martedì 18 giugno 2013

o forse un pensiero di distruzione più profondo

Le cariche con l'acqua acida in Turchia, il coro greco che commuove tutto il mondo, le guerre considerate tali e quelle camuffate. Già il nuovo secolo era cominciato all'insegna della paura. Il grande vuoto. Le migliori menti informatiche allertate in tutto il mondo perchè tutto sarebbe potuto succedere, poi le torri gemelle, poi tanto altro lo sappiamo tutti. Sono passati tredici anni e sarà anche la crisi mondiale, già ci siamo dimenticati le speranze , i desideri e i proponimenti per il nuovo secolo. Nel frattempo anche i fondamentalismi sono cresciuti e le intolleranze pure. Nel nostro piccolo, credo nessuno abbia dimenticato gli slogan del celodurismo , di roma ladrona, o i vaffanculo ultimi, anche se molti hanno dimenticato i milioni di posti di lavoro promessi da mister b. Ma non è di politica che voglio parlare, ma della paura. Quella personale piccola che riesce a distruggere la mente e il cuore di una persona e quella sfruttata e continuamente iniettata nei diversi contesti sociali. Che poi vanno di pari passo. Adesso ci si mette pure il papa che scopre l'acqua calda e parla di lobby gay in vaticano. Ma va. E' il termine lobby che non mi piace , gli altri cosa sono la lobby etero? Dal nulla, siamo tutti etero, viva la famiglia , al rogo gli altri, improvvisamente si scopre una lobby gay. Ma va. La paura dicono sia quella che subentra appena arriva uno stimolo reale, il panico invece dicono sia quello che subentra quando gli stimoli sono inventati o alterati della mente. Sarà. Poi c'è la demenza senile, l'alzaimer, gli acidi legali e non legali,le crisi mistiche, ma queste sono un'altra cosa, anche se forse strettamente collegate. La paura della morte per esempio, non la nostra che siamo tutti eroi e diciamo che non ci interessa, la paura per esempio della morte anche solo metaforica di chi ci sta vicino e ci sta a cuore. Che a volte non capisco se è pararsi il culo per il futuro o la voglia di darsi martellate nei cosini. Però in ogni caso uno smette di vivere, perchè quel pensiero può diventare un pensiero paralizzante. Che invece di rimanere paralizzato si usasse il tempo per risolvere per esempio le questioni non risolte che dopo uno continua a tirarsele ancora dietro? Che il celodurismo possa rimanere va bene, fa bene all'autostima, tanto ci sono sempre le pasticche e le protesi a pompetta, ma cos'è uno inizia a prendere pasticche o si fa le protesi per paura di qualche periodo afflosciante? La paura poi va a braccetto con il disagio sociale, quel malessere, incubo di un presente che non ti lascia intravedere nulla. Una amica psicoterapeuta, mi diceva che il suo lavoro non è in crisi, dato che in questi ultimi anni sono aumentate in maniera smisurata le persone che si rivolgono a lei per chiedere un aiuto. Lo sanno anche i sindaci e gli assessori dei comuni che anche loro ormai hanno sempre la fila davanti alla porta. Ne sanno qualcosa anche i centri religiosi antidiavolo che ormai metteranno il numero elettronico per dare la benedizione. Se guardiamo le pagine FB, siamo tutti bravi, petizioni su petizioni, fanculo a quello, fanculo quell'altro, il tutto inframmezzato dalle piccole e divertenti scemenze del nostro quotidiano. E' voglia di lasciare un segno, di mettersi in mostra , di condividere un pensiero? ( chiaro che sto parlando anche per me) però c'è qualcosa che non mi quadra. Ci si nasconde a volte dietro le definizioni di altri, però un pensiero proprio, espresso chiaramente oltre gli slogan? Non è che sia paura anche questa? Quella rabbia , o forse apatia, che hai dentro e non riesci ad incanalare in maniera differente? Ho sempre pensato e sempre detto che la paura può piegare duramente una persona, che poi ci metti due persone, tre persone, diventano un popolo. E quando la paura riesce a piegare interi popoli, o meglio quando la paura viene incanalata per piegare intere popolazioni, ahi, è un brutto momento. Sulla paura , sulle paronoie, sui contorcimenti della mente, avevo cercato di scrivere uno spettacolo. Ma l'unica cosa bella era il titolo “chiave 45”, il resto pur riscritto innumerevoli volte, faceva schifo. Un pochino. Si a volte arrivano le patologie, uno scoppia e questo è proprio un casino. Perdi la casa il lavoro la pensione, si altro casino. Le pecore hanno paura, basta un cane abbaiante a tenerle tutte assieme. Forse ci sono delle cose che vanno oltre noi, sciocchezza perchè tutto quello che fa parte del mondo ci dovrebbe riguardare, dato che siamo noi il mondo, Cioè non è con un sorriso o parlando pubblicamente dei propri problemi che si risolvono le questioni. Forse.  Ammettere le proprie debolezze, chiarirsi sui propri sentimenti e smetterla di raccontare balle senza cercare a tutti costi nemici altrove, non sarebbe già un piccolo passo? In questo momento ancora a casa di mia madre, sento in lontananza le urla, sempre a quest'ora non sgarra di un minuto, di qualcuno forse in stato confusionale, forse in demenza, o forse non so cosa. Chissà cosa gli sta distruggendo o gli ha distrutto la mente.

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