Fame, vado dal panettiere e mi chiede :”domani vuole il merluzzo?”
- “scusi?” - “ dato che di solito viene a prendere il merluzzo”
- “io?” - “si”. Ancora continuano a confondermi con Marco
quando non pensano che io abiti con lui. Ormai oltre il bavaglino
“non baciatemi” dovrò aggiungere un altro bavaglino “non sono
Marco sono Enzo”. Come se già i miei tre nomi non fossero
sufficienti. Come va? Si va. Mi sento come un pugile suonato che
continua a saltellare e a menare pugni all'aria in attesa di un
ipotetico gong. Non sono depresso, sono un pochino perso, un pochino
più del solito. Mi ha spalancato la mente la lunga telefonata con un
amico. Vorrei fare questo, vorrei fare quest'altro e questo amico ad
un certo punto dice: “ cosa aspetti , non hai molto tempo” Porca
troia. In effetti se mi va bene bene potrei avere a disposizione
ancora poco più di trent'anni. Improbabile. Se va bene sarebbero più
probabili venti anni. Se va male male , fra poco. In effetti a volte
si ragiona come se la vita durasse una eternità, di contro a volte
ci si immobilizza in attesa di . In attesa di cosa? Vorrei fare
questo vorrei quello. Fallo. Bisognerebbe andare da certi politici,
quelli che ti fanno vergognare di essere italiano :- “ehi tè , ma
quanto tempo pensi di avere ancora?” . Sono sempre in movimento che
il cane alle 19 crolla come una pera cotta . Devo svegliarlo per
dargli da mangiare e obbligarlo ad uscire per l'ultima pipì. Poi lui
continua a dormire e si sveglia alle quattro, quattro e mezzo, viene
da me a scuotersi finchè non gli dico, “dai sali”. Salta sul
letto. A peso morto si lascia andare, non di fianco, ma su di me e si
riaddormenta. Poco prima delle sei ci si sveglia ed è già
appiccicato alla porta. Dove abito, non c'è un giardino, ma un parco
enorme, a volte anche molto frequentato. E il mio tipo di cane non
può essere lasciato in giro da solo per cui mi sono ritagliato lo
spazio del mio giardinetto per costruire una sorta di recinto per
lui, oltre che per me. Scendi le scale, aspettami, lasciami bere il
caffè. Un recintino giardino , sono stato bravo, ma lo sto
apprezzando solo io perchè il cane non ne vuole sapere e Marco dice
“ cos'è sta baracca?”. Non riesco a pensare o a decidere cosa
farò i prossimi anni ( nella eventualità che ne abbia ancora
trenta, di anni a disposizione) . Qua nella bassa bergamasca ai
confini bresciani e cremonesi, non mi trovo male, ho il mio lavoro
che mi piace e ho tante persone amiche. Gente in gamba che stimo
molto. Anche se come carattere sono un lupo di quelli in fuga. Come
se qualcuno mi braccasse. Quando mai? Magari qualcuno mi braccasse.
Il legame con Cesena improvvisamente è diventato più forte di
quello che avrei immaginato, non riesco a staccarmene, ma non mi ci
vedo a vivere a Cesena. Ora mi stanno affascinando i posti delle
colline in cui sono nato o quanto meno ho vissuto fino ai tre anni
di età. Prima o poi riuscirò a decidere. Ora continuo ad andare
sempre avanti e indietro senza sentirmi mai a casa da nessuna parte.
Di contro ho la fortuna di potere andare sempre avanti e indietro che
stare sempre in un posto si potrebbe impazzire. Continua la stagione,
continuano i laboratori e siccome un laboratorio teatrale a volte può
smuovere cose profonde, ogni tanto qualcuno mi va in crisi. Così
riesco a rinverdire i miei sensi di colpa. Non sento la mancanza di
sesso, non me ne frega niente o quasi. Ma ogni tanto una persona che
mi si appiccichi addosso come il mio cane, si mi manca. Esperienze
tante ne ho, avute. Sono consapevole di non essere di primissimo pelo
eppure da qualche anno penso o mi innamoro o niente. In effetti
niente. In questo ultimo mese credo mi si siano imbiancati molto i
capelli, me lo hanno già fatto notare in tanti, e farsi i fatti
propri no? Sono stato a trovare i ragazzini della periferia
bergamasca dove riprenderò il lavoro a maggio e uno di questi mi
dice “ ciao prof” - “non sono prof, sono Enzo” - ciao Prof
Enzo, l'ultima volta avevi i capelli lunghi e grigi, ora li hai corti
e bianchi, ma stai benissimo”. E' andata peggio a Marco. In
palestra. Un giovanotto diciottenne lo guarda e gli dice : “ strano
vedere gente della sua età in palestra”. Pota. Fuori il sole un
pochino ammalato, il cane stravaccato nella veranda della nostra
sede, Marco a lavorare, io a perdermi. Che giornate di merda.
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