Aveva iniziato a nevicare, poi
troppo freddo, fortuna ha smesso. Ho cercato di portare fuori il cane
per l'ultimo girettino della giornata, ma non ne ha voluto sapere. Da
quando ho smesso di mangiare carne, sto sperimentando piatti che mi
piacciono moltissimo. Soprattutto di verdure crude così non ho
tegami o padelle da lavare. Ho riscoperto i lupini ed erano secoli
che non li mangiavo, ma ho riscoperto anche il miglio, il cavolo
nero, i fagioli azuki e le noci. Ci sono in giro crocchette vegetali,
ma se si leggono gli ingredienti sono talmente tanti gli addensanti,
i pomodori, i tipi di olio, i lievitanti che meglio farsele da soli.
Non mi considero vegetariano, ma solo uno che non ha più voglia di
mangiare carni, pesci e derivati e cose in scatola. Anni fa compravo
le zuppe congelate già preparate, ma anche quelle hanno tanta roba e
lieviti da fare paura. Oltre i famosi grassi vegetali che altro non
sono che olio di palma. La mia non è una scelta razionale studiata,
ma improvvisa, d'impatto e con poche teorie. Avevo deciso anche di
non mangiare più dolci, una sorta di fioretto laico , almeno fino a
che non trovavo la soluzione degli enigmi della mia vita e della mia
nascita. Infatti niente torte, pandori, panettoni o cioccolato.
Stamattina ho detto fanculo , sono andato al bar ( dopo la mia
colazione di yogurt di soya, arancia, uva e caffè ) e cioccolata in
tazza e girella con l'uvetta. Allora mi sono ripromesso di mantenere
il mio fioretto laico, ma solo dopo le 9 di mattina. Non sono
vegetariano o vegano perchè quelli che conosco io, oltre a tanta
teoria, sono magri magri e io sono dimagrito al massimo di un etto.
In questi mesi sono morte tantissime persone , alcune le conoscevo
direttamente , altre parenti di amici. Mi stupisce e mi annichilisce
sempre questo mistero della morte. In questi giorni a Cesena sono
spessissimo in struttura da mia madre. Bella struttura, operatori
molto in gamba, eppure questa idea della morte è li: presente,
continua. In attesa. E' un alito , inodore, insapore, però ogni
tanto te lo senti passare di fianco e ti vengono i brividi. Quando
giro con il cane ci sono ancora persone che mi chiedono di che razza
sia. Sto rispondendo che è un incrocio particolare, un alano piccolo
e tigrato, una nuova razza che si chiama “il cane di Enzo”.
L'altro giorno in giro, alcuni ragazzini hanno sparato dei petardi.
Il mio cane in stato di panico che vuol dire : o che si blocca
completamente o comincia ad andare all'impazzata. Ho scoperto che se
lo coccolo è peggio, inizia a tremare e mi viene il magone, allora
ho provato a cantargli delle canzoncine. Funziona, anche se sono
stonato come pochi. Quel giorno dei ragazzini che sparavano i
petardi, ho iniziato ad inventarmi delle canzoncine che cantavo a
voce bassissima. Mi si ferma di fianco un vecchio in bicicletta e mi
urla “ lo sai che uno così stonato non l'avevo mai sentito?”. Lo
stesso vecchietto che io non conosco e che mesi fa mi aveva gridato
in dialetto “adesso ti sei fatto anche il cane?” quasi fosse un
vestito o una macchina da sfoggiare. Mi è capitato qualche sera fa
di vedere in tv il programma “ così lontani così vicini”.
Orribile spettacolarizzazione del dolore. Ma se sai nome cognome data
di nascita , non te lo puoi andare a cercare da solo? Per curiosità
ho guardato il sito. Un fogliettino ridicolo da compilare e la
dicitura “casting”. E poi la dicitura di tutti i vari format,
magari non sei scelto in questo “casting”. Oggi mia madre era
molto giù e allora in uno dei suoi ormai pochi attimi di lucidità ,
le dico “raccontami di quando sono nato”. Mi ha risposto “cosa
vuoi che sappia, ti ho adottato”. Poi si è messa a ridere
“scherzavo”, poi è entrata nello stato di sogno confusionale. Ho
ricevuto delle mail bellissime e ho verificato se fossero state
realmente spedite a me, o inoltrate per sbaglio. Volevo parlare di
persone oggi, straordinarie nella loro non straordinarietà, volevo
parlare di viaggi e di sogni, ma mi sono incartapecorito nei miei
fantasmi. Per cui oggi, niente persone, niente viaggi, niente sogni,
un po' di sciocchezze e tanti tantissimi auguri. Un abbraccio a
quegli amici che in questi giorni hanno perso i loro cari, un
abbraccio a chi sta male non necessariamente fisicamente, un
abbraccio a chi invece di sorridere avrebbe solo voglia di piangere e
un abbraccio comunque, ciao.
sabato 27 dicembre 2014
venerdì 19 dicembre 2014
gli amici dell'infanzia, il natale e il panico del cane
Questa mattina ho spedito due
miei libri a vecchi amici di infanzia. Diversi mesi fa mi avevano
rintracciato tramite internet e mi avevano chiamato per un pranzo con
tutti i bambini di allora che avevamo costituito la nostra classe
delle elementari. Io molto indeciso, avevo paura di cosa non so,
avevo voglia di vedere qualcuno, non avevo voglia di vedere tutti.
Altre strade, altre esperienze, altre vite. Lo avevo scritto su Fb e
piacevolmente tanti commenti : “vai, non andare, cosa te ne
frega....” poi per fortuna mi è arrivata improvvisa una data per
uno spettacolo, proprio quel giorno li e mi sono salvato. Poi con
uno degli amici ci siamo parlati spesso tramite telefono e mail e ci
siamo anche visti. Senza troppe sorprese dato che comunque ci stavamo
già seguendo su fb. Ne è nato un rapporto di stima e di simpatia.
Lo ammiro molto. Domenica scorsa ho rivisto un altro di questi amici.
Con lui però eravamo vicini di casa,le nostre madri amiche e nati
nello stesso giorno. Sempre ammesso che il mio sia quel giorno lì.
Abbiamo vissuto praticamente da fratelli. Lui era alto magro, bello.
Poi io sono andato in seminario, poi sono uscito e altre scuole e ci
siamo persi. Ci eravamo rivisti attorno ai 20 anni, lui fidanzato mi
raccontava le sue imprese erotiche, io neanche sapevo cosa fosse il
sesso. Assieme eravamo andati a vedere “l'uomo da marciapiede e
dopo fantasticavo : io Dustin Hoffman e lui il bellone. Lui sempre
molto più affettuoso di me, io sempre un pochino più ostico. Poi ho
avuto notizie di lui tramite i racconti di mia madre. Anni fa gli
avevo telefonato per vederlo, ma poi la sua voce al telefono, voce
bella grossa, da persona arrivata, mi avevano fatto desistere. In
struttura dove c'è mia madre, tempo fa ho conosciuto sua moglie, una
bella e simpatica bersagliera che pure lei aveva la madre ricoverata.
Mi sono fatto raccontare molto del mio amico e mi ero fatto l'idea di
un uomo magro magro , alto e con una gran pancia. Domenica scorsa arrivo in
camera da mia madre, mi arriva un bonone esagerato, si con un pochino
di pancia, ma negli omoni la pancia ci sta. Mi sorride e non riuscivo
a capire chi fosse. Poi mi dice ti posso abbracciare? Urca! Era il
mio amico fratello. Ero molto a disagio, la sera precedente avevo
fatto il Caravaggio a Ostiano, avevo dormito poco, non avevo avuto
neanche tempo per una doccia e subito i 300 chilometri di autostrada.
La barba di due settimane, spettinato come al solito, imbranato come
al solito. Lui era elegantissimo, ben pettinato, perfettamente
rasato, profumato, ma soprattutto ancora tanto bello. Si parlava e
ogni tanto mi diceva “ dai vieni che ti do un abbraccio”. Che un
omone quando ti abbraccia, non ti abbraccia, ti stritola. Poi chiaro
mi è partita la testa e quando ci siamo salutati sono subentrati
tutti i fantasmi. Due giorni prima avevo ricevuto notizie che mi
avevano sconvolto mica poco. Ho detto basta alla mie ricerche che sto
diventando matto, però una soddisfazione me la volevo togliere. Non
riuscivo a sapere dove ero stato battezzato per cui dico, tagliamo la
testa al toro e telefono alla chiesa dove ero stato cresimato.
Sembrava che il prete aspettasse la mia chiamata, infatti aveva i
documenti a portata di mano. “ mi dica quando posso venire” dico
io. “Non interessa che vieni” , mi dice il prete. “ ho qua a
portata di mano”. Scomparsi e non registrati i miei documenti di
battesimo. Ancora mistero su mistero. Già nel mio atto di nascita,
sotto il nome del paese, era stato scritto un altro nome cancellato
poi con il raschietto. Questa cosa del battesimo è stato un colpo
pesante, pari a quello di quando ho scoperto che il mio paese di
nascita non era quello che mi avevano sempre detto. Quindi quando ho
visto il mio amico di infanzia, non solo ero stanco, barbone, un
pochino puzzone, ma anche in totale stato confusionale. Chissà se mi
ha abbracciato per affetto o per pietà. Scherzo. Continuo a pensare
comunque di essere un uomo fortunato. Ho amici adorabili, ho un
collega che è amico e anche vicino di casa e ci integriamo a
vicenda, ho un cane cui non potrei più rinunciare, ho la possibilità
di avere scelto di fare quello che volevo fare, ho la bellezza della
mia vita un pochino strana . Si sono un omino fortunato. In questi
giorni sarò spesso in struttura da mia madre, giorni di festa di
felicità. Per molte persone non saranno giorni di festa o di
felicità. Ho concluso il primo ciclo di laboratori nelle scuole. A
gennaio si ricomincia anche con gli adulti la sera, ne ho già tanti
iscritti. Vorrei morire il più tardi possibile in piena salute
fisica e mentale. Arriva natale, arrivano le feste, vorrei
abbracciare tutti i miei amici e tutte le persone che conosco. Vorrei
tante cose, ma è la vita che volevo per me e quindi va bene così
Enzo. Un abbraccio a tutti con la speranza che ci si ricordi anche di
chi sta peggio di noi e per favore niente botti o fuochi d'artificio
che il mio cane, e non solo lui, ha una gran paura e entra in stato
di panico. E poi a vederlo così entro anch'io nel panico. ciao
giovedì 11 dicembre 2014
e la nebbia un pò alla volta si ingloba tutto
Alcune mattinate prima dell'alba
di questo inverno ormai arrivato, sono magiche. Come ieri. Luna a tre
quarti, aria pulita, in lontananza le montagne,non so se bresciane o
bergamasche, innevate, erba ghiacciata. Poi l'arrivo dell'alba e la
nebbia che un po' alla volta ha riempito tutto Sono così talmente a
strati la mattina prima dell'alba ( maglia, polo, tuta da ginnastica,
felpa termica da montagna, pantaloni grossi, giacca a vento, due paia
di calze di lana, stivali, e berrettino con tanto di para orecchi)
che se dovessi cadere non riuscirei ad alzarmi. Ieri sera avevo
voglia di qualcosa di particolare, non tengo dolci in casa perchè mi
fanno male e non riesco ad avere regole. Li divoro. Così ho tagliato
un'arancia a cubetti, un po' di zucchero di canna, un po' di grappa.
Ora ho mal di stomaco, ma stanotte, prima volta dopo tanto tempo, ho
fatto sogni bellissimi. Chissà se l'arancia, lo zucchero o la
grappa. Ormai da due anni, praticamente da quando ho il cane, sono
diventato non dico vegetariano, praticamente vegano. Allora. per non
esagerare, dato che tofu e seitan non mi fanno impazzire, ho aggiunto
alla dieta un po' di formaggio grana. In famiglia non siamo mai
stati grandi carnivori. Praticamente da una vita non mangiavo carni
tipo cacciagione, asini, cavalli, oche, anatre, pecore o capre, e un
po' alla volta , in maniera naturale ho eliminato il maiale,
prosciutto crudo o carni salate ogni tanto, mucche e vitelli. Il
pollo e derivati, tipo uova mi fanno schifo. Poi ho eliminato anche
il pesce. Mio padre gli ultimi anni della sua vita non voleva più il
pesce perchè diceva ingrassato con le persone morte nel
mediterraneo. E tutte le volte che cercavo di comprare il pesce, mi
veniva in mente questa immagine. Ogni tanto qualche scatoletta di
tonno o salmone affumicato, ma poi mi sono stancato anche di queste.
