venerdì 25 luglio 2014

Ma tutto il resto è vita

Finalmente sono riuscito a venire su, almeno per due giorni e anche se pochino, mi sembra un regalo bellissimo. Già settimana scorsa ero riuscito ad andare a San Martino dall'argine in quel del mantovano per la nostra replica di Caravaggio. E anche li, file interminabili in autostrada, ritorno di notte con una stanchezza da farmi stramazzare, ero felice. Mia madre, aldilà delle disperazioni di sua sorella o dei pronostici dei medici, è uscita parzialmente dallo stato di coma, ora ogni tanto si sveglia e riesce a concludere anche dei discorsi. Fortuna ho trovato un medico in gamba che mi ha ascoltato. Avevo detto : “ ne sono consapevole che la morte può arrivare da un momento all'altro, per giunta è così per tutti, però finchè c'è vita perchè non ragionare sulla vita?” Ora sempre intubata, è stata dimessa ed è in struttura. Il medico salutandomi mi ha ringraziato per il mio entusiasmo, ottimismo e per il mio carattere. La sorella di mia madre che si è disperata 45 giorni “è mia sorella e rimango qua quanto e quando mi pare” sembra quasi dispiaciuta che non sia avvenuto quello che si aspettava. Devi andare al mare?, vacci. Mi diceva “piuttosto che vederla così preferisco che muoia” parla per te, io preferisco che rimanga viva. Ne ho visti tanti di questi casi. Gente a disperarsi, a piangere, a organizzare mentalmente il funerale, poi al primo segno di miglioramento si defilano. Una persona non ha bisogno della presenza costante quando è in stato di coma, ma dopo, quando capisce e sente e ha bisogno della vicinanza. In venti anni che seguo i miei per tutte le malattie e operazioni possibili e immaginabili, ho vissuto tanto in ospedali e ho visto tantissima gente morire. In questi 45 giorni, sarà che il reparto era di lungodegenza, la moria è stata una cosa nauseante. Non ho troppa paura della morte e tanto meno di una persona che muore. Poverino che paura può fare. Quello che mi ha sconvolto è scoprire quanta gente ancora giovane viene colpita da alzheimer. C'erano alcune donne e uomini attorno ai 50 anni e già ammalati. Pensavo che l'alzheimer colpisse solo persone anziane. Fra questi cinquantenni ce n'era uno che si chiamava Mario, sempre sorridente e perso. La moglie era disperata perchè Mario amava spogliarsi e fare pipì dove capitava. Ho fatto amicizia con loro e tutte le volte che li vedevo dicevo “ se ti togli il pistolino, te lo taglio” e tutte le volte che mi vedeva , come i bambini, Mario si teneva le mani davanti al pistolino. Le prime volte le infermiere urlavano. Hai poco da urlare, chi si caga addosso e chi si spoglia, è la malattia, punto. In questi giorni non abbiamo avuto tempo, ma prossima settimana andiamo a liberare il teatro delle nostre cose rimaste. La situazione era chiara, ma giustamente Marco dice “ non voglio rimanere nel dubbio, mi deve essere detto chiaramente”. Infatti è andato a parlare con la nuova amministrazione e la risposta “ non abbiamo intenzione di continuare nessuna collaborazione con Piccolo Parallelo”. Chiaro. Nessun dramma e nessun vittimismo, d'altronde le parole spese in questi anni sono state pesanti ed è un po' difficile passarci sopra. Io penso che ogni amministrazione abbia il diritto di portare avanti le linee che ritiene opportune, quindi, da parte nostra, nessun appello, nessun vittimismo, si inizia un'altra storia. Ci sono in ballo alcune convenzioni, ma non saremo noi ad appellarci a queste convenzioni. Vivendo praticamente come me, 20 anni in ospedali tra il dolore , problemi vari e questa cosa incorporea, ma sempre presente, chiamata morte, uno pensa che la vita è sempre una cosa bellina e per questa bisogna lavorare. Per la vita appunto e senza strascichi. Come ho già detto un'altra volta, auguro alla nuova amministrazione buon lavoro, sinceramente e di tutto cuore. Si muore per malattie, per incidenti, per guerre, per fame, per disperazione, ma tutto il resto è vita.


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