Un
po' piemontese, un po' ligure, un po' toscana, un pochino francese,
Antonella Questa che in un articolo è anche diventata il titolo
dello spettacolo : “Antonella Questa sera ovulo”. Generazione
dopo rispetto alle Lella Costa o alle signore che si sono formate per esempio con
teatro settimo,o a tante altre forse altrettanto brave, ma meno
famose; generazione più giovane , ma comunque ottima dato che ha
sformato diversi nomi di tutto rispetto. E anche Antonella ,
spettacolo dopo spettacolo, si è ritagliata o si sta ritagliando un
importante spazio nel mondo teatrale italiano. Uno spazio dovuto. E
così come altre donne di questa sua generazione, ha imparato il dono
della leggerezza e della ironia ed è uscita da quel genere “so
tutto io , ti spiego tutto io” delle generazioni precedenti. Non ha
bisogno di dimostrare, è. E i suoi racconti/personaggi diventano
spaccati quasi sociologici , mai arroganti o presuntuosi,
dell'universo femminile. Non verità, piccoli racconti conditi di
poesia e tenerezza e un po' di ironica acidità. “questa sera
ovulo” ha inaugurato , ieri, sabato sera, la nostra stagione e la
gente,il nostro pubblico, era ampiamente soddisfatto. Il pomeriggio
non era cominciato bene, per me almeno. I fantasmi che credevo di
avere messo a bada, sono riaffiorati prepotenti nella testa di mia
madre che ha continuato a massacrarmi di telefonate e di sproloqui e
infatti oggi, domenica, che speravo tanto di potermene stare un
pochino a casa mia, sono dovuto ritornare giù. Di nuovo arginati i
fantasmi fino alla prossima volta , sperando, come purtroppo è
successo a tanti, che non riesca a innestarli anche nella mia di
testa. Dicevo pomeriggio iniziato malissimo, il cane agitato – mi
incazzo io , si agita lui ?- ma poi sono arrivato in teatro, il
saluto e il sorriso di Morena la custode, l'abbraccio di Antonella
che era arrivata in anticipo, la simpatia e la voglia di vivere
della ragazza che le faceva da tecnico, l'abbraccio e il sorriso di
Luca, un giovanotto che stimo molto che collabora con noi e
arrivato da non tanto da una sua missione di un anno in Israele. Bè
tutte queste cose mi hanno rasserenato, tu metti piede in teatro e
pensi “casa”. Infatti il mio cane vorrebbe stare sempre e solo in
teatro. Casa. Poi in sede e finalmente sera. L'abbraccio di Emi che
“dio Peter come sei cresciuto” che a forza di sentirselo dire ,
Peter ormai si considera un alano. Poi il rituale aperitivo con
Marco, poi l'arrivo di Paolo, poi il saluto e l'abbraccio con la
nostra bella “ ragazza della cassa” , cinque minuti per
raccontarci i rispettivi casini e “vai si parte”. A me in teatro
piace fare tutto e tutto vorrei fare, ma tutto era a posto e non
c'era nulla da fare per me. Poi mi sono accorto che il piastrellato
delle scale era gelato e scivolosissimo, per cui fanculo al freddo,
me ne sono stato li per il passaggio delle persone a dire “ fate
attenzione, è tutto gelato e molto scivoloso”. Che bello che tanti
mi volessero scivolare addosso. L'importante è avere un ruolo nella
vita. Poi l'arrivo di alcune persone che amori potevano essere o
sarebbero potuti diventare, veramente uno di questi potenziali
possibili amori neanche l'avevo riconosciuto, ma che non c'è mai
stata la possibilità le opportunità o la voglia. Poi l'arrivo di
tante persone amiche. Che bello anche quest'anno siamo riusciti a
ripartire. Veramente grazie a Marco che da due anni io sono assente
come una campana senza batacchio. Finito lo spettacolo, applausi
tanti, vado a riprendermi il cane per l'ultima passerella in teatro,
baci e abbracci a tutti, un saluto a Morena, a Marco, a Paolo, a Emi,
a Paola, Marina e via agli altri amici rimasti, un abbraccione ad
Antonella, alla sua tecnica, a Luca, una pacca sulla spalla ad un
grande amico , l'amico delle parole non dette, una pacca sul culo di
Peter che di uscire dal teatro proprio non ne aveva voglia e
finalmente in macchina per tornarmene a casa. Casa mia. Stamattina
piuttosto che partire avrei sbattuto la testa contro il muro, ma il
dovere è dovere e fanculo ancora in macchina. Io e il mio cane. Ora
sta arrivando la notte, per tutto il pomeriggio ho dovuto
guerreggiare con i fetenti fantasmi di mia madre, porca miseria
quanta fatica e quanto rancore che si accumula. A guerreggiare con i
fantasmi degli altri come se i tuoi non fossero già sufficienti.
Finalmente sta arrivando notte, il mio cane che vorrebbe stare con me
l''ho messo a dormire con mia madre. E' l'unico che riesce ad
acquietarla. peccato non si acquieti lui e infatti il giorno dopo me
le fa sempre pagare. Qua nel palazzo dove abita mia madre, una
ambulanza ha appena caricato una signora del quarto piano che è
caduta e ha sbattuto la testa e il marito sembra preoccupato per il pavimento. Qua nel palazzo dove abita mia madre,sembra che tutti siano già
addormentati. oh porca miseria sta arrivando notte
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