I formaggi mi facevano impazzire, ma poi mi sono detto “ e io mi
devo ingozzare con tutti questi grassi ?”. Latte e yogurt non li
digerisco. Se capita mangio ancora di tutto, sta di fatto che però
ho cambiato totalmente la mia alimentazione. Qualcuno ha mai sentito
come e quanto urlano i maiali quando vengono caricati sui camion per
andare al macello? Però quando vedo dei dolci divento onnivoro , poi
sto male e allora cerco di starci lontano. Nei giorni passati ,a
Cesena, mi hanno colpito due persone. Un giovanotto, circa 48 anni.
L'avevo conosciuto andando al cimitero su in collina. Pulitino
perbenino, brava persona , bella famiglia, cattolico di quelli che
suonano anche in chiesa, belloccio e sorridente. Nel corso di una
anno l'ho visto cambiare . L'altro giorno , da un mese che non lo
vedevo, c'era la sua macchina, sono entrato in chiesa per salutarlo.
Ingrassato, faccia gonfia piena di foruncoli rossi. Occhi da pianto.
Abbiamo iniziato a parlare, era in stato confusionale e faticava a
fare uscire le parole. Il sorriso di un tempo, solo un ricordo. Da
undici mesi in mobilità senza nessun tipo di speranze. Ha iniziato a
spiaccicare tante parole, ma poi sono iniziate ad arrivare persone
per la messa e l'ho salutato. L'altra persona, una giovanotta di 40
anni. Magra, troppo educata, troppo brava, troppo gentile, troppo
suorina. Due mesi fa , lavora nella struttura dove c'è mia madre, mi
aveva salutato con “ Enzo sono conciata come te, non ho nessuno ,
solo mia madre e mia nonna sempre ammalate. Sono andata anche a
Medjugori, ma non mi è servito a nulla”. Poi è crollata. L'ho
rivista dopo due mesi e l'ho salutata con un grande abbraccio, ma
ancora non ne è uscita e si intravedono altri crolli. Mi piacciono
molto le persone, mi piace ascoltare le loro storie, mi piace ,
attraverso le loro storie , capire quale il termometro della nostra
società. A volte mi piacerebbe avere una bacchetta magica, ma ce se
ne sono già troppi che rovinano il mondo perchè pensano di avere la
bacchetta magica, però già il parlare e la coerenza con sé e con
gli altri, non sono una cosa piccola. Amo il teatro e l'avevo chiaro
fin da subito, perchè mi permette un lusso incredibile. Quello di
fare quello che mi pare, quello di scrivere senza pudore anche di me,
quello di incontrare i cuori delle persone. Teatro e sociologia, una
bella accoppiata. Quando ero ragazzo mia madre mi diceva “ se tu
fossi un po' più bello e meno intelligente, forse vivresti meglio.
Peccato che tu non sia neanche troppo intelligente” Grazie ma.
Dall'università e dalla mia formazione ho imparato a guardare le
cose in maniera critica, cioè a non prendere tutto come oro colato,
a ragionare sulle cose. Ho imparato anche che molta cultura è un
grande bluff a favore del bianco integrato e classe media. Una volta
ho avuto una accesa discussione con la mia docente di antropologia.
La più importante sul mercato. Donna non bellissima, ma molto
tirata. Tacco alto, abiti firmati, unghie lunghissime sempre rosse,
trucco pesante. Aveva fatto uno studio in Sicilia su quelle chiamate
le vedove bianche. Con la stessa arroganza con cui il bianco andava a
studiare “il negro” e glie l'avevo rinfacciato perchè per
studiare chi è diverso da noi bisogna togliersi i propri orpelli,
prima di tutto quelli mentali e dopo ore di litigate in cui le
contestavo tutto, avevo aggiunto che per quello che mi riguardava, i
grandi antropologi che andavano a studiare le popolazioni altre,
quasi come animali inferiori, erano forse affascinati non tanto dai
riti, ma dai piselli degli indigeni nudi. Pensavo mi buttasse fuori
dall'esame, invece mi aveva dato trenta. Come contestavo quella cosa
razzista che sono i test per quoziente intellettivo, tanto in voga in
America non troppi anni fa. Come fai a dargli validità scientifica?
Io non sono molto intelligente, anche se a volte lo penso, però
rapportarsi agli altri, non dico togliendosi le maschere che è
praticamente impossibile, ma togliendosi gli strati di ipocrisia
accettando di aprire il cuore e di vedere il cuore degli altri, no
non è male. Sono un pochino, a volte troppo, provocatore ( a
parole) e a proposito di piselli mi è venuto in mente di un episodio
di anni fa. Facevo molto sport e ero sempre vittima di strappi e
tendiniti. Per non continuare a prendere cortisone o fare
infiltrazioni, decido di andare da un agopuntore. Qua in zona non ne
trovavo, poi ho saputo di un medico di un paese vicino che faceva
anche agopuntura. Medico serio, bruttino, donnaiolo, affascinante con
la parola. Tutte le volte che andavo, tutte le volte complimenti per
il mio corpo ( ora non lo potrebbe più dire) e tutte le volte
immancabilmente o la mano o il braccio gli cadevano sul mio pisello.
“ mi scusi” - “prego”. Poi ho pensato che non sono messo così
male da pagare per farmi toccare il pisello e non sono più andato.
Come dall'urologo. Da quando sono ragazzo , ogni tanto qualche
problemino e devo andare e ora mi sono scocciato e mai che me ne sia
capitato uno , di urologo, carino. Chissà quali le motivazioni
portano un medico a scegliere urologia piuttosto che ginecologia. Ho
una grande rabbia dentro per troppe cose e non so come fare uscire.
Sono lo straniero che avevo descritto anni fa con lo spettacolo “il
giardino delle arance e degli angeli che piangono”. Non posso dire
nulla dei miei genitori, mio padre assente come tantissimi altri
padri. Mia madre ossessiva e possessiva come tantissime altre madri
italiane. Eppure fin da piccolo mi sento straniero, fuori posto e
sempre inadeguato. E a volte non capisco se sto vivendo in un mondo
reale o in un mondo parallelo. E in questi giorni che non voglio più
cercare o sapere, mi ritornano in mente e nei sogni le facce di
incontri inquietanti e probabilmente casuali che mi sono capitati in
questo ultimo anno. L'omino che al cimitero un anno fa aspettava e
parlava poi con mia madre, ma il suo interesse ero io, fino a tutti
gli incontri che già ho raccontato. Non credo di dovere temere
nulla, però dopo l'ultimo incontro e per appacificare la mia
paranoia, ora sto cambiando in continuazione orari e percorsi. E
pensavo a cosa avessero in comune tutte queste persone. Piacevoli
d'aspetto, non troppo alte, eleganza discreta, tutti stiratini
pulitini, capelli scuri lisci, pelle scuretta, aspetto da persone
straniere. Italianissimi quelli con cui ho parlato, marcato accento
romagnolo da colline verso la toscana. Esclusi due gemellini di cui
non avevo parlato, 17-18 anni piccolini, bellini, stesse
caratteristiche, ma occhi blu. Continuavano a sorridermi, hanno
cercato di parlarmi e di seguirmi, ma non ne avevo voglia e dato che
il mio cane non ha problemi con le persone – gli piace stare con le
persone - ma si blocca e continua a fissare , farebbe paura anche a
me se non fosse mio – ho fatto finta di slegarlo e i due gemellini
hanno cambiato strada. Sabato a Ostiano con il nostro Caravaggio, poi
ancora Cesena, poi ancora su, poi arriveranno le feste , non voglio
andare da nessuno. Farò la spola fra il mio cane e mia madre, non
impazzirò perchè ho un bel carattere, però il magone si. Quello mi
sta già prendendo.
giovedì 4 dicembre 2014
già!
Notizie
di cronaca in questi giorni troppe cose ci fanno arrabbiare. Che
tanta gente speculasse o speculi sugli stranieri , con un po' di
buon senso si sapeva. Quello delle mazzette e degli intrecci
politica/malaffari, pure e non si sa come uscirne. Quello che non
sono mai riuscito a capire come e da chi venisse e venga veicolato
l'odio. Basta sfogliare i giornali degli ultimi 30 anni e sono
chiarissimi questi spostamenti di odio. Dire Lega mi sembrerebbe
eccessivo, aldilà delle loro azioni e sparate. E vedere Salvini
desnudo vestito di cravatta, forse è ironia , forse è narcisismo,
di cosa poi, o è l'inizio della creazione di un altro superuomo?
Probabilmente troppa acqua nel Po e troppo Putin fanno male. E
intanto la vita faticosa dei tanti, va avanti. A volte sembra che la
storia non abbia insegnato niente. Fra poco sono settanta anni che è
finita la guerra e in neanche settanta anni siamo passati dalla
miseria più cupa, dal regno e da un brutale totalitarismo, alle
prime timide riprese, alla voglia di rimboccarsi le maniche e ci
siamo sentiti ricchi. Mi raccontano che nel primo dopoguerra, tante
persone per potere trovare un lavoro, avessero in tasca tessere di
diversi partiti. Mi raccontano che vigeva il clima di andare a
richiedere il favore dei politici, mi raccontano anche che chi faceva
politica , poi in vecchiaia non moriva di fame. In questi quasi
settanta anni sono successe diverse cose; dal voto alle donne,
all'aborto, al divorzio, alla liberazione sessuale, alla cognizione
dei diritti e del lavoro. E credevamo , materialmente e
spiritualmente, di essere arrivati. Neanche settanta anni. Una
società che va avanti punta molto sulla scuola, sulle donne, sul
lavoro, punta sui diritti di tutti. La scuola sta andando a
catafascio e sembra che la possibilità di studiare sia ormai solo un
giochino snob per gente ricca. Le donne vengono ammazzate, il lavoro
sempre di meno e i diritti, fanculo, continua ad esserci gente di
serie b. In questi giorni la pubblicità dei 400 euro al mese , da
parte della regione Lombardia, alle coppie separate e in difficoltà.
E una donna non sposata, magari abbandonata dal compagno appena nato
il figlio? no lei non è coppia separata. E il single che per una
vita ha pagato con le tasse le sue percentuali al diritto degli
altri, se è in difficoltà cosa fa? Che se poi il single è gay ,
sempre single anche se coppia, ommioddio. In giro vedo tantissima
gente estremamente in gamba e allora come facciamo ad essere arrivati
a questa catastrofe economica sociale politica e ancora sociale?
Continuo a fare sogni strani estenuanti, io dico basta e di notte i
fantasmi ritornano e ancora peggio , mi ritornano con le fattezze dei
miei parenti. Come non bastassero quelli morti, anche quelli vivi.
Alla mattina mi alzo prestissimo per girare con il cane. Praticamente
massimo alle sei, siamo già in giro. A quell'ora non c'è nessuno
nei campi, sulla provinciale le prime macchine dei cottimisti, così
mi permetto di fare andare il cane dove vuole. Che poi al mio cane
devo aggiungere le due border collie che ci aspettano sempre sotto
casa. Lui, loro, ogni tanto vengono a controllare se ci sono, ogni
tanto faccio un fischio per controllare io, ma poi ognuno per i
propri viaggi. Loro all'inseguimento di lepri vere o ipotetiche, io
perso nei miei pensieri. E in questi pensieri mattutini ho
focalizzato la linea del laboratorio che da gennaio inizierò a
Calcio. Ho in mente delle immagini, ho in mente delle musiche, ho in
mente dei fantasmi e degli stereotipi. Ho in mente la danza e la
spiritualità. Con leggerezza e allegria voglio danzare il dolore e i
fantasmi, con leggerezza e allegria voglio esplorare la mente. I
testi nasceranno da improvvisazioni, le danze da una ferrea disciplina
, i colori saranno pastellati e gli occhi saranno quelli della mente
e un pochino anche quelli del cuore. Lavorerò con loro per dieci
incontri dedicati alla tecnica, alla formazione e alle
improvvisazioni, poi con chi ci starà, magari in un altro posto,
magari all'aperto, costruirò non uno spettacolo, ma un evento fatto
di sostanza e rappresentato con la leggerezza del vento e i colori di
un alba o un tramonto ai tempi della nebbia e delle piogge. Faccio
tantissimo movimento, solo con il cane sono almeno 4 ore al giorno di
camminate, dormo poco, non sono un mangione, si non sono grasso anche
se devo stare sempre all'erta, ma continuano a rimanermi quei
rotolini che si chiamano fianchi e pancettina e mi fanno una rabbia
boia. Ma chi fa la liposuzione, poi con il grasso ci fanno le
saponette? E' giovedì, domani venerdì e sabato il bello spettacolo
di Antonella Questa. A Romanengo perchè inseriti nel progetto tal
dei tali. Ci sarà un po' di traffico perchè prima presenteremo i
ragazzini che studiano musica. Ci dovrò essere anch'io perchè
faccio parte del progetto e perchè sono Piccolo Parallelo. Come ho
sempre ripetuto non ho nulla contro l'amministrazione di Romanengo,
però dopo i fatti , non volevo più entrare al teatro Galilei. Ma la
professionalità, il lavoro e il rispetto non sono acqua e ci sarò.
