Il mio sogno da vecchio, praticamente
fra poco, mi piacerebbe una casa con un frutteto, un orto, un
giardino e tanti animali tenuti liberi, compreso un asino. Poi
penso che avrei bisogno di una persona che mi accudisca giardino
frutteto orto e animali e il mio sogno si infrange. Per adesso ho il
cane che fra poco fa i due anni e non ci siamo ancora stancati. Sto
continuando a fare sogni strani contorti e non riesco a ricordare.
Continuo a pensare che i sogni aiutino a dare e trovare quesiti e
risposte, adesso che non ricordo i sogni, rimangono i quesiti e le
risposte nascoste nella nebbia. E la nebbia non è il vuoto, ma una
diversa percezione della realtà, per cui vedi ombre e fantasmi e la
tua mente ha voglia di impazzire. A Cesena mi stanno succedendo
strani incontri, magari con la scusa del cane o altre cose banali. Infatti ho sempre voglia di tornare a casa mia.
Gente che mi ferma, sorride, comincia a fare domande del genere che
ti verrebbe da rispondere: “cazzo vuoi da me?” Poi dopo ore pensi
a questi strani incontri e inizi a “catalogare”. Quelli che hanno
il cane e non gliene frega niente di te, ma del tuo cane. Si è bello
da impazzire, infatti dico sempre: è uguale a me. Quelli che tu
parli e improvvisamente aprono il cuore e pensi: ma come fa un organo
tutto sommato piccolino a contenere tanta roba? Quelli che comunque
sono incontri magici che ti regalano un soffio di leggerezza e di
sorriso. E fra questi incontri magici ce n'è qualcuno ancora più
strano. Non credo alle casualità. Casualità è una volta, due
volte, tre volte. Alla quarta volta pensi “ ho la calamita?”. E
fra queste una due tre quattro volte - lasciamo perdere i miei angeli
barboni di cui parlo spesso, ci sono , mi compaiono, mi dicono
qualcosa, mi sorridono scompaiono, ma fanculo fermati un pochino di
più. - ci sono delle persone che riescono a fermarmi con qualsiasi
scusa e vanno dritto al sodo con le domande. Di dove sei, quanti anni
hai, che lavoro fai, prima però mi parlano di sé. Io sono tonto e
realizzo dopo: generalmente fra i 25 e i 40 anni, il loro italiano ha
un accento delle colline su verso le montagne ai confini con la
toscana, la pelle, poco pelo, è abbronzata, i capelli neri e hanno
qualcosa di familiare. Dopo a ripensarci mi chiedo se casomai siano
figli di qualcuno che sto cercando anch'io. Il problema è che
lanciano dei segnali, ma l'ho detto sono tonto e realizzo solo dopo.
Genere l'ultimo, penultimo, un ragazzotto con un cane enorme. Io
cerco di evitarlo, il suo cane è maschio, il mio con i maschi non
sempre ci va d'accordo. Praticamente mi insegue e ha una strana
allegria, i cani si annusano si accovacciano e continuano ad
annusarsi, io temevo si sbranassero. Mi dice che ha trovato il cane a
… cioè un paese vicino a dove mi hanno sempre detto che sono nato.
Il giovanotto parla solo in italiano pur con l'accento delle colline.
Mi dice che vive con la sua ragazza a... cioè a metà strada da dove
dovrei essere nato a quell'altro paese, quello sulle carte. Mi da
l'impressione che abbia studiato, ma dice che lui ama i trattori e
gli piace lavorare nei campi e nelle vigne. Tutte situate nelle zone
che dovrebbero essere quelle della mia nascita. Dice tutto lui, salvo
poi terminare con le domande di rito : come ti chiami , di dove sei,
quanti anni hai, che lavoro fai. Mi aveva incuriosito il nome del suo
cane , nome che adesso non ricordo, un nome strano e gli chiedo cosa
vuol dire. Mi risponde che c'è un libro tal dei tale, neanche questo
ricordo, che parla dei partigiani delle nostre colline – nostre? -
e il figlio di uno di questi partigiani aveva questo nome. Con un
grande sorriso se ne è andato. Poi ho chiesto ai miei amici che
abitano in zona parchetto e che tutto vedono e tutto sanno, ma
nessuno ha mai visto quel ragazzo neanche quel cane. Poi a casa ho
pensato , ma questo qua abita in campagna e porta il cane a fare un
giro nel parchettino di città? Quel ragazzo , lui era alto e
bello, ma aveva i miei colori e una struttura degli occhi e del
volto che mi risultavano familiari. Praticamente ogni volta che
scendo faccio incontri di questo genere. Escluso l'ultimo, un signore
grande grosso elegante, ma anche lui porca miseria stessi colori e stessa
familiarità del volto, che mi si piazza davanti, grande sorriso e
buongiorno mi dice, sorride ancora e se ne va. Fanculo, buongiorno.
Ho tante paure, tante incertezze, tanti pudori. Non riesco a fare
domande dirette a mia madre, già è in confusione di suo e aldilà
dei dati che ho già certi, il resto continuano a rimanere
supposizioni. E quando lancio per aria qualcuna di queste
supposizioni, mia madre si incupisce e improvvisamente ritorna nel
sonno e nel silenzio. Oggi ho lanciato una ipotesi la più probabile,
fatta come una sorte di gioco. Mia madre ha capito e si è arrabbiata
: “ non capisci che parlare di queste cose mi procura un grande
dolore?” ed è ritornata in confusione. Salvo poi che se non parlo
io , parla lei a raffica, mescolando realtà indizi e fantasmi. E
poi sono io a dire “oh ragazza, se devi dirmi qualcosa dillo, non
tirarmi matto”. E lei : “ma io te lo sto dicendo”. E il mio
diritto a sapere si scontra con il rispetto e l'affetto che comunque
devo a questa donna. Per cui stai zitto Enzo, tienti il tuo magone
per te e la prossima volta che ti capitano situazioni strane con
persone che hanno diverse caratteristiche simili alle tue, inizia
anche tu a fare domande. Sabato prossimo , sabato 13 mi pare,
conclusione di questo periodo strano con una delle mie ennesime
camminate notturne sul fiume. E' dedicata ai sogni , quelli di notte,
ai fantasmi, al destino. Sarà diversa, io sempre la guida, ma non ci
saranno azioni esterne. Le azioni e gli attori saranno i partecipanti
e non ci sarà neanche un percorso prefissato, ma tanti percorsi
possibili che di volta in volta, il caso il destino le carte il
capriccio o non so cosa, ci indicheranno di seguire. Volevo iniziare
a lavorare ad un mio nuovo spettacolo, ma in questo periodo non ho né
il tempo né la concentrazione, però inizierò tanti lavori e il
primo sarà la conclusione del laboratorio che i casi della vita , a
giugno, non mi hanno permesso di terminare. L'altro giorno in
televisione parlavano di Argentina e hanno detto una frase che mi ha
colpito tantissimo : “quando non c'è più nulla da perdere c'è
tutto da guadagnare”. In questo periodo mi sento al tracollo umano
psicologico sociale politico e chi più ne ha più ne metta. Ho
qualcosa da perdere? No. Che poi è una domanda che mi faccio sempre.
Abbiamo qualcosa da perdere? No , solo da guadagnare. Sono sicuro che
se e quando riuscirò a trovare qualcuno dei miei fratelli, o mi
mandano affanculo loro, o li mando io. Per adesso fanculo alle
sfighe e alle malinconie, voglia di ridere e di sorridere non mi
abbandonate mai
Nessun commento:
Posta un commento