martedì 23 settembre 2014

fra eschimesi , mongoli e venti glaciali


Siamo un pochino in ritardo, ma partiremo. Con la stagione intendo e anche con i laboratori, ma siamo in dirittura d'arrivo e partiremo. Di fronte a me il mio socio Zappa, aria seriosa al computer, di fianco il mio cane che ha i calori e sta cercando di farsi tutto quello a portata di mano o di pisello e poi appoggia il muso sulle mie gambe ed inizia ad ululare. Un breve salto al bar, incontri piacevoli e il cane ormai senza pudore e senza remore. Negli ultimi due anni, non che gli altri fossero stati meno pesanti, ho appesantito troppo il cuore e la mente. In un momento di crisi avevo detto con Zappa:” mi piacerebbe riavere la mia vita”. Lui mi ha risposto :” è questa la tua vita”. In effetti la storia, la personalità e il vissuto di una persona non si costruiscono con i “se” o con i “vorrei o avrei voluto”. Ora sto cercando di uscire dalla nebbia, la mia vita è questa, ci sono delle responsabilità e vanno affrontate, ci sono dei dolori e delle ferite, ma la gente è piena di dolori e di ferite. Io ho la possibilità e anche la sfrontatezza di poterne parlare. E più parlo, più diverse umanità mi si avvicinano e aprono il loro cuore. E' un regalo bellissimo. Quando vado in struttura da mia madre, faccio sempre quello allegro, conosco tutti, infermieri, oss, medici, ricoverati, saluto tutti, faccio sempre un giro a salutare tutti. C'è una signora che tutte le volte mi chiama , mi prende la mano e ci appoggia la faccia. Ma quando esco dalla struttura, c'è sempre un gruppo di signori seduti davanti alla porta di ingresso che saluto con “ciao ragazzini”, quando esco dalla struttura, non riesco a salire subito in macchina, devo aspettare un attimo perchè mi sembra che la testa e il cuore scoppino. La vita di una persona non si fa con i se e i tuoi parenti alla fin fine sono quelli che , nel bene o nel male , ti hanno cresciuto. Probabilmente in questi giorni arriverò alla conclusione delle mie ricerche. Ho scoperto che non voglio più cercare nessuno, voglio solo sapere la verità, anche se ogni verità ha tante sfaccettature non sempre visibili. Non so cosa sia avere un fratello, non l'ho mai avuto, so quello che mi raccontano i miei amici. Mi manca, come probabilmente a tutti i figli unici, qualcuno con cui sei cresciuto assieme, mi manca magari stare sul lettone quando hai paura dei temporali, mi mancano le litigate, le gelosie, le solidarietà. Quello che immagino possa essere un rapporto tra fratelli. Ma questo è il tempo della nascita , dell'infanzia e dell'adolescenza. Sono i periodi in cui un fratello di sangue cresce come tuo fratello. Ora, qualunque sia la verità, è tardi. Dopo 60 anni non si possono recuperare dei rapporti che non ci sono mai stati. Probabilmente fra non molto, se si riusciranno a sciogliere i nodi, mi verrà data una busta o forse no. Mia padre e mia madre, sono quelli che mi hanno cresciuto e non ho bisogno di cercare altri padri e altre madri , però il motivo per cui sono stato buttato via, questo mi brucia tantissimo e questo vorrei sapere. Poi per i fratelli, ci sono non ci sono, credo sia ormai tardi e aldilà dell'idea romantica, credo seriamente di non avere più voglia di conoscerli. Mia madre mi aveva detto il nome di un suo cugino che forse sapeva qualcosa. So che era ammalato, chiamo prima il figlio, che mi risponde “ora sta bene e puoi parlare”. Nel frattempo ho parlato con lui, con il figlio intendo. Non ha fatto una piega e mi ha detto “ come mai alla tua età ti metti a cercare, ora, stai cercando l'eredità da dividere?” e poi ha continuato “ e se scopri che magari i tuoi parenti sono dei delinquenti?” e se invece fossero brave persone? Parlo poi con il cugino di mia madre che mi ha aggredito , mi ha dato del fanfarone, del bugiardo paranoico, concludendo che se avevo delle fisime, dovevo alzare il culo e andare a cercare. Fanculo. In effetti cosa vado a cercare, quello che dovevo sapere lo so, per il resto avevo solo bisogno di un sorriso e un abbraccio, ma il mondo è pieno di persone disposte a darti un sorriso ed un abbraccio. Questa estate nei giardinetti dove porto il cane quando sono a Cesena, c'era un barbone, penso cinese. Comunque asiatico. Alto, magrissimo, una certa dignità, sempre con la giacca, sporca, ma