domenica 16 giugno 2013

cani senza padroni

Credo che uno dei grandi problemi della nostra società, probabilmente il problema che accentra tutti gli altri, sia quello della proprietà. Problema che riguarda non solo le cose materiali, ma generalmente tutto ciò che ci circonda comprese anche quelle cose un pochino più immateriali come per esempio i sentimenti in senso lato o un pochino più concreti come la sessualità. Chiaro non faccio un trattato, solo considerazioni; considerazioni comunque non nuove dato che mi ci accanisco spesso. Per me fa parte di questo discorso anche l'appartenenza a qualcosa. Un conto è l'adesione, un conto è l'appartenere o il volere appartenere, per sentirsi religione, gruppo,famiglia, comunità o tutto quello che ci pare. Il concetto di amore è un concetto molto recente lo sappiamo. La donna considerata fino a non troppo tempo fa neanche persona, era quella che doveva diventare la sposa di qualcuno, carne da macello per sfornare altra carne da macello e da lavoro. Il sesso, lo sfogo del maschio e l'inseminazione della donna. Una frase delle donne contadine trentine che mi aveva molto colpito e che traduco in italiano “ posso alzarmi o devo voltarmi?”. O come certe contadine bergamasche che avevano ricamato nella sottoveste della prima notte “ non per amore mio, ma per volere di Dio”. Sono passati gli anni, sono evoluti i costumi, a volte neanche troppo, ma questo concetto di proprietà e appartenenza all'altro rimangono a volte pesantemente nel proprio substrato socio culturale e anche economico. Mia madre in questi giorni in ospedale rivanga in continuazione il proprio passato che tu dici per favore basta non ce la faccio più a sentire queste storie. Però c'è una frase che mi ha sempre molto colpito. Erano giovani, una volta mio zio si era arrabbiato con mia madre, al che è intervenuto mio padre “ non ti permettere più di dire qualcosa a tua sorella perchè adesso è mia moglie”. Cioè prima apparteneva a te e alla vostra famiglia, adesso appartiene a me. E mia madre ne va anche fiera. Infatti i casini dall'anno scorso dopo la morte di mio padre, oltre i tantissimi problemi fisici, è il fatto che mia madre non si sente più “proprietà” di nessuno. Eppure è sempre stata una donna molto in gamba iper attiva rompicoglioni con il figlio che già aveva incrinato questo concetto di proprietà, andandosene giovanissimo ad abitare per i fatti propri. A guardare bene in giro, non è un concetto che appartiene a donne o uomini antichi, perchè il matrimonio, l'anello ( o anche solo la convivenza) sono un contratto che sancisce il distacco dai precedenti proprietari, la famiglia di origine, per la formazione di una nuova società con la donna socio di minoranza addetto ai lavori più complicati. Fino a quel momento anche se tu vivi da solo e quindi pensi che sei tu la tua famiglia, e sei tu proprietà di te stesso, in realtà non esisti, perchè sei figlio di, nipote di e non marito o moglie di o padre di. Ben venga il matrimonio gay che viste le regole attuali è più che sacrosanto dato che il matrimonio non l'ha inventato Dio, ma gli uomini. Che se lo avesse creato Dio, i gay sarebbero sposati da una vita. Il matrimonio gay potrebbe essere molto salutare, non perchè scardina le regole della famiglia, ma secondo me va a mettere in discussione, ma seriamente, il ruolo sottomesso della donna nella società in cui viviamo. Un uomo e un uomo, una donna e una donna, devono , aldilà della formula giuridica, inventarsi altre regole che nessuno finora aveva scritto. Per esempio che tutti e due sono uguali con uguali responsabilità. Non è vero che i gay si sposerebbero solo per amore, perchè credo che anche qua vige la regola dell'appartenenza allo stesso ceto sociale. Un medico potrà andare anche a letto con un muratore , ma poi si sposa uno equiparato. Ho sempre ritenuto che il grande cambiamento e la grande rivoluzione dei costumi sarà quando la donna sarà effettivamente alla pari dell'uomo. A me solo il pensare all'idea di appartene a qualcuno mi fa ribrezzo, dato che già sono appartenuto prima ai miei genitori , poi al collegio in cui a tutti i costi sono andato a fare le medie e questo mi è sufficiente. I grossi problemi che ora ho con mia madre che per lei io sono “la nostra famiglia” , io per me sono lei mia madre, io suo figlio, stop. Chi mi conosce sa che corro tantissimo e non ho mai abbandonato i miei nei loro tanti momenti difficoltosi e casini di salute. Ma non mi sono mai considerato loro proprietà, solo loro figlio. E basta con ste cose private. Esiste il matrimonio e checchè ne dicano certi parlamentari che tu pensi , ma io devo pagare anche questi?è doveroso e sacrosanto anche per i gay.  Sancisce un diritto e anche se a qualcuno non va bene è un diritto ( lo sarebbe se ci fosse) per cui zitti, se qualcuno ha dei problemi se li risolva da solo e non vada a rompere in giro. Poi però ci sono quelli che per necessità, impossibilità a volte, o per un proprio pensiero a volte,  non appartengono a nessuno. Cosa ne facciamo? Un cane si affeziona tantissimo al padrone, ma è quello che vuole il cane o quello che vuole il padrone? In questi giorni che ho lasciato, per necessità, il cane ad amici e mi dicono che sta benissimo ed è felice, ci sono rimasto anche un pochino male. A me piacerebbe che niente appartenesse a nessuno. Siamo di passaggio . In questi tanti anni di malattie dei miei , ho visto morire tantissime persone e io anni fa, probabile fighettino con un probabile futuro di successo, mi sono molto ridimensionato e ho ridimensionato la mia vita, comunque non in funzione di un successo da inseguire a tutti i costi. Chissenefrega. Un bambino che nasce non può essere solo della sua famiglia, dovrebbe essere della società come i problemi non della famiglia, ma della donna che questi figli deve crescere. Ogni questione della vita sociale non dovrebbe essere una questione privata. Una persona che ha dei sentimenti e ha voglia di amare, non è una questione sua da vivere fra le quattro mura, ma una ricchezza per tutti. Quindi basta storie e che si vada avanti con i matrimoni gay, poi si riformuli e si ridefinisca il concetto di società e di intero universo in cui circuitiamo e per favore cominciamo a dare spazio anche ai singoli. Bbbrrr i termini zitella o zitellone che venivano usati non troppo tempo fa per donne e uomini come me. 

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