domenica 23 giugno 2013

il bastone, la carota, i fiordi e il fiume Oglio

Sarà che all'ultima camminata, finito tutto, una signora mi parlava di radici, non quelle amare lassative di Soncino, quelle di una persona. Lungo discorso e io dicevo che per me le radici sono dove sei tu, dove abiti, dove sta il tuo cuore e la gente che ti piace. Poi i rapporti sociali si creano. Vai in un posto ti piace, ti piace la gente, cominci a viverci. Non è male per me avere la mente e il corpo nomadi. Si chiaro gli imput dalla nascita fino alla crescita, rimangono. Però non è detto che il luogo di nascita sia anche quello dove devi morire. Avessi potuto sarei andato a vivere in Canada, Montreal, amore assoluto a prima vista. Fortuna che di amori assoluti a prima vista ne ho tanti. Non sarebbe stato male neanche andare ad abitare a Lisbona oppure su e giù in giro per i fiordi norvegesi. Amo da impazzire anche la valle di Cembra, ma li, sarei ancora più isolato che da me. Non mi sembra di essere così strano. Sarà che vivo con pesantezza i miei continui spostamenti da Cesena, le malattie, le paure le ansie e le tante bugie di mia madre. Non ho mai fatto vacanze, non le amo, a me piace andare in posto e anche se per poco, viverci senza fare il turista so tutto io , toh sembra quasi casa mia. Amo i fiumi, amo l'acqua, amo i repentini cambiamenti di umore e di tempo. Sono nato vicino ad un fiume, ho abitato sempre vicino ad un fiume, come faccio a non amare l'acqua? Sarà che la vita è dura e te la devi conquistare, giorno dopo giorno, sarà che sei sempre vissuto con l'idea del bravo soldatino che deve dare sempre il meglio di te, porca miseria un attimo di pausa. Sarà che amo il mio lavoro e se devo fare delle cose, magari degli sbagli poderosi, può succedere, ma almeno cerchi o tenti di farle al meglio. Sarà che si sono espansivo, neanche troppo, sarà che sono timido come una foca anche se non si vede ( la foca) , cioè non sono sbaciucchione neanche troppo espansivo, sarà tutte queste cose, ma tutte le volte che organizzo un laboratorio, sembra che le persone siano terrorizzate da me. Allora mi telefonano, mi chiedono, ma mi tratterai male, ma riuscirò a farcela, ti arrabbierai. Non sapevo di portarmi dietro questa nomea di duro. Devi fare delle cose le fai, punto. Lo dico con un sorriso. Il laboratorio, prossimo vicino, è chiaro, non sono tre giorni sdraiati a prendere il sole. Nei limiti del corpo e delle possibilità di ognuno, ma si lavorerà. Non c'è motivo di arrabbiarsi, mi sono arrabbiato tante volte nella vita, per le bugie, per l'arroganza, per la malafede, per il resto perchè dovrei essere cattivo, perchè dovrei arrabbiarmi ? Una signora ragazza che parteciperà, ieri mi dice “a te ti conosco, tu sai usare il bastone e la carota”. Cosa me ne faccio della carota? Scherzo. Amo scherzare, amo ridere. Nella camminata di venerdì non ero duro, ero iperconcentrato. Non posso permettermi che magari qualcuno mi si perda nel bosco o mi vada dove c'è un gorgo. Che se poi ci vuole andare, oh! Non sono cattivo se dico ad una signora, non puoi venire con i tacchi. Semplicemente ti sto proteggendo, con i tacchi ti faresti male. Però dai mi piace questa idea del duro che dice le cose sempre sorridendo. In ogni caso , sarà tante cose, ma saranno tre giorni di piacevole duro lavoro. Quando ho iniziato tanti anni fa con il lavoro del training, i miei istruttoroni svedesi dicevano a chi aveva paura di un certo esercizio, o lo fai o vai a casa. Io non dico o lo fai o vai a casa, dico solo se hai voglia di metterti in gioco, fallo, se non hai voglia , non farlo. Sempre ieri sera ad un'altra ragazza, le dico “io ti posso dire cosa farò, non posso essere io a decidere per te o mettermi a discutere su paure che non hanno ragione di esistere”. Per me. Chiaro se uno ha delle paure evidentemente una ragione ci sarà. La voglia di fare non è sinonimo di muso duro, il muso duro è l'approccio alle cose, prese di petto. Quando si può. Sarà tante cose, ma come faccio a fare capire che sotto sotto , ma molto sotto, sono dolcissimo?

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