martedì 17 dicembre 2019

Oroscopi, palline luccicanti, cani e letterine dei desideri

L'oroscopo di settimana scorsa ( quello di Rob Brezny, l'oroscopo intellettualino per gente un pò fighetta e un pò di sinistra, mica leggiamo Paolo Fox, Astra o gli oroscopi-cazzate dei quotidiani noi. Tanto per darsi un tono) ci dava come tema, a quelli del mio segno: di sognare ad occhi aperti, tutto quello che volevamo. Credo di essere un pò atipico, ma io sogno sempre ad occhi aperti, è la gestione del reale e del quotidiano e dell'ordine che mi massacrano. Di notte invece continuo a sognare bruttissimo, poi in questi giorni il cane è arrabbiato con me e non ne vuole sapere di fare giri oltre il marciapiedi di casa. E allora mi tocca giocare in continuazione in cortile con il tira e prendi la pallina. Poi il nervoso viene a me che ho voglia di camminare e gliele lancio tutte in una volta le sue palline. Un oroscopo serio dovrebbe dire : piantala di sognare che hai già una certa età e tutto quello che perdi per strada , poi non lo ritrovi.
Ieri sera mi sono perso in internet a guardare tutta la fauna dell'appennino romagnolo perchè volevo capire cosa fossero quelle tre quasi capre che l'altro giorno arrivando di corsa saltellando da un dirupo mi hanno atraversato la strada. Non avevano le corna così esagerate, ma direi che erano mufloni. E di nuovo a sognare una casa su in  quelle colline attorniato da tutta la fauna dell'appennino. Peccato che solo a sentire un abbaio di un capriolo mi spavento e scappo via.  
Ho fatto  l'albero di natale che albero non è. Ho messo un pò di palline sulla rete che divide me dai vicini.   Il problema che appena tocco la rete o apro il cancellino,  le palline cominciano a muoversi , il cane impazzisce e vuole mangiarsele. E poi devo rincorrerlo per tirargli fuori la pallina maciullata dalla bocca. Normale in queste giornate di gente allegra, gente che vuole essere allegra a tutti i costi , in queste giornate in cui prolificano foto di piatti, dolci, panettoni, sorrisi stellati in piazze addobbate, tavole imbandite, calici alzati ( spero che non compaiano foto al cesso quando uno andrà a fare la cacca perchè mangiato troppo) normale che però ci siano alcune malinconie. 
Lasciamo perdere quelli che tutto perfetto, tutto felice , tutto va bene, sappiamo che non è sempre così. Lasciamo perdere anche le malinconie personali o le mancanze personali. Pensavo ai Palestinesi, ai Curdi e si può andare avanti all'infinito viste le tante guerre e gli interessi in tante parti del mondo. Pensavo a quelle foto di bambini o anziani che si vedono razzolare nella spazzatura perchè hanno fame. O ai tanti delitti impuniti. Ascoltavo adesso in radio un servizio su Regeni. Ma anche semplicemente pensavo alla tanta gente sola. Io sono solo per scelta, mai avuto patemi per questa cosa, le mie malinconie riguardano altro. Pensavo che rinunciare tutti magari ad un panettone, ad una bottiglia di vino, ad una portata delle cento che di solito si fanno a natale e devolvere questi pochi euro di risparmio a chi forse non ha neanche la possibilità di un piatto caldo, forse noi non moriremo di fame e forse neanche qualcun'altro. 
Leggevo anche di un pronto soccorso dove una madre piangeva il figlio morto e qualcuno gridava "fate smettere quella negra, face tacere quella scimmia". Indipendentemente da come la si pensi, non possiamo esserci ridotti così. Fa male. E dopo a cosa serve fare o obbligare a fare il presepio:  a sentirci in diritto per le nostre anime buttate nell'immondizia? Aldilà di tutti i discorsi , ecco, tutte queste anime buttate nell'immondizia all'insegna dell'ingordigia del proprio sè, non fa presagire belle cose per il futuro. 
Anni fa quando abitavo a Bologna (perchè dopo Cesena e prima di qua, ho abitato per poco più di dieci anni a Bologna) , abitavo vicino alla piazza. E la sera ero sempre in piazza maggiore (spesso) seduto sui gradini della chiesa e si incontravano tante persone. Non c'era la paura, ma la voglia di conoscere e si facevano tanti amici. Una sera avevo conosciuto un ragazzetto della Sardegna. Litigato con la famiglia e buttato fuori casa, poi era andato a vivere, mi pare vicino aVarese. Mi raccontava che tutti gli anni per Natale, ma anche a tutte le feste, lui, solo, apparecchiava la tavola per due :" se poi qualcuno viene a bussare, il piatto è già pronto".  Mi è rimasto molto impresso questa cosa. Tenerezza, dolcezza, poesia, orgoglio. 
Io quest'anno , dopo tantissimi anni, voglio scrivere la mia letterina dei desideri e di quello che vorrei (niente di materiale)  e poi metterla sotto il piatto, la notte di Natale. Chissà che il giorno dopo qualcosa si possa avverare. Si in effetti avrei bisgno di essere un pochino più concreto. Fra poco mi metto a leggere (pesanti i testi di genetica porca miseria) vicino al mio cagnone e poi a nanna. Buon sogni a tutti e ciao

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