sempre giacca. Aveva una bicicletta e li accatasto probabilmente tutto il suo mondo. Un tipo strano che non guardava nessuno, parlava da solo. Totalmente scoordinato un pochino effeminato. Poi un giorno il mio cane si è sdraiato vicino a lui per avere le coccole. Quando sono riuscito ad alzare il cane e riprendere la camminata, il giovanotto ha iniziato a seguirci, completamente innamorato del cane e anche lui , quasi alla ricerca di un padrone. L'ho depistato perchè non avevo voglia di essere seguito. L'altro giorno, sempre con il cane e sempre solito giardinetto, vedo in lontananza una persona seduta con grande compostezza su una delle panchine, una donna che continuava a fissarmi. Sembrava orientale e subito ho pensato fosse il giovanotto barbone che si era vestito da donna. Quella era la mia direzione e sono andato avanti , curioso di vedere la trasformazione. Non era il giovanotto, ma una signora italiana, un donnone. Tutta in nero, scarpe, calze, gonna ,camicetta, e giacca. Un bel donnone con la faccia triste e lineamenti vagamente orientali. Una di quelle signore che tu vedi e pensi “questa è abituata a comandare”, troppo elegante e raffinata, un rolex al polso che costa più della mia macchina, ottima fattura di vestiti, ottimo taglio di capelli. Una donna così non va ai giardinetti. Troppo costosa la bicicletta e la borsa, troppo a disagio la signora a stare seduta sulla panchina di una giardinetto. Quando ormai ero vicino , mi ha guardato e si è messa le mani in faccia, poi non mi ha più guardato e ha fatto finta di parlare al telefonino. Non so cosa c'entra, ma mi ha inquietato tanto, non si è mai voltata, poi in lontananza ho visto che prendeva la bicicletta e ripartiva. Forse solo una coincidenza, ma in quel momento ho pensato “voglio solo sapere la verità, non voglio nulla da nessuno e non voglio incontrare nessuno”. La storia dei popoli, aldilà della storia ufficiale è fatta di sangue di sudore e di sperma e di battaglie e guerre solo per interessi economici. Non esiste una razza privilegiata, non esistono razze, ma mescolamenti continui a ferite continue. A me nella vita è sempre piaciuta la ricerca, mai il risultato. Il bello di fare uno spettacolo è la preparazione, poi, bello o brutto, è uno spettacolo. In questi ultimi mesi ho avuto la mente annebbiata, per i problemi di mia madre, per i problemi miei e ho continuato ad avanzare cercando di spostare la nebbia. Ora forse la nebbia sta diradando e penso che non mi interessa più. Un po' come “madame de sade” di Mishima. Aspetta una vita che il marito possa ritornare a casa e quando questo sta per succedere, chiede ai domestici di chiudere le porte e di non farlo entrare. Gli scritti, i romanzi, i film, il teatro, le favole hanno bisogno di storie forti, spesso maledette, quelle storie appunto di sangue sudore e sperma, la vita reale avrebbe bisogno di un pochino di tranquillità. Io non ho più voglia di cercare, anni fa ho scoperto, per via delle allergie, che ho i valori del c1 e c2 (esami del sangue sulle cellule) alterati, una questione genetica mi hanno detto. Allora mi piace pensare che magari appartengo ad una delle etnie eschimesi ( così posso dare del terrone a tutti) oppure immaginare di essere mongolo , diretta discendenza di gengis kan. “Il gruppo etnico mongolo è caratterizzato da pelle giallastra a volte un po' scura, capelli neri e molto spessi e forti (la calvizie è praticamente sconosciuta, la canizie si manifesta rarissimamente prima dei 55 anni), barba non presente prima dei 25 anni di età e non raggiungente lunghezze superiori a 14 cm in genere, peli solo su ascelle e genitali e spesso anche qui ritardati o radi.La statura non è alta (circa 168 cm in media per gli uomini e 160 cm per le donne), ma la corporatura è robusta, resistente alle fatiche, al forte caldo e forte freddo.” questo da wikipedia. Non sono proprio giallino, ho pochi peli, anche se non così glabro, ma tutto il resto ci sta. Continuo ad avere il magone, ma anche anche tanta voglia di ridere e di vivere e il piacevole sorriso che ho ricevuto stamattina al bar  riempie il cuore e  dona un pochino di serenità. Il cane si è addormentato, Marco sta continuando a lavorare, io a cazzeggiare e fuori c'è il sole.

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