la sindrome della vita di merda
Primo
maggio, festa dei lavoratori, fuori piove, molti supermercati saranno
aperti. Il lavoro ormai una bufala per tanti, meglio spendere soldi
per la mobilità che creare nuovi effettivi posti. Quando,anni fa ,
mi ero trasferito in Lombardia, io che arrivavo dalla Emilia Romagna,
ero scandalizzato per il fatto che in questi piccoli paesi il
sindacato praticamente non esistesse. Parlavo con le persone che
lavoravano nell'edilizia, nei campi, nelle fabbriche e mi sembrava
tutto un far west, ora questo far west sembra ormai generalizzato.
I
fascismi stanno invadendo in maniera neanche troppo strisciante come
un'onda di petrolio fuoriuscito che intacca e distrugge tutto. La
paura dell'altro, del diverso, la paura di tutto che stanno
continuando a creare strumentalizzazioni, fobie, rancori . Poi non
importa come uno vive, quanto guadagna e chi frequenta, l'importante
sono i sacrifici per gli altri, l'importante sono le regole bigotte
per gli altri. L'importante sono i bastoni e le carote per gli altri.
L'importante è lamentarsi, infuriarsi, lasciare il proprio pensiero
sui social e poi affogarsi in un qualche pranzo con piatti ben
fotografati altro che quelli di master chef.
C'è in giro una
solitudine che fa paura, una impossibilità e un compiacimento a
volte, altrettanto da paura. Non credo fosse questo il mondo che i
giovanotti e le giovanotte del dopoguerra immaginavano per i loro
figli e per i figli dei loro figli. La solitudine, la disperazione,
incancreniscono il cuore in maniera reale e metaforica. Un cane
lasciato solo, legato ad una catena, o si deprime fine a morirne o
diventa rabbioso pronto ad essere utilizzato come arma da guerra da
chi gli da un pezzo di pane.
In realtà volevo parlare di altre cose.
Come dei miei ragazzi, quelli del laboratorio intendo, perché altri
non ne ho. Sono pochi, sei in tutto, tre maschi e tre femmine. Ma
sono belli. Si forse anche fisicamente, non so, non mi è mai
interessata la bellezza esterna, sono belli , punto. Hanno una
inquietudine, un candore, una intelligenza, un cuore grande in cui
anch'io mi ci riconosco. Da qualche anno sono in crisi con i
laboratori, molti partecipanti potrebbero essere miei figli , alcuni
anche miei nipoti. Così pochi, posso seguirli
meglio e meglio posso captare
quelle scariche di elettricità che ogni persona emana. Una volta al
mese facciamo una sorta di maratona di lavoro, ieri ne avevo quattro.
Uno dice fai tanti chilometri per quattro persone? Si, ne vale la
pena. Credo
di riuscire a comunicare e a dare,
un
po' di tecnica, un po' di cuore, un po' di chiacchiere. Ugualmente
tanto
ricevo. E questo è non bello, è
di
più.
In queste ultime settimane mi sono rinchiuso a scrivere. Non le
cosettine veloci del blog. Volevo scrivere uno spettacolo per me. Ho
chiesto a Marco se mi faceva la regia, mi ha risposto non esiste. Ma
lo farò. Il testo mi piace tanto, devo lasciarlo decantare un attimo
e a settembre inizierò con le prove. Ho scritto anche un altro
testo, pure questo mi piace tanto, uno spettacolo che farà Marco.
Regia mia,chiaro. Inizieremo fra poco le prove e lo presenteremo in
anteprima di lavoro – work
in progress
, questa estate. Non è male mettersi a scrivere un pochino
seriamente. Per sé, per chi ha voglia di leggerti. Questi due testi
li chiamo piccoli romanzi, magari mi metto a scrivere altri piccoli
romanzi e poi li metto assieme.
E' un periodo lungo in
cui
mi sono isolato un po' troppo, un po' per malessere personale,
un po' sociale. Malessere però
che ormai si è insinuato fin dentro le ossa, un po' per scrivere, un
po' per compiangermi, un po' per paura della vita, un po' per stare
assieme al mio cane.
Va
bene volere bene agli animali, ma ributtare sul proprio cane tutto il
proprio bisogno di affetto, forse qualcosa non va. E il cane ne
approfitta, così quando qualcosa non gli va bene, tipo non decidere
lui dove andare, inizia a fare capricci. Esattamente come un bambino
viziato. E' difficile accettare l'idea che sei solo, nel senso che
non hai più nessuno della tua famiglia. E' difficile accettare anche
l'idea che invecchi e poi magari rincretinisci completamente. Come
se non lo fossi già abbastanza. Fortuna
che rido sempre come un cretino.
Poi
ti dici, è così , è la tua vita, alza il culo e smetti di
martellarti i maroni.
La mattina mi alzo prestissimo per portare in
giro il cane.
Lui magari dormirebbe ancora, ma mi piace, nessuno in
giro e vedere l'alba che avanza. E' sempre una emozione fortissima. E
ti senti forte, impavido guerriero pronto a fronteggiare qualsiasi
mulino a vento ti si piazzi davanti. E ti senti fortunato, ancora un
giorno, magari difficoltoso, ma è ancora un altro
giorno.
In questi giorni, qua dove abito c'è sempre traffico per cui non
posso lasciare tanto libero il cane specie se in giro ci sono altri
cani o lepri che corrono. Stamattina dico, lo porto nei campi, vada
dove vuole, abbia la possibilità di sfogare l'eccessiva adrenalina(
che al guinzaglio, fin da piccolo sembra sempre un cane depresso).
Sto per slegare il cane , vedo in mezzo ai campi un signore
completamente immobile, lo sguardo perso nel vuoto, con in mano un
ombrello verde aperto. Conosco il signore, credo che a tutti sia
dovuto qualche attimo di smarrimento e in maniera vigliacca, mi sono
preso il mio cane e sono fuggito. Poi mi sentivo in colpa e sono
ritornato indietro e il signore ormai ripresosi, mi chiedeva
allarmato se il mio cane fosse pericoloso. Cretino lo vedi tutti i
giorni, ti ha mai sbranato? Era più simpatico quando faceva quello
perso nel vuoto.
Come tanti della mia età, anch'io spesso mi lamento
della mancanza di un amore. E' che ho un gran casino in casa e mi
farebbe comodo se ogni tanto qualcuno mi portasse in giro il cane
così potrei fare tranquillamente le pulizie. Sempre
in questi giorni, fra depressioni, solitudine, smaronamenti vari,mi
sento orgoglioso di me. Cosa ci sarà da essere orgoliosi, vallo a
sapere, ma sono orgoglioso. Oggi qua , visita al castello. Va bene
visita al castello, ma che la gente si infili sulle scale di casa mia
, per vedere chissà cosa, mi sembra eccessivo. Prima sento gridare
“signore, signore” - “dica” - “ che bel giardino che ha”
. “ma va a cagare”. Un ragazzo del corso dice a sua madre “mi
piacerebbe tanto diventare padre, vorrei essere padre”. La madre
gli ha risposto “ ma se non sai neanche dar da mangiare al tuo
cane”. Che vita di merda
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