Ci
sono certe notti, ma ci sono anche certe mattine. Con la nebbia
fittissima e i cani in lontananza che ululano. E certe mattine, alla
buon'ora, girare con il cane che ancora non ci si vede nulla, ti
viene da pensare “ ma perché non sono rimasto a letto?”. Ogni
rumore ti ritrovi impregnato oltre che dalla nebbia, da quel sudore
strano che si chiama paura. Ma le paure vanno affrontate, così mi
hanno sempre insegnato, e allora vai avanti e ti senti persino un
pochino eroe. Poi la paura passa e la testa comincia ad andare ,
altro che navigare. Pensi ai tuoi amici , alle persone care che non
ci sono più, alle cose non risolte della tua vita, poi dici basta
botte sui maroni e pensi alla tua casa ideale, al tuo amore ideale,
alle tue economie ideali, alla tua vita ideale. Poi fortuna ci si
comincia a vedere, si deve ritornare a casa e i fantasmi vanno a
ripiegarsi nel cassettino del cervello. E comincia la vita reale, da
farti rimpiangere la camminata delle sei di mattina. In questi giorni
che penso meno al teatro, mi sto accorgendo di realtà che conoscevo
solo per sentito dire. Come gente che ha perso tutto e vive in un
garage, come case famiglia per ragazzi problematici, come gente che
va a rovistare nei rifiuti per poi rivendere quello che può. Come
persone che dedicano il loro tempo, i loro soldi e la loro casa per
potere dare un aiuto. Ieri in giro con una amica e tutti questi mondi
mi sono saltati addosso in maniera violenta, da farmi stare male. E
pensi ai tanti populismi della politica, pensi a chi cerca di
cavalcare e di fomentare le paure. Pensi alla marea di esseri umani
che scappano dalla miseria e dalle guerre, 700 bambini morti in mare
dall'inizio dell'anno, pensi ai terrorismi e a chi si vuole
impossessare di un dio, di un simbolo solo ed esclusivamente per il
proprio potere. Pensi alle tante cazzate che quotidianamente ti
bombardano il cervello e pensi purtroppo anche a quelli che ci
credono a queste cazzate. E allora ti rifugi nella tua casa ideale,
cerchi di entrare dentro il cervello del tuo amore ideale per
potergli dire, come in un film americano: “ciao, come stai?”.E
magari ti risponde e senti un urlo“cavolo vuoi da me?”. Mi viene
in mente, aldilà della frase di quel cretino omofobo, misogino,
intollerante
– a proposito delle madri “surrogate”
- “che gli possa scoppiare l'utero”. Ipocrisia
di merda.
Mi viene in mente che a un bambino che nasce non importa nulla del
colore della pelle, della professione, delle ricchezze, degli
orientamenti sessuali, politici o religiosi dell'uomo o della donna
che lo accudiscono e lo amano.
Ha solo bisogno di essere accudito,
amato e accompagnato per mano lungo quel percorso chiamato vita. Mi
viene anche in mente che ad una persona anziana, ammalata e in preda
alle dimenticanze non importa nulla se il figlio o la figlia, abbiano
un colore di pelle, una professione, un credo religioso o politico,un
orientamento sessuale piuttosto che un altro. Ha solo bisogno di
avere qualcuno vicino che gli voglia bene e che lo tenga per mano per
essere accompagnato verso quel tragitto chiamato del non ritorno.
Tutto il resto sono sciocchezze. Mi viene anche in mente che le
persone tutte, nascono e avrebbero il diritto di essere felici, avere
un lavoro, una casa, qualcosa da mangiare e qualcuno da amare, la
possibilità di un pensiero proprio,
indipendentemente da tutto. Il resto sono solo sciocchezze,
intolleranze,
razzismi e idiozia. Un
amico mi raccontava che stava parlando con due colleghi che non
sapevano nulla dei sentinelli in piedi. Questo amico ha detto loro
che si trattava di esaltati omofobi intolleranti pseudo cattolici. Non si
era accorto che un altro collega li ascoltava, poi ha
iniziato ad
inveire , era un sentinello in piedi, e stava per menarlo. In
questo momento in cui scrivo è sera, la nebbia già potentissima,
fra poco l'ultimo giretto con Peter e poi finalmente i fantasmi del
sonno potranno liberarsi e chissà che ti mostrino il varco
per potere attraversare questa nebbia.
Passata
la notte, ora è mattina, i fantasmi del sonno non hanno mostrato
nessun varco e vai con un'altra giornata.
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