mercoledì 15 giugno 2016

L'aria veloce del nord - seconda parte

l'aria veloce del nord, seconda parte. Un pensiero ai ragazzi e alle ragazze assassinati a Orlando 

 
Vienna non l'ho amata. Troppo bellina, troppo perfetta, troppo pulita. Non avevo trovato voli diretti per Vienna, allora sono partito per Bratislava dove poi ho preso un pulman. Avessi saputo che c'era un collegamento Bratislava – Vienna anche tramite battello sul Danubio, avrei scelto questo. Il viaggio in pullman, bello, poco più di un'ora e mi veniva in mente Terzani e il suo non volere prendere aerei per un anno. Si vedono più cose. Il paesaggio piacevole. Il pulman mi doveva scaricare vicino ad una fermata della metropolitana, mi sono trovato , fine corsa, alla periferia di un brutto quartierone per operai ed immigrati che già di suo era alla periferia della città. Vienna, ma poteva essere qualsiasi altro posto. Brutto, anonimo e inospitale come qualsiasi altro quartierone alla periferia di qualsiasi altra città. Dopo qualche ora sono riuscito a capire dove ero e quale autobus prendere per arrivare dove dovevo andare. Vienna è bella, esattamente come le cartoline. Mi ha dato l'idea di città ideale per coppie attempate, risposate e in viaggio di nozze. Cammini per Vienna, cielo nè grigio nè azzurro, cielo. Nessun profumo e ti aleggiano in testa i valzer, quelli del primo dell'anno in televisione. E ti aspetti da un momento all'altro di vedere qualche signorina diciottenne in abito da sera pronta per il suo ballo del debutto. Tutto bellissimo , tutto perfetto, nessun odore, fortuna il palazzo reale e il profuno di stalla dei cavalli e fortuna le pasticcerie. Ma la perfezione non esiste neanche a Vienna. Ero alloggiato in un albergo economico gestito da suore e frequentato perloppiù da preti e suore. Per arrivare in centro , circa dieci minuti a piedi, dovevo attraversare una grande parco. Qualche movimento sospetto, ma niente di che. Una mattina , come tutte le mattine attraverso il parco per andare in una qualche pasticceria, noto un movimento strano. Ero su di un ponte che attraversava il parco e sotto, forse una ventina di metri, una strada che attraversava un altro parco sottostante. Vedo in lontananza una ragazzina nera, lo sguardo perso, malamente truccata, i capelli scompigliati, la faccia gonfia e ho pensato "questa si sta per suicidare". Non ho fatto in tempo a pensare e subito ho visto la ragazzina che oltrepassava la ringhiera per buttarsi giù. Ho iniziato a correre e sono riuscito a prendere la ragazzina per i polsi, lei sospesa nel vuoto con una tale rabbia e determinazione che non riuscivo a portarla in salvo. Ho iniziato a urlare, eppure prima c'era tanta gente in giro, ma non si vedeva più nessuno. Ho continuato a urlare finchè sono arrivati di corsa due ragazzini che hanno iniziato a parlare strano. Piantatela di parlare datemi una mano. Italiano? Si italiano, datemi una mano. Con fatica siamo riusciti a sollevarla. Poi sono arrivate altre persone, hanno
chiamato la polizia, hanno chiamato l'ambulanza. I ragazzini mi hanno detto: "meglio che noi scompariamo,ma anche tu , non ti conviene rimanere qua e farti interrogare dalla polizia". Erano ragazzini, anche loro come la ragazza, poco più che bambini. Marrocchini, avevano abitato in italia e continuavano a ridere e ad essere stupidissmi. Probabilmente due piccoli prostituti o spacciatori, o entrambe le cose. Erano a loro modo eleganti, un pò stropicciati, non troppo puliti, ma mi hanno salutati con un sorriso e una stretta di mano :"ciao italiano" e sono scomparsi. Mi hanno dato l'idea di due cuccioli di cane, grande cuore ed entusiasmo, continua voglia di giocare e di azzuffarsi, ma sempre vicini e di corsa per scoprire il mondo e sempre pronti a fare danni. Di fronte, al dilà del parco, oltre la grande strada con automobili disciplinate, la vetrina con esposte gigantesche saune da esterno. Di fianco il Musikverein, il teatro della musica, quello , credo, dei concerti del primo dell'anno alla televisione. Oltre la strada e oltre i palazzi l'inizio del centro con le signore e i signori eleganti, i turisti con il pacchettino della sacher tort e finalmente il palazzo reale e la puzza dei troppo equilibrati cavalli Lipizzani.

