mi prende una strana sensazione che
non avevo mai considerato. Qui dove sono ora, è casa dei miei e
quando arrivavo, mi aspettavano. Mio padre, con cui non ho mai avuto
buoni rapporti , ma che negli ultimi anni della sua vita impazziva
per me, pur ormai non vedente, mi aspettava guardando alla finestra.
Comunque c'era qualcuno. In queste due settimane , ritorno e la casa
è vuota, le finestre chiuse e un po' di magone arriva. Fra due
settimane finisce il mese e pur con una vista meravigliosa sulle
colline romagnole, quelle verso il mare ( io sono delle colline su
verso le montagne e la toscana) non ho intenzione di continuare in
questa struttura. Spero mi si aprano altre porte, non so e spero che
i tempi non siano lunghissimi perchè mia madre rischierebbe di
tornare indietro e io di impazzire completamente. Vedremo. Quando
scendo, la domenica la riporto a casa e gli altri giorni mangio in struttura con
loro, anche se a volte un pochino di mal di stomaco, specie in questo
periodo , mi viene. Ho cercato tutte le possibilità e sto cercando
ancora, anche di portare mia madre su da me. Ma poi ho pensato che se
per me sarebbe più comodo, avrei le strutture e le persone giuste e
i medici giusti cui appoggiarmi, per lei sarebbe una grande violenza.
Alcune signore del suo paese di origine, diventate anziane, non sono
state lasciate da sole nella loro casa, ma portate giù in città ,
chiuse da sole per tutto il giorno in appartamento senza conoscere o
avere la possibilità di parlare con qualcuno se non i propri figli.
E hanno iniziato a decadere. Massì dai, a forza di pensare, di
chiedere e di cercare, qualcosa verrà fuori. Ho detto con mia madre
: “non so ancora quale soluzione troveremo, ma voglio che sia la
migliore per te. Che tu abbia ancora un giorno, un mese, un anno
dieci o più anni di vita, voglio che tu li possa vivere bene, con
dignità e con un pochino di leggerezza”. In questi ultimi mesi
cercavo delle risposte ad alcuni quesiti e misteri della mia vita, ma
le risposte ce le ho già chiare in testa e non ho ho più voglia di
cercare, non hanno più importanza. E quando qualche mio cugino mi
dice che in effetti non assomiglio tantissimo a nessuno di loro,
rispondo che in me sono confluiti geni antichissimi che loro neanche
si sognano. Si chiaro, l'affetto c'è, ma sono debitore ai miei.
Perchè da piccolo mi hanno salvato la vita tante volte. Con la
generazione di mia madre e di mio padre, sta scomparendo una
generazione particolare e importante della nostra vita politica e
sociale. Gente che ha fatto la fame, che ha sofferto, che ha sognato,
che ha anche sbagliato tanto, ma nella speranza di un mondo migliore
per loro e i loro figli. Una amica mi dice, è strano quanto tu sia
sereno. Cosa devo fare, cosa si deve fare? Oggi avevo detto, mangio
su e su ho mangiato. A mezzogiorno, in realtà ore 11 che uno ha
ancora lo stomaco chiuso, mi danno un cosa che mia madre dice che
buono, io dico che strano semolino. Mi rispondono , no è polenta.
In Romagna il concetto di polenta è molto differente rispetto al
nord italia. La polenta qua è un primo, quindi meno dura e di solito
con ragù. Questa era un pappetta acquosa e granulosa e ho iniziato a
ridere pensando ad un bergamasco che gli capitasse sta sbobba in
tavola, non parlo della minestra di verdura di questa sera. Sono
uscito, aria pulita, bella fresca, le colline di alberi da frutta
ormai sfioriti, due chiacchiere con un ragazzo che va a trovare il
nonno. Lui nel dialetto della zona e in macchina ho ricominciato a
ridere. Pochi chilometri dopo Cesena, andando verso Rimini, la “e”
diventa “oi” e anche alcune “i” , la moila, la poira, la
foiga. Infatti c'è una signora vicino a mia madre che spesso mi dice
“ avessi un figlio come te, la mi fiola la è bona, la è broiva,
ma l'an capois un caz”. Nelle colline dei miei e nelle montagne dei
nonni, la “e” rimane “e”, ma cambiano gli accenti e rimangono
le finali. Oggi dovevo cercare dei documenti di mia madre,ma lei
ultimamente continuava a spostare tutto, non sono mai andato nei
cassetti suoi e di mio padre. Ma oggi dovevo. I documenti non li ho
trovati, ma ho trovato una scatolina con dentro degli indumenti da
bimbo. Anni poveri gli anni '50 ed erano casacchine, mutandine,
calzini e berrettini da neonato, fatti in casa. Semplici, ma
bellissimi. Cotone e lana molto grezzi, non li avevo mai visti e mi
hanno fatto tenerezza. Fra poco è notte, una notte leggera di
primavera quasi estate e alla faccia della polenta e della minestra
di verdure di oggi, spero di fare dei bei sogni. Dedicato ai miei
tanti amici e amiche che hanno vissuto o stanno vivendo situazioni
del genere.
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