venerdì 5 settembre 2014

va avanti te che a me viene da ridere

Il mio sogno da vecchio, praticamente fra poco, mi piacerebbe una casa con un frutteto, un orto, un giardino e tanti animali tenuti liberi, compreso un asino. Poi penso che avrei bisogno di una persona che mi accudisca giardino frutteto orto e animali e il mio sogno si infrange. Per adesso ho il cane che fra poco fa i due anni e non ci siamo ancora stancati. Sto continuando a fare sogni strani contorti e non riesco a ricordare. Continuo a pensare che i sogni aiutino a dare e trovare quesiti e risposte, adesso che non ricordo i sogni, rimangono i quesiti e le risposte nascoste nella nebbia. E la nebbia non è il vuoto, ma una diversa percezione della realtà, per cui vedi ombre e fantasmi e la tua mente ha voglia di impazzire. A Cesena mi stanno succedendo strani incontri, magari con la scusa del cane o altre cose banali. Infatti ho sempre voglia di tornare a casa mia.  Gente che mi ferma, sorride, comincia a fare domande del genere che ti verrebbe da rispondere: “cazzo vuoi da me?” Poi dopo ore pensi a questi strani incontri e inizi a “catalogare”. Quelli che hanno il cane e non gliene frega niente di te, ma del tuo cane. Si è bello da impazzire, infatti dico sempre: è uguale a me. Quelli che tu parli e improvvisamente aprono il cuore e pensi: ma come fa un organo tutto sommato piccolino a contenere tanta roba? Quelli che comunque sono incontri magici che ti regalano un soffio di leggerezza e di sorriso. E fra questi incontri magici ce n'è qualcuno ancora più strano. Non credo alle casualità. Casualità è una volta, due volte, tre volte. Alla quarta volta pensi “ ho la calamita?”. E fra queste una due tre quattro volte - lasciamo perdere i miei angeli barboni di cui parlo spesso, ci sono , mi compaiono, mi dicono qualcosa, mi sorridono scompaiono, ma fanculo fermati un pochino di più. - ci sono delle persone che riescono a fermarmi con qualsiasi scusa e vanno dritto al sodo con le domande. Di dove sei, quanti anni hai, che lavoro fai, prima però mi parlano di sé. Io sono tonto e realizzo dopo: generalmente fra i 25 e i 40 anni, il loro italiano ha un accento delle colline su verso le montagne ai confini con la toscana, la pelle, poco pelo, è abbronzata, i capelli neri e hanno qualcosa di familiare. Dopo a ripensarci mi chiedo se casomai siano figli di qualcuno che sto cercando anch'io. Il problema è che lanciano dei segnali, ma l'ho detto sono tonto e realizzo solo dopo. Genere l'ultimo, penultimo, un ragazzotto con un cane enorme. Io cerco di evitarlo, il suo cane è maschio, il mio con i maschi non sempre ci va d'accordo. Praticamente mi insegue e ha una strana allegria, i cani si annusano si accovacciano e continuano ad annusarsi, io temevo si sbranassero. Mi dice che ha trovato il cane a … cioè un paese vicino a dove mi hanno sempre detto che sono nato. Il giovanotto parla solo in italiano pur con l'accento delle colline. Mi dice che vive con la sua ragazza a... cioè a metà strada da dove dovrei essere nato a quell'altro paese, quello sulle carte. Mi da l'impressione che abbia studiato, ma dice che lui ama i trattori e gli piace lavorare nei campi e nelle vigne. Tutte situate nelle zone che dovrebbero essere quelle della mia nascita. Dice tutto lui, salvo poi terminare con le domande di rito : come ti chiami , di dove sei, quanti anni hai, che lavoro fai. Mi aveva incuriosito il nome del suo cane , nome che adesso non ricordo, un nome strano e gli chiedo cosa vuol dire. Mi risponde che c'è un libro tal dei tale, neanche questo ricordo, che parla dei partigiani delle nostre colline – nostre? - e il figlio di uno di questi partigiani aveva questo nome. Con un grande sorriso se ne è andato. Poi ho chiesto ai miei amici che abitano in zona parchetto e che tutto vedono e tutto sanno, ma nessuno ha mai visto quel ragazzo neanche quel cane. Poi a casa ho pensato , ma questo qua abita in campagna e porta il cane a fare un giro nel parchettino di città? Quel ragazzo , lui era alto e bello, ma aveva i miei colori e una struttura degli occhi e del volto che mi risultavano familiari. Praticamente ogni volta che scendo faccio incontri di questo genere. Escluso l'ultimo, un signore grande grosso elegante, ma anche lui porca miseria stessi colori e stessa familiarità del volto, che mi si piazza davanti, grande sorriso e buongiorno mi dice, sorride ancora e se ne va. Fanculo, buongiorno. Ho tante paure, tante incertezze, tanti pudori. Non riesco a fare domande dirette a mia madre, già è in confusione di suo e aldilà dei dati che ho già certi, il resto continuano a rimanere supposizioni. E quando lancio per aria qualcuna di queste supposizioni, mia madre si incupisce e improvvisamente ritorna nel sonno e nel silenzio. Oggi ho lanciato una ipotesi la più probabile, fatta come una sorte di gioco. Mia madre ha capito e si è arrabbiata : “ non capisci che parlare di queste cose mi procura un grande dolore?” ed è ritornata in confusione. Salvo poi che se non parlo io , parla lei a raffica, mescolando realtà indizi e fantasmi. E poi sono io a dire “oh ragazza, se devi dirmi qualcosa dillo, non tirarmi matto”. E lei : “ma io te lo sto dicendo”. E il mio diritto a sapere si scontra con il rispetto e l'affetto che comunque devo a questa donna. Per cui stai zitto Enzo, tienti il tuo magone per te e la prossima volta che ti capitano situazioni strane con persone che hanno diverse caratteristiche simili alle tue, inizia anche tu a fare domande. Sabato prossimo , sabato 13 mi pare, conclusione di questo periodo strano con una delle mie ennesime camminate notturne sul fiume. E' dedicata ai sogni , quelli di notte, ai fantasmi, al destino. Sarà diversa, io sempre la guida, ma non ci saranno azioni esterne. Le azioni e gli attori saranno i partecipanti e non ci sarà neanche un percorso prefissato, ma tanti percorsi possibili che di volta in volta, il caso il destino le carte il capriccio o non so cosa, ci indicheranno di seguire. Volevo iniziare a lavorare ad un mio nuovo spettacolo, ma in questo periodo non ho né il tempo né la concentrazione, però inizierò tanti lavori e il primo sarà la conclusione del laboratorio che i casi della vita , a giugno, non mi hanno permesso di terminare. L'altro giorno in televisione parlavano di Argentina e hanno detto una frase che mi ha colpito tantissimo : “quando non c'è più nulla da perdere c'è tutto da guadagnare”. In questo periodo mi sento al tracollo umano psicologico sociale politico e chi più ne ha più ne metta. Ho qualcosa da perdere? No. Che poi è una domanda che mi faccio sempre. Abbiamo qualcosa da perdere? No , solo da guadagnare. Sono sicuro che se e quando riuscirò a trovare qualcuno dei miei fratelli, o mi mandano affanculo loro, o li mando io. Per adesso fanculo alle sfighe e alle malinconie, voglia di ridere e di sorridere non mi abbandonate mai

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