Vienna non l'ho amata. Troppo
bellina, troppo perfetta, troppo pulita. Non avevo trovato voli
diretti per Vienna, allora sono partito per Bratislava dove poi ho
preso un pulman. Avessi saputo che c'era un collegamento Bratislava –
Vienna anche tramite battello sul Danubio, avrei scelto questo. Il
viaggio in pullman, bello, poco più di un'ora e mi veniva in mente
Terzani e il suo non volere prendere aerei per un anno. Si vedono più
cose. Il paesaggio piacevole. Il pulman mi doveva scaricare vicino ad
una fermata della metropolitana, mi sono trovato , fine corsa, alla
periferia di un brutto quartierone per operai ed immigrati che già
di suo era alla periferia della città. Vienna, ma poteva essere
qualsiasi altro posto. Brutto, anonimo e inospitale come qualsiasi
altro quartierone alla periferia di qualsiasi altra città. Dopo
qualche ora sono riuscito a capire dove ero e quale autobus prendere
per arrivare dove dovevo andare. Vienna è bella, esattamente come le
cartoline. Mi ha dato l'idea di città ideale per coppie attempate,
risposate e in viaggio di nozze. Cammini per Vienna, cielo nè grigio
nè azzurro, cielo. Nessun profumo e ti aleggiano in testa i valzer,
quelli del primo dell'anno in televisione. E ti aspetti da un momento
all'altro di vedere qualche signorina diciottenne in abito da sera
pronta per il suo ballo del debutto. Tutto bellissimo , tutto
perfetto, nessun odore, fortuna il palazzo reale e il profuno di
stalla dei cavalli e fortuna le pasticcerie. Ma la perfezione non
esiste neanche a Vienna. Ero alloggiato in un albergo economico
gestito da suore e frequentato perloppiù da preti e suore. Per
arrivare in centro , circa dieci minuti a piedi, dovevo attraversare
una grande parco. Qualche movimento sospetto, ma niente di che. Una
mattina , come tutte le mattine attraverso il parco per andare in
una qualche pasticceria, noto un movimento strano. Ero su di un ponte
che attraversava il parco e sotto, forse una ventina di metri, una
strada che attraversava un altro parco sottostante. Vedo in
lontananza una ragazzina nera, lo sguardo perso, malamente truccata,
i capelli scompigliati, la faccia gonfia e ho pensato "questa si
sta per suicidare". Non ho fatto in tempo a pensare e subito ho
visto la ragazzina che oltrepassava la ringhiera per buttarsi giù.
Ho iniziato a correre e sono riuscito a prendere la ragazzina per i
polsi, lei sospesa nel vuoto con una tale rabbia e determinazione
che non riuscivo a portarla in salvo. Ho iniziato a urlare, eppure
prima c'era tanta gente in giro, ma non si vedeva più nessuno. Ho
continuato a urlare finchè sono arrivati di corsa due ragazzini che
hanno iniziato a parlare strano. Piantatela di parlare datemi una
mano. Italiano? Si italiano, datemi una mano. Con fatica siamo
riusciti a sollevarla. Poi sono arrivate altre persone, hanno
chiamato la polizia, hanno chiamato l'ambulanza. I ragazzini mi hanno
detto: "meglio che noi scompariamo,ma anche tu , non ti
conviene rimanere qua e farti interrogare dalla polizia". Erano
ragazzini, anche loro come la ragazza, poco più che bambini.
Marrocchini, avevano abitato in italia e continuavano a ridere e ad
essere stupidissmi. Probabilmente due piccoli prostituti o
spacciatori, o entrambe le cose. Erano a loro modo eleganti, un pò
stropicciati, non troppo puliti, ma mi hanno salutati con un sorriso
e una stretta di mano :"ciao italiano" e sono scomparsi. Mi
hanno dato l'idea di due cuccioli di cane, grande cuore ed
entusiasmo, continua voglia di giocare e di azzuffarsi, ma sempre
vicini e di corsa per scoprire il mondo e sempre pronti a fare danni.
Di fronte, al dilà del parco, oltre la grande strada con automobili
disciplinate, la vetrina con esposte gigantesche saune da esterno. Di
fianco il Musikverein, il teatro della musica, quello , credo, dei
concerti del primo dell'anno alla televisione. Oltre la strada e
oltre i palazzi l'inizio del centro con le signore e i signori
eleganti, i turisti con il pacchettino della sacher tort e finalmente
il palazzo reale e la puzza dei troppo equilibrati cavalli Lipizzani.
