Sarà che
all'ultima camminata, finito tutto, una signora mi parlava di radici,
non quelle amare lassative di Soncino, quelle di una persona. Lungo
discorso e io dicevo che per me le radici sono dove sei tu, dove
abiti, dove sta il tuo cuore e la gente che ti piace. Poi i rapporti
sociali si creano. Vai in un posto ti piace, ti piace la gente,
cominci a viverci. Non è male per me avere la mente e il corpo
nomadi. Si chiaro gli imput dalla nascita fino alla crescita,
rimangono. Però non è detto che il luogo di nascita sia anche
quello dove devi morire. Avessi potuto sarei andato a vivere in
Canada, Montreal, amore assoluto a prima vista. Fortuna che di amori
assoluti a prima vista ne ho tanti. Non sarebbe stato male neanche
andare ad abitare a Lisbona oppure su e giù in giro per i fiordi
norvegesi. Amo da impazzire anche la valle di Cembra, ma li, sarei
ancora più isolato che da me. Non mi sembra di essere così strano.
Sarà che vivo con pesantezza i miei continui spostamenti da Cesena,
le malattie, le paure le ansie e le tante bugie di mia madre. Non ho
mai fatto vacanze, non le amo, a me piace andare in posto e anche se
per poco, viverci senza fare il turista so tutto io , toh sembra
quasi casa mia. Amo i fiumi, amo l'acqua, amo i repentini cambiamenti
di umore e di tempo. Sono nato vicino ad un fiume, ho abitato sempre
vicino ad un fiume, come faccio a non amare l'acqua? Sarà che la
vita è dura e te la devi conquistare, giorno dopo giorno, sarà che
sei sempre vissuto con l'idea del bravo soldatino che deve dare
sempre il meglio di te, porca miseria un attimo di pausa. Sarà che
amo il mio lavoro e se devo fare delle cose, magari degli sbagli
poderosi, può succedere, ma almeno cerchi o tenti di farle al
meglio. Sarà che si sono espansivo, neanche troppo, sarà che sono
timido come una foca anche se non si vede ( la foca) , cioè non sono
sbaciucchione neanche troppo espansivo, sarà tutte queste cose, ma
tutte le volte che organizzo un laboratorio, sembra che le persone
siano terrorizzate da me. Allora mi telefonano, mi chiedono, ma mi
tratterai male, ma riuscirò a farcela, ti arrabbierai. Non sapevo di
portarmi dietro questa nomea di duro. Devi fare delle cose le fai,
punto. Lo dico con un sorriso. Il laboratorio, prossimo vicino, è
chiaro, non sono tre giorni sdraiati a prendere il sole. Nei limiti
del corpo e delle possibilità di ognuno, ma si lavorerà. Non c'è
motivo di arrabbiarsi, mi sono arrabbiato tante volte nella vita, per
le bugie, per l'arroganza, per la malafede, per il resto perchè
dovrei essere cattivo, perchè dovrei arrabbiarmi ? Una signora
ragazza che parteciperà, ieri mi dice “a te ti conosco, tu sai
usare il bastone e la carota”. Cosa me ne faccio della carota?
Scherzo. Amo scherzare, amo ridere. Nella camminata di venerdì non
ero duro, ero iperconcentrato. Non posso permettermi che magari
qualcuno mi si perda nel bosco o mi vada dove c'è un gorgo. Che se
poi ci vuole andare, oh! Non sono cattivo se dico ad una signora, non
puoi venire con i tacchi. Semplicemente ti sto proteggendo, con i
tacchi ti faresti male. Però dai mi piace questa idea del duro che
dice le cose sempre sorridendo. In ogni caso , sarà tante cose, ma
saranno tre giorni di piacevole duro lavoro. Quando ho iniziato tanti
anni fa con il lavoro del training, i miei istruttoroni svedesi
dicevano a chi aveva paura di un certo esercizio, o lo fai o vai a
casa. Io non dico o lo fai o vai a casa, dico solo se hai voglia di
metterti in gioco, fallo, se non hai voglia , non farlo. Sempre ieri
sera ad un'altra ragazza, le dico “io ti posso dire cosa farò, non
posso essere io a decidere per te o mettermi a discutere su paure che
non hanno ragione di esistere”. Per me. Chiaro se uno ha delle
paure evidentemente una ragione ci sarà. La voglia di fare non è
sinonimo di muso duro, il muso duro è l'approccio alle cose, prese
di petto. Quando si può. Sarà tante cose, ma come faccio a fare
capire che sotto sotto , ma molto sotto, sono dolcissimo?
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