Ieri con i ragazzini della scuola per diventare aiuto cuochi ho
esagerato un pochino e ho fatto da base per diversi esercizi. Ora ho
la schiena, i polsi e tutto, un pochino a pezzi. Mi fanno tenerezza,
non li posso chiamare ragazzini, li devo chiamare uomini o donne, ad
esclusione di uno che lo devo chiamare “ehi tè capricorno”.
Dei tanti che erano, fissi sono ora una ventina. Non sono più
bambini, non sono ancora grandi e ogni tanto qualcuno mi guarda come
volesse chiedermi delle risposte, alcuni hanno dei problemini, altri
una vivacità per fortuna eccessiva. Molti ci hanno preso gusto e
alla fine della lezione vengono impettiti a darmi la mano e mi dicono
ciao. E questo fatto che vengono a darmi la mano, anche se non
voglio farlo vedere, mi commuove sempre tantissimo. Domenica dirò a
mia madre: dai usciamo da questo stato, butta via i magoni e le
tristezze. Butta fuori questi macigni che hai dentro e che non ti
permettono più di muoverti o di mangiare, sorridi perchè i tuoi
fantasmi e il tuo figlio o chissà cosa, ti sono vicini e ti sono
amici. Sono così sballato che ho paura di me fra qualche anno quando
ormai sarò definitivamente e irrimediabilmente vecchio.Speriamo che almeno il mio cane tenga botta. Un vecchio uomo e un vecchio cane rincretiniti piscioni e persi chissà dove. Ora si è svegliato e mi guarda come per dire "non si va più a mangiare?". Già. ciao
giovedì 27 novembre 2014
Dai che esistiamo pure noi
Anni
fa avevo strisciato con la macchina, porto la macchina dal
carrozziere. Avevo chiesto a Marco di venirmi a prendere. Ero
arrivato prima e aspettavo. Marco tranquillo, arriva mette la freccia
e sta per voltare. In quel momento arriva da una curva, a forte
velocità, un'altra macchina che non si accorge della macchina di
Marco, anzi cerca di sorpassarla. Impatto violento, le due macchine
messe molto male. La signora alla guida chiama il fratello, il
marito. Io vorrei chiamare i carabinieri, qualcuno, ma loro insistono
“siamo persone civili ci mettiamo d'accordo”. Sta di fatto che
poi loro hanno sostenuto che la signora andava pianissimo e che Marco
era fermo sull'altro lato della strada e al passaggio della signora
le aveva tagliato la strada. Quando poi sono stato convocato dagli
avvocati come testimone ( a parte il fatto che la signora , il marito
e il fratello, avevano raccolto “informazioni” su di me e
insinuavano come io non potessi essere attendibile in quanto “molto
vicino” a Marco, che due maroni sta cosa, qualcun altro dice ancora
che io sono coppia con Marco, lo denuncio) ho continuato a rispondere
alle domande e ai trabocchetti, ma non si riusciva a risolvere nulla.
Improvvisamente mi è venuto in mente una cosa banalissima cui non
avevo dato importanza, in realtà non era una cosa banale mi hanno
detto, e siamo arrivati alla conclusione. La signora e i suoi
familiari stavano mentendo spudoratamente e Marco aveva ragione. A
volte si creano situazioni complicate da cui non si sa come uscire,
poi basta poco e la soluzione arriva da sola. Sempre anni fa , a
causa di una piccola eredità e forte di alcuni documenti depositati
dal notaio, mia madre aveva combinato qualche casino. E dato che quei
documenti ad un certo punto sono scomparsi, mia madre e sua sorella
hanno rischiato grosso per via dei nipoti molto agguerriti. E fortuna
che l'eredità era poca cosa. Dico “ragazze non vi preoccupate, non
avvelenatevi il sangue risolvo io”. Una settimana a girare come un
segugio e non riuscivo a combinare nulla, poi improvvisamente mi ha
preso un raptus e ho iniziato a cercare una bigiotteria perché
volevo un anello d'argento fatto in una determinata maniera. Mi
vergognavo di me, in mezzo ai casini, vado a intestardirmi per
cercare un anello che alla fine ho trovato. Quando poi arrivo in
ufficio, presente l'avvocato dei miei parenti, iniziamo subito a
litigare. Era un ragazzo giovane, elegante, belloccio e determinato.
In contemporanea abbiamo battuto la mano sul tavolo e avevamo lo
stesso anello. Improvvisamente tutto mi è diventato chiaro e il
documento è saltato fuori. Mia madre e mio padre erano in vacanza a
Cesenatico, la sorella di mia madre a Cervia. Da cesena ho preso la
bicicletta e sono andato a trovarli, annunciando che avevo risolto
tutto. Morale della favola, mia madre mi ha sorriso e mi ha
abbracciato, sua sorella non mi ha neanche detto grazie e da allora
tutti i cugini da parte di mia madre non mi hanno più parlato.
Quello che voglio dire è come il cervello a volte, nei momenti di
confusione, può aiutarti fornendoti una chiave di cui non ti rendevi
conto. Mi è successo altre volte, improvvisamente una soluzione. Qua
in queste zone della bassa, quando si perde qualcosa si dice ( in
dialetto) “sant'Antonio dalla barba bianca, fammi trovare quello
che mi manca” e zac trovi subito la cosa che non trovavi. Io che
perdo tutto , uso questa formula almeno dieci volte al giorno. Chiaro
che Sant'Antonio poveretto, non c'entra nulla, però è qualcosa di
misterioso che ti fa scattare la testa. Perchè molte volte le
soluzioni ci sono e sono li a portata di mano, basta un piccolo
imput. Da quasi un anno mi sono buttato in una ricerca forsennata e
ho rischiato, sto rischiando, realmente di perdermi, oltre tutto il
resto che non è cosa da poco. Da quasi un anno ho perso molto tempo
a cercare senza trovare nulla. Che poi non è tempo perso: ho
conosciuto zone delle colline romagnole su verso le montagne di cui
non sapevo neanche l'esistenza. Zone bellissime, ostiche, piene di
storie intrighi, misfatti. Ho conosciuto gente che mi ha aperto il
cuore mostrandomi le proprie ferite, ho conosciuto l'ostilità di
alcuni parenti, ho ormai avviato un rapporto di , qualche volta,
divertita complicità con mia madre e con lei, da sempre grande
rompiballe, ora mi trovo bene. Ho fatto chilometri, sono incappato in
gente che mi controllava, ho rotto i maroni a preti e carabinieri, ma
non ho mai trovato nulla. Perchè non credo si possa trovare nulla. E
improvvisamente mi è venuta in mente una frase che ridendo mi aveva
detto mia madre, una frase banale che forse racchiudeva la verità.
Settimana scorsa ultimo sopralluogo negli uffici degli atti di
nascita del comune di Cesena. Cosa vai a spiegare che neanche io so
esattamente cosa? So lavorare negli archivi, so leggere e confrontare
i dati. Ma la possibilità di essere io a guardare e confrontare
archivi non mi è data. Infatti settimana scorsa ero arrabbiatissimo
e ho detto basta, non posso impazzire io per i casini o le tragedie
degli altri. Non so se esistono questi fantomaci fratelli o è uno
dei tanti involontari depistaggi di mia madre, quello che ormai so è
che non esistono documenti, non credo che esistano. E improvvisamente
ho capito che la verità non va cercata chissà dove, ma è molto più
vicina , molto più tragica e banale di quello che uno avrebbe potuto
immaginare. Le cose non succedono così in una notte e le persone
coinvolte appartengono ad un giro molto vicino. Fra le tante cose che
ho scoperto è che la levatrice di allora, dicono, fosse una delle
innumerevoli amanti di quel puttaniere di mio nonno. La verità è
vicina e non mi interessa più saperla. Per me troia detto di un uomo
o una donna, non è chi fa sesso magari in maniera smisurata, ma chi
nasconde tutto, da delle troie agli altri e parla dei valori della
famiglia. Chi magari butta un figlio per paura di perdere un marito,
una moglie e la credibilità di una famiglia perfetta. E cercare
ormai una madre e un padre naturali, solo per dare loro delle troie,
è fatica sprecata. Anni fa con la morte di mio padre avevo sognato
che mi dava in eredità un tappeto consumato e una chiave con il
numero 45. Avevo cercato di farci uno spettacolo poi naufragato. In
questi giorni che ho detto basta, i sogni continuano a tormentarmi e
cercano di darmi la chiave. E' il mio cervello che dice Enzo sveglia,
è qui a portata di mano la verità. Tutto in una notte, non avviene
improvvisamente e qualsiasi nome mi fosse stato dato, non potrò mai
essere io quel nome perché un nome, anzi due, ce li ho già. Mio
padre negli ultimi anni diceva che io non ero un figlio, ero molto di
più. Mia madre ora dice che sono suo padre, sua madre, il suo
fratello preferito, che sono il suo angelo, non mi dice più che sono
suo figlio. Verso la fine della guerra , mia madre era una ragazzina
e fuggiva sempre, non è mai andata nei rifugi e credo abbia visto
molte cose drammatiche. Come i tedeschi che avevano ammazzato dei
ragazzi e delle famiglie e forse i miei fratelli , come lei li
chiama, erano solo dei bambini piccoli che lei era riuscita a
nascondere e le cui vite ha continuato a seguire per diversi anni.
Sempre in quegli anni mia nonna era stata chiamata per riconoscere i
corpi di due suoi cugini, un prete e un frate, barbaramente
massacrati , mutilati ed infine impiccati ad un albero. Sono successe
molte cose in quel triangolo di pochi chilometri di terra e mia
madre, ragazzina, credo abbia visto troppe cose e ora queste ferite
le ritornano impietose mescolandosi fra di loro. Di tutto questo
materiale che ora ho nel cuore chissà forse fra qualche anno nascerà
uno spettacolo o un romanzo, o forse rimarrà, come credo sia giusto,
li. La solitudine può essere una cosa terribile e impietosa, ma a
volte diventa, pur involontariamente, una scelta e uno stile di vita
a volte piacevoli. Ho il mio cane carico di adrenalina che la sera si
acquieta e sdraiato sul divano avanza di pancia fino a mettere il suo
muso sulla mia mano. E io gli dico “felice Peter di averti
incontrato”. E' uguale a me , non è altissimo, è tozzo, sembra
cattivo, ma è dolcissimo, è scuro, ha gli occhi scurissimi sempre
tristi che sembrano di una persona orientale. Ha il sonno complicato,
spesso si lamenta nel sonno, abbaia, mugola, russa, piange, ma gli
basta che gli faccia le carezzine sulla pancia e gli passa tutto e il
sonno ridiventa tranquillo.Ai tanti, tantissimi come me, con ferite e
strappi nel cuore, un abbraccio, una carezzina sulla pancia e un
sorriso "dai che esistiamo pure noi".
venerdì 21 novembre 2014
vuoi sposarmi?
Stamattina mi sono svegliato con in testa la frase di Giovanni, un
amico di Bologna : “sto leggendo il blog come puntate di un
romanzo”. Ho in mente anche un'altra frase di Gianni, amico di
Cesena: “ datti una mossa e inizia a scrivere seriamente”
suppergiù. Un mese fa mi aveva scritto una ragazza che ha una casa
editrice chiedendomi se volevo collaborare con loro. Le avevo
risposto che la scrittura è una cosa seria che va fatta seriamente,
mentre io con il blog ci sto giocando un pochino neanche mi preoccupo
se le regole ogni tanto se ne vanno per i fatti loro. Con le case
editrici ho avuto dei problemi in passato, quando credevo che sapevo
scrivere e magari mi immaginavo grande romanziere. La prima volta
con la feltrinelli, avevo 20 anni e mi aveva convocato un dirigente a
Bologna confondendo quello che avevo scritto con quello che ero io.
Era la storia complicata di crescita erotica e sentimentale di un
ragazzo bellissimo e un po' baldracca. Niente a che fare con me.
Assodato che non sono bellissimo, e assicuro neanche baldracca. Il
dirigente mi chiedeva di cambiare il finale e altre cose e l'ho
mandato a cagare. Poi i miei testi teatrali , specie il Caravaggio
che mi sono stati chiesti da tanti, ma non mi interessava. Ho sempre
detto che conosco persone che scrivono da dio e che lottano per fare
che questo diventi la loro professione. Io no, mi piace scrivere, e
basta. Quindi scrivo, non ho nessuna strategia di “marketing” e
faccio in base alle lune e agli umori. Però ho capito una cosa, io
intollerante a qualsiasi regola, che un minimo di costanza e di
scadenze dovrebbero esserci. Principalmente per me. Quindi, non so se
ci riuscirò, ho deciso di scrivere questo mio romanzo della banale
quotidianità, quasi come i grandi romanzieri del passato che
scrivevano a puntate sui giornali. In poche parole, cercherò di dare
a questo blog una cadenza settimanale e chiedo scusa ai romanzieri,
grandi o piccoli che siano. E anche agli amici che hanno la pazienza
di continuare a leggermi. Ragazzi vi voglio bene, perdonatemi.
