domenica 1 dicembre 2013

ovuli. oi!

Un po' piemontese, un po' ligure, un po' toscana, un pochino francese, Antonella Questa che in un articolo è anche diventata il titolo dello spettacolo : “Antonella Questa sera ovulo”. Generazione dopo rispetto alle Lella Costa o alle signore che si sono formate per esempio con teatro settimo,o a tante altre forse altrettanto brave, ma meno famose; generazione più giovane , ma comunque ottima dato che ha sformato diversi nomi di tutto rispetto. E anche Antonella , spettacolo dopo spettacolo, si è ritagliata o si sta ritagliando un importante spazio nel mondo teatrale italiano. Uno spazio dovuto. E così come altre donne di questa sua generazione, ha imparato il dono della leggerezza e della ironia ed è uscita da quel genere “so tutto io , ti spiego tutto io” delle generazioni precedenti. Non ha bisogno di dimostrare, è. E i suoi racconti/personaggi diventano spaccati quasi sociologici , mai arroganti o presuntuosi, dell'universo femminile. Non verità, piccoli racconti conditi di poesia e tenerezza e un po' di ironica acidità. “questa sera ovulo” ha inaugurato , ieri, sabato sera, la nostra stagione e la gente,il nostro pubblico, era ampiamente soddisfatto. Il pomeriggio non era cominciato bene, per me almeno. I fantasmi che credevo di avere messo a bada, sono riaffiorati prepotenti nella testa di mia madre che ha continuato a massacrarmi di telefonate e di sproloqui e infatti oggi, domenica, che speravo tanto di potermene stare un pochino a casa mia, sono dovuto ritornare giù. Di nuovo arginati i fantasmi fino alla prossima volta , sperando, come purtroppo è successo a tanti, che non riesca a innestarli anche nella mia di testa. Dicevo pomeriggio iniziato malissimo, il cane agitato – mi incazzo io , si agita lui ?- ma poi sono arrivato in teatro, il saluto e il sorriso di Morena la custode, l'abbraccio di Antonella che era arrivata in anticipo, la simpatia e la voglia di vivere della ragazza che le faceva da tecnico, l'abbraccio e il sorriso di Luca, un giovanotto che stimo molto che collabora con noi e arrivato da non tanto da una sua missione di un anno in Israele. Bè tutte queste cose mi hanno rasserenato, tu metti piede in teatro e pensi “casa”. Infatti il mio cane vorrebbe stare sempre e solo in teatro. Casa. Poi in sede e finalmente sera. L'abbraccio di Emi che “dio Peter come sei cresciuto” che a forza di sentirselo dire , Peter ormai si considera un alano. Poi il rituale aperitivo con Marco, poi l'arrivo di Paolo, poi il saluto e l'abbraccio con la nostra bella “ ragazza della cassa” , cinque minuti per raccontarci i rispettivi casini e “vai si parte”. A me in teatro piace fare tutto e tutto vorrei fare, ma tutto era a posto e non c'era nulla da fare per me. Poi mi sono accorto che il piastrellato delle scale era gelato e scivolosissimo, per cui fanculo al freddo, me ne sono stato li per il passaggio delle persone a dire “ fate attenzione, è tutto gelato e molto scivoloso”. Che bello che tanti mi volessero scivolare addosso. L'importante è avere un ruolo nella vita. Poi l'arrivo di alcune persone che amori potevano essere o sarebbero potuti diventare, veramente uno di questi potenziali possibili amori neanche l'avevo riconosciuto, ma che non c'è mai stata la possibilità le opportunità o la voglia. Poi l'arrivo di tante persone amiche. Che bello anche quest'anno siamo riusciti a ripartire. Veramente grazie a Marco che da due anni io sono assente come una campana senza batacchio. Finito lo spettacolo, applausi tanti, vado a riprendermi il cane per l'ultima passerella in teatro, baci e abbracci a tutti, un saluto a Morena, a Marco, a Paolo, a Emi, a Paola, Marina e via agli altri amici rimasti, un abbraccione ad Antonella, alla sua tecnica, a Luca, una pacca sulla spalla ad un grande amico , l'amico delle parole non dette, una pacca sul culo di Peter che di uscire dal teatro proprio non ne aveva voglia e finalmente in macchina per tornarmene a casa. Casa mia. Stamattina piuttosto che partire avrei sbattuto la testa contro il muro, ma il dovere è dovere e fanculo ancora in macchina. Io e il mio cane. Ora sta arrivando la notte, per tutto il pomeriggio ho dovuto guerreggiare con i fetenti fantasmi di mia madre, porca miseria quanta fatica e quanto rancore che si accumula. A guerreggiare con i fantasmi degli altri come se i tuoi non fossero già sufficienti. Finalmente sta arrivando notte, il mio cane che vorrebbe stare con me l''ho messo a dormire con mia madre. E' l'unico che riesce ad acquietarla. peccato non si acquieti lui e infatti il giorno dopo me le fa sempre pagare. Qua nel palazzo dove abita mia madre, una ambulanza ha appena caricato una signora del quarto piano che è caduta e ha sbattuto la testa e il marito sembra preoccupato per il pavimento. Qua nel palazzo dove abita mia madre,sembra che tutti siano già addormentati.  oh porca miseria sta arrivando notte

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