Dai,
natale terminato, pure santo Stefano, poi sta cosa dell'ultimo
dell'anno, la befana e finalmente basta feste.
Leggevo i costi di un
cenone in uno dei ristoranti, quelli dei cuochi fighetti, porca
miseria. Non mi scandalizza che ci
siano persone disposte
a spendere anche più di mille euro, si dice che l'economia deve
girare, che giri. Mi scandalizza il fatto che quella notte, come
tante altre notti, ci sia in giro per il mondo gente che neanche ha
la possibilità di un pezzo di pane.
Natale terminato, non è un gran
problema. Mio padre odiava il natale, da sempre. Non questioni
ideologiche, proprio lo odiava, se non accettarlo grazie alle
abbuffate romagnole di cappelletti, tortelloni, paste al forno,
galline faraone farcite, E questa cosa credo me l'abbia trasmessa. In
casa nostra, grazie al cielo, il presepe non si è mai fatto, solo
l'albero di natale. Anni 50 in giro la miseria era cosa mica da
ridere. Avere un alberino con gli uccellini e le palline di vetro, i
mandarini e le arance e un pochino di cioccolato neanche troppo,
sembrava un lusso esagerato. Qua in Romagna, adesso non so, non era
importante il Natale, Santa Lucia chi?, era importante la befana.
Coerenza laica.
Anni 50 si era molto poveri in tanti, peccato che
molti oggi se ne siano dimenticati o se ne vergognino, era difficile
avere anche dei regali. Io ne ho sempre avuti, tanti e costosi. Ma
c'era qualcosa che non quadrava. A mezzanotte mia madre accendeva le
luci “è arrivata la befana” e mio padre alla vista di questi
regali diventava furioso come una bestia. Perchè, ho realizzato in
questi anni, probabilmente quei regali arrivavano da un'altra parte.
E
non ci ho mai giocato, perché appena li guardavo mi venivano in
mente le litigate di mio padre. Però facevo giocare i miei amici,
loro ci giocavano, leggevano i giornalini, intere collezioni di
“Topolino”. Da allora qualsiasi regalo mi venga fatto , mi mette
terribilmente a disagio. I regali che amo ricevere sono un fiore
rubato nei campi, un pensiero scritto a mano, un sorriso.
Che a
proposito di regali che arrivavano da un'altra parte, questo signore
un giorno mi era stato presentato e poi l'invito dei miei a
non farsi più vedere. In questi giorni mi sento un pochino in
colpa, assurdo lo so, per i miei. Loro si sono sempre voluti bene,
amore a prima vista, matrimonio nel giro di un mese, mia madre quando
era morto mio padre , era crollata. Però litigavano in continuazione
e sempre ero io il motivo. Però porca miseria non ci si può sentire
in colpa per essere nati. Questa cosa quasi di colpa per essere
nati, la sto percependo in diverse persone. Non si può buttare la
propria vita perché allora un po' di cosine erano andate storte. O
perché semplicemente la vita ti è stata storta.
Però dai miei ho
imparato tanto e me ne accorgo ora. Anni 50, si era in tanti molto
poveri. Noi compresi. Ma la nostra casa è sempre stata aperta. Una
cucina, un gabinetto e una camera da letto. Eppure
tutti i parenti che dalle campagne arrivavano in città, anche
persone in difficoltà , a casa nostra hanno sempre trovato un letto
in cui dormire o un piatto in
cui
mangiare. C'è una cosa che ancora mi commuove: una ragazza del paese
di mia madre, era rimasta incinta senza che si sapesse chi fosse il
padre. I suoi genitori l' avevano buttata fuori casa e i miei, in
quel periodo entrambi senza lavoro,
l'avevano
ospitata finché la bambina non è nata. Ora questa ragazza incinta
di allora, è una signora di ottanta anni, cui sono affezionato e cui
spesso telefono per darle un saluto. Anch'io fino a qualche anno fa
avevo questa mentalità delle porte aperte, poi vabbè tante cose e
mi sono chiuso. Adesso ho voglia ancora di dire ai miei amici, quando
volete la mia casa è aperta e se avete fame si mangia quello che
c'è. Viviamo nelle nostre casettine, nei nostri giardinini, nelle
nostre macchinine e abbiamo paura persino della nostra ombra. E non è
questione di Lega o di destra quella brutta. E' un pensiero
strisciante che sta annebbiando le menti. Questa cosa che arrivano
gli stranieri, ti tolgono il crocefisso, il presepe, minano le tue
radici è un mantra che non riesco più a sopportare. L'Italia non
doveva essere un paese laico?
Sono
poi arrivati gli anni 60 e
70.
Il
boom, le case a schiera, i condomini, le automobili e i meridionali
chiamati terroni. Fortunatamente siamo usciti da quella miseria e la
paura di tutto ha iniziato ad avvelenare le menti. Ho voluto passare
anche quest'anno il natale da solo, io e il mio cane. Gli ultimi
dieci anni, i miei
erano ammalati, spesso in ospedale e io mi ritrovavo qua da solo. Non
è mai stato un problema. Anche l'ultimo dell'anno. Ho ricevuto
diversi inviti : “non stare solo”- “desidero stare da solo”,
non ho angosce, ho l'animo sereno. In questi giorni a Cesena sto
vivendo come un sessantenne che va in giro con il cane, un salto al
giorno per andare a salutare i parenti e
in giro ci sono tanti padroni di cani che hanno spesso voglia di
parlare. Ho degli amici su nel paese dei miei, ma sono praticanti
oltre misura, (magari
uno non ci crede, ma esistono anche i cattolici moderati)
e dovere andare lassù, alla messa, per poterli vedere e salutare, mi
sembra un pochino eccessivo.
Ad un amico che avevo aspettato al
freddo e che mi aveva detto “potevi anche entrare , cos'è la messa
ti fa male?”, avevo risposto “non mi hanno fatto entrare”.
Subito lui si è inalberato :”chi non ti ha fatto entrare?” e io
“ le mie anime irrequiete”. Tramortito.
Ho sognato un uomo,
elegante con la faccia oscurata, come certe finte interviste
televisive, un uomo che nonostante la faccia oscurata sembrava molto
serio e mi dice : “è inutile che vieni a cercare, stai perdendo
il tuo tempo. Sono tuo fratello, ma sono già morto” . Proprio
a natale me lo dovevi venire a dire? Forse sta semplicemente a
significare “ ritorna a vivere Enzo, non sprecare gli anni pochi o
tanti che ancora hai da vivere”. E questo è l'augurio che voglio
fare io : “dai giovanotte/i,
massimo
cent'anni e saremo tutti morti, non sprechiamo quei 90 anni che
ancora ci rimangono”. Con un fiore rubato nei campi e al mio cane,
un sorriso e un augurio di spazzare le idiozie che annebbiano il
cervello, ciao.
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