Stamattina mi sono anche svegliato con un pensiero : voglio sposarmi.
Passa presto lo so e infatti è già passato. Ieri a cena ho visto
in televisione la storia di due ragazzi che si erano sposati in
Norvegia. Dopo le mie tantissime astinenze, mica le vado a rovinare
con una avventura una botta e via . Quindi dovesse casomai
avvicinarsi qualcuno a me, ormai situazione improbabile, gli dirò :
“ vuoi sposarmi?” e lui dovrà rispondermi “ per un'ora, una
sera, una notte, o una vita?” e qua dipenderà da chi e se me lo
chiederà. Ho bisogno di fare il cretino, continue litigate al
telefono con la sorella di mia madre e con sua figlia che sono come
tarli arroganti che vorrebbero penetrarti nel cervello. E' brutto, tu
ti fai il culo, lotti da anni, fai i salti mortali per garantire un
minimo anche la tua vita e poi arrivano loro a dire cosa e come devi
fare. E a volte si vorrei essere stronzo, vorrei rispondere a tono,
vorrei essere meno educato. Ma vedo situazioni che sono anche
peggiori, quindi buonino Enzo, la vita va avanti. E' terribile questa
cosa che tu sei solo, nel senso che non hai una famiglia, nel senso
che non sei sposato , ed è come tu non avessi visibilità, nel senso
che qualsiasi cretino di parente si sente in autorità di dire, fare
e disfare a proprio piacimento. Anche peggio quando ci si mettono i
preti e i politici. Non so se per mio carattere o perchè sono della
vergine, se poi dovessi scoprire che non sono neanche della vergine
sarebbe il tracollo definitivo, però quando scoppio faccio danni e
già nella mia vita ne ho già fatti qualcuno, di danni. Continuo a
fare sogni strani incasinati, brutti. Non è che io desideri
sposarmi, vuoi mettere però che vado dai miei parenti e dico “
questo è mio marito , oppure questa è mia moglie” in base a
quello che mi è capitato in quel momento? C'era un amico dei tempi
bolognesi che desiderava tantissimo sposarsi, per la cerimonia in sé,
per i regali, il pranzo, il viaggio. Si fidanzava anche e dato che
non gliene fregava niente, dimenticava le fidanzate a casa mia.
Questa è stata una delle volte che sono scoppiato. Il cane sta
sentendo i miei umori e quando scende dalla poltrona per cercare una
coccola, va da Marco senza accorgersi che esisto anch'io. Bella
intervista in questo momento a radio popolare da parte di Marco,
domani sera abbiamo il nostro Caravaggio. E' talmente faticoso, non
per me che sto in regia, ma per Marco, ma lui vuole continuare a
farlo anche se io continuo a ripetere “non hai più l'età”. E
lui mi risponde “pensa per te”. Io quando faccio l'attore dopo
cinque repliche mi sono già stancato. Voglio danzare. Prima della
morte di mio padre e dei tracolli di mia madre, pensavo ad uno
spettacolo per me in cui danzavo. Ho rimandato. Certo che se continua
di questo passo, mi ritroverò fra qualche anno a danzare su una
sedia a rotelle, elettrica per fare meno fatica. Ho chiesto ai
ragazzini della scuola da chef “ siete mai andati al fiume e avete
mai danzato nell'acqua?” mi hanno guardato come a qualcosa di
strano. Bisogna fare presto perchè con tutto il consumo di suolo che
c'è e che continua ad esserci, fra poco scompariranno i sassi, la
ghiaia, la sabbia e anche i fiumi. E uno per cercare di danzare
nell'acqua dovrà aspettare le piene e le alluvioni che tutte le
volte i politici sembra caschino dal pero. Dopo tanti tentativi e
fallimenti, ho telefonato ai carabinieri di un paese di mezzo fra i
due paesi in cui dovrei essere nato. Ho parlato con il capitano, ho
detto riuscite a darmi una mano? Anche lui, molto gentile, mi ha
risposto “ sono passati troppi anni”, però se trovo qualcosa ti
faccio sapere. Porca miseria devo portare il cane a fare il giretto e
dargli da mangiare che già lo vedo che mi sviene per strada. Magari
mi arriverà una telefonata “siamo i carabinieri di ...” e io
inizierò a farfugliare “ cosa ho fatto?” . Dai il nervoso da
parenti è passato e il mio cane ha appoggiato il muso sulla mia gamba. Lo amo.
giovedì 13 novembre 2014
la torta era buonissima e io sarò li per il nostro pubblico
Succede che hai un po' di menate in testa, ti è partito il computer,
hai dimenticato gli occhiali, hai litigato al telefono con parenti
ormai insopportabili, hai appena parlato con l'ultimo prete
contattato che ti dice non riesco a trovare nulla, giornata da
sbattere la testa contro il muro e suonano il campanello. Non riesci
a trovare le chiavi , gridi a Marco che è al telefono “tieni il
cane per favore”, finalmente riesci ad aprire. Sulla porta un bel
giovanotto, grande sorriso. In mano ha una torta, una favolosa
crostata alla marmellata di arancio. “l'ho fatta io per voi, per
dirvi grazie”. Ti sciogli e ti senti debitore per questo raggio di
sole. E poi il pomeriggio in giro con il cane pensi “ ma porca
miseria Enzo, sei attorniato da gente straordinaria, hai tanta gente
che ti vuole bene, persone in carne ed ossa e non fantasmi , gente
che ti sorride con simpatia, senza che tu abbia fatto nulla, e ti
perdi ancora nelle tue piccole depressioni autoreferenziali?”. La
solitudine appartiene a tanti, la vita faticosa appartiene a tanti, e
tu con tutte queste persone che ti sorridono, hai anche un cane che
ti sorride pure lui, osi ancora lamentarti? Ieri in radio ho sentito
l'intervista al giovanotto argentino , figlio di madre assassinata e
poi appena nato, dato in adozione e dopo trentasei anni riesce ad
incontrare la nonna paterna. Bella intervista, senza rancori e senza
rimpianti, ma piena di vita. L'avevo già detto, non è una famiglia
che vado a cercare, non è una identità, ce l'ho una mia identità
ben precisa. Neanche radici, ho anche quelle, un po' volatili, ma le
ho. E' una mancanza di non so cosa, è un tassello per completare, si
fa per dire, un puzzle. E' venuto a trovarmi un amico appena
ritornato da un lungo viaggio e abbiamo deciso che il bello della
vita non è trovare, ma cercare. Se uno ha trovato tutto , cosa gli
rimane? E il bello della vita, penso io, è la vita stessa. E' lei
che può sconfiggere la morte, non la morte reale che poveretta c'è
e non si può far nulla, ma l'idea di morte che invade una società e
la fa piombare nel rancore e nel torpore. Ho amici che gli sono morti
il padre o la madre che erano ancora piccoli. Sono ferite che non si
rimargineranno mai ed è giusto che rimangono perchè una parte di te
se n'è andata, però la vita , pur con le ferite, va avanti e ogni
tanto è capace di sorriderti. Ieri ho iniziato il primo laboratorio
di stagione. Questa estate in ospedale con mia madre, Marco mi
telefonava e io dicevo si a tutto, così mi sono ritrovato a condurre
un laboratorio per ragazzi che vogliono diventare chef ( una volta si
diceva cuoco), pensavo fossero 15, poi mi hanno detto che erano 20 e
ne ho trovati 27. Tanti, un po' difficili da gestire, però sono piacevoli e
mi sono trovato benissimo con i loro insegnanti. Mi fa impressione
che questi ragazzini di 15/16 anni passino già tante ore in cucina
alle prese con coltelli, fornelli cibi. Mi dicono che sono seri e
bravissimi, missà che è la volta buona per imparare anch'io a fare
da mangiare. Domani, venerdì 14 , presentazione della stagione a
Calcio. Non sappiamo se e quanta gente verrà. Marco prevede un
centinaio di persone, io una cinquantina, ma se fossero duecento non
sarebbe male. Ci sarà anche una mostra importante dedicata ad Alda
Merini che comunque a Calcio ha lasciato un segno molto più
importante di quello che avrei mai immaginato. Ci sarà anche Alex
Corlazzoli a presentare il suo ultimo libro. È un tipo piacevole,
tosto e adrenalinico. Sembra , in miniatura, la bella copia giovane
di Cacciari. Pur senza rimpianti, ( in ogni caso e l'ho sempre
ripetuto, non ci siamo trasferiti a Calcio, abbiamo trasferito la
nostra stagione nei teatri che hanno deciso di ospitarci, poi
vedremo. Cosa sarà il prossimo anno si vedrà) però inevitabile che
, come un film, ti passino davanti gli occhi le immagini di questi
tanti anni in cui abbiamo dato dignità di teatro ad un bel
auditorium di scuola media. Anni grandi e importanti in cui, anche da
noi, il teatro italiano ha avuto la possibilità di confrontarsi.
Non solo il teatro. Della organizzazione ho sempre amato seguire il
pubblico e gli artisti e questo è un bel patrimonio. Degli artisti,
quelli che venivano solo per il cachet e la data e non gliene fregava
nulla del resto, dimenticati. Ma sono stati pochi, la maggior parte,
arrivava e quasi ti consegnava il proprio cuore. Ho amato seguire le
prove, ho amato seguire le loro evoluzioni nel corso degli anni. Dei
tanti tantissimi che ho amato, mi piace ricordare Fernanda Pivano che
a tavola divideva i propri tortelli con Marco e gli chiedeva se la
sposava. Oppure Raiz che è arrivato timido nel suo cappottino e
berrettino. Complicato , in crisi, sensibile, dolce, di grande
intelligenza. Uno di quei giovanotti che li vedi per strada neanche
li noti, eppure, appena entrato in scena è diventato una poderosa e
sensuale bestia da palcoscenico. Mi piace ricordare Giorgio Rossi che
i vestiti gli danno sempre un po' fastidio e una volta che era
rimasto in mutande, qualcuno in paese ha sparso la voce che al
Galilei spettacoli sempre scandalosi. E ancora Moni Ovadia, prima che
diventasse famoso , poi un laboratorio che aveva fatto e io mi ero
arrabbiato perchè aveva trattato male i miei ragazzi. Poi anni dopo
, già famosissimo e di nuovo riappacificati, ci ha dedicato una
intera giornata. E concludo con Sandro Lombardi che appena arrivava
diceva “ mi sento a casa” Potrei continuare all'infinito , si è
venuto anche Paolini, e potrei scrivere un trattato , ma la cosa più
bella, oltre il teatro e gli artisti , oltre a me e a Marco, erano e
sono le persone del nostro pubblico. Anche loro in questi anni tanti
cambiamenti. Alcuni sono morti, alcuni sono partiti per altre città,
altri viaggi, però li ho tutti nel cuore. E' più bello e commovente
di un tramonto seduti su di una montagna. In questi anni ho avuto
molti problemi e ostacoli a livello politico, io faccio paura non per
gli spettacoli nostri o per quelli che presentiamo, è perchè sono
fuori da tutte le regole e amo la gente. Parlo di rispetto, apertura
della mente, parlo di cose di cui non si dovrebbe parlare, mi
arrabbio con chi predica l'idea della famiglia e poi di famiglie ne
ha tre o quattro e la sera magari va anche a puttane. Mi arrabbio con
chi adora un dio come immagine dimenticandosi del dio reale. Parlo di
omosessualità che non è una cosa sporca, è solo un aspetto della
diversità degli esseri umani. Io ateo parlo della vita come cosa
sacra. Perchè prima degli spettacoli io sono sulla porta, mi piace
stringere le mani, mi piace sorridere, mi piace guardare negli occhi
le persone e dare un po' del mio e rubare un po' del loro cuore. A
volte con Marco, spesso, ci troviamo a fare il resoconto delle nostre
vite. Vediamo i nostri amici che nel frattempo sono diventati padri,
madri, nonni, che hanno delle belle case e diverse sicurezze. Poi ci
mettiamo a ridere e Marco mi dice “ a me la mia vita piace e non la
cambierei”. Si dai , neanch'io la cambierei. E quando e se,
riuscirò a trovare i miei probabili fratelli, non sarà la mia
famiglia, saranno solo uno dei tanti tasselli che mancano alla mia
vita. Forse non succederà mai, ma io ogni tanto prima di dormire
mando loro un saluto, come mando un saluto sempre a tutti i miei
amici. Dico ciao, lo dico anche ai fantasmi che popolano la mente,
dico, prima di dormire, ciao ragazzi e ragazze, grazie. Lo dico anche
a Peter il mio cagnolotto “notte picio”. Domani ci sarò, sempre
che nel frattempo non succeda qualcosa a Cesena, aspetterò le
persone che non sanno dov'è il teatro, nella piazza di Calcio così
da fare un pezzetto di percorso assieme. Quindi se vedete un cosino
strano con la faccia da straniero, aggirarsi nella piazza di Calcio,
non chiamate la polizia, sono li per il nostro pubblico.