Cavalli di diverso genere ne
ho visti , non ricordo se a Colonia, Francoforte o Amburgo. Ero
prevenuto nei confronti delle città tedesche, anche se avevo amici
che abitavano in Germania e mi raccontavano di Berlino, città
medievali, foreste nere, di persone non così ostiche come spesso
nell'immaginario. Non ricordo quale di queste tre città, però c'era
un parco immenso totalmente recintato. Se non avevo capito male era
gestito da una cooperativa per persone disabili. Questo parco era
molto curato e c'erano pecore, cavalli, mucche tutti totalmente
liberi. Vedevo dei giovanotti che preparavano il cibo, tanto, perchè
tanti erano gli animali. Ad un certo punto , uno di questi
giovanotti, ha iniziato a battere con un ferro contro una tinozza di
zinco e continuava a battere. Improvvisamente, cavalli, mucche,
pecore hanno iniziato a correre all'impazzata verso il richiamo e il
cibo. Erano su in alto, si di una collinetta e vedere queste
centinaia di animali correre all'unisono, toglieva il fiato. Il
giovanotto con la sindrome di down, sorrideva e man mano gli animali
mangiavano, lui passava ad accarezzarli tutti. Forse Francoforte.
Ad Amburgo, la prima cosa che
mi hanno detto è stato : "devi vedere il quartiere a luci
rosse". Figuriamoci, mai vista Amburgo, vado a perdermi nel
quartiere a luci rosse. Infatti di giorno visitavo Amburgo e la
sera, mi avevano detto che dovevo assolutamente andare, andavo: nel
quartierone a luci rosse. Ad Amburgo ho conosciuto un architetto, mi
hanno detto poi, uno molto importante. Abitava in un ex quartiere
operaio, fabbriche dismesse. Lui e altri architetti avevano
ridisegnato e ristrutturato il quartiere e quello che si poteva. Un
quartiere a sè stante, non sembrava Amburgo, senza macchine, strade
lastricate, piazzette e l'andamento lento e piacevole delle persone.
Diverso , più incasinato e rumoroso l'altro quartiere, quello a luci
rosse.Anni prima a Bruxelles scendendo di notte dal treno c'erano
delle case con delle finestre e signorine sedute in bella vista, ma
era tutto grigio, c'era aria di mistero, forse il freddo, gli uomini
che passavano , erano molto coperti, anche il volto. Ad Amburgo no,
forse perchè era un periodo caldo, ma tutto alla luce del sole.
Supermercati, alberghi e tutto ciò che uno può immaginare, tutto in
funzione di quello. Una sorta di circo dalle proporzioni grandiose e
allegria sfrenata come al circo. Si le signorine c'erano, in bella
mostra, alcune molto belle, ma non riuscivo a capire l'allegria.
C'erano anche locali , i più svariati. Davanti alle scale di uno di
questi, grosso affollamentio di ragazzi. Ad un certo punto si apre la
porta e su in cima alla scala compare una ragazza nera, di bellezza
esagerata, completamente vestita di bianco, il seno in evidenza, le
lunghe gambe scoperte. Un boato. Sembrava un popolo in adorazione del
proprio idolo.
Conoscevo un muratore, delle
zone dove abito, che risparmiava tutto l'anno, poi al momento delle
ferie, andava ad Amburgo , più spesso ad Amsterdam e risiedeva un
mese solo e unicamente all'interno dei quartieri a luci rosse. Non ha
mai visto nulla oltre le case delle signorine.
Ad Amsterdam, mi raccontavano
che i ragazzi italiani non erano visti troppo bene, infatti negli
alberghi, chiedevano il saldo del conto già dal primo giorno. Io ero
ospite in una foresteria vicinissima alla piazza, quella dei fiori.
Un appartamento all'ultimo piano in caratteristica casa Olandese.
Gradini faticosi e ripidissimi, tetto spiovente. Però si vedevano i
canali. In quei giorni li stavano ripulendo dalle biciclette.
Migliaia. C'erano le chiatte piene. Mi hanno spiegato che di notte,
molti, specialmente turisti, si ubriacavano e buttavano le biciclette
nei canali. Ogni tanto qualcuno si buttava pure lui. C'erano diverse
mostre interessanti da vedere, ma ore di fila per cui ho preferito
perdermi all'interno di un parco curatissimo, famoso negli anni 70/80
per gli sballati di tutta europa. Stavano girando un film, forse una
pubblicità. Una signora elegante camminava tranquilla, arrivava di
corsa uno sballatone e le rubava la borsa. Stop. Finite le riprese,
danno una busta con dei soldi al ragazzo che io pensavo un attore.
Invece era uno sballatone del parco che avevano assoldato perchè
molto veritiero. Era così soddisfatto della parte cinematografica e
dei soldi che dopo sembrava volasse e si guardava in giro sorridendo
a tutti. Gli mancavano diversi denti e lo sguardo era perso.
l'aria veloce del nord- fine seconda parte
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