Sono nato il 29 di agosto, forse
il 28, probabilmente il 27 e sono stato battezzato il 2 settembre,
Era domenica e mi dicono che allora si usava battezzare pochi giorni
dopo la nascita. Non riuscivo a trovare il mio documento di
battesimo, nessun mistero, era il prete ad essere imbranato. E'
cambiato prete, c'è anche un bel rapporto di amicizia, lui mi dice
vieni a messa, io gli rispondo figurati. E comunque sto certificato è
saltato fuori. Niente di particolare, quello che mi hanno sempre
detto. La madrina una zia, moglie del fratello di mio padre.
Certificata con un nome strano, ma noi la chiamavamo sempre con un
altro nome. Si usa in Romagna, dai un nome e chiami il figlio con un
altro nome. Io sono sempre stato chiamato Enzo, ma all'anagrafe
segnato come Giuseppe. E ho sempre avuto difficoltà con i due nomi,
però ho imparato a conviverci. Giuseppe è quello riflessivo,
saggio, Enzo è quello adrenalinico un pochino pazzo, per nulla
saggio. E Paolo chi è? Perchè ho scoperto che il mio primo nome è
Giuseppe, il nome da sempre ufficiale, nessuna novità. Come secondo
nome risulta Paolo e infine , finalmente, Enzo. Paolo? Ho sempre
saputo di essere doppio, adesso scopro di essere triplo. Giuseppe
Paolo Enzo, è una cosa sciocca lo so, non ho niente contro Paolo, è
un bel nome, addirittura me lo mettono come secondo nome, e sono
andato in tilt. Oggi è un mese che è morta mia madre, sono ancora
un pochino perso e continuo ad andare giù con la stessa frequenza di
prima. Un salto al cimitero, un salto a casa per dare aria alle
stanze e poi di nuovo su. Le cose pratiche mi sto perdendo e non ho
ancora toccato nulla delle cose dei miei. Sarà il tempo a farmi
decidere. Dovesse capitarmi fra le mani un probabile o improbabile
fratello lo massacro. Oggi è stata ricoverata anche la sorella di
mia madre. In questi mesi abbiamo litigato spesso. Poi ad un certo
punto le ho detto: “ sto sbagliando tutto, è tua sorella ,
l'ultima che ti è rimasta viva, ma renditi conto che io sono il
figlio e che sono sempre io a correre. Però non posso dimenticare
l'affetto profondo che legava voi fratelli e non posso dimenticare
quanto hai corso per tutti, compresi i miei”. Questo era Giuseppe a
parlare, Enzo invece pensava :” non rompetemi più le palle”
soprattutto nei confronti della figlia di mia zia. Paolo invece era
andato al bar. Ora è in ospedale , mia zia, mi dispiace e scenderò
a trovarla. Concluso il secondo ciclo di laboratori con i ragazzini,
questi di una scuola alla periferia di Bergamo. Ritornerò a maggio
per tirare le conclusioni. L'ultimo incontro, dal primo giorno
volevano fare gli zombi, ho detto: “dai adesso facciamo gli zombi”.
E abbiamo iniziato a percorrere i corridoi e le scalinate della
scuola , inseguiti da tutti gli altri studenti che volevano
partecipare pure loro. Gli zombi più deficienti che abbia mai visto,
però ci siamo divertiti. Sto continuando il laboratorio serale e mi
trovo bene. Ieri sono stato in un negozio per comprare delle cose da
giardinaggio e il commesso era uno dei giovanotti della sera. L'ho
guardato : “sei tu?”. E' diventato rosso. Mi sono accorto di una
cosa. Per troppa discrezione o pudore io non chiedo mai nulla della
vita degli altri. Mi sono accorto che forse il non chiedere nulla,
può non essere recepito come pudore, ma come indifferenza. Mercoledì
chiederò vita morte e miracoli a tutti. Marco è seduto nella
veranda della nostra sede, è pensieroso gli passerà, sdraiato
vicino a lui io mio cane. In questi giorni stiamo facendo anche i
sopralluoghi per il nostro festival Odissea. Bei posti e belle
persone. Mi da fastidio scoprire che mi chiamo anche Paolo e
non averlo mai saputo. Dai che c'è il sole e fra non molto la
primavera.
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