martedì 4 novembre 2014
il signore dei cani e il samurai di Kurosawa
Un po' qua un po' a Cesena, il cane comincia a fare confusione sugli
orari e anche sui comportamenti. E io che mi sento in colpa, gli sto
concedendo un po' troppo e questo non fa bene né al cane né al
padrone. Da un po' di tempo si sveglia alle quattro e inizia a fare
le sceneggiate. Stamattina alle quattro mi sono alzato, ho aperto la
porta e gli dico adesso vai fuori lasciami dormire. Ma senza di me
non esce, allora gli ho buttato il giocattolino giù per le scale. Ho
lasciato la porta aperta, non era freddo tirava vento, cambiare
l'aria fa solo bene e ritorno a letto. Dopo un po' mi devo alzare c'è
movimento, vado a vedere i cani sono tre. Butto fuori le due border
collie , mi tengo il mio cane e chiudo la porta, alle cinque e mezzo
mi sono alzato definitivamente. Dove abito, il mio cane sta bene, lo
spazio è enorme, c'è anche il laghetto, il ruscelletto e le lepri,
il problema che non vorrebbe mai uscire dal cancello. Il problema
adesso sono anche le due border collie che pur avendo un padrone, pur
coccolate da tutti, hanno deciso di adottarmi e stazionano
perennemente, anche di notte, sulle scale di casa. E quando giro con
il mio, loro ci seguono sempre. Dove abito mi chiamano l'uomo dei
cani. Qualche giorno fa dico basta sto merdaio e faccio una bella
pulizia di casa. Soddisfatto , tutto pulito, il cane addormentato sul
mio letto (7,30 del mattino) faccio ancora un po' di cosine , poi
vado nella sala e vedo sporco, non riuscivo a capire. Le due
cagnette si erano trascinate di pancia dalla porta fino sotto al
tavolo. Hai un bel da dire “oh ragazze, avete una casa , avete un
padrone, cosa volete da me?”. A volte la gente dice “ un cane può
essere meglio di una persona”. No dai, un cane pur adorabile, è un
cane e una persona è pur sempre una persona. E in questo periodo le
persone mi mancano tantissimo. Da tre, quattro anni non leggo un
libro, un giornale, non vedo un film, non vado a cena fuori, non vado
in giro né in qualche localaccio, non faccio quelle cose belle
chiamate cosacce. Ma non mi creo dei problemi, ci sono altre urgenze
ed inutile farsi menate. Quando sono a Cesena faccio praticamente
un'ora in giro con il cane, due ora da mia madre. Fino a sera. A
volte mia madre dorme in continuazione neanche si accorge della mia
presenza, ma voglio esserci. Giusto non giusto non lo so, ma credo
sia importante non fare sentire una persona, tua madre, sola. Ormai
sono di casa e mi trattano tutti con affetto, ogni tanto porto anche
il cane e riesco a creare un piacevole trambusto. Lui è felice di
entrare in struttura e di beccarsi le coccole di tutti. Però la sera
quando esco, l'ho sempre raccontato, il cuore è pesante e anche la
testa. Ho quasi l'impressione che il cervello mi si spappoli un
pochino alla volta. Una amica mi aveva scritto perchè preoccupata
per le mie ricerche, preoccupata che io possa cadere in quel buco
rischioso chiamato in tante maniere. Non sono le ricerche a crearmi
dei problemi. Ormai do per assodato, le paure sono altre,
dall'infanzia in poi mi sono ripiombate tutte addosso. Non sono le
ricerche delle mie origini a crearmi dei problemi, non più, qualche
volta. Chiuso con il prete Boliviano che pur con tutta la
buona volontà, neanche conosce tutti i paesi di cui parlo, ho
trovato un altro prete che gli sono diventato simpatico perchè gli
ho detto che sono stato in seminario e molti miei amici lui li
conosce. Lui ha a che fare direttamente con il paese che ho scritto
sulle carte. Però finora nessuna risposta. In quel paese non ci vado
più, mi mette angoscia. Il numero della strada non riesco a
trovarlo, ma ci sono due case, prima di arrivare al paese, che non
hanno numerazione. Una sulla destra, è una bella enorme casa
contadina con tantissimi fiori, un po' lasciata andare, ma bella.
Passando un giorno ho visto un uomo che aveva i capelli come i miei.
E sono scappato. L' altra casa, sulla sinistra è una casa enorme con
finestre e porte piene di inferriate. Sembra ci debba essere un
arsenale militare tanto è blindata. Non è la classica casa
contadina, sembra abbandonata, sempre porte e finestre chiuse, ma c'è
un cane grosso nero e un cavallo bellissimo. Ogni tanto anche un
trattore. Qui in mezzo a due alberi c'è un palo e sopra , quasi una
bandiera , un cavallo a dondolo per bimbi piccolissimi. Non vado più
in quei posti, perchè soprattutto questa casa blindata mi crea
delle fitte impressionanti al cuore e delle scariche violente al
cervello. La mia tattica era di farmi vedere e di fare parlare di me.
Ma non posso andare oltre quello che sono già andato perchè devo
proteggere mia madre. Le devo tanto, è lei mia madre, ora
è confusa nei suoi fantasmi e non vogli le cadano addosso anche le
inevitabili chiacchiere di gente e parenti. Però da quando ho
iniziato a muovermi, strani movimenti stanno succedendo. E' da una
vita che stanno succedendo e a volte non capisco se sono sano o
completamente paranoico. L'ultimo avvistamento al paese, quello
ufficiale. Al cimitero. Che uno non ci capita per caso dato che è
isolato su di una collinetta. Arrivo, sempre presto, un po' perchè
non ho voglia di vedere nessuno, un po' perchè ho sempre tante cose
da fare. Spesso vado con il cane, ma non lo porto più dentro perchè
ormai considera il cimitero come suo e se entra qualcuno gli abbaia
mica da ridere. Il cane lo lascio in macchina, finiti i miei giri,
faccio fare il giretto a lui. Dicevo, c'era parcheggiata una jeep, di
quelle grandi che costano più di un monolocale. Parcheggio dietro,
mi accorgo che la macchina ha il motore acceso , ma non faccio caso.
Appena entrato al cimitero, che è piccolissimo, sento arrivare dei
passi. Un signore suppergiù della mia età. Faceva finta di
gironzolare e guardare le tombe. Gli ho detto buongiorno, mi ha
risposto buongiorno, ma la strana sensazione che mi guardasse di
nascosto. Poi sono uscito e fortuna era arrivato il sacrestano ad
aprire la chiesa per cui ho tirato fuori il cane dalla macchina e ho
iniziato a parlare con il sacrestano che non è proprio il
sacrestano, ma un giovanotto che alle messe suona la chitarra.
Subito è uscito l'altro signore e non so per quale motivo è stato
colpito dal cane. Ci siamo guardati per un attimo, lui la faccia
molto seria. Mi sono sempre vantato , appeno vedo una persona, di
vedere subito tutto l'insieme, dal tipo di scarpe, ai capelli.
Ultimamente vedo solo particolari e non so più vedere il totale. Di
questa persona mi ha colpito l'aspetto . Fisico eccezionale, poco più
alto di me, ma sembrava me quando avevo trenta anni. I capelli.
Pelato e i capelli solo ai lati. Quando ci siamo guardati ho pensato
: “sembra uscito da un film di Kurosawa". Poco più giovane o
anziano di me, non so, però ho realizzato dopo, sembrava me da
giovane come mi fossi rasato i capelli in fronte, così come i
samurai dei film di kurosawa. Mia madre sa vedere le cose nei sogni e
un giorno mi aveva detto: “anche i tuoi fratelli ti stanno
cercando, ma non sanno chi sei”. Una volta mi aveva anche detto “
quello più vecchio mi conosce, ma non sa che sei tu il fratello che
stanno cercando”. Mi sono guardato allo specchio e mi trovo
enormemente invecchiato e avere in continuazione a che fare con le
malattie e i fantasmi , non fa bene alla salute. Fra una settimana
partiamo con la presentazione della stagione. Spero di riuscire a non
essere più assente così come lo sono stato in questi miei ultimi
anni. Il signore che ho visto sulla jeep, mi dava l'idea di un
geometra o architetto. Forse più geometra perchè sono loro che gli
piace farsi vedere con i macchinoni. Chissà se lui o gli altri usano
il computer o sanno minimamente navigare in internet. Se sanno il
mio nome e cognome, non è difficilissimo trovarmi. Mi piacerebbe
chiamarli a casa mia e dormire per una notte tutti insieme nel mio
lettone. Poi ognuno per la sua strada. Il cane inizia ad essere
insofferente e anch'io. Gli dico dai Peter andiamo a casina ed è già
subito in piedi. Ma porca troia le vite complicate.
mercoledì 15 ottobre 2014
Sette vite come i gatti e la promessa a Mario
“han sette vite come i gatti” bello il titolo di Sussurrandom
dedicato alla nostra prossima stagione. Davanti io e Marco, in mezzo
una araba fenicia. Il sottotitolo “cacciati da Romanengo....”
fa colpo. Non mi piacciono i vittimismi per cui non mi sento
assolutamente cacciato, ma come parte di una naturale evoluzione
delle cose. Nessuna guerra, nessuna sconfitta, nessuna vittoria, le
cose cambiano. Poi cosa succederà non lo so, vedremo. Stiamo
rischiando non molto, moltissimo e dopo la stagione e Odissea di
questa estate, tireremo le somme e a me, come ho sempre detto,
rientrare nelle compagnie di giro e dedicarmi ai miei spettacoli, non
mi dispiacerebbe. In ogni caso ora dobbiamo ringraziare tante , ma
tante persone. Da chi ci ha dato solidarietà e sorrisi fino ai
comuni che hanno deciso di ospitarci, agli artisti la cui
collaborazione e amicizia sono stati fondamentali, fino alle persone
del nostro pubblico che speriamo possano continuare a seguirci e a
sostenerci. Quando anni fa ho lasciato Bologna e già avevo lasciato
Cesena, ero affascinato da queste zone e la prima cosa che ho fatto
è stato di cercare di comprendere la storia e le economie che sono
quelle cose che poi portano al presente. E tutti i libri, a volte un
pochino faziosi, che di volta in volta i comuni mi regalavano, sono
diventati materiale prezioso. Rimpiango i periodi in cui ero topo di
biblioteca e andare per esempio a sfogliare libri antichissimi o
vecchi giornali era il massimo della goduria. E si scoprono cose
strane, movimenti umani strani, paludi diventate città, guerre
continue e invasioni continue. Dai romani in poi in queste zone ci ha
stazionato di tutto. Mercanti , soldati da tutta Europa con relativo
materiale umano al seguito, porti di acqua, commercianti ebrei. E il
bello , così come in tutta Italia, ogni paese, pur piccolo, ha
enormi differenziazioni e caratteristiche che li rendono unici e
belli. Qua in zona c'erano le strade che portavano a nord sud
est e ovest e quindi le grandi chiese nei punti strategici, fari
nella nebbia forse, controlli sociali sicuramente. A Calcio c'è una
delle chiese più grandi di tutta Italia. A Pumenengo invece hanno un
santuario più piccolo, però hanno la Madonna che cambia direzione.
Calcio , che sarà sede della maggior parte degli spettacoli, è in
apparenza come uno dei tanti paesi. Ci passi in mezzo e neanche lo
noti. Come Romanengo , uno fa la strada principale, entra da una
parte ed esce dall'altra, e dice “tutto qua?”. Bisogna fermarsi e
non dare nulla per scontato e le sorprese diventano tante e molto
belle. Ma non è di storia o di paesi che voglio parlare, ma di
murales, di scritte sui muri, di graffiti. L'ho promesso a Mario e
ogni promessa va mantenuta. Mario scusa la mia stupidità. Ci sono
dei paesi qua in Italia che nel murales hanno trovato la loro forza,
intere facciate continuamente rivedute. A Milano un muro del parco
nord, zona Niguarda, diviso a settori è interamente dipinto. Non so
se commissionato o opera clandestina. Qua mi sono perso un attimo sul
concetto di murales o di graffiti, in ogni caso lavori splendidi. In
giro per internet compaiono spesso facciate di palazzi dipinte come
dei tromp d'oeil. Poi ci sono le scritte, sembra quasi che noi
italiani siamo tutti pittori poeti e scrittori. La
scritta più bella e l'avevo già riferita, su di un muro di Cesena.