Cavalli di diverso genere ne ho visti , non ricordo se a Colonia, Francoforte o Amburgo. Ero prevenuto nei confronti delle città tedesche, anche se avevo amici che abitavano in Germania e mi raccontavano di Berlino, città medievali, foreste nere, di persone non così ostiche come spesso nell'immaginario. Non ricordo quale di queste tre città, però c'era un parco immenso totalmente recintato. Se non avevo capito male era gestito da una cooperativa per persone disabili. Questo parco era molto curato e c'erano pecore, cavalli, mucche tutti totalmente liberi. Vedevo dei giovanotti che preparavano il cibo, tanto, perchè tanti erano gli animali. Ad un certo punto , uno di questi giovanotti, ha iniziato a battere con un ferro contro una tinozza di zinco e continuava a battere. Improvvisamente, cavalli, mucche, pecore hanno iniziato a correre all'impazzata verso il richiamo e il cibo. Erano su in alto, si di una collinetta e vedere queste centinaia di animali correre all'unisono, toglieva il fiato. Il giovanotto con la sindrome di down, sorrideva e man mano gli animali mangiavano, lui passava ad accarezzarli tutti. Forse Francoforte.
Ad Amburgo, la prima cosa che mi hanno detto è stato : "devi vedere il quartiere a luci rosse". Figuriamoci, mai vista Amburgo, vado a perdermi nel quartiere a luci rosse. Infatti di giorno visitavo Amburgo e la sera, mi avevano detto che dovevo assolutamente andare, andavo: nel quartierone a luci rosse. Ad Amburgo ho conosciuto un architetto, mi hanno detto poi, uno molto importante. Abitava in un ex quartiere operaio, fabbriche dismesse. Lui e altri architetti avevano ridisegnato e ristrutturato il quartiere e quello che si poteva. Un quartiere a sè stante, non sembrava Amburgo, senza macchine, strade lastricate, piazzette e l'andamento lento e piacevole delle persone. Diverso , più incasinato e rumoroso l'altro quartiere, quello a luci rosse.Anni prima a Bruxelles scendendo di notte dal treno c'erano delle case con delle finestre e signorine sedute in bella vista, ma era tutto grigio, c'era aria di mistero, forse il freddo, gli uomini che passavano , erano molto coperti, anche il volto. Ad Amburgo no, forse perchè era un periodo caldo, ma tutto alla luce del sole. Supermercati, alberghi e tutto ciò che uno può immaginare, tutto in funzione di quello. Una sorta di circo dalle proporzioni grandiose e allegria sfrenata come al circo. Si le signorine c'erano, in bella mostra, alcune molto belle, ma non riuscivo a capire l'allegria. C'erano anche locali , i più svariati. Davanti alle scale di uno di questi, grosso affollamentio di ragazzi. Ad un certo punto si apre la porta e su in cima alla scala compare una ragazza nera, di bellezza esagerata, completamente vestita di bianco, il seno in evidenza, le lunghe gambe scoperte. Un boato. Sembrava un popolo in adorazione del proprio idolo.
Conoscevo un muratore, delle zone dove abito, che risparmiava tutto l'anno, poi al momento delle ferie, andava ad Amburgo , più spesso ad Amsterdam e risiedeva un mese solo e unicamente all'interno dei quartieri a luci rosse. Non ha mai visto nulla oltre le case delle signorine. 
 

Ad Amsterdam, mi raccontavano che i ragazzi italiani non erano visti troppo bene, infatti negli alberghi, chiedevano il saldo del conto già dal primo giorno. Io ero ospite in una foresteria vicinissima alla piazza, quella dei fiori. Un appartamento all'ultimo piano in caratteristica casa Olandese. Gradini faticosi e ripidissimi, tetto spiovente. Però si vedevano i canali. In quei giorni li stavano ripulendo dalle biciclette. Migliaia. C'erano le chiatte piene. Mi hanno spiegato che di notte, molti, specialmente turisti, si ubriacavano e buttavano le biciclette nei canali. Ogni tanto qualcuno si buttava pure lui. C'erano diverse mostre interessanti da vedere, ma ore di fila per cui ho preferito perdermi all'interno di un parco curatissimo, famoso negli anni 70/80 per gli sballati di tutta europa. Stavano girando un film, forse una pubblicità. Una signora elegante camminava tranquilla, arrivava di corsa uno sballatone e le rubava la borsa. Stop. Finite le riprese, danno una busta con dei soldi al ragazzo che io pensavo un attore. Invece era uno sballatone del parco che avevano assoldato perchè molto veritiero. Era così soddisfatto della parte cinematografica e dei soldi che dopo sembrava volasse e si guardava in giro sorridendo a tutti. Gli mancavano diversi denti e lo sguardo era perso. 

l'aria veloce del nord- fine seconda parte 

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