Passata
l'uva, tempo di mele e tempo di raccolta dell'ultimo granturco, di
melograni e castagne, tempo di semina del frumento. Tempo di pensieri
che devono iniziare a concretizzarsi. Fra poco inizieranno le
stagioni teatrali, anche la nostra sempre con più fatica, ma ormai
siamo abituati a fare miracoli e ancora li faremo. Tempo di
produzioni di nuovi spettacoli e ripresa dei vecchi. Marco voleva
riprendere “Gerundia felix” che anch'io amo molto, ma qua in
zona , nelle due diverse versioni, è stato fatto tanto e la
distribuzione un pochino latitante, per cui ho preferito non
riprenderlo, anche se facevo finta di danzare e mi beccavo il
finalone strappacuori strappalacrime. Però , non da fare da noi, ma
Gerundia, ormai come il nostro storico “Caravaggio” rimane in
repertorio. Anni fa avevo fatto , dato che amo Dostoevskij alla
follia, una trilogia dedicata a tre suoi romanzi. Riprendo “il
Sosia” io e Marco . Voglio una versione diversissima da quella di
anni fa, ma sempre Marco il protagonista e io l'altro. Mi si addice
il ruolo dell'altro. Volgarmente detto il rompicoglioni. Poi faremo
una cosina che era nata come gioco. Una sorta di racconto di viaggio,
mentale e reale, in cui Marco legge alcune pagine di questo blog –
le pagine che riguardano le varie camminate in notturna – e io
racconto e faccio anche delle azioni rituali e mi metto anche a
ballare e vorrei fare ballare anche il pubblico. Una sorta di
happening teatrale fine anni 70. L'ho voluto chiamare “ avevi
troppo peso da portare per una persona sola” frase che mi aveva
scritto una amica e che mi ha preso il cuore. E cosa di meglio che
non una danza collettiva e un po' di sciocchezzine raccontate per
alleggerire questo fardello troppo pesante?

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