Un ragazzo si lamentava che avrebbe voluto fare l'amore per la prima
volta, invece si era dovuto arrangiare da solo. Pronta la risposta in
un altro scritto : “ anch'io è una vita che mi faccio le pugnette,
ma non lo vado a scrivere sui muri”. Se in autostrada hai
bisogno di un bagno, non ti serve il giornale. E anche qua al di la
dello scontato quasi sempre, a volte ti trovi dei piccoli capolavori
di letteratura erotica. A Romanengo, che io sappia, ci sono due
murales che hanno una storia importante . Uno incornicia la cassa del
teatro. Non c'erano soldi , era iniziata una collaborazione con il
liceo artistico di Crema, il sindaco aveva fatto loro una proposta e
loro avevano accettato. Questi ragazzini tutte le mattine prendevano
la corriera per venire da Crema a Romanengo e con enorme serietà,
caldo o freddo , hanno portato avanti le loro opere. Quella alla
cassa del teatro a me piace molto, peccato che , forse i ragazzini,
ogni tanto lasciano cazzate scritte con il pennarello. Peccato perchè
può piacere, può non piacere, ma è una opera d'arte. Pensata,
vissuta, sudata. Forse verrà cancellato,è comunque storia del
paese. L'altro murales è da commozione. C'è un sottopasso che
collega Romanengo al cimitero. Qua, sempre i ragazzini del liceo
artistico, sempre senza soldi, hanno dipinto scene di vita del paese.
Case, strade, gatti, cani, un topo, una nutria. Con uno sguardo
pulito da ragazzini appunto. Era nella idea del sindaco, la voglia di
dare un dolce e delicato saluto alle persone che morivano e che
venivano accompagnate al cimitero. Ci passo spesso con il cane, lui
sa che li non deve fare pipì rischio pisello tagliato, e questa idea
riesce sempre a commuovermi. E' l'idea di un paese che dice a chi va
per sempre “ non avere paura, non ti lasciamo solo”. E' un
abbraccio. Purtroppo il tempo e l'umidità del sottopasso iniziano a
fare danni. Noi per ora non lasciamo Romanengo, abbiamo una nostra
sede e sobbarcarci altre spese non ne abbiamo voglia. Però l'avventura è
partita, un po' di ansia, chiaro, nuovi rapporti da costruire, poi
come dicevo si vedrà. Siamo ai confini delle province di Bergamo
Brescia e Cremona, Calcio è bergamasca. Cittadina discreta e non
subito eclatante come per esempio Rudiano, Soncino, Orzinuovi o
Ostiano gli altri comuni che ci ospitano. Basta parcheggiare e
lasciarsi un attimo andare e una delle cose che noti sono questi
dipinti sui muri, mai troppo appariscenti, non intere facciate, però
a volte abbastanza grandi. Per la prossima estate abbiamo pensato per
Odissea ad un piccolo tour seguendo appunto questi dipinti. Che non
sono tantissimi, poco più di trenta credo, ma è una sorta di
impronta che magari scolorisce, ma c'è. Sono assolutamente
favorevole al consumo di suolo zero. La bellezza di questi paesi non
è cercare di diventare sempre più grandi , ma iniziare a
valorizzare e a ricostruire su ciò che c'è già. L'amore per un
territorio non è la distruzione tramite nuovi agglomerati anonimi,
rotonde eccessive, centri commerciali ormai vuoti o strade da fare
invidia a Los Angeles , ma vuote come i grandi centri commerciali. Se
uno parte da Soncino, verso Orzinuovi per andare a Brescia o se da
Calcio si prendono le superstrade per Bergamo, si accorge di questa
distruzione. E allora ben vengano dipinti, affreschi sui muri che per
me stanno anche ad indicare che nella vita si muore, ma il ricordo di
noi, bello o brutto che sia, rimane
sabato 11 ottobre 2014
caduto da un ufo
Ogni tanto ci si demoralizza, poi ci si rialza e via via con tempi
sempre più lunghi e una stanchezza che diventa sempre più pesante
sia a livello mentale che fisico. E finchè c'è la speranza la
voglia e il desiderio di rialzarsi, va bene. Se dovessi prendere
adesso il cane, non lo prenderei perchè non si riesce a fare tutto,
ma sono contento di averlo preso perchè anche se faticoso, mi
rigenera la vita. Non è faticoso il cane, ma da quando ce l'ho gli
avevo promesso che minimo quattro ore al giorno l'avrei fatto
camminare giocare e correre e questo minimo quattro ore al giorno le
ho sempre mantenute e superate. Anche a acosto di non dormire. Ma quando si fa male e si fa male
spesso, dato che è giocatore di rugby, non si lamenta , ma viene da
me, ma quando lo asciugo o lo spazzolo inizia a scuotersi fino a
cadere per terra con le gambe per aria, ma quando dormo arriva e
inizia a sbattere le orecchie finchè non mi sveglio e gli dico “
dai sali sul letto”. E allora la stanchezza e le malinconie
scompaiono e gli dico “Peter, felice di averti incontrato”. Oggi
ho detto cosi' anche a mia madre preoccupata per il mio continuo
correre avanti e indietro: “Si deve fare si fa, felice di averti
incontrato”. Non ho mai chiamato mio padre o mia madre con “mamma
o babbo”, ma sempre con il loro nome e anche i loro fratelli non li
ho mai chiamati zii, ma sempre con il loro nome o soprannome. Un po'
strano forse, ma è così e non ne so il motivo. E' un casino in questi giorni, ma più che
casino è proprio nebbia nel cervello. E sono stanco. Circa un anno
fa la mattonata in testa, poi prove riprove, ipotesi varie, fatti
strani continui senza mai arrivare ad una soluzione o una verità
definitivi. Consapevole che spesso la verità può dipendere da diversi
punti di vista. Ho visitato paesi, ho fatto, faccio ricerche continue
in internet, qualche volte mi sono rivolto a persone che avrebbero
dovuto sapere, ma mi sono ritrovato con dei pesci in faccia. Sui
paesi di cui parlo sto scoprendo realtà che neanche l'immaginazione
più fervida. Terre di confini sempre spostati, terre di ripicche da
guerra e dopoguerra che sembrano non avere limiti, fascisti,
partigiani, finti partigiani. Storie di soprusi, di omicidi, di
tradimenti, di gente ricchissima e di gente in totale povertà.
Storie di miniere e di traffici vari. Storie di gente che partiva per
il Belgio o per l'Australia. Storie del dopoguerra italiano, un
dopoguerra che si è trascinato per anni. In questi giorni non ho più
voglia di cercare e per ora ho gettato la spugna. Dico per ora perchè
conoscendomi, se devo arrivare ad una cosa, a costo di massacrarmi,
ci arrivo. Si dice così , tanto per fare un pochino gli sboroni. E a
proposito di sboroni - in Romagna non esiste la parolaccia, ma la
costruzione di una frase che vorrebbe essere offensiva, ma spesso
diventa ironica – oggi ho sentito questa frase di un ragazzo che
parlava al telefono con un amico : “se a te piace fare lo sborone
va bene, ma non puoi sempre fare lo sborone con il mio culo” in
dialetto. Ho spesso discussioni con Zappa il mio socio che da bravo
bergamasco, non riesce a capire queste sottigliezze e mi dice che
sono volgare. A me ste frasi piacciono tantissimo. Come la frase che
ho sempre riportato del ragazzo in ospedale. Esasperato dalla madre
che stava male, le aveva detto ( sempre in dialetto) : se da piccola
ti avessero mangiato le troie, non saremmo stati tutti meglio?”.
Con una frase del genere cosa fai? Ti metti a ridere e le
incazzature passano. Dicevo che a costo di massacrarmi ci arrivo, non
ora. Queste zone di cui parlo, hanno cambiato in continuazione
confini sia comunali che di diocesi, molti paesi non sono più paesi
, ma solo agglomerati di case spesso comperate da gente facoltosa che
le ha trasformate in ville blindatissime. Sono cambiate anche le
numerazioni e hai un bel da cercare avanti e indietro, poi cosa
cerchi, da chi vai a bussare? Non esistono neanche più le
parrocchie, diversi cimiteri sono abbandonati e gli unici preti,
ormai solo sud americani, sfruttati anche qua, fanno i pendolari fra
un paese e l'altro per cercare di mantenere almeno quell'usanza
chiamata messa. In un paese domenica scorsa mi hanno detto che fino a
due minuti prima della messa , non sapevano chi sarebbe stato il
prete che avrebbe officiato. Perchè un mese fa avevo deciso di
rivolgermi ad un prete dato che mi risulta che almeno fino agli anni
sessanta i preti erano i migliori informatori dei carabinieri dato
che sapevano e annotavano tutto. Trovato finalmente il prete,
Bolivano, responsabile di tutti gli altri, gli enuncio il fatto. Lui
mi dice “ come ti chiami, dati da nascita, nome dei tuoi
genitori,non ti preoccupare ti telefono io”. Sembrava una cosa
normalissima. Per un mese, due volte la settimana ho continuato ad
esasperarlo con telefonate “ vengo giù ci vediamo, le do una mano
nella ricerca” - “cosa vieni a fare, non ho avuto ancora tempo ti
telefono io” - Ieri gli telefono ancora e mi dice : “ si ho
capito chi sei, nei paesi che mi hai detto non ho trovato nulla,
adesso cercherò anche in altre direzioni”. L'unica sicurezza che
avevo, era di essere stato battezzato in un paese con tanto di nome,
neanche quello. Già nel mio stato di nascita, sotto il nome della
strada e del numero civico, era stato scritto qualcos'altro, poi
cancellato. Allora non esisteva il bianchetto e si raschiava il
foglio, ma non siamo riusciti a capire cosa ci fosse sotto. Io e
l'impiegata del comune. Quando il prete mi ha detto “non ho trovato
nulla”, sono crollato, per un attimo, ma sono crollato. Sono stato
cresimato, sono anche stato in seminario, da qualche parte mi avranno
battezzato. Allora ho deciso , non so per quanto, di fare finta che
niente ci sia stato. Non ho fratelli da nessuna parte, non sono stato
abbandonato o perso da nessuno, i miei genitori sono i miei genitori
e se non ho troppi elementi fisici in comune con loro dipende dai
miei geni e cellule antichissimi. Oppure , dato che in una di quelle zone di
cui parlo hanno avvistato gli ufo , forse erano comparsi anche anni
fa e mi hanno perso per strada. Dovevo parlare di Calcio, il paese di
Calcio in provincia di Bergamo, che ospiterà il maggior numero di
spettacoli della nostra rassegna, per chi è in zona “occhio
ragazzi, non mancate alla presentazione del 14 di novembre”. Ci
sarà anche un omaggio ad Alda Merini. Non letture di poesie, ma
stralci di vita raccolti e catalogati da un suo amico che quando Alda
Merini arrivava a Calcio, lui la proteggeva, La gente la
derideva e lei ne aveva paura. Il marito di Alda Merini era
originario di Calcio e a Calcio è seppellito. Avrei voluto parlare
di queste cose, come dei murales in giro sulle facciate delle case,
ma anche degli altri comuni che ci ospitano. Invece mi sono perso
nelle mie piccole cose private, ma in fin dei conti la Storia si fa
con le piccole storie private. O no? Si sono proprio fuso
martedì 30 settembre 2014
Strane cose qua nella bassa
Strane cose qua nella bassa. Un architetto aggredito, una sindaca che
gli è arrivata a casa una busta con tanto di lettera minatoria e
bossolo di pistola, mega centri commerciali sempre più vuoti, una
autostrada chiamata brebemi che affianca un'altra autostrada, che ha
devastato un territorio bellissimo e sempre vuota. Le prime nebbie
autunnali la mattina presto e in lontananza gli spari dei cacciatori.
Trattori carichi di mais, allevamenti di maiali e vacche, Gerundia
felix come il titolo del mio spettacolo che in aprile concluderà
questa nostra strana stagione di teatri di pianura. In questi giorni
e senza malinconie mi ritrovo, specie in macchina, a ripensare a
diverse cose della mia vita e la voglia e la necessità di essere
sempre un pochino nomade. Forse invidio , ma neanche troppo, chi nato
in un posto, li continua a viverci e li ci muore. Non ho mai fatto
ferie vacanze in vita mia, mi sono sempre spostato per lavoro, per
viaggiare, per cambiare la mia vita e non saprei ragionare
diversamente. Ora mi dispiace un po' per il mio cane che è un
pochino stanziale ed abitudinario e farlo salire in macchina devo
prenderlo su di peso come un sacco di patate da 35 chili. Quando
giovanotto , finito il militare, ho abbandonato Cesena per andare ad
abitare a Bologna ,uscivo da uno schema programmato e mi stavo
buttando, a qualsiasi prezzo, dentro viaggi avventurosi. Non avevo
mai girato, non ero mai andato da nessuna parte, d'estate poi
lavoravo al mare per mantenermi gli studi. E improvvisamente altri
mondi e altre realtà. E tanto cinema, praticamente un film a sera e
poi anche il teatro che all'inizio pensavo fosse solo quello
“ufficiale” e i concerti i pomeriggio tardi finito il lavoro.
Solo di musica classica dato che ero un po' fighetto e neanche sapevo
cosa fossero i grandi concertoni rock. Poi improvvisamente il 77 e
l'idea di realtà che mai avrei immaginato. Le prime performance di
body art, forse anche Marina Abramocic. Il teatro povero che veniva
dall'est, il living che veniva dall'ovest , la nuova danza dal canada
e dalla francia, il teatro di strada dall'Olanda e gli inglesi che se
non si spogliavano non stavano bene. Poi i trampoli scoperti per
caso. Me li ero fatti fare in legno di olmo mi pare, nessuno mi aveva
insegnato e quando potevo me li caricavo in spalla e andavo ai
giardini margherita. Tanto per non passare inosservati. Poi la
conoscenza di Marco e l'idea di fare teatro seriamente uscendo dal
fai da te . Un giorno Marco mi aveva spedito a Bergamo dal suo amico
Ludovico, allora del teatro tascabile, poi fuoriuscito, poi morto.
Uno che di teatro e di trampoli se ne intendeva. Mi ha detto indossa
il tuo schifo di trampoli e seguimi. Se cadi ti rialzi da solo.Un
giorno su e giù in giro per città alta. Cadere sono caduto, ma ho
fatto gradini, ho camminato, ho corso, sono caduto, sono andato a
sbattere contro colonne e quando credevo di essere una cima, Ludovico
mi ha fatto fare una scalinata in discesa che ho praticamente fatto
di pancia e di faccia. Salutandomi Ludovico mi aveva detto : “non
pensare mai di essere arrivato”. O come i miei maestri scandinavi
che io li guardavo che erano proprio belli e loro il massacro. Non
esiste non ce la posso fare, lo fai e se non ce la fai al massimo
cadi. Sto parlando di acrobatica. Sempre in questa ottica un mitico
laboratorio con Lindsay Kemp, alla galleria d'arte moderna. Lui su un
balconcino e sotto centinaia di giovanotte e giovanotti felicissimi
di farsi massacrare. Ho conosciuto poi Kemp dopo un suo spettacolo e
mi voleva portare via, ma forse non per fare il danzatore. E i tanti
ragazzi e ragazze morti per sete di vivere, belli nella loro
giovinezza. Tanti, tantissimi, troppi. Dicono che allora ero carino,
non me ne sono mai accorto, non mi interessava. Una cosa ho imparato,
non guardarsi mai allo specchio, non pensare mai di essere arrivati e
mantenere l'animo giovane e curioso, anche a costo di sembrare
qualche volta idioti. Poi diventati teatro io e Marco, 34 anni
passati in un soffio. Tante esperienze, tante realtà, tanti pianti,
tante risate, tante persone le cui facce spesso mi passano davanti
come in un film. Qualche amore importante, tanti non vissuti cui non
ho mai avuto il coraggio di dichiararmi, tanti che se anche non
c'erano non è che la mia vita cambiasse. Quello che mi piace di me è
che non ho malinconie per il passato neanche rimpianti, è stato
così. Punto. Sensi di colpa tanti. I miei hanno sofferto molto per
la mia vita, per il fatto che non ero il figlio che loro volevano e a
volte mi hanno reso la vita un pochino difficoltosa. Come se già non
l'avessi di mio. Poi hanno iniziato a stare male e questo figlio
strano è sempre stato presente e non li ha mai abbandonati. Pochi
mesi prima di morire mio padre mi diceva :” tu non sei un figlio
sei molto di più”. Ora mia madre mi dice “ sono orgogliosa di
te”. Meglio tardi che mai. Inizia ora, il 14 di novembre la
presentazione ufficiale, un'altra avventura, una delle tante. Ho
nella testa questo macigno di cui ho avuto la certezza poco più di
un anno fa, ho anche un cane che è bellissimo e adorabile. Ho degli
amori che mi vivo solo io e nella testa, ho una madre con una agonia
lunga e dolorosa, ho dei fratelli che forse non conoscerò mai, ho
degli amici non così belli come il mio cane, ma altrettanto
adorabili, ho una vita che non ha voglia di adagiarsi. E sono
stranamente felice. Speriamo non sia una forma precoce di demenza
senile
martedì 23 settembre 2014
fra eschimesi , mongoli e venti glaciali
Siamo un pochino in ritardo, ma partiremo. Con la stagione intendo e
anche con i laboratori, ma siamo in dirittura d'arrivo e partiremo.
Di fronte a me il mio socio Zappa, aria seriosa al computer, di
fianco il mio cane che ha i calori e sta cercando di farsi tutto
quello a portata di mano o di pisello e poi appoggia il muso sulle
mie gambe ed inizia ad ululare. Un breve salto al bar, incontri
piacevoli e il cane ormai senza pudore e senza remore. Negli ultimi
due anni, non che gli altri fossero stati meno pesanti, ho
appesantito troppo il cuore e la mente. In un momento di crisi avevo
detto con Zappa:” mi piacerebbe riavere la mia vita”. Lui mi ha
risposto :” è questa la tua vita”. In effetti la storia, la
personalità e il vissuto di una persona non si costruiscono con i
“se” o con i “vorrei o avrei voluto”. Ora sto cercando di
uscire dalla nebbia, la mia vita è questa, ci sono delle
responsabilità e vanno affrontate, ci sono dei dolori e delle
ferite, ma la gente è piena di dolori e di ferite. Io ho la
possibilità e anche la sfrontatezza di poterne parlare. E più
parlo, più diverse umanità mi si avvicinano e aprono il loro cuore.
E' un regalo bellissimo. Quando vado in struttura da mia madre,
faccio sempre quello allegro, conosco tutti, infermieri, oss, medici,
ricoverati, saluto tutti, faccio sempre un giro a salutare tutti. C'è
una signora che tutte le volte mi chiama , mi prende la mano e ci
appoggia la faccia. Ma quando esco dalla struttura, c'è sempre un
gruppo di signori seduti davanti alla porta di ingresso che saluto
con “ciao ragazzini”, quando esco dalla struttura, non riesco a
salire subito in macchina, devo aspettare un attimo perchè mi sembra
che la testa e il cuore scoppino. La vita di una persona non si fa
con i se e i tuoi parenti alla fin fine sono quelli che , nel bene o
nel male , ti hanno cresciuto. Probabilmente in questi giorni
arriverò alla conclusione delle mie ricerche. Ho scoperto che non
voglio più cercare nessuno, voglio solo sapere la verità, anche se
ogni verità ha tante sfaccettature non sempre visibili. Non so cosa
sia avere un fratello, non l'ho mai avuto, so quello che mi
raccontano i miei amici. Mi manca, come probabilmente a tutti i figli
unici, qualcuno con cui sei cresciuto assieme, mi manca magari stare
sul lettone quando hai paura dei temporali, mi mancano le litigate,
le gelosie, le solidarietà. Quello che immagino possa essere un
rapporto tra fratelli. Ma questo è il tempo della nascita ,
dell'infanzia e dell'adolescenza. Sono i periodi in cui un fratello
di sangue cresce come tuo fratello. Ora, qualunque sia la verità, è
tardi. Dopo 60 anni non si possono recuperare dei rapporti che non ci
sono mai stati. Probabilmente fra non molto, se si riusciranno a
sciogliere i nodi, mi verrà data una busta o forse no. Mia padre e
mia madre, sono quelli che mi hanno cresciuto e non ho bisogno di
cercare altri padri e altre madri , però il motivo per cui sono
stato buttato via, questo mi brucia tantissimo e questo vorrei
sapere. Poi per i fratelli, ci sono non ci sono, credo sia ormai
tardi e aldilà dell'idea romantica, credo seriamente di non avere
più voglia di conoscerli. Mia madre mi aveva detto il nome di un suo
cugino che forse sapeva qualcosa. So che era ammalato, chiamo prima
il figlio, che mi risponde “ora sta bene e puoi parlare”. Nel
frattempo ho parlato con lui, con il figlio intendo. Non ha fatto
una piega e mi ha detto “ come mai alla tua età ti metti a
cercare, ora, stai cercando l'eredità da dividere?” e poi ha
continuato “ e se scopri che magari i tuoi parenti sono dei
delinquenti?” e se invece fossero brave persone? Parlo poi con il
cugino di mia madre che mi ha aggredito , mi ha dato del fanfarone,
del bugiardo paranoico, concludendo che se avevo delle fisime, dovevo
alzare il culo e andare a cercare. Fanculo. In effetti cosa vado a
cercare, quello che dovevo sapere lo so, per il resto avevo solo
bisogno di un sorriso e un abbraccio, ma il mondo è pieno di persone
disposte a darti un sorriso ed un abbraccio. Questa estate nei
giardinetti dove porto il cane quando sono a Cesena, c'era un
barbone, penso cinese. Comunque asiatico. Alto, magrissimo, una certa
dignità, sempre con la giacca, sporca, ma sempre giacca. Aveva una
bicicletta e li accatasto probabilmente tutto il suo mondo. Un tipo
strano che non guardava nessuno, parlava da solo. Totalmente
scoordinato un pochino effeminato. Poi un giorno il mio cane si è
sdraiato vicino a lui per avere le coccole. Quando sono riuscito ad
alzare il cane e riprendere la camminata, il giovanotto ha iniziato a
seguirci, completamente innamorato del cane e anche lui , quasi alla
ricerca di un padrone. L'ho depistato perchè non avevo voglia di
essere seguito. L'altro giorno, sempre con il cane e sempre solito
giardinetto, vedo in lontananza una persona seduta con grande
compostezza su una delle panchine, una donna che continuava a
fissarmi. Sembrava orientale e subito ho pensato fosse il giovanotto
barbone che si era vestito da donna. Quella era la mia direzione e
sono andato avanti , curioso di vedere la trasformazione. Non era il
giovanotto, ma una signora italiana, un donnone. Tutta in nero,
scarpe, calze, gonna ,camicetta, e giacca. Un bel donnone con la
faccia triste e lineamenti vagamente orientali. Una di quelle signore
che tu vedi e pensi “questa è abituata a comandare”, troppo
elegante e raffinata, un rolex al polso che costa più della mia
macchina, ottima fattura di vestiti, ottimo taglio di capelli. Una
donna così non va ai giardinetti. Troppo costosa la bicicletta e la
borsa, troppo a disagio la signora a stare seduta sulla panchina di
una giardinetto. Quando ormai ero vicino , mi ha guardato e si è
messa le mani in faccia, poi non mi ha più guardato e ha fatto finta
di parlare al telefonino. Non so cosa c'entra, ma mi ha inquietato
tanto, non si è mai voltata, poi in lontananza ho visto che prendeva
la bicicletta e ripartiva. Forse solo una coincidenza, ma in quel
momento ho pensato “voglio solo sapere la verità, non voglio nulla
da nessuno e non voglio incontrare nessuno”. La storia dei popoli,
aldilà della storia ufficiale è fatta di sangue di sudore e di
sperma e di battaglie e guerre solo per interessi economici. Non
esiste una razza privilegiata, non esistono razze, ma mescolamenti
continui a ferite continue. A me nella vita è sempre piaciuta la
ricerca, mai il risultato. Il bello di fare uno spettacolo è la
preparazione, poi, bello o brutto, è uno spettacolo. In questi
ultimi mesi ho avuto la mente annebbiata, per i problemi di mia
madre, per i problemi miei e ho continuato ad avanzare cercando di
spostare la nebbia. Ora forse la nebbia sta diradando e penso che non
mi interessa più. Un po' come “madame de sade” di Mishima.
