lunedì 30 novembre 2015

e i topi uscirono dalle fogne

I topi stanno uscendo dalle fogne. Questa frase me l'ha detta un'amica, topi sta per reazionari, sessisti, omofobi, razzisti, arroganti, ignoranti e piccoli piccoli. Non posso dire fascisti come in effetti gli attacchi alla caritas di questi giorni , perché purtroppo le caratteristiche di cui sopra sono molto trasversali. In questi giorni leggo sulla pagina del comune di Romanengo la lettera di una signora incazzatissima perché arrivata a casa di sera, c'era un indiano che si masturbava. Stesso indiano che poi “evidentemente ubriaco o strafatto” girava a zig zag con la bicicletta per il paese. Fatto grave indubbiamente, ma poi tutta la tiritera sugli indiani e sugli stranieri "... Di questo passo dove andremo  a finire". Fatto grave che tu arrivi a casa e qualcuno si masturba davanti a te (non do neanche il beneficio del dubbio, do per assodato) ma basta girare in questi paesi il venerdì sabato sera per vedere quanti ragazzi strafatti o ubriachi vagano zigzagando, purtroppo neanche in bicicletta, ma in macchina. 
Anni fa neve e sul tetto del teatro un ragazzo e una ragazza strafattissimi stavano facendo all'amore. Il vecchio custode, pensando fossero ladri aveva chiamato i carabinieri. Non riuscivano a staccarli e non erano indiani. Molte notti uscendo dal laboratorio qualche macchina isolata nel parcheggio e non sembrava che le persone dentro stessero parlando e non erano indiani. Oppure i ragazzini di notte sui gradini della scuola.
Anni fa il mio sogno era un grande cartello all'entrata del paese “ Romanengo città della cultura, del pensiero, della tolleranza”. Ora, agli ingressi del paese, le telecamere. Questo il paese che sto lasciando definitivamente, senza nessun tipo di rancore e nel cuore le tante persone meravigliose che ho conosciuto. Il rapporto con il teatro si era chiuso definitivamente l'anno scorso ad agosto, ora dicembre 2015 si chiude definitivamente anche il nostro rapporto con il paese. Abbiamo chiuso la sede e molto tranquillamente stiamo facendo i traslochi. Per ora pausa da qualsiasi tipo di organizzazione, è un lusso come già dicevo che desideriamo percorrere, consapevoli anche dei pericoli che una decisione del genere può provocare. Per disintossicarci e ritornare alle utopie e alle battaglie dei nostri inizi. Nulla si cancella. 
Ce ne andiamo a testa alta, orgogliosi di noi e del nostro lavoro. Aldilà e oltre le chiacchiere e le scorrettezze . Volevamo allora costruire con il teatro una sorte di cattedrale nel deserto, ma poi sono arrivati i venti freddi del nord. Lascio Romanengo con tante persone nel cuore e mi commuovono in questi giorni le persone che ci fermano per strada e ci dimostrano il loro affetto. In questi mesi , a livello di amici, parenti, conoscenti, sono morte tantissime persone e altrettante si sono ritrovate ammalate. Ora sto uscendo da un periodo nero in cui l'idea della morte e della malattia invadevano i miei pensieri. E questo trasloco mi sta svegliando e mettendo allegria. Così come il raglio dell'asino per L'Idiota di Dostoyevskj. 
Sono solo , io e il mio cane, non ho legami affettivi, ho dei parenti che non riesco più a chiamare parenti, rimane l'affetto, ma non sono parenti. Sto cercando un luogo che possa sentire mio, ma continuo a rimanere strettamente legato a queste terre, agli amici che ho qua e anche alle terre della mia infanzia e della mia nascita. Lascio Romanengo , fra non molto chissà dove andrò ad abitare , ora vivo un po' a Torre e un po' a Cesena, ma fa parte della mia vita il continuo spostamento, è il mio incipit. Lascio Romanengo con tante persone nel cuore, a loro un abbraccio e il resto non ha importanza. “ e i topi uscirono dalle fogne”, questa frase della mia amica ( che fra l'altro ha fatto un giochino su chi fosse la sua sorella gemella e sono risultato io, ma si può?) mi sta martellando la testa. Fortuna che in giro ci sono anche i gatti.

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