Aspetta una vita che il marito possa ritornare a casa e quando questo
sta per succedere, chiede ai domestici di chiudere le porte e di non
farlo entrare. Gli scritti, i romanzi, i film, il teatro, le favole
hanno bisogno di storie forti, spesso maledette, quelle storie
appunto di sangue sudore e sperma, la vita reale avrebbe bisogno di
un pochino di tranquillità. Io non ho più voglia di cercare, anni
fa ho scoperto, per via delle allergie, che ho i valori del c1 e c2
(esami del sangue sulle cellule) alterati, una questione genetica mi
hanno detto. Allora mi piace pensare che magari appartengo ad una
delle etnie eschimesi ( così posso dare del terrone a tutti) oppure
immaginare di essere mongolo , diretta discendenza di gengis kan. “Il
gruppo etnico
mongolo è caratterizzato da pelle giallastra a volte un po' scura,
capelli neri e molto spessi e forti (la calvizie
è praticamente sconosciuta, la canizie
si manifesta rarissimamente prima dei 55 anni), barba
non presente prima dei 25 anni di età e non raggiungente lunghezze
superiori a 14 cm in genere, peli solo su ascelle e genitali
e spesso anche qui ritardati o radi.La statura non è alta
(circa 168 cm in media per gli uomini e 160 cm per le
donne), ma la corporatura è robusta, resistente alle fatiche, al
forte caldo e forte
freddo.” questo
da wikipedia. Non sono proprio giallino, ho pochi peli, anche se non
così glabro, ma tutto il resto ci sta. Continuo ad avere il magone,
ma anche anche tanta voglia di ridere e di vivere e il piacevole
sorriso che ho ricevuto stamattina al bar riempie il cuore e
dona un pochino di serenità. Il cane si è addormentato, Marco sta
continuando a lavorare, io a cazzeggiare e fuori c'è il sole.
lunedì 15 settembre 2014
di viaggi, di camminate sul fiume e di passere al vento
Ieri sera dopo la camminata, durante la mega cena ( si deve portare
qualcosa da mangiare e per fortuna esageriamo tutti ) mi sono
ritrovato a parlare di teatro, di politica, di madri anziane, di
viaggi, di morosi che scappano peggio dei soldi, ancora di viaggi, di
figli viaggiatori e artisti, di ulivi in mezzo alle campagne e dei
casini della mente. Che quando mi metto a parlare dei casini della
mente con il mio amico Stefano, poi ne usciamo fuori di testa tutti e
due come se già non lo fossimo un pochino di nostro. Infatti Stefano
mi chiama zio. Bella la camminata, un pochino strana e diversa dal
solito. Meno rituale, meno teatrale delle solite, ma altrettanto
fascinosa e misteriosa. Tanta la gente giovane, ero praticamente il
più vecchio. No dai , eravamo in tre ad essere i più vecchi. E
Marco, il mio socio Zappa, continuava a rimarcare che le altre
camminate erano più belle. Ma mi sono preso una bella soddisfazione.
Mi piace , con l'aiuto della notte e ieri anche di una natura
selvaggia a tratti, piena di rumori , stridii di uccelli e di echi
tumultuosi di fiume, mi piace fare perdere la cognizione di spazio e
di tempo. E ad un certo punto Marco, il mio socio Zappa, mi chiede
“non riesco ad orizzontarmi e qua non so dove siamo”. Cioè sul
fiume Oglio a Pumenengo, casa sua. Ho iniziato a volare. Mi piacciono
queste camminate, mi piace quando non si parla e si sentono le
persone, mi piace il popolo dei vaganti notturni, mi piace quando ci
si sente protetti e una serata così mi ci voleva proprio. C'erano
anche le stelle. Poi stamattina presto, solito rituale del caricare
le valigie in macchina e partire, che non sono proprio i viaggi che
desideravo per la mia vita, ma si deve fare e si fa. Sono cresciuto
iper blindato e d'estate , quando il lavoro era tanto, i miei per tre
mesi mi scaricavano su nelle colline dal fratello di mio padre che
aveva una figlia già grande e anche i vicini avevano quattro femmine
e un maschio, già grandi pure loro. I maschi non c'erano mai per cui
sono cresciuto fra le donne, ascoltavo i loro discorsi e di nascosto
spiavo i loro riti. Come le donne anziane che non tagliavano mai i
capelli, li scioglievano di notte e la mattina qualche colpo veloce,
annodati in testa, li nascondevano sotto un grande fazzolettone
scuro. Ho tanti buchi di memoria di quei periodi, stavo bene ed ero
coccolato da tutte ste donne, ma mi mancavano i miei anche se, quando
c'ero io litigavano sempre e quando non c'ero andavano d'accordo.
Avevo paura delle mucche , delle galline e di tutti quegli animali
che di solito vivono in campagna, comprese le bisce e anche i topi. E
quando le donne iniziavano il taglio e la cucitura per la
trasformazione dei galletti a capponi, io terrorizzato mi nascondevo
dietro qualche angolo e immancabilmente qualcuna mi chiamava “vieni
li tagliamo anche a te”. Loro ridevano e io scappavo urlando.
Ricordo le discese al fiume per abbeverare le vacche e per prendere
l'acqua da bere, l'unica fonte che c'era in zona. E il ritorno era
una meraviglia , con scene che spesso ho cercato di riportare nei
miei spettacoli. Le vacche in fila indiana, di fianco le donne con un
secchio per mano e uno in testa. Secchi di zinco pieni di acqua e mai
ne sia caduto uno. Io dietro aggrappato alla coda dell'ultima mucca
che come fanno le mucche, se devono cagare, cagano. Le ninna nanne
mancate e i secchi di zinco, oltre ai fiumi, rimangono la mia dolce
ossessione. Le figlie del vicino già in età di accoppiamenti e
molto vivaci, giravano sempre senza mutande sotto la gonna e ogni
tanto mi trovavo faccia a faccia con quegli strani peli. Più avanti
negli anni avevo saputo che una delle ragazze era rimasta incinta
senza fidanzato, in realtà ne aveva due e i genitori e il fratello
l'avevano cacciata di casa, poi l'hanno ospitata i miei fino al
momento del parto quando è ricomparso uno dei due fidanzati e ha
accettato di essere lui il padre. Padre si fa per dire dato che la
bimba è cresciuta e lui non l'ha mai considerata. Anche un'altra
delle figlie era rimasta incinta e li si sapeva di chi era la
“colpa”. Allora il padre e il fratello della ragazza sono andati
a recuperare il “delinquente” e a suon di botte l'hanno convinto
a sposarla. Ho ritrovato più tardi negli anni queste ragazze ormai
anziane, ma, pur con vite difficoltose, avevano mantenuto la
leggerezza delle loro risate e delle loro passere al vento. Volevo
parlare di storie e storiacce di donne che le mie ricerche attuali
fanno ritornare a galla, ma mi sono venuti in mente alcuni episodi di
quel periodo, episodi che spesso mi tornano e sempre rimangono un
pochino strani o quantomeno bizzarri. Piccolissimo , età forse due
anni, questa storia, poi diventata di “dominio pubblico”, me l'ha
sempre raccontata mia madre. Arrivano due ragazze, vestite
elegantemente, scarpe con tacco e macchina fotografica e
improvvisamente vedono me. Si ero bellino e i capelli sempre tirati a
banana, ma che due ragazze forlivesi eleganti e con scarpe coi tacchi
si aggirassero fra i sentieri polverosi delle colline romagnole con
tanto di macchina fotografica per fotografare me, con la scusa che
cercavano un bimbo per la pubblicità di una celebre marca di
biscotti, non sta in piedi. Mi hanno raccontato che mia madre ha
iniziato a litigare e ha impedito loro mi facessero le foto. Sempre
per non dimenticare, anni 50 e ancora la miseria del dopoguerra.
Qualche anno dopo, io 5, 6 anni sempre dagli zii, le ragazze non
c'erano, solo le donne anziane. E' sceso improvvisamente dal sentiero
alto un giovanotto elegante e bello, un venditore. Di solito i
venditori che giravano le campagne, almeno quelle delle colline,
arrivavano sporchi, sudati, pieni di mercanzie e puzzavano pure.
Ancora di più degli uomini che lavoravano nei campi. Le scarpe,
quando ce le avevano, erano consumate e decisamente non pulite. Io
avevo cinque o sei anni eppure questo episodio l'ho stampato come una
foto. Io continuavo a guardarlo, il giovanotto era bello, elegante,
pulito, era imbarazzato, sudato, aveva scarpe genere mocassini,
bellissime. E io sognante e innamorato continuavo a guardarlo . Non
aveva mercanzie solo dei campioni di stoffa. Stoffe pesanti per
vestiti, aveva versato della benzina per dimostrare che non
prendevano fuoco, non chiedeva anticipi, ma solo ordinazioni. Le
donne erano incantate per le stoffe, ma non si fidavano. Troppo
bello, troppo pulito , troppo elegante, troppo diverso dagli altri, le donne non si fidavano e
non hanno comprato nulla. Lui continuava a guardare me e faceva
domande genere “ma di chi è figlio questo bel bambino?” e cose
del genere. Le donne hanno rifiutato gentilmente qualsiasi tipo di
acquisto e sono corse ad accalappiarmi che già stavo inseguendo il
giovanotto. Poi delle convulsioni mie, non so esattamente il periodo
e non ricordo assolutamente nulla. Sono stato male diversi mesi, ma
non ricordo nulla. Mi hanno detto che le convulsioni erano state
causate da una indigestione . Ma tutte le volte che ho chiesto
indicazioni maggiori ho trovato muri pesantissimi. Ogni tanto, nelle
sue attuali allucinazioni, mia madre parla di due uomini violenti che
volevano “portarmi via”. A me? Ho amici e amiche che farebbero
carte false pur di essere portati via da qualcuno, due poi sarebbe il
massimo. Avevo fatto la camminata dicevo, quella di sabato in
notturna sul fiume Oglio, ero contento. Quando sono sceso, non c'era
neanche tanto traffico in autostrada e pensavo fanculo le origini, in
questo periodo non ne ho proprio voglia. Non posso continuare a
girare queste pur splendide strade spesso sterrate in mezzo ai
greppi, burroni e avvallamenti delle colline romagnole. Avrei delle
cose concrete da cui partire, ma la sto prendendo alla larga e tutto
diventa sempre più incasinato. Non posso permettermi di andare giù
di testa oltre quello che son già di mio. E questi fantomatici
fratelli, più grandi di me, oramai saranno già vecchi e ci
mancherebbe che debba badare pure loro. Arrivo tranquillo in
struttura e mi faccio i complimenti per il mio carattere cercando di
convincermi che sono una roccia. La mattina andata un po' così, il
pomeriggio con mia madre abbiamo riso tanto. Mitico Enzo.
Improvvisamente mia madre dice : “ma ti dispiace avere saputo che
hai dei fratelli?” sempre specificando che lei è mia madre e non
ha adottato me, ma ha adottato loro. Chi li ha mai visti? Ma quando
le chiedo chi erano, dove abitavano come si chiamavano questi
fratelli e i genitori di questi fratelli, lei ritorna muro. E ritorna
questo Giorgio, quello più piccolo degli altri, quello più grande
di me di qualche anno. Cerco di cambiare discorso, non ho voglia di
massacrarmi ancora il cuore e la testa, riesco a cambiare discorso e
poi prima di andare, mia madre mi dice di aspettare : “deve
arrivare Giorgio, lui è sposato è già nonno, ma vuole che tu vada
a dormire a casa loro”. Ma basta con questi fratelli che non mi
hanno mai cercato e mia madre serafica : “sbagli, è da questa
estate che ti stanno cercando, sanno che esisti, ma non sanno chi sei
e non sono ancora riusciti a trovarti”. Il posto dove sono nato,
non quello che mi hanno sempre detto, quello reale, lei lo chiama
Germania, ma le indicazioni sono talmente precise che il posto è
quello. Della madre dei ragazzi miei fratelli, diceva che era morta
durante i bombardamenti. Poi quando facevo notare che durante la
guerra io non ero ancora nato, mia madre si arrabbia. Da discorsi
successivi sembra comunque che questa donna sia morta, forse in
maniera cruenta e subito dopo il parto. Del padre, mia madre dice che
non saprebbe dove rintracciarlo, l'ha visto solo una volta e l'ha
sempre chiamato il tedesco. L'unica persona che ho incontrato in un
sopralluogo della settimana scorsa , era uno dei 18 abitanti di
questo paese che allora di abitanti ne faceva 400. Era anche di
un'altra zona, si era innamorato del posto e c'era andato ad abitare.
Mi ha detto che alla fine della guerra , c'era un insediamento di
tedeschi, che c'era anche un podestà, per il resto non sapeva dirmi
nulla. Credo risulti lampante come io non possa essere figlio di un
tedesco, ma cosa intenda per tedesco e germania mia madre, non sono
riuscito a capire. Morale della favola: stavo così bene quando
abbiamo terminato la camminata... L'ho già raccontato, l'anno scorso
al cimitero,( mi viene in mente adesso, subito dopo il crollo di mia
madre), c'era questo signore, poco più alto e poco più grande di
me, due tre anni. Minutino, magrolino, eleganza antica. Una bella
giacca di lana, quelle di qualche anno fa, tagliata su misura, ben
pettinato, pulitino , bellino, aveva qualcosa di strano, di diverso
dagli altri. Mi avevano colpito i suoi capelli, che pur pettinati
sembravano i miei, l'aria quasi da maestro o dottorino di campagna,
le mani grandi e rovinate da contadino e un sorriso dolce educato e
triste. Ho realizzato solo dopo, quando ormai eravamo lontani. La
parentela non è solo una questione di sangue o di geni, la parentela
è con chi stai, con chi vuoi bene, con chi divide la tua vita e le
tue esperienze per cui non ho bisogno di andare a cercare delle madri
, dei padri o dei fratelli. Non avrei bisogno. E' quell'omino di cui
non ricordo nulla se non i particolari che ho raccontato, è lui, che
parlava con delicatezza e gentilezza con mia madre tenendole le mani,
è lui che non mi è stato presentato, è lui che forse si chiama
Giorgio, che vado cercando.
Iscriviti a:
